Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui

 

 

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Aranci selvatici

Post n°37 pubblicato il 07 Marzo 2006 da odio_via_col_vento
 
Tag: Viaggi

Non ho mai amato troppo la Spagna. Fin dalla prima volta in cui la visitai, quasi trent'anni fa, l'ho sempre trovata al di sotto della fama che le è stata costruita intorno.
Meno bello il mare. Meno straordinarie le città. Meno buono il cibo. Meno affine a noi la gente. Grande storia, grande letteratura, ma tutto questo passato sembra oggi perso.

Le città storiche sono spesso ridotte a isolate (splendide) sopravvivenze di edifici singoli, sperduti quasi, nella speculazione edilizia più tetra, anni '60 e '70. I generi di Franco erano palazzinari e come si vede!
La differenza rispetto all'Italia è che da noi questi casermoni in cemento armato assediano le periferie, ma hanno sostanzialmente rispettato i centri storici.
In Spagna, invece, è stato distrutto il tessuto urbano minore: le stradine, le piazzette, le case che tramandano la storia del popolo minuto. Tutto ciò che è "minore" ma che fa da tessuto connettivo tra un grande palazzo e una cattedrale, qui è scomparso.

La suggestione di Avila, Granada, Valladolid, resta un sogno letterario. Il presente è deludente e quel poco che resta va conquistato, caparbiamente, percorrendo chilometri delle "Corso Buenos Aires" o delle "Cristoforo Colombo" locali.

Ho amato Siviglia: ma più per i ponti di Calatrava che non per la Plaza de Toros.
Più per la passeggiata lungo il Gaudalquivir e il rosso tramonto, tardo, dietro la Cartuja. Per l'antica manifattura tabacchi, immensa e turrita come un grande castello.

Poi, una sera, scopri cos'è quell'idea persistente e acuta che non ti esce di testa. Scopri che dopo tutto anche i quartieri dell'Alhambra ricostruiti per i turisti, le fontane asciutte, il buio dei patii, i negozietti anni '50 fuori dai circuiti turistici, la commistione tra moschea e chiesa dell'immensa cattedrale, la Torre de Oro, le scuole di flamenco, hanno un sottile filo che le accomuna.

E' l'odore dell'arancio selvatico, acuto, amaro, persistente. Ci sono alberi di arancio ovunque: nella Plaza des Armas, nel cortile della cattedrale, lungo i viali moderni, nelle piazze con i giardinetti borghesi, nei cortili interni. I frutti cadono per terra, gonfi e pesanti, ma immangiabili. E anche da terra continuano a emanare quel profumo penetrante che ti persuade di essere in estate anche se è pieno inverno, che evoca la Sicilia di mezzo secolo fa, dei racconti dei nonni.

Ma è un profumo che non dura: ho provato a raccogliere un'arancia selvatica da terra e a portarla via. Due giorni dopo era una cosa molliccia e oscena, senza più nessun profumo, e in breve senza colore.

Devi avere memoria per conservare odori, suoni, colori e idee. Ma ancora di più per gli odori: perché non c'è fotografia che te li renda.

Commenti al Post:
thefairyround
thefairyround il 07/03/06 alle 10:23 via WEB
Sugli odori aveva ragione Proust. La cosa bella è che non si possono "fermare" in una fotografia. Non si possono mettere da parte in un cassetto. Arrivano. Ti sorprendono. E sono delle àncore formidabili. Ti riportano velocissimamente immagini. Ricordi. Sensazioni. Musiche. Istanti di vita. :-) B.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 07/03/06 alle 22:56 via WEB
a proposito: proprio tu! che ne pensi del flamenco (quello vero, non quello da turisti). io non riesco a farmelo piacere: mi pare una specie di sceneggiata napoletana, ma più< noiosa. sarò irriverente...
 
   
thefairyround
thefairyround il 08/03/06 alle 14:57 via WEB
Ti confesso che temo di essere irriverente quanto te... Anche io non sono mai riuscita a farmi prendere dal flamenco... Una volta una ballerina di Flamenco (vera!) mi diceva che il problema - rispetto alla danza - è che non è unicamente una questione di passi, ritmo.... il flamenco lo devi vivere. E non tutti l'hanno dentro. Diceva che le vere ballerine di flamenco si riconoscono perché sono belle (a prescindere dalle oggettive doti fisiche).... di una bellezza a metà tra il selvaggio e lo spirituale. Questa cosa mi aveva colpito.... ma - ahimé - probabilmente dentro mi mancano le corde giuste da far vibrare in sintonia... B.
 
kayfakayfa
kayfakayfa il 07/03/06 alle 11:14 via WEB
Della spagna ho un piacevole ricordo: un campeggio a Tossa de Mar con gli amici da ragazzo e una vacanza a Castel del Fels alcuni anni dopo, in albergo con la mia ragazza. Nel primo caso ricordo con piacere il mare e le cozze piccanti col whisky, il pomodoro e la farina, cotte in un enorme pentolone sulla spiaggia da un pescatore; nell'altro il mare pessimo e le piacevoli passeggiate a Barcellona lungo le Rambla,ma soprattutto una mangiata di pesce in una bettola del porto. Ma è troppo poco per contraddirti. Mi piace molto come scrivi, credo lo fai per mestiere. Un saluto sincero!
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 07/03/06 alle 22:59 via WEB
le belle compagnie rendono tutto piacevole, no?:) comunque io non mi rassegno: ci torno spesso, in Spagna, alla ricerca di qualcosa che mi convinca che la Spagna letta e sognata esiste ancora. (no: io non scrivo per mestiere. nel mio mestiere c'è anche una parte di scrittura, ma molto poco creativa e evocativa. molto molto tecnica)
 
annisexanta
annisexanta il 07/03/06 alle 19:45 via WEB
Molto bella questa insolita descrizione della Spagna,specie ovviamente il particolare dell'arancio selvatico...E' vero nelle foto gli odori nn si sentono,ma sono quelli che riconosci ad occhi chiusi e in un istante ti portano in giro,nel tempo...Buonaserata... :-)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 07/03/06 alle 23:04 via WEB
devo dire che è stata una sensazione così bella che in parte ha riscattato la delusione.
 
marymagnus
marymagnus il 08/03/06 alle 17:58 via WEB
Spero che queste mimose virtuali, possino impressionarsi nella pellicola della tua mente affinchè tu possa scorgerle e, il loro profumo, possa deliziare le tue narici fino ad inebriarti,la tua fantasia possa svilupparsi al punto da materializzare il mio umile pensiero unito all'augurio più sentito per la tua festa.---Un salutone---ciao.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/03/06 alle 22:30 via WEB
ma che carino: grazie. quest'anno non ho visto mimose in giro: nemmeno al lavoro. ne avevo, immancabilmente una a casa: vorrei ben vedere! unica donna in una famiglia di 5 maschi (per non parlare del gatto). grazie:)
 
annisexanta
annisexanta il 08/03/06 alle 20:35 via WEB
A proposito di fotografie,se vai sul mio blog richiedo pubblicamente(per dire) una tua consulenza super partes... :-)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/03/06 alle 22:30 via WEB
vado subito (ma mi posso fidare?....sono un po' sospettosa...:)
 
LadyOscar743
LadyOscar743 il 08/03/06 alle 23:16 via WEB
E mi si perdoni quella che può sembrare bestemmia, ma a me non piace Gaudì...o meglio, la sua arte non mi trasmette emozioni. L'ho studiata, non l'ho mai vista. Forse per quello mi sono fatta questo parere. Ma è anche vero che, a mio avviso, una capacità di "discernimento" ci deve essere: non tutto ciò che è definito "arte" deve piacere per forza... Così come credo che non tutti i Paesi (per i quali deve comunque rimanere il rispetto per le tradizioni, la storia e le culture) debbano per forza lasciare nell'animo cartoline indimenticabili. Un sorriso, Oscar :)
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/03/06 alle 23:21 via WEB
oh, ma certo: arte è anche piacere. io rivendico fortemente il diritto di dire "non mi piace"!. gaudì l'ho cominciato a capire vedendo tanta Spagna: guglie dappertutto sulle loro cattedrali. e Siviglia ne è un esempio eclatante. (diciamo che ne ho capito le radici:).
 
magdalene57
magdalene57 il 09/03/06 alle 09:21 via WEB
della spagna io ho amato quelle roccaforti antiche, un po' distrutte ...di quel colore un po' rossastro... arse sotto il sole..; della spagna ho amato il gusto di adornare ogni casa di fiori e alberi e i colori così vivi... della spagna ho amato quelle guglie di Gaudi tutte elaborate...inverosimili...che mi ricordavano, non so come, quei vestiti così elaborati, carichi di stoffe, di arricciature, di "di più" ... ecco... la spagna è sempre un "di più" ... così la vedo io... buona giornata, Ody...
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 09/03/06 alle 21:48 via WEB
il desertico paesaggio degli altopiani piace anche a me. (e comunque amo più il giallo della Sicilia, che sa già di Africa)
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 09/03/06 alle 13:10 via WEB
Leggendo i commenti, mi sento in colpa, mai stata in Spagna. Ed è da anni che desidero andarci, da quando adolescente ho letto Fiesta e Per chi suona la campana. Ho comunque degli amici, lei in parte spagnola, che adorano Toledo. Ci sei stata Ody? ciao
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 09/03/06 alle 14:37 via WEB
sì, certo. è una delle poche città che conservano un centro storico anche perché, arroccata su un colle, non doveva essere una preda ambita delle speculazioni edilizie che hanno preferito distendersi a valle.
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 09/03/06 alle 17:21 via WEB
Ahimè, come Casalingapercaso, anch'io non ho mai visitato la Spagna. Mi riprometto di andarci ogni anno, ma poi alla fine cambio sempre meta... un litorale che somiglia a Rimini gioca troppo a suo sfavore. Prima o poi però vorrò visitare questa terra e respirare forte il profumo di arance che immagino bellissimo. E pensare che il mio bis-bisnonno era proprio spagnolo, difatti io porto con orgoglio un cognome spagnolo impronunciabile.
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 09/03/06 alle 21:49 via WEB
abbiamo degli spagnoli anche noi nell'albero genealogico (ce l'hanno i miei maschi) e resta un cognome un po' spagnoleggiante anche a noi (a loro):)
 
   
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 10/03/06 alle 09:10 via WEB
Per Nancy ... se vai in Spagna poi ce lo racconti? Ho chiesto velocemente in giro in ufficio ... sembra che tutti siano stati in Spagna. Buondì ragazze
 
perema1
perema1 il 09/03/06 alle 23:33 via WEB
un sorriso ed una rosa....sempre piacevole passare da te :o).....ciao
 
maschiosiculo1961
maschiosiculo1961 il 10/03/06 alle 16:40 via WEB
ho avuto la stessa sensazione deprimente in grecia, dove non esiste più nulla di ciò che ti aspetteresti. Gli aranci poi . . . i tarocchi sono UNICI. Con una cassetta rifai la tapezzeria per una stagione di casa tua! A fette come insalata, a spicchi profumati, spremuti per colazione . . . uhm, ma che ci andiamo a fare all'estero se le i veri frutti esotici li abbiamo qui???
 
 
magdalene57
magdalene57 il 10/03/06 alle 16:44 via WEB
scusa maschiosiculo...io dovrei rifare l'intonaco...ma questa storia della tapezzerie mi incuriosisce... me la spieghi meglio???? (permetti lì'intromissione Ody?)
 
   
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 10/03/06 alle 18:10 via WEB
vai pure: sono curiosa anch'io.
 
   
maschiosiculo1961
maschiosiculo1961 il 12/03/06 alle 15:02 via WEB
capisco che alle volte, spesso, parlo come se dialogassi con me stesso. L'arancia, quando si taglia o si sbuccia, emana un odore così forte che mi fa venire in mente un giardino fiorito alle pareti, come se stessi camminando in mezzo a dei filari di alberi annusando l'odore delle foglie, sentendo sulla guancia la compattezza del frutto e tutto ciò che ne viene con l'immaginazione.
 
ma_rikas
ma_rikas il 11/03/06 alle 09:20 via WEB
Ho letto un po' qui e lì sul tuo blog... l'ho trovato pieno di argomentazioni carine.. solo un appunto devo fartelo alla spagna di mia Madre..(origine mezze Italiane e mezze Spagnole io)....nn mi trovi d'accordo con il flamenco...(forse perke' sono una ballerina ed anke se nne' la mia disciplina ha tutta una sua arte dietro...e richiede molto impegno).... Poi "sul profumo ke nn dura" (degli agrumeti...) come nella nostra Sicilia forse posso darti ragione... ; eppure a volte... la visione... rende più ke l'olfatto... ed a me in Spagna lungo quei cortili interni dei giardinetti borghesi e nel cortile della cattedrale... mi colpivano davvero l'occhio... l'occhio dell'anima ... quelle cose! Bello il tuo blog... interessante direi!
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/03/06 alle 09:46 via WEB
sì, certo, hai ragione. forse per quella eccessiva brevità che ci incalza nello scrivere commenti ho esagerato e ridotto una cosa molto complessa ad un rifiuto istintivo. mi piacerebbe saperne di più. capisco che certo sia legato ad una cultura complessa e che abbia bisogno di un po' di studio per potercisi calare dentro. grazie
 
giolib0
giolib0 il 11/03/06 alle 10:49 via WEB
Ciao, sono giovanni. HO letto il tuo messaggio e ne sono stato subito catturato. Forse quel filo rosso che accomuna molte cose a Siviglia, il profumo delle arance, ha catturato anche me nella lettura... Mi ha incuriosito anche il tuo parlare di siviglia in quel modo, ed è un posto - Siviglia - a cui sono legato per via del flamenco. Entrando per commentare ho letto anche alcune tue risposte, ed una in particolare, circa la sceneggiata napoletana. Io ballo flamenco (ps. no mi sento offeso dalle tue parole e non scrivo per ribattere al tuo post) e vorrei descriverti qualcosa del ballo flamenco, cercando di trasmetterti una sensazione nuova, come hai fatto tu nel tuo bel messaggio sul profumo delle arance. Il ballo flamenco è come un fuoco d'artificio. Ascolti una musica dalla ritmica difficile ma che piano piano ti cattura. La cominci a seguire, cerchi di modulare il tuo corpo e senti un crescendo in te, un misto di attesa e di "carica interiore"... un qualcosa che vuole uscrire ma ancora non si muove nulla. E' come l'attesa e il silenzio che precede i fuochi d'artificio. Man mano hai bisogno di scaricarla e di esprimere la sua energia... cominciano i primi fuochi, i primi timidi scoppi, alternati a momenti di calma. Sono le "zapateatas" che stanno in mezzo ad alcune coreografie. Ritorna la calma, ma quell'eccitazione è uscita fuori e si comincia a percepire. Anche guardando una persona ballare flamenco si riesce ad avvertire questa energia che viene trasmessa ad ogni "scoppio" di un nuovo fuoco. La tensione sale, il ritmo si fa più veloce, il "cante" più acuto... sta tutto di nuovo salendo. Si trattiene difficilmente l'energia del corpo ora e le pause a questo punto sono difficili da tenere. L'unica cosa è regolarne il flusso. Così, come un cavaliere che sta cercando di cavalcare un cavallo imbizzarrito dovrà soltanto guidarlo, perchè non si può più fermare. E' il punto in cui i fuochi di artificio si susseguono sovrapponendosi, in ogni nuovo fuoco ci affascina per il suo colore, per la sua forma... ci meraviglia. Fino ad arrivare agli scoppi finali quelli più belli, quelli pieni di una maggiore energia. E questi sono gli ultimi passi a cui segue il silenzio e la fine del ballo. Ti ho parlato principalmente di balli carichi di energia.. i tangos, le bulerias, le alegrias. In maniera più morbida le soleares. Non mi riferivo alle sevillanas... che nella tradizione appartengono meno al flamenco, anche se turisticamente, sono quelle che si vedono di più. Anche a me le sevillanas non piacciono (sono quelle di coppia per intenderci... che sembrano una tarantella), e non hanno dentro quella forza e quella carica da controllare e da lasciare esplodere che posseggono gli altri balli che ti ho desritto. A presto Giovanni
 
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/03/06 alle 11:17 via WEB
grazie infinite della spiegazione.allora si può paragonare (serbata distantia) il flamenco alla danza dei dervisci? Io comunque non ho visto una sevillanas. Era uno spettacolo "vero", al teatro. Ci presero i bigliettio nell'ambito di uno scambio tra teatri europei, quindi mi immagino che fosse uno spettacolo di alto livello, per dare una visione "esatta" del flamenco. c'era una famosa ballerina (bella e brava, direi) detta "La Tremendita". Resta per me una difficoltà di base a capire cosa muove l'idea stessa del flamenco e il suo inserimento nella storia generale (canto e musica) come una storia, appunto. forse è incomunicabile per via della lingua (mea culpa) o forse è proprio un fatti di DNA.
 
   
giolib0
giolib0 il 12/03/06 alle 17:22 via WEB
Non ho mai ballato la danza dei Dervisci, ma solo vista... (ed è emozionante), quindi non potrei fare alcun paragone. Non ci sono comunque motivazioni (che io conosca) che permettono di comprendere l'inserimento del flamenco. E' un ballo popolare... che gli operai cantano mentre lavorano e ballano durante le feste di paese. E' qualcosa che ancora vive nella cultura. Credo che un ingrediente che abbia permesso il mantenimento del flamenco sia il fatto che è un ballo gitano, di una comunità che tiene molto al mantenimento della tradizione. Altrimenti (forse) avrebbe fatto la fine della Pizzica e Taranta salentina, dimenticata un tempo ed ora nuovamente rivalutata ma dall'esterno. Grazie della tua risposta Giovanni
 
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