Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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La pissera
"Se a Firenze si dice la parola pissera si rischia di essere capiti quasi da tutti: i vecchi fiorentini la usano comunemente, i giovani non la ignorano, gl’immigrati con un periodo anche breve di militanza l’hanno imparata. Quelli che non la conoscono difficilmente ne chiederanno il significato, specialmente se ci si trova tra personcine a modo: quasi sempre sospettano il peggio, vale a dire che sia uno dei tanti nomi di quell’organetto con il quale si esercita il mestiere più vecchio del mondo. Quindi fanno finta di sapere, d’aver capito con un sorrisetto di complice intelligenza..."
Così scrive Carlo Lapucci nel suo prezioso volumetto «Fiorentino spirito bizzarro. Lo spirito di una città nella sua creatività linguistica»
Ancora il Lapucci: «Dicesi pissera con valutazione negativa, la donna mediocre di ogni età, sposata o nubile, di solito non molto dotata fisicamente, la quale, aspirando ad essere considerata brava, s’impone comportamenti, modi, abbigliamento, scelte particolari, e si presenta come modello di virtù femminili, che possiede però solo in parte limitata. Allo stesso modo si conferma ai difetti apprezzati dalla società, della quale assume i gusti, esaltandoli nella mediocrità e combinandoli sapientemente».
Il fatto straordinario è che la parola pissera non si trova in nessun vocabolario.
«È un fenomeno incredibile che un termine di così largo impiego, almeno in una città che ha dato la lingua all’Italia, non sia stata registrata in un dizionario se non altro vernacolare. La prima cosa che viene in mente è quella di trovarsi davanti a un vero, granitico, potente tabù sessuale. Potrebbe essere vero per quanto riguarda coloro che si sono occupati di lingua senza essere fiorentini, caduti appunto nel tranello di prendere la parola per un eufemismo del nome della donna, indicata con la parte essenziale per il tutto. La cosa non regge per i fiorentini, i toscani in genere. Il fenomeno è dunque più complesso: del resto i nomi degli organi sessuali nei vocabolari più seri si trovano registrati senza falsi pudori, quali termini linguistici come gli altri. Non pare questa la strada».
La pissera si distingue per l'ossequio alle regole, la modestia (apparente!), la precisa esecuzione degli ordini, la sottomissione funzionale ad acquistare prestigio, al di sopra dei propri meriti. E ne ottiene veramente un prestigio straordinario!
Naturalmente "pissera" e "bischero" non si accoppiano: la "pissera" cerca un uomo che la valorizzi, non certo un buono a nulla ...
Lasciando stare il coltissimo Lapucci, personalmente temevo di essere a rischio "pisseraggine" più che ogni cosa... brava a scuola, bambina buona, personcina a modo... chissà che tante trasgressioni non le abbia cercate anche per scampare a quel triste destino? Poi, crescendo e lasciando fare alla vita, imparando a trattener le corde pazze più che coltivando sin troppo facili eccessi, mi sono resa conto che per esser pissera ci vòle ben altro che un carattere timido o una pagella impeccabile: la "pissera" mortifica la passione, la spontaneità, ogni più pura goccia di femminilità... non è pura, è calcolatrice; non è intelligente, è furba.
Non c'è bisogno di giocare alla traviata per non esser pissere, anzi, la pissera gioca anche a miscelare virtù apparente e moderato erotismo, è tutta un calcolo.
Dove c'è vita vera che scorre non c'è posto per le pissere.
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