Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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John Singer Sargent
Si associano cose, idee e sensazioni ai colori.
Bianco come la neve, rosso come l'amore.
La fifa è blu, la paura rende bianchi, la rabbia verdi, l'invidia gialli.
Il verde è riposante, l'azzurro stimolante, il grigio deprimente.
La tua morte è stata arancione.
Arancio come quell'improbabile smalto che mettevi sulle unghie dei piedi un'estate di tanti anni fa, un altro mare, giocando un'altra vita.
I tuoi piedi, l'ultima cosa futile e banale di cui abbiamo parlato insieme, un giorno prima del grande addio, io alla ricerca di cose qualsiasi da dire per non concentrarci su medicine, dolori devastanti, manacanza di futuro; tu che già ti stavi addormentando di morfina, stanchezza, resa all'inevitabile.
"Hai dei bei piedi, hai sempre avuto dei bei piedi".
Si può immaginare una conversazione più stupida, un argomento meno serio meno definitivo, meno testamento e addio?
Lo smalto arancione.
Un paio di pantaloni arancioni che mettevi una primavera quando ti aiutai a ricominciare a guidare dopo anni, per riconquistare un po' di ebrezza di libertà e indipendenza.
Una maglietta arancione, un golf di morbido e peloso finto cashmire arancione, una tovaglia arancione e rossa che mi regalasti, un colore che adoravi.
Sei morta una notte di questa estate sfolgorante e bellissima, campi mietuti e girasoli appassiti che si allontanano lungo i chilometri dell'autostrada, il tuo viso pallido in un letto al posto del dolce e malizioso sorriso con cui mi accoglievi anche negli ultimi giorni, mostrandomi come era bello addosso a te il caftano arancione che ti avevo portato, per avvolgere e nascondere il tuo corpo, una volta minuto, ora sformato dai farmaci e dalla malattia.
Ho indossato un abito arancione, comprato apposta per te, il tuo ultimo giorno di vita.
Un sole arancione. La tua morte arancione.
La felicità è come quando si inghiotte improvvisamente uno spicchio splendente di sole nel pomeriggio.
(Katherine Mansfield)
Sii felice, lo meriti. Aiutaci a conquistare l'abitudine alla tua assenza, un po' di tranquilla abitudine, nient'altro.
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E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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