Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Michael Peter Ancher, Artist's wife Anna Ancher
Nella prima parte del viaggio si semina, nella seconda si raccoglie.
O almeno così si spera, così si ipotizza, si sogna, forse, sulla base di quello che vediamo accadere in natura, anno dopo anno.
Ci si illude, forse.
Che in realtà nel viaggio niente è così automatico o frutto di una concatenata sequenza.
Basta poco, una coincidenza che salta, una coda al casello, un overbooking sul volo, una gomma bucata.
Oppure, banalmente, rimanere senza benzina.
Spesso il mancato raccolto, il raccolto che ci sembra sottodimensionato rispetto alla fatica fatta nel seminare, è una fonte di delusione e di stress. Ma anche di rabbia: perché non abbiamo ciò che ci spetta?
Eppure basterebbe cercare di guardare alle cose con un altro spirito, quello di chi è ormai abituato all'imprevisto e ha sempre un piano B.
Se la RER per Parigi è in sciopero, basta cercare il Roissy Bus, tra i meandri del Charles De Gaulle. E ricordarsi che l'aeroporto offre 15 minuti gratuiti di collegamento internet: bastano a cercare le indicazioni e gli orari. Anche a mandare una mail all'hotel avvertendo del ritardo, perché no?
Se il sistema degli indirizzi e della numerazione delle case, a Venezia (ma anche a Londra) è un labirinto peggiore di quello del Minotauro, basta farsi spiegare da un "nativo" (possibilmente gentile e paziente): perché il cookney e la parlata di Goldoni non sono proprio intuitivi, a primo ascolto.
Se il raccolto tarda ad arrivare, basta fermarsi e godere del tempo ritrovato, quel tempo benedetto che non avresti mai avuto altrimenti.
Il tempo di una passeggiata sotto il sole; il tempo di intravedere il groviglio di ferri della Tour Effeill da sotto i rami frondosi dei platani; il tempo di perdersi con lo sguardo a contare e ricontare le case edoardiane, tutte uguali, di una strada di Bloomsbury.
Il tempo di stare con se stessi, con chi si ama, con chi di solito è lontano e adesso, per un breve ma intenso momento, è tuo.
E non è ilusione, non è consolazione.
E' solo un altro tipo di raccolto.
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