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Sulla soglia

Post n°589 pubblicato il 05 Aprile 2013 da odio_via_col_vento
 

 

Albert Bartholomé, La Femme d'artiste entrant dans la serre

 

La giovane donna sta per varcare la porta-finestra di una stanza in penombra. Non si capisce se sta entrando, a cercare rifugio dal troppo sole e dal caldo del giardino, o se sta uscendo, incontro a quel sole e a quel caldo.
La pacatezza del gesto e l'eleganza dell'abito sono quasi in contrasto tra loro: da una parte la scena vuol essere (e sembra) quotidiana. Dall'altra l'abbigliamento formale, 
studiato, i gioielli, qualificherebbe il tutto come un ritratto in posa, una rappresentazione dello status sociale della persona.

La donna è la moglie del pittore, Prospéri, detta Perié, figlia del marchese di Fleury, una delle grandi animatrici della vita mondana parigina, nel cui salotto affluivano gli artisti di successo e la buona società. A casa Bartholomé era possibile incontrare, tra gli altri, Degas. 
Per il pittore questi sono ancora anni beati che saranno interrotti, solo 6 anni dopo il ritratto, nel 1887, dalla morte di Perié.

Albert conservò come una reliquia l'abito di cotone bianco con stampa a pois e righe viola indossato dalla amatissima moglie nel ritratto. Questo passò poi agli eredi e infine al museo D'Orsay, di Parigi, insieme al dipinto.

 

 

Dopo la morte di Perié, Albert Bartholmé abbandonò la pittura. In seguito, su consiglio di Degas, cominciò a lavorare nel campo della scultura.
La sua prima opera in questo settore è lo struggente sepolcro dove riposa la moglie, nel cimitero di Bouillant, Crépy-en-Valois. 

 

 

Sembrerebbe una storia d'amore pressoché perfetta, con quel tanto di drammatico (e macabro) che ne fa un caso letterario ed artistico, tra romanticismo e decadentismo, da manuale.

Senonché Albert, nel 1901, si risposò, nonostante il dolore, la conservazione delle reliquie e il monumento.
Con una sua modella, Florence Letisier. Che Degas descrive lapidariamente come "molto giovane".

 

Madame Bartholomé, née Florence Letessier, seconde épouse de l'artiste 


Anche Degas doveva pensarla come me, sulla cosa, perché da allora ruppe i rapporti con Bartholomé. 

Di Prospéri, detta Perié, non sappiamo poi molto.
Ma questo ritratto ne fa una rappresentazione dolce e sospesa della fragilità della vita, del trascorrere del tempo, della incerta stagione in cui il mondo pare pieno di promesse e la penombra, invece, è solo al di là della porta.
Il fascino dell'arte sta proprio in questa possibilità che ci regala di fare assurgere a s
imboli dei semplici momenti o delle persone qualsiasi.
In questo è certo qualcosa di
 più della vita stessa, spesso ridotta alla quotidiana, avvilente, banale, routine.

 

 
Rispondi al commento:
trampolinotonante
trampolinotonante il 06/04/13 alle 17:11 via WEB
forse non ti piace o non ti va di affrontare questo "oltre l'altra soglia" e i temi scabrosi che vi compaiono. Ed è proprio questo il paradigma più importante del giorno d'oggi, la soglia fra le nuovissime generazioni e noi altri!! Pensa alle cinque stelle e alla loro voglia di scardinare!! pensa agli alunni nelle classi che contestano mica come la generazione dei fiori, ma in modo assai più sofisticato. Tu volevi dare un tono intimistico al post. Certamente cè la soglia fra un mondo pieno di promesse e la penombra, invece che c’è al di là della porta.
Così hai detto. Vengo allora da te. Vorrei parlare del parametro confine, che mi sembra si avvicinio molto a quello di soglia. Il confine si pone fra due mondi e non esclude na certa permeabilità fra le due cose che delimita, per cui penso non esista una necessità di comunicazione fra le due cose. Sul confine, due territori finiscono, han termine. Quando uno lo ha oltrepassato perde totalmente il territorio da cui si proviene. Volevo spiegarmi dicendo che il confine non implica la necessità che sia oltrepassato, mentre per la soglia, se c’è ,il passaggio è necessario. In altre parole, se passiamo il confine possiamo dimenticarci di quello che abbiamo lasciato , anche se a dire il vero ci può essere una permeabilità fra i due territori. Ma non troviamo il concetto della necessità della comunicazione fra i due territori. Sul piano intimistico potrebbe significare che quello che abbiamo lasciato, varcando la soglia , non si scorda!!
Sai cosa mi torna alla mente? Mi torna alla mente la porta che si chiude alle cose del mondo nella clausura!!
che poi , ad ampliare ancora su un piano più intimistico e ancora più valevole , secondo quel che volevi significare, scomoderei come sempre faccio ( speriamo che quello mi perdoni dall’alto!!) “ quella siepe che dell’ultimo orizzonte il guardo esclude! E qui mi sparapacchio beatamente!!beatissimamente!!!! ma la siepe non ha la soglia, è vero!! La siepe è un confine!!!! Un caro saluto. tt
 
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