Abbandonare Tara
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Albert Bartholomé, La Femme d'artiste entrant dans la serre
La giovane donna sta per varcare la porta-finestra di una stanza in penombra. Non si capisce se sta entrando, a cercare rifugio dal troppo sole e dal caldo del giardino, o se sta uscendo, incontro a quel sole e a quel caldo.
La pacatezza del gesto e l'eleganza dell'abito sono quasi in contrasto tra loro: da una parte la scena vuol essere (e sembra) quotidiana. Dall'altra l'abbigliamento formale, studiato, i gioielli, qualificherebbe il tutto come un ritratto in posa, una rappresentazione dello status sociale della persona.
La donna è la moglie del pittore, Prospéri, detta Perié, figlia del marchese di Fleury, una delle grandi animatrici della vita mondana parigina, nel cui salotto affluivano gli artisti di successo e la buona società. A casa Bartholomé era possibile incontrare, tra gli altri, Degas.
Per il pittore questi sono ancora anni beati che saranno interrotti, solo 6 anni dopo il ritratto, nel 1887, dalla morte di Perié.
Albert conservò come una reliquia l'abito di cotone bianco con stampa a pois e righe viola indossato dalla amatissima moglie nel ritratto. Questo passò poi agli eredi e infine al museo D'Orsay, di Parigi, insieme al dipinto.
Dopo la morte di Perié, Albert Bartholmé abbandonò la pittura. In seguito, su consiglio di Degas, cominciò a lavorare nel campo della scultura.
La sua prima opera in questo settore è lo struggente sepolcro dove riposa la moglie, nel cimitero di Bouillant, Crépy-en-Valois.
Sembrerebbe una storia d'amore pressoché perfetta, con quel tanto di drammatico (e macabro) che ne fa un caso letterario ed artistico, tra romanticismo e decadentismo, da manuale.
Senonché Albert, nel 1901, si risposò, nonostante il dolore, la conservazione delle reliquie e il monumento.
Con una sua modella, Florence Letisier. Che Degas descrive lapidariamente come "molto giovane".
Madame Bartholomé, née Florence Letessier, seconde épouse de l'artiste
Anche Degas doveva pensarla come me, sulla cosa, perché da allora ruppe i rapporti con Bartholomé.
Di Prospéri, detta Perié, non sappiamo poi molto.
Ma questo ritratto ne fa una rappresentazione dolce e sospesa della fragilità della vita, del trascorrere del tempo, della incerta stagione in cui il mondo pare pieno di promesse e la penombra, invece, è solo al di là della porta.
Il fascino dell'arte sta proprio in questa possibilità che ci regala di fare assurgere a simboli dei semplici momenti o delle persone qualsiasi.
In questo è certo qualcosa di più della vita stessa, spesso ridotta alla quotidiana, avvilente, banale, routine.
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