Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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Pensando al soggetto di questo post mi sono venuti in mente, non so perché, tanti momenti della mia vita, separati tra loro nel tempo.
Ma nessuno di essi connesso al viaggiare.
Una foto minuscola, in bianco e nero, con i bordi sfrangiati, che ritraeva me, piccolissima, che per la prima volta mi separavo, fisicamente, dal contatto con mia madre e mio padre e facevo i primi passi. Imparavo a camminare.
Le lunghe estati in riva al mare in cui con tenerezza e talvolta con foga e impazienza mio padre cercava di insegnarmi a nuotare. Le boccate di acqua salmastra inghiottite nel vano tentativo di attuare qualcosa che oggi non capisco come non mi venisse, all'epoca, naturale. Quel galleggiare, quell'imparare a sfruttare le bolle d'aria e di vuoto del tuo corpo per sentirsi leggeri, impalpabili, sostenuti e cullati da un mondo diverso. Imparare a nuotare.
E sempre d'estate (l'ho detto che è la mia stagione?), le stradine del paese al mare, fatte e rifatte cercando l'equilibrio su due ruote. E scoprire che il bello non era ebrezza, ma era percorrere in minor tempo distanze semre maggiori; era provare la propria indipendenza facendo piccole commissioni; era passare a trovare amici e curiosare per strada, col tempo che ti fioriva in mano, grazie alla velocità.
Imparare a remare, stare sull'acqua in un modo diverso, traversare invece che immergersi, prendere l'onda, fare da sponda all'amico che nuota.
Imparare a guidare l'auto, un senso pieno di libertà, non dover più dipendere da orari, affrancarsi dai piacere da chiedere, ma soprattutto dalla calca dei mezzi pubblici, dal correre, dall'arrampicarsi, dallo stare pigiati, dal caldo e dal freddo. Potere andare e venire, raggiungere luoghi, vedere e conoscere, essere io a decidere il quando, il come, il dove.
E poi il primo viaggio in aereo, imparare i meccanismi e le regole, ascoltare e guardare, guardare soprattutto. Annusare e toccare, un'esperienza dei sensi, della libertà guardata in faccia.
Questo è il VIAGGIO, per me.
Qualunque viaggio, la vita stessa. verso la conquista dell'indipendenza.
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E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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