Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
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A cena fuori, tanto per cambiare.
E cosa succede a chi non esce mai? Che quando decide di uscire, ha la mano felice e sceglie di accettare proprio QUELL'invito fra cento! Quello di Maga Magò.
Personaggi e interpreti:
Maga Magò: la conoscete già, è la mia ex-virago. Identica a Maga Magò (voglio suggerirla a Regina Crimilde per i suoi post sui personaggi che hanno ispirato i disegnatori di Disney)
Lui: lo sposo
Lei: sarei poi io
La pupilla: (di Maga Magò)
La madre: (della pupilla)
Lo spaesato: (Il marito della pupilla)
Comparse: l'ancella di Maga Magò, la gatta di Maga Magò, l'aspirante gatta di Maga Magò
Ci si inerpica in collina.
Lo sposo: ma non era meglio se portavo il navigatore?
Lei: ma no? ma che ci vuole? (sbagliando l'ennesimo bivio, tra cani ululanti dai cancelli delle ville)
Lo sposo: ma sei sicura che sia per di qua?
Lei: ma che ci vuole, scusa, ci sono già stata (e intanto finisce nel viottolo sterrato e senza sfondo)
Lei: ancora due minuti (facendo perigliosamente a marcia indietro circa due chilometri tra un fossato e cespugli di rovi)
Lo sposo: Non sarà meglio se telefoniamo?
Lei: ma che figura che facciamo, ma no, vedi, deve essere lassù (indicando una lucina piccina piccina, in mezzo alle nebbie, in cima ad un colle, dalla parte opposta di una vallata...)
Lo sposo: Meno male non sono più i tempi del mostro di Firenze... (mentre passa un tizio oscuro, avvolto in un mantello nero, dal cui buio spuntano fuori solo, abbaglianti, due canini affilati; e sul sottofondo di ululati lugubri, cigolio di catene arrugginite, lamenti spettrali, rintocco di campane a morto)
Come Dio vuole si arriva alla magione di Maga Magò.
Lei: (suonando il campanello) Apri, siamo noi.
Maga Magò: voce lugubre al videocitofono: Non vi vedo, non c'è luce. Spostatevi sotto il lampione che vi riconosca.
I due si spostano e Maga Magò lugubre urla: Siete troppo lontani. Non vi vedo più. Riprovate da vicino.
Lo sposo: Illuminiamoci col display del cellulare.
Lei: Ecco, vedi, almeno se avessi fumato, avresti un accendino! (l'importante è dare una parte di colpa a qualcuno).
Come Dio vuole Maga Magò, dopo aver chiesto varie parole d'ordine, si fida e apre.
Ingresso nella magione.
Collezione di ex-voto e reliquiari (preferibilmente con ossa intere di morto, teschi compresi, alle pareti).
Una enorme gatta nera si precipita dai piani superiori miagolando e travolgendo l'ancella di Maga Magò (una ex-capò di Buchenwald, adesso un po' male in arnese) nella speranza che il cigolio della porta fosse in realtà quello dello sportello della credenza che contiene il suo cibo.
Lo sposo: bella gattina, pussi pussi chicci chicci ("Chicci chicci"??? ma che razza di verso è?)
Lei: ma se peserà 30 chili?
Maga Magò: povera la mia kitty katty. cosa le avete fatto? (medicando la mano sanguinolente dello sposo artigliato dalla belva)
Si scopre che ci sono altri ospiti: la pupilla è stata invitata ad evidenti scopi lucrativi, presentandosi come giovane promessa degli studi, che per tutta la sera ci intratterrà amabilmente con le sue ricerche sui mosiaici del Sinai e i sarcofagi di mummie ellenistiche.
Una di queste mummie figura già, mollemente abbandonata su un divano: si scopre essere poi la madre della pupilla.
Si dà inizio alla lauta cena: scoprendo all'istante che Maga Magò non ha mai imparato a cucinare e la pupilla segue una rigida dieta ipocalorica, ipoglicemica, ipoallergenica, ipoalcoolica e anche ipo-qualsiasicosa. Per cui la mensa è imbandita allegramente con due olive, insalata colta dalle alacri mani dell'ancella (che però si è dimenticata di lavarla) e qualcosa che si fregia di un nome esotico, ma pare pane azimo.
Lei: tanto tu sei a dieta (rivolta allo sposo)
Lo sposo: mica questa, però (rimpiangendo anche la SUA dieta!)
Conversazione della pupilla: non capisco perché certe vecchie mummie non vadano in pensione e non lascino spazio ai giovani
Lei (allo sposo): smetti di fissare la madre della pupilla, se ne accorgerà!
Lo sposo (alla pupilla, ma guardando allora, per cambiare, Maga Magò): vecchie mummie in che senso?
La pupilla: mah?! a cinquant'anni uno dovrebbe ritirarsi
Lo sposo (ringhiando): eh, certo, un'età paleolitica!
La pupilla (insistendo): certo, ma anche a quarantacinque....
Lei: vegliardi, è vero! (ironia fine e beffarda che la pupilla non riesce a cogliere)
A metà cena la portafinestra sul terrazzo si spalanca di colpo e, inseguendo l'aspirante gatta di Maga Magò, entra un individuo ammantato.
Lo sposo e Lei (all'unisono): il vampiro di prima!!!!!!!
Fa così il suo ingresso lo spaesato, il marito della pupilla: che non dirà una parola per tutta la sera (anche perché vorrei vedervi riuscire a intercalare qualcosa nel cicaleccio continuo della madre della pupilla!). Risulterà poi essere un afghano recentemente immigrato in Italia, probabilmente non consapevole di quello cui è andato incontro sposando la pupilla (e accollandosi la madre-mummia).
Lo sposo (uscendo): spero per lui che sia islamico, almeno potrà tentare di ripudiarla o di sposarsi altre tre volte! (lanciandomi uno sguardo minaccioso).
Lei: esagerato! in fondo è stata una serata carina, tanto per cambiare.
Lo sposo: Casa Vianello, ai bei tempi, erano dei dilettanti in confronto a noi!
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E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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