Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
Messaggi di Novembre 2013
Ed ecco la nuova proposta di catene di post, creata appositamente per il mese di Dicembre. Una maratona, un post ogni giorno, dal 1° dicembre al 24, esattamente come un piccolo dono, una piccola sorpresa si vanno a scoprire dietro le caselle dei giorni nel Calendario dell'Avvento. Un unico tema, legato al Natale, giust'appunto: che sia un PICCOLO post, su un piccolo dono che vorremmo fare o ricevere per Natale. Di un dono che abbiamo ricevuto in passato e che ci è stato caro. Spero che la cadenza giornaliera non vi spaventi: dovrebbero essere post molto brevi, nello spirito in cui ho pensato questa iniziativa, piccoli come i minuscoli doni che si possono trovare in un calendario dell'avvento. Piccoli come un cioccolatino, una caramella, un mandarino, una stellina. L'importante è che ci parlino, parlino per primo a colui che scrive. Regaliamoci, dunque, un post al giorno, 24 giorni, un calendario dell'avvento tutto speciale.
--------------------- Dimenticavo:ditemi i vostri nomi ed inseriamo i link ai blog che aderiscono, come al solito e: ci si può aggiungere in qualsiasi momento al gioco |
Paolo Uccello, Orologio del Duomo di Firenze
Una settimana a caso, una delle mie, sfogliando l'agenda elettronica all'indietro. LUNEDÌ: inizio di uno workshop (in lingua inglese) di cui ho organizzato quasi tutto, dannandomi i pomeriggi a tradurre anche le didascalie dei power point altrui, chiedendo permessi e ottenendo visite gratuite ai vari musei per questa ventina di studiosi.....poi certo qualcun altro si prenderà il merito.....Fare la conferenza iniziale, col fuoco alle calcagna per poi scappare e cercare di ritagliarmi una giornata intera in biblioteca (una giornata meno qualche ora, una giornata che non è mai abbastanza) MARTEDÌ: partire presto la mattina, e ritrovarmi ostaggio di Trenitalia, ritardi infiniti che vanificano anche la sveglia antelucana. Due treni, poi un tragitto in auto, una riunione delicatissima e infinita, saggiare il terreno, cercare di capire chi è amico e chi lo è un po' meno, cercare di misurare il futuro. Pranzo e cena di lavoro. MERCOLEDÌ: partire, di nuovo, presto la mattina. Altri due treni, un'altra città, un convegno, pubblico da "scaldare". In certi casi mi sembra di essere un'attrice, una performance in cosa è diversa da una conferenza? In certi casi, almeno, ..... Poi sessioni di domande e risposte, un antipatico da confinare in un angolo. La mia fama di cattiva ha un'impennata. GIOVEDÌ: ripartire, con un po' più di calma, ma non troppo. Riapprodare alla base. Pianificazioni, lettere, firme, relazioni: tanta "cara" burocrazia. Molti sensi di colpa per un paio di articoli che continuano a languire negli angolini di tempo che non ci sono, che non riescono ad aprirsi, a dispiegarsi. VENERDÌ: un incontro nell'atrio, appena arrivata, la mattina. Tre volti noti: ma cosa ci fate qui? Gli esami? Ma non erano di pomeriggio? No, evidentemente erano di mattina. Ed ora? In mezzo a tutto il resto? Per forza di cose, bisogna cacciarli dentro a tutto il resto. E allora via con la giostra e, in ordine cronologico (seppure non di importanza): analisi e verifica di una ipotesi di lavoro, a passo di corsa, anche se questa sarebbe stata la cosa più interessante della giornata; poi un esame; poi un incontro per una tesi; poi un altro esame; poi la programmazione di una mostra; poi un altro esame (e vai! Sono finiti!!!). E alla fine, siccome il tempo è avanzato (!!!) c'entra di mezzo anche qualcosa di privato, per esempio una visita dal medico, una conversazione (camminando, però, non sia mai che si batta la fiacca), un acquisto. SABATO: apnea assoluta! Vorrei passarlo a dormire, ma va a finire che ci devono trovare posto tutte quelle cose non fatte in settimana. Compreso svuotare la valigia dei giorni precedenti che stazionava intonsa (ancora) nel corridoio. Compreso aprire un pacco di libri. Compreso domandarsi: ma quando mai li leggerò? DOMENICA: esiste?
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Col bel tempo che non si decide a morire, con i colori che ardono e illuminano, con la lentezza di tutti i tempi incerti e in divenire, con la dolcezza dei colori sfumati di un paesaggio che induce al riposo.
Ecco i colori (e i sapori, se potessi trasmetterli) di una domenica nel Chianti.
l'oro verde (come lo chiamo io, anche per prezzo, non solo per sapore):l 'olio nuovo
e infine loro, le rose di novembre
Non sono bianche come quelle della poesia di Bertolucci, ma sono ugualmente insolite e stupiscono. Sarà forse una conseguenza dell'effetto serra, ma un autunno così è di una bellezza incomparabile e fa riconciliare col tempo che passa anche una irriducibile dell'estate come me.
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William Glackens, At Mouquins
Ed eccoci qui: i sopravvissuti. Eccoli: quelli che avevano progettato, programmato, pensato. All'abbigliamento, al menu, al coiffeur, alla musica, ai regali, al luogo, al filmato, alle candeline e allo champagne. Ecco le amiche: disparate, colorate, agghindate. Qualcuna traballante, qualcuna danzante. Un paio marito-munite, un'altra zia-munita, due cognata-munita (ma poi, come nelle barzellette, non erano 4, ma solo due, perché le cognatiduni si intrecciavano). Le curiose, le ciarliere, le viaggiatrici, le attrici, le cantanti. Prima gli incontri e i saluti, gli abbracci e i complimenti: come stai bene, come sei dimagrita, come sei ben pettinata, che bel vestito, che bell'ambiente. Ma si sa: a tavola non si invecchia. E quindi: TANTI AUGURI!
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Mary Cassat, Mother and child
Finita. Poi è venuto quel periodo in cui l'amore è una cosa più complicata, fatta di fughe e di ritorni, di lunghi silenzi e strane offese.
John Devane, The Uncertain Time
E poi verrà anche un'altra stagione, una stagione che qualche volta già si anticipa, di paziente e quasi stupita uguaglianza. E imparare di nuovo un'altra forma di contatto, che è fisico e non lo è, che non è più scontro ma che comunque cerca di raggiungere l'altro, abbattendo invisibili barricate generazionali. Perché io sono sempre tua madre, la tua fisicità passa anche di qui, da quei nove mesi in cui sei stato parte di me; dagli anni radiosi e da quelli difficili; dai biscotti nel latte e dai cibi "sani" che cercavo di propinarti e che ti ostinavi a rifiutare. Imparare una nuova fisicità, non rinunciarci.
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E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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