Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui

 

Messaggi di Ottobre 2015

Galanteria - consigli di viaggio 36

Post n°851 pubblicato il 28 Ottobre 2015 da odio_via_col_vento
 

 

Sir John Everett Millais, Lorenzo and Isabella (detail)

 

Galanteria, ma forse anche solo gentilezza.
Parole morte, concetti difficili, che dovresti spiegare a scuola: forse dedicando una materia apposita ai rapporti sociali e come gestirli.

Chi più considera età e sesso e anche semplicemente una precedenza da dare per stato di salute o anche per essere arrivati prima in una fila?

E poi: paese che vai......

Senza voler per forza considerare l'eccesso dei paesi arabi, nei quali la donna cammina almeno 4 passi dietro al marito (una forma di galanteria inversa, la chiamerei), ci sono ancora altri paesi, forse insospettabili, in cui le precedenze sono ribaltate.

In Giappone avranno ancora il culto degli antenati, ma vi è mai capitato di vedere anziani per strada?
Secondo me vivono rintanati per non essere travolti dalla freddissima fretta di Tokio, in cui non si guarda in faccia a nessuno.
O per paura di fare la fine degli anziani eschimesi lasciati a morire sulla banchisa polare.

E comunque, nel paese del Sol Levante, mai un uomo lascia il passo ad una donna.
Anzi: deve essere il contrario.
In qualsiasi cerimonia gli uomini sono omaggiati e riveriti per primi.
Anche nei rapporti lavorativi celano (e nemmeno troppo bene) una certa insofferenza verso tutte queste donne occidentali in posti chiave.

E più vicino a noi? In Germania per esempio? L'educazione è sempre molto pomposa ed ufficiale.
Ma fuori da questi binari istituzionali, attenti! Può capitare di frequente di essere travolti da un robusto bavarese che si sente il centro del mondo (e la stazza spesso lo aiuta o addirittura lo giustifica).

Gli inglesi: sono impermeabili a questo lato della vita. Mi viene in mente il titolo di una vecchia commedia. "Niente sesso, siamo inglesi"

I francesi? Scorbutici e scostanti, come sempre e come in tutto. Chauvinisti anche in materia di galanteria.

Devo dire che torno molto volentieri, sempre, verso i paesi latini e comunque mediterranei.
Sarà che dietro la galanteria c'è anche un po' di maschilismo, ma nessuno batte italiani, spagnoli ed anche greci.

 

 
 
 

As time goes by

Post n°850 pubblicato il 23 Ottobre 2015 da odio_via_col_vento
 
Tag: Amici

 

Female Pianist Hands and Piano Keys Oil Painting _n Canvas Stock  Illustration - Illustration of figurative, pianist: 171559559

Stefan Crane, The Piano Player

 

È vero, il tempo passa.

Talvolta è una cosa che auspichiamo, desideriamo, anticipiamo.
Il tempo che sembra non passare mai mentre aspetti qualcuno che deve arrivare, un premio, un evento felice, un appuntamento.

Poi c'è il tempo qualsiasi: quello di tutti i giorni, quello che non conti, quello che sembra non esistere: il tempo passato in auto nel traffico, quello sprecato e annoiato nelle sale d'attesa, quello dei pomeriggi di niente, quello che giri e rigiri nella solita routine, quello che ti fa dire:"È già venerdì? È già ottobre? È già il 2015?"

Ecco, è questo il tempo che alla fin fine non conti ma conta: il tempo fatto di giorni che si impilano l'uno sull'altro, che diventano settimane, mesi ed anni.

Oggi è il tempo di un compleanno: forse comunque un giorno felice.
Ma anche un giorno in cui rimpiangere una bella magnifica festa di solo due anni fa, una festa che sembra vicina e remota insieme, che solo in un sogno potrebbe avverarsi ancora.

Passiamo noi, insieme a questo tempo che non riconosciamo e non sappiamo valutare.

Auguri amico mio ed amico di molti, qui.
Auguri consapevoli ed immemori.
Auguri per i tuoi compagni di vita e per la musica tua compagna di vita che tante volte ci hai regalato.

Un augurio malinconico, da lontano, ma un augurio di cuore. 

 

 

 
 
 

La voce

Post n°849 pubblicato il 17 Ottobre 2015 da odio_via_col_vento
 
Tag: di me

 

Jeremy Lipking, Face Off

 

 

Per cercare di ottimizzare il mio caotico mondo di impegni lavorativi, ho preso l'abitudine, da un po' di tempo, di registrarmi con il mio IPhone (quindi una cosa un po' rudimentale ma efficace) mentre faccio una lezione o una conferenza. Sono solita parlare "a braccio", infatti. Credo che il messaggio passi in modo più diretto, con un maggiore coinvolgimento da parte di chi parla e di chi ascolta, diminuendo il rischio della noia indotto dalla cadenza monotona di una voce che legge.

E poi, non ultimo, parlare a braccio dà la possibilità di modificare il contenuto del discorso, il tono, sulla base del pubblico, di quella reazione di pelle che cerco di percepire mentre parlo.

(Ho poi scoperto che questo parlare a braccio, che da noi è segno di padronanza completa dell'argomento e quindi viene molto apprezzato, mentre in USA, per esempio, è segno di poca attenzione per l'uditorio, come se colui che parla non avesse avuto tempo o voglia di preparare un testo scritto, limato e rivisto. Paese che vai, convenzioni sociali che trovi, evidentemente)

Registrare mi dà poi modo di usare la trascrizione del parlato come base di un articolo che inevitabilmente, prima o poi, mi verrà chiesto di scrivere. Invece di dover ricominciare da zero.

Ecco: quelle ore che poi passò a riascoltarmi, in differita, so già a priori che mi turberanno. Mi sembra, tutte le volte, di ascoltare la voce di un'estranea. Una voce sconosciuta, o meglio, uno sdoppiamento terribile di me stessa.

E mi turba pensare che questa è la persona che gli altri percepiscono. 

La mia voce diversa da come la penso e la immagino, di come la sento io attraverso la cassa di risonanza del cranio. Mi pare di avere una voce calda e seria, con la capacità di modulare stati d'animo e comunicare attenzione per la persona cui mi rivolgo. Invece poi mi ascolto e penso che sono affettata, leziosa, perfino un po' falsa, quasi recitante.

E questa differenza, mi vien fatto di pensare, tra la me stessa, è solo legata alla voce o si estende a tutta la mia persona? Mi penso in un modo e appaio in un altro? Sono la voce interna e la voce esterna specchio della dicotomia di ciascuno di noi?

 

 
 
 

lo status symbol - strane dimore 7

Post n°848 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da odio_via_col_vento
 

 

Layendecker

 

Fra gli "strani abitanti" delle "strane dimore" c'è anche un giovane straniero, bello ed elegante, improvvismente catapultatosi qui ed improvvisamente ricco.

Ha una Porsche, che un po' (saggiamente) tiene chiusa in un garage, un po' (stupidamente) parcheggia sotto casa. Di solito la lascia in strada poco, se è di fretta. O se ha ospiti in casa: ospiti di sesso femminile.

Si è installato nella casa dove una volta viveva una vecchia signora, una di quelle da film neorealista, che sembrava uscita da un paesino del sud degli anni '50, crocchia di capelli bianchi, nerovestita e col fazzoletto nero in testa.

Devo dire che il giovane straniero parla italiano meglio della anziana che fu.

Non so molto di lui, se non che si veste in modo impeccabile, parla quasi forbito, sembra dover sempre dimostrare che appartiene ad una emigrazione di lusso, nel desiderio di non farsi confondere con gli altri, con i disperati o quelli che vivono ai margini del nostro sistema. Probabilmente anche la Porsche fa parte di questa necessità di dichiararsi.

Ma ovviamente qui intorno tutti pensano sia stata comprata con proventi illeciti e che il mistero che circonda il giovane sia altrettanto dubbio.

Il razzismo strisciante è duro a morire.

 

 
 
 

10 cose da portare in autunno

Post n°847 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da odio_via_col_vento
 
Tag: di me

 

Felix Vallotton – Le retour de la mer

 

 

Affondando irrimediabilmente dentro l'autunno mi aggrappo alle tracce di una estate memorabile e lunghissima, anche se comunque troppo corta e già rimpianta, tra le piogge e gli sbalzi di temperatura che funestano questa stagione di mezzo.

1. Il matrimonio di UNO;

2. un paio di sandali neri che ho molto inseguito e poco indossato;

3. il mare dentro;

4. lo stare tra "adulti": amici e fratelli e cognati e cugini, tra noi, a lamentarsi dei figli e a rimpiangere la confusione e i malumori di un tempo; a parlare di un passato remoto come fosse un ieri appena appena trascorso;

5. la cioccolata di Modica;

6. i 41 gradi che facevano tanto "Africa in città";

7. il meltemi greco, una giacca col cappuccio comprata all'ultimo tuffo, i polipi ad asciugare sui tralicci lungo il porto;

8. il fare famiglia davanti ad un errore grosso, ad un imprevisto, un altolà sulla strada della vita;

9. una granita ai gelsi rossi, sotto un portico d'ombra di eucalipti;

10. ahimè: 4 chili guadagnati e da perdere al più presto.

 

 
 
 

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