Creato da odio_via_col_vento il 03/11/2005

Abbandonare Tara

abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui

 

Messaggi di Febbraio 2016

la neve - un'altra vita 2

Post n°871 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da odio_via_col_vento
 

 

Edward Cucuel, Girl with Fur Coat 

 

 

Avevo un innamorato "estivo" in Germania.
Un ragazzo tedesco alto, biondo, con un nome terribilmente ariano, quasi nazista, che mi metteva un po' a disagio (anche se lui era mite e i suoi genitori amabilissimi).
Viveva nel sud della Baviera, un paese bellissimo in autunno, colori dorati, come ho poi imparato a conoscerlo. 
Ma io lo immaginavo soprattutto come un paese invernale, eternamente sotto una coltre di ghiaccio. E capivo il suo innamoramento per me come una fascinazione per il caldo, la sabbia bollente d'estate, il colore del mare.

La prima volta che mi capitò di passare in auto da quel paese, tutto era effettivamente coperto da una coltre bianca, scintillante al sole: mi confermai nelle mie idee di ragazzina. 
Passavano due persone a cavallo, al passo; più lontano qualcuno camminava lungo un sentiero sulla riva del fiume. Sembrava di essere immersi in quella natura immota, tipica dei dipinti fiamminghi di Breugel; grandi spazi e piccoli uomini.

Non feci nemmeno in tempo a domandarmi cosa avrei fatto in una vita così, che persona sarei stata, cosa avrei avuto in mente dopo anni e anni di coltre bianca.
L'auto passò veloce e io mi rallegrai che la sorte avesse scelto per me un destino al sole.

 

 
 
 

baciamano

Post n°870 pubblicato il 25 Febbraio 2016 da odio_via_col_vento

 

Jean-Auguste-Dominique Ingres, Princesse de Broglie (detail)

 

Il signore è entrato un po' affannato, di corsa: era in ritardo.
Una riunione di lavoro, primo pomeriggio, piove.
Sono stanca e assonnata: perché no, sono serate e nottate, una dopo l'altra, che scrivo scrivo e scrivo.
Poi esami, poi un anno cominciato in salita, poi noia.

Ancora una riunione.....

Il signore saluta, si scusa, si avvicina per presentarsi.
Ho, come sempre, un leggero timore: temo le strette di mano che mi stritolano. Capita spesso: uomini eccessivi.

invece mi prende la mano veloce e delicato, la solleva un po', la gira e accenna un impercettibile baciamano.

Quando mai capita? Ma guarda, ma chi se lo aspettava.
Di solito solo da anziani nobiluomini di campagna, o da estrosi professori francesi (magari col papillon a colori vistosi.....).

Beh, meno male che sabato mi ero regalata una manicure favolosa, uno smalto semi-permanente color fegato.

Come si dice: anche per oggi, la mia bella figura!

 

 
 
 

Galleggiare

Post n°869 pubblicato il 17 Febbraio 2016 da odio_via_col_vento
 

 

 

Alyssa Monk

 

Da sempre per me questo sono mesi in cui si galleggia. 

Un galleggiare fra l'affiorare e il farsi sommergere del tutto, come quando ti distendi, quasi, sotto il pelo dell'acqua, e lasci che solo la parte superiore del viso, naso e bocca, emergano per respirare. Piano.

D'estate è una bella sensazione, è come sposarsi col mare, lasciarsi avvolgere, desiderare di essere abbracciata da quel l'acqua profonda e limpida, appartenere al grembo di tua madre di nuovo, chiedere al mondo, chiedere al gran caldo estivo, al sole a picco che si dimentichino di te.

D'inverno è un'altra cosa. È stare nascosti, in un'acqua scura e oleosa, cercare protezione dal freddo, cercare di non vedere il buio intorno, cercare un rifugio per aspettare che passi.

Che passi l'inverno ormai senza luci e senza feste, l'inverno delle ossa, l'inverno delle mattine fredde e umide e ancora buie, l'inverno che sembra non finire, la sempre deludente attesa di una primavera che non verrà, di una stagione che vorresti con tutte le tue forze ma che sarà, come al solito, inesistente, tardiva, sarcastica d bugiarda.

Stai.

Lì.

Sotto il pelo dell'acqua.

Respiri piano.

Apetti che passi.

 

 
 
 

parlare d'amore

Post n°868 pubblicato il 13 Febbraio 2016 da odio_via_col_vento
 
Tag: Amore

 

Un quadro

Marcel Mariën, L'Oubli d'être en Vie

 

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Un verso

 

Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.
Alda Merini - da “Eternamente vivo”






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Una canzone


Jacques Brel, La chanson des vieux amants



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Un film



Un film bellissimo, delicato, di atmosfere, l'interrogazione sempre presente in noi su cosa è vero amore 

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l'immensa città

Post n°867 pubblicato il 06 Febbraio 2016 da odio_via_col_vento
 
Tag: Viaggi

 

Dominik Jasinski

 

Colori, tanti colori.

Una città sterminata, chiusa tutto intorno da una bassa catena di montagne. Alcuni sono stati vulcani una volta. Ed una parte della città, un enorme campus universitario, è costruito su una grande colata lavica. 

Un campus che sembra un villaggio al mare, per via dei grandi viali alberati: e sono pini, o almeno qualcosa che somiglia loro.
Un campus con uno stadio di calcio enorme, non solo universitario. Decorato all'esterno di mosaici che sembrano murales. E così la biblioteca, ed altri edifici.

Tutto gigantesco.

Sulla grande distesa di città galleggiano cupole e campanili. Le chiese segnano i luoghi, i barrios, se solo si potessero davvero distinguere e riconoscere.

Di giorno la luce è tanta, il caldo piacevole, la gente si riversa sulle strade, colorata, festosa anche nei giorni lavorativi: sembra una sagra al mare.
Ma il mare è lontano, molto lontano.

La mancanza di respiro che ti prende, spesso e all'improvviso, ha un senso: l'altitudine.
L'immensa città ti fa dimenticare che siamo ad una altezza paragonabile a Cortina.

Ma l'aria non è altrettanto fine e buona.

Gli hotel ti lasciano discretamente in bagno un paio di bottiglie d'acqua minerale, per invitarti a usarle per lavarti i denti. Anche gli hotel di lusso. Non si scappa all'acqua malata e alle sue conseguenze.

Le chiese ricordano un barocco spagnolo, grandi altari dorati, santi vestiti, Madonne con gli orecchini ed i capelli veri.

Azulejos nei porticati, nei pozzi, nei patii, anche lungo l'esterno degli edifici, a correre e ad accompagnare.

Si parla uno spagnolo strano, poco comprensibile, gutturale.

Horror vacui e decorazione macabre che vengono dalle popolazioni precolombiane e si sposano con il gusto cupo dei conquistadores.

Ma i tratti spagnoli sono irriconoscibili: prevale l'indio, piccolo,scuro, dai tratti somatici inconfondibili, i capelli dall'attaccatura bassissima, il naso camuso. Graecia capta ferum victorem cepit.

 
 
 

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