Silena DalFinestrino

la via do sertao...

Cerco di dormire sull’onibus,  non dando retta alla viaggiatrice seduta accanto a me, poi non è da sola, è insieme a due uomini, parlano italiano con accento romano. Io zitta!
Arriviamo a Lençois che è ancora notte, mi guardo attorno, ci sono dei ragazzi che aspettano qualcuno che arrivi. Poco dopo si avvicina una signora e mi dice se ho bisogno di una pousada,  per 25 reali, con cafè de la manha, dico di sì e lei saluta la viaggiatrice che stava seduta accanto a me. Adesso parlo e le faccio. Ah sei italiana.
Eravamo sedute accanto, risponde lei.
Ma io ho dormito!!
Si conoscevano perché lei aveva alloggiato in quella pousada dove mi stavo recando io tempo fa, adesso era con amici e andavano altrove.  Aggiunge: La pousada è semplice ma lei è un amore, io ci sono stata per ben quindici giorni.

La casa si chiama pousada lordinha, non so il significato e si trova in collina a dieci minuti di strada dal centro.  Mi fa vedere quattro stanze e di una dice, qui la vista è melhor. Prendo quella con la vista sulla chapada diamantina. Riposo un paio d’ore e scendo per la colazione, viene servita alle 7 e 30. Frutta a volontà, succhi di frutta frullati al momento, poi pane, dolcetti vari, e mi chiede se voglio l’uovo strapazzato e se voglio la tapioca. Dico che non l’ho mai mangiata. E’ una crepe di diametro circa venti centimetri, ripiena con formaggio e arrotolata. E’ fatta con farina di tapioca, bianchissima, più chiara della farina di grano. Caffè, latte ecc.

Mi chiede se voglio fare un’escursione, lei ha una guida, dico di no, che sono stanca, sarà per l’indomani. Faccio un bel giro delle città, piccolissima e carina.

Mangio del cibo a peso e vado a letto. Nel cuore della notte c’è musica e fuochi d’artificio. Si fermano però presto. La mattina dopo quando sono giù per il cafè della manha, dopo essere uscita alle sei per fare un giro in città, la signora mi domanda se voglio fare l’escursione, telefona e prenota. Alle 8 e 30 arriveranno fin lassù a prendermi.

Sono le nove quando arrivano e si parte per l’escursione, siamo in otto, sette ragazze e un solo ragazzo, è l’uomo di una ragazza brasiliana. Poi ci sono due ragazze olandesi, e altre tre, oltre me. L’escursione è bella per chi ama il trekking. Si va con il pulmino nei vari posti e poi su a raggiungere gole, altipiani ecc. Ma io sono di strada e per giunta piana, con le scalate non vado d’accordo, soprattutto quando vedo precipizi o alte distanze sotto i miei piedi. Mi aiuta la guida, una ragazza brasiliana molto ma molto gentile e paziente. Lei mi chiede il nome, Angela, ma il mio nome si trasforma in Helena, non la correggo, mi sembra brutto. Poi mi ricorda la mia carissima amica di blog,  Helena, amica già da tre blog e non correggo il mio nome anche per questo.

Alla fine delle escursioni vorrebbe portare il gruppo per l’indomani, ancora scarpate, ancora salite. Troppo duro per Helena che si riserva di pensarci durante la notte e poi all’indomani deciderà.

Così ci ritroviamo tutti seduti in strada in un ristorantino del centro, io bevo solo la caipirinha, la mia prima in Brasile, la mia prima in assoluto. Assomiglia al mohito di Cuba solo che in più ci sono molti pezzi di lime dentro.

Inutile dire che la scarpinata mi provoca dolori alle gambe e che le mie vertigini mi impediscono di proseguire con le escursioni.

Emozionata dai vostri commenti, supportano le mille peripezie, non potrei con queste connessioni raccontarle tutte!!

Un abbraccio dal mio cuore al vostro cuore

vostra angela sempre...