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fata
Post n°1322 pubblicato il 06 Maggio 2014 da paperinopa_1974
Il richiamo della Montagna Un tempo lontano, gli uomini vivevano in completa armonia con la Natura, la amavano e la rispettavano in tutte le sue forme e ne conoscevano il linguaggio perché parlavano con essa un'antica lingua, quella dei cicli delle Stagioni, del Sole, della Luna, delle Stelle. Gli uomini consideravano se stessi e tutti gli esseri viventi sulla Terra come parte di un grande villaggio - la Terra, appunto - costituito da tante famiglie, tante quante erano le razze e le specie che riunivano e distinguevano le creature dei Regni Animale, Vegetale e perfino Minerale. Allora, gli uomini sapevano che ogni famiglia dei Tre Regni aveva un Guardiano, una specie di custode che faceva da tramite tra le forze del Cielo e della Terra per proteggere la crescita armoniosa di quella famiglia in equilibrio con le altre famiglie di animali, vegetali o minerali, e con la grande famiglia degli uomini. E l'uomo ridusse tutto a un bel meccanismo. Gli serviva legna per costruire case, mobili, o fabbricare carta? Tagliava, o peggio, sradicava alberi senza alcun criterio, non pensando alle conseguenze che quell'azione poteva generare. Poco importava se le radici di quegli alberi, fino ad allora, avevano impedito al terreno di franare; poco importava se il fogliame di quegli stessi alberi costituiva parte di un prezioso depuratore dell'aria che egli stesso respirava… a lui serviva legna. Subito. Sulla Terra, vicino al Mare, viveva una bambina. Era una bella bambina, paffuta e rosa, sempre considerata un po' piccolina per la sua età. La bimba, dicevano, aveva una gran fantasia, poiché raccontava di vedere cose che nessuno aveva mai visto. Cammina cammina, la stanchezza si faceva sentire, ma più la Montagna sembrava avvicinarsi più la bimba sentiva una gioia strana in fondo al cuore, quasi un solletico che la faceva ridere felice tanto da non sentire più d'essere stanca. Finché arrivo alla Montagna. Una tra queste creature si fece avanti arrampicandosi dapprima sul suo piede, poi lungo tutta la gamba finché la bimba non la accolse in mano accostandosela al viso per guardarla meglio. Era una "lei" o, almeno, sembrava; una creatura minuscola, graziosa e leggera, appena un po' paffuta e rosa, quasi nuda, "Proprio come me" pensò la bambina. Anzi, quasi quasi un po' le somigliava, soprattutto i capelli, anche se non sembrava di carne ed ossa, ma di qualcosa di molto più leggero ed impalpabile. "Bene arrivata, ti aspettavamo. Ci chiedevamo proprio quanto tempo ci avresti impiegato a udire il nostro richiamo. Sei nata sulla Terra, fra gli uomini, ma il tuo spirito appartiene al nostro regno, il Regno Invisibile. A volte succede che uno di noi si senta spinto a cercare un corpo umano che lo ospiti, un corpo in carne ed ossa per vivere sulla Terra, tra gli uomini. Non lo si fa per gioco o per curiosità, ma per assolvere ad un compito. Quando qualcuno di noi sente che è tempo di assolverlo, chiede un "passaggio" per la Terra. Allora scende dalla Montagna lasciandosi catturare da un grembo umano, proprio come hai fatto tu, per nascere e portare tra gli uomini il messaggio custodito dal nostro popolo, il Piccolo Popolo di quelli che un tempo erano i Guardiani della Terra. Il messaggio è il ricordo stesso dell'antica alleanza tra l'uomo e la Natura in tutte le sue forme. I rari uomini che ci vedono o intuiscono la nostra presenza ci chiamano Spiriti della Natura, Fate, Gnomi, Elfi e in molti altri modi, a seconda del Regno al quale apparteniamo e del quale siamo custodi, invisibili o quasi. Siamo fatti di materia sottile e possiamo cambiare forma, colori, dimensioni; ma non possiamo comunicare direttamente con gli uomini, come invece facevamo un tempo, perché gli uomini non ci cercano più. L'unico modo per comunicare davvero con loro è nascere fra loro." La creatura parlava e parlava, anche se pareva parlare senza parole, come se i suoi pensieri arrivassero direttamente al cuore della bimba. La bimba aveva tante domande da fare, ma prima ancora di poterle formulare sentiva arrivare la risposta. La fata si avvicinò alla bimba e le sfiorò la fronte; alla bambina parve d'essere presa per mano e diventare leggera leggera. Un mondo meraviglioso si aprì ai suoi occhi. Per un attimo tutti i confini che conosceva sembrarono dissolversi e si sentì trasportata in una danza di colori cangianti. In un battito di ciglia che pareva un'eternità si ritrovò nelle viscere della terra densa, dove rilucenti cristalli brillavano come stelle. Poteva percepire il pulsare lento e caldo della Terra stessa, la sua forza, i suoi movimenti possenti, e poteva prenderne parte per sentire come la Terra sentiva. Percepì allora una vena d'acqua che sì faceva strada e filtrava verso la superficie, e nel seguirla divenne l'acqua stessa che zampillava gioiosa per ricadere al suolo e ancora confondersi nella terra. Allora si ricordò chi fosse stata e cominciò, raggiante, a raccogliere i preziosi sali della terra disciolti in quell'acqua, per dirigerli verso le radici di una pianta lì vicina; seguì il percorso del prezioso nutrimento nelle radici e nel fusto della pianta, tracciando spirali pulsanti di luce e colori. Raggiunse il verde fogliame e si bagnò nella luce del Sole, catturandola con il respiro; e, Capiva finalmente perché si sentiva un po' diversa dagli altri bambini. Capì di essere un tramite, un ponte, una soglia tra il Regno della Natura e quegli uomini che avevano dimenticato di fare parte della Natura stessa. Le minuscole creature che l'avevano accolta, così come la Fata che le aveva spiegato tante cose, sembravano dissolversi nella luce del crepuscolo, ma la bimba ne udiva ancora chiaramente le voci: Porta agli uomini il senso del rispetto per la Vita che permetta loro di utilizzare risorse preziose con saggezza. Porta agli uomini la bellezza dei colori che si vedono solo con gli occhi chiusi, la dolcezza del canto senza parole, il piacere della danza che intreccia le correnti d'amore tra il Cielo e la Terra e segue le magiche alchimie di trasmutazione che creano la Vita. Perché tutto è danza nell'Universo, e se Porta agli uomini questo messaggio e noi saremo sempre accanto a te e nel tuo cuore, e sarai felice." II Sole tramontava; la bambina, felice e appagata, si rivestì dei suoi abiti scendendo lungo il pendio con le scarpine in mano. Sapeva che sarebbe dovuta crescere d'età per portare quel messaggio agli uomini, e nel frattempo non l'avrebbe dimenticato. La Montagna era là a ricordarglielo ogni volta che lei volgeva ad essa lo sguardo, al tramonto. fonte http://www.laviadellefate.com/index.htm |
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