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Messaggi del 31/01/2016
Post n°3497 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da paperinopa_1974
Il cartone tratto dalla celebre saga di film demenziali compie 25 anni dalla prima volta in tv nel nostro paese. Il successo del cartone spinse Italia 1 a trasmetterlo in fascia pre-serale e la sigla cantata da Cristina D'Avena ha fatto storia. "Mamma che scuola, mamma che scuola…è proprio questa qua!" cantava Cristina D'Avena in un jingle funky molto coinvolgente. Era la sigla di "Scuola di polizia", cartone animato trasmesso in Italia da Mediaset, prodotto da Warner Bros ed ispirato alla celebre saga di film demenziali americani che oggi compie 25 anni dalla prima messa in onda nazionale. Collocata cronologicamente fra il quarto ed il quinto film della saga, furono anche ricreati venti nuovi personaggi per l'occasione. Ovviamente non potevano mancare i grandi protagonisti del film. Come nei film, anche nei cartoni animati il protagonista della storia è Carey Mahoney, il più in gamba dell'accademia, sveglio e attento ad ogni cosa. Ad affiancarlo il grande Larvell Jones, che nel film è interpretato da Michael Winslow e, proprio come avviene in pellicola, si distingue per essere "l'uomo dai mille suoni", utilissimo nel ricreare con la bocca suoni come sparatorie e sirene, una competenza che si rivelerà essere molto utile ai compagni. Indimenticabile è Zed, il più divertente e buffo del gruppo, dotato di grande spirito di iniziativa ma, allo stesso tempo, in grado di vanificare tutto con la sua indole combinaguai. In genere a finire nei guai con Zed, c'era sempre il suo compagno di pattuglia, il povero Sweetchuck, il fifone occhialuto dell'accademia. L'uomo più forte del gruppo era Hightower: utile nelle scazzottate e nel piegare sbarre e abbattere barriere con la sola forza delle mani. La sua compagna di pattuglia, Laverne Hooks, è in grado di lanciare delle urla in grado di disorientare qualsiasi avversario. Un'altra coppia ben assortita e difficile da dimenticare è quella formata da Tackleberry e Debbie Callahan, il primo dal grilletto facile e dal bazooka sempre in spalla, la seconda in grado di farsi rispettare meglio di qualsiasi uomo dell'accademia. Completa il quadro degli allievi il "ciccione" Conklin, come Zed abile più a cacciarsi nei guai che a risolvere situazioni.
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Post n°3496 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da paperinopa_1974
Cosa pensereste se Barbie fosse in realtà una bambola destinata ad un pubblico adulto? Quale la reazione delle milioni di madri benpensanti che, ignorando la genesi di questo feticcio, hanno comprato un giocattolo per adulti alla propria figlia? Difficile immaginarlo, anche se è probabile che, in moltissimi, rimarrebbero scioccati nel pensare un oggetto simile ad un giocattolo erotico fra le mani delle proprie bambine ignare.Barbie e Lilli sono due nomi senza alcun tipo di assonanza, ma le bambole che impersonano sono, in fin dei conti, esattamente identiche. Barbie non è stata progettata sul modello di un dentista, di un chirurgo, di una campionessa di ballo o di una ambasciatrice di pace nel mondo, ma su quella che, sul finire degli anni ’40, era una delle più famose strisce a fumetti della Germania Ovest.L’artista che realizzò i primi bozzetti di Lilli si chiamava Reinhard Beuthien, e scriveva per il tabloid di Amburgo Bild-Zeitung. Il personaggio dei fumetti era allora conosciuto come “Bild Lilli“, una giovane formosa che si guadagnava da vivere seducendo ricchi pretendenti maschili. La ragazza era arguta e intelligente, quella che definiremmo una “Femme-Fatale”. In una vignetta un poliziotto la redarguiva perché indossava un bikini in modo illegale sul marciapiede e lei rispondeva: “Oh, e secondo lei quale parte dovrei togliere?“. Lilli divenne talmente popolare che, nel 1953, il giornale stesso decise di commercializzare una bambola che veniva venduta come gioco per adulti presso bar, tabaccherie e negozi erotici. La bambola divenne un classico da regalare durante gli addii al celibato, quasi fosse un simbolo delle potenzialità sessuali che si abbandonavano col matrimonio.I genitori consideravano la bambola inadeguata per i bambini, e un opuscolo del 1950 descriveva Lilli come una “stella buona per ogni bar”. La bambola veniva venduta con un corredo molto amplio di vestiti, e alla fine anche le bambine finirono per desiderarne una per sé. Una giornalista della rivista The New Yorker, Ariel Levy, etichettò Lilli come una “bambola del sesso”.Nel 1950, una delle fondatrici della Mattel, Ruth Handler si trovava in Europa per un viaggio di affari, e acquistò un paio di “Lilli” da portare a casa. La Handler realizzò una propria versione della bambola che venne presentata alla Toy Fair di New York il 9 Marzo del 1959. Quel giorno, nasceva il mito di Barbie.Mattel acquistò regolarmente i diritti di produzione della Lilli dal Bild-Zeitung nel 1964, e da quel momento la produzione della bambola tedesca cessò. Il resto è storia, con oltre 2 miliardi di pezzi venduti e centinaia di serie ed edizioni speciali realizzate.sopra il post tre bambole a confronto: Lilli Mora, Lilli Bionda e Barbie. Notate qualche differenza? vanillamagazine.it Di Matteo Rubboli
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Post n°3495 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da paperinopa_1974
Tenetevi forte, fan di Elsa e Anna e i loro amici, perché abbiamo finalmente una data di uscita (per quanto generica!) del sequel del vostro film preferito: Frozen 2 uscirà infatti in tutte le sale del mondo nel 2019, a 6 anni di distanza da un primo capitolo che ha frantumano qualunque record possibile e immaginabile. Il film, arrivato in tutte le sale nel 2013, è riuscito nella storica impresa di superare il miliardo di incassi a livello mondiale, diventando così il cartone animato più visto nella storia del cinema. La notizia bomba arriva dal sito francese Allociné che ha avuto di recente l’occasione di incontrare il produttore Disney Clark Spencer, di passaggio a Parigi per presentare Zootoprolis, il quale ha rivelato che, appunto, il secondo capitolo del lungometraggio dedicato al mondo di Arendelle uscirà fra 3 annetti, tutto questo mentre la filiale francese del gigante americano dell’intrattenimento ufficializzava la notizia. Fino a questo momento non abbiamo purtroppo altre informazioni sul secondo capitolo di Frozen, confermato pochi mesi fa dall’amministratore delegato della multinazionale Bog Iger nel corso di un’importantissima assemblea degli azionisti: per ora, la Disney è super impegnata anche con altri progetti, oltre al già citato Zootropolis infatti l’azienda ha in programma l’uscita di Alla ricerca di Dory e Vaiana, il cui arrivo è previsto rispettivamente per settembre e dicembre 2016. gingergeneration.it di Alberto Muraro
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Post n°3494 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da paperinopa_1974
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Post n°3493 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da Aschaky
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Post n°3492 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da paperinopa_1974
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Post n°3491 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da rbx1dgl
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