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Messaggi del 22/02/2016

sogni d'oro glitter

Post n°3604 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

sogni d'oro con cignio e fata glitter

buona notte amici sogni d'oro a domani ciauuu

 
 
 

I Maya hanno inventato i fumetti?

Post n°3603 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

I Maya hanno inventato i fumetti?

Ironia, simboli e resa del movimento usati nelle vignette di questa civiltà erano simili a quelle delle moderne graphic novel. Nelle strisce precolombiane, persino un "antenato" di Bugs Bunny. L'arte di raccontare storie con simboli e rappresentazioni grafiche risale ai primi dipinti rupestri preistorici: ma un conto è un graffito che narra una scena di caccia, un conto è un fumetto con un codice linguistico condiviso, come quelli che leggiamo oggi.

Per Soeren Wichmann, ricercatore dell'Università di Leiden (Olanda) specializzato in lingue ed epigrafia mesoamericane, le basi delle moderne graphic novel, inclusi i modi di rappresentare linguaggio, movimento, cattivi odori o scherzi tra personaggi, risalirebbero niente meno che alla civiltà Maya.È la tesi che Wichmann espone in un capitolo di un libro appena uscito, The Visual Narrative Reader.Un pubblico di affezionati. A differenza delle moderne graphic novel, le "strisce" Maya riprendevano soltanto poche scene di storie già note, come se i lettori conoscessero bene la sequenza di eventi cui ci si riferiva. Lungi dall'essere considerati un passatempo leggero e di poco conto, i fumetti erano trattati come rappresentazioni di grande valore, incise su bicchieri e recipienti in modo tale che la storia si svelasse poco a poco, mentre si sollevava la tazza.Si pensa che questi oggetti fossero considerati talmente preziosi, che venivano usati come merce di scambio nelle negoziazioni politiche.Punti di contatto. Benché ogni tipo di fumetto risponda alla propria cultura d'origine e a un preciso codice interno - basti vedere la differenza tra le comics americane e i manga giapponesi - le somiglianze tra le strisce Maya del 600-900 d.C. e i loro "discendenti" moderni sono impressionanti.Fiamme e peti. Molto simili sono le metafore visive. La rabbia è indicata con il fuoco, le "puzzette" con nuvole di fumo che escono dal ventre dei personaggi; le parole pronunciate sono collegate alla bocca da una linea sottile, che ricorda la nuvoletta usata per contenere pensieri o discorsi nei fumetti odierni.Battute crudeli. Piccole linee ricurve trasmettono il movimento, e non mancano gli scherzi crudeli e i personaggi divertenti: in una delle rappresentazioni analizzate (vedi in alto) si nota un coniglio guanciuto non molto diverso da Bugs Bunny, che dice all'uomo a cui ha rubato i vestiti: «Annusa il tuo sudore, mago del pene!» (una frase che ricorda l'espressione: «Ciucciati il calzino!» pronunciata da Bart Simpson).Questi originali reperti archeologici dovrebbero ricordarci - conclude Wichmann - che quella del fumetto è un'arte antica, oggi a tratti riscoperta ma anche, talvolta, ingiustamente denigrata come passatempo di serie B. focus.it di  Elisabetta Intini

 
 
 

Anomalisa il cartone animato per adulti

Post n°3602 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

poster Anomalisa, il cartone animato “per adulti

 Michael Stone è marito e padre nonché noto autore del best seller "Come posso aiutarti ad aiutarli?" e si trova a Cincinnati per una conferenza. Michael prende alloggio all'hotel Fregoli e, dopo aver rivisto una donna con cui undici anni prima aveva avuto una relazione, incontra casualmente Lisa Hesselman la quale è arrivata in città con un'amica proprio per assistere alla sua conferenza. Tra i due si instaura un'immediata attrazione che potrebbe cambiare la vita di entrambi.Charlie Kaufman una volta ha affermato: "l'abitudine per uno scrittore è quella di consegnare una sceneggiatura e poi sparire. Questo non fa per me". Dopo aver trovato registi che rispettavano questa sua volontà (Gondry e Jonze) Kaufman si era messo in proprio con Synecdoche, New York e ora, grazie a un crowdfunding, con questo nuovo film in cui non smette di sperimentare utilizzando un'animazione stop motion che, sin dalle prime inquadrature, ripropone l'ormai nota originalità dell'autore a cui, per l'occasione, si affianca Duke Johnson. Se ci si ferma però al plot di base si può ricavarne l'impressione della ennesima riproposizione della storia di due esistenze chiuse nella propria più o meno affollata solitudine che cercano insieme una possibile via d'uscita. Kaufman ce l'aveva già proposta con intensità in Se mi lasci ti cancello. Con lui però non è (e non poteva essere) così. Perché i pupazzi sono sin dall'inizio tali in quanto mostrano le giunture di maschere che lasciano intendere che, sotto di esse, ci sia un aspetto non umano. Ma, come accade spesso nei suoi lavori, è presente un ulteriore livello di lettura che abbisogna di specifici strumenti di decodifica. Lo spettatore infatti si chiede inizialmente perché tutti i personaggi, tranne Michael, abbiano la stessa voce maschile sia che si tratti di uomini che di donne. Quando poi entra in scena Lisa si può finalmente ascoltare l'unica voce femminile e a questo punto le ipotesi potrebbero essere molteplici andando dalla disumanizzazione di un mondo di pupazzi a quella della messa in rilievo dell'unicità del possibile 'vero amore'.
C'è però una risposta molto più aderente al film e anche più 'scientifica' anche se sottaciuta. Perché Michael Stone sceglie non casualmente il Fregoli Hotel. La storia del teatro ci ricorda come Leopoldo Fregoli sia stato un grande imitatore ma soprattutto un grandissimo trasformista sulle scene di tutto il mondo. Non tutti però sanno che al suo nome è legata una sindrome che definisce una malattia psichiatrica in cui il paziente si sente perseguitato da una singola persona la quale, secondo il suo delirio, assume le sembianze di coloro che lo circondano non abbandonandolo mai. Riletto in questa chiave il film assume tutta un'altra rilevanza e la colazione mattutina in hotel si rivela come un piccolo gioiello di scrittura in costante equilibrio tra ironia e tragedia. mymovies.it

 Un film di Charlie Kaufman, Duke Johnson. Con Jennifer Jason Leigh, David Thewlis, Tom Noonan Titolo originale Anomalisa. Animazione, Ratings: Kids+13, durata 90 min. - USA 2015. - Universal Pictures uscita giovedì 25 febbraio 2016. 

 

 
 
 

arte fantasy

Post n°3601 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

arte fantazy

buon pomeriggio amici prendiamo un caffè insieme

 
 
 

Barbie Squadra Speciale

Post n°3600 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

Poster Barbie Squadra Speciale

Barbie e le sue migliori amiche Teresa e Renee, si trasformano da formidabili ginnaste in agenti segreti sotto copertura in questa emozionante avventura ricca d'azione! Quando vengono notate da un agente segreto a capo di un'organizzazione top-secret per le loro notevoli doti da ginnaste, le ragazze si ritrovano a seguire gli indizi che conducono ad una abile ladra che è riuscita a sfuggire a tutti. Con i loro gadget super tecnologici, travestimenti glamour e adorabili animali-robot, dimostrano che con l'unione e il lavoro di squadra ogni missione è compiuta! Le ragazze saranno le eroine della città!

Un film di Conrad Helton. Titolo originale Barbie: Spy Squad. Animazione, Ratings: Kids, durata 72 min. - USA 2016. - The Space Cinema uscita sabato 27 febbraio 2016.   

visita il sito ufficiale clicca Barbie  

visita il canale youtube clicca video

testo tratto dal canale youtube

poster e info tratte da mymovies.it

 

 
 
 

Quando Umberto Eco incontrò il papà di Dylan Dog

Post n°3599 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

Quando Umberto Eco incontrò il papà di Dylan Dog

“Posso leggere la Bibbia, Omero e Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi”: con queste parole Umberto Eco sdoganò per sempre anche presso l’Accademia l’Indagatore dell’IncuboAnche il creatore di Dylan Dog, Tiziano Sclavi ha incontrato sulla sua strada Umberto Eco. Era inevitabile. Nel 1986 usciva nelle edicole il primo albo dell’Indagatore dell’incubo. Molto di più di un semplice fumetto: un evento culturale che avrebbe acquistato dimensioni gigantesche diventando un vero e proprio fenomeno di costume. L’incarnazione perfetta delle teorizzazioni di Eco in Apocalittici e integrati, il saggio del 1964 in cui si trovava ad analizzare cultura “alta” e “bassa”. In esso un intero capitolo riguardava il fumetto considerato fino a quel momento come intrattenimento per ragazzi o poco più. Un’analisi rivoluzionaria quella di Eco, che andava contro tutti gli assiomi culturali dei tempi e si dimostrava lungimirante anche se, nonostante i riconoscimenti al graphic novel che seguirono, quella lotta continua ancora oggi, in particolar modo per quello che si definiva come “fumetto popolare”.

Eco infatti scriveva che “non è certo immotivato ricercare alla radice di ogni atto di insofferenza verso la cultura di massa una radice aristocratica, un disprezzo che solo apparentemente si rivolge alla cultura di massa, ma in verità si appunta sulle masse”. Un’affermazione rivolta a quella stessa critica di matrice marxista che non prendeva in considerazione fumetto e letteratura di “genere” dalla fantascienza a Tolkien. Dylan Dog da questo punto di vista ne era la perfetta epitome e infatti, qualche anno dopo, Eco non mancherà di sottolinearlo. Il creatore di Dylan Dog, Tiziano Sclavi, era stato infatti il primo a inserire in un fumetto appunto “popolare”, di “massa”, criptocitazioni di un immaginario che oggi definiremmo “geek” da Philip Dick e Raymond Chandler, il Ridley Scott di Blade Runner e Marx (Groucho), l’esoterismo ebraico del Golem e Terminator insieme a riferimenti agli amati Edgar Allan Poe, Spillane e Dylan Thomas (da cui l’Indagatore dell’incubo trae il nome). Più o meno inconsciamente Tiziano Sclavi crea il primo fumetto “postmoderno” della storia e un’intera generazione si riconoscerà in lui dando vita a un fenomeno editoriale equiparabile solo a quello che fu Tex per la generazione precedente. E questo Eco lo capisce perfettamente quando della creatura di Sclavi, dice: “Posso leggere la Bibbia, Omero e Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi”. Tiziano Sclavi aveva dichiarato a Repubblica a riguardo: “Questa frase è stata usata in milioni di modi e ho sempre pensato che Umberto Eco fosse incazzatissimo per il fatto che venisse sempre riportata quando si parlava di Dylan Dog. Naturalmente quando lo venni a sapere ne fui felice anche se, per quanto mi riguarda, in realtà non ho una grande opinione di me e del mio lavoro: credo che tutti si sbaglino e prima o poi si accorgeranno che sono un impostore”.

Aggiunge Roberto Recchioni curatore oggi della collana di Dylan Dog: “Tiziano non ama i ricordi e non se la sente di commentare in nessun modo la morte di Eco. Proprio oggi io e Mauro Marcheselli (ex direttore della Bonelli) siamo andati a trovarlo e siamo stati noi a dargli la notizia perché lui da anni non guarda la tv né ascolta la radio: è stata una notizia che l’ha profondamente commosso. E proprio per questo preferisce non parlarne. Lui ed Eco si sono conosciuti perché Eco lo intervistò per un libro (Dylan Dog, indocili sentimenti, arcane paure di Alberto Ostini, Edizioni Euresis).

Da parte sua Tiziano volle ricambiare citandolo tra i protagonisti di Lassù qualcuno ci chiama, una storia uscita nel gennaio del 1998. Eco appare nelle vesti del personaggio Hunbert Coe, chiaro riferimento. La storia parlava non a caso di Ufo, perché i due incontrandosi si erano scoperti spiriti molto affini. Erano tra l’altro entrambi iscritti al Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale che viene a sua volta citato in questa storia. Recchioni aggiunge: “Quella di Eco è una perdita enorme per il mondo del fumetto che lui prima di chiunque altro aveva contribuito a sdoganare di fronte all’Accademia. Basti pensare all’omaggio che gli aveva tributato ne La misteriosa fiamma della regina Loana. E lo è ovviamente anche per il mondo della letteratura tra l’altro proprio alla vigilia dell’avventura de La nave di Teseo. 
Un silenzio quello di Sclavi che è lo stesso della tavola in cui ritrae Umberto Eco: un lapis smozzicato tra le labbra Eco/Coe, si aggira in un mondo misterioso e lontano, il cielo stellato sopra di lui. “È insopportabile questo silenzio”, dice mentre si aggira tra le vie di una città vuota e poi, guardandosi intorno sussurra: “Nessuno…”. Fino all’ultima svolta.

la repubblica.it  di Luca Valtorta

 

 
 
 

vignetta di Peanuts

Post n°3598 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da paperinopa_1974
 

vignetta di Peanuts

guarda miss othmar la mia maestra

non è fantastica?

svetta tra tutti gli altri insegnanti

anche quando sciopera

 
 
 

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