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Messaggi del 03/02/2017

Il Punto Chiaramonte l'antica arte dello sfilato siciliano

Post n°3896 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da paperinopa_1974
 

punto cruce

Chiaramonte Gulfi - E’ un’arte antica, che si tramanda di generazione in generazione ma che purtroppo rischia di perdersi nei meandri del tempo. Quando si parla di sfilato siciliano tutti, più o meno, sanno a che cosa ci si riferisce: l’antica arte del ricamo che, nel 2007, è stata inserita dalla Regione Sicilia nel R.E.I., il Registro delle Eredità Immateriali dell’UNESCO.

Le lavorazioni dello sfilato siciliano sono tre: 500, 700 e 400: ognuna di esse, si distingue per la particolare tecnica di annodatura dei fili e del disegno. Ma Chiaramonte può vantare un punto di ricamo che porta il nome dell’intera città: il “Punto Chiaramonte”. A raccontarci la nascita del Punto Chiaramonte, la portavoce dell’associazione del ricamo e dello sfilato di Chiaramonte Gulfi, Maria Ravalli che, mentre fa scorrere veloce la mano su un lavoro al telaio, ci spiega: “Questo punto fu riscoperto nel 1999. Una ricamatrice, trovò un particolare tipo di ricamo ormai quasi del tutto dimenticato. Abbiamo iniziato a fare delle ricerche e ci siamo accorte che non esistevano fonti in merito a questo tipo di punto. E così, abbiamo iniziato a pensare ad un nome da dargli. Alla fine, abbiamo deciso di chiamarlo “Punto Chiaramonte”, in onore del nostro paese. Ha la forma di un chicco di caffè”.

Il Punto Chiaramonte è particolarmente apprezzato dalle ricamatrici di tutta Italia: tantissime, infatti, sono le riviste specializzate del settore, tutte a tiratura nazionale, ad aver parlato e a parlare di questa tecnica. Tanto per citare le riviste più famose, si annoverano Rakam, Ricamo Italiano, Cora, Giuliana Ricami. L’associazione del ricamo e dello sfilato di Chiaramonte Gulfi, costituita da 15 persone, è stata fondata nel 2001 proprio per evitare che questa tradizione si perda. Maria Ravalli, infatti, spiega: “Abbiamo partecipato al Forum internazionale di ricami e merletti, a Rimini e a Parma. Siamo stati ospiti nel 2004 a Geo&Geo. Siamo andati tantissime volte in fiere nazionali ed internazionali perché il nostro scopo è quello di promuovere questi lavori che sono rappresentativi del territorio”.

Ma i tempi per l’arte del ricamo sono piuttosto duri. Maria Ravalli, infatti, spiega: “Una volta questo lavoro era fonte di guadagno. Oggi, non hanno prezzo: è rimasto solo il piacere e la passione per un’arte che esprime la nostra creatività. Principalmente, lo sfilato si presta alla realizzazione di centri, lenzuola, tovaglie da tavola, tende, ma anche vestiti. Purtroppo, temo che questa tradizione si perderà, anche se fa parte delle nostre origini. Non si capisce, infatti, il grande valore di quest’arte di puro artigianato”. A Chiaramonte, ebbene ricordarlo, esiste anche un museo dedicato allo sfilato siciliano che si trova in via Lauria.

ragusanews.com di Irene Savasta

 

 
 
 

Belly Painting: che cos’è, quali colori utilizzare e i benefici

Post n°3895 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da paperinopa_1974
 

belly painting

Il Belly Painting è l’arte di colorare la pancia, ovvero una tendenza made in USA ormai diffusissima anche in Italia, che consiste nel fare del pancione una vivace opera d’arte. L’addome materno, a termine di gravidanza e in particolare dal settimo mese in poi, è abbastanza grande e sporgente da divenire una vera e propria tela per dare libero sfogo alle sensazioni della mamma e del papà attraverso tutte le forme e colori che desiderano.

I colori che vengono utilizzati sono gli stessi del più comune body art (privi di sostanze irritanti o allergizzanti), adatti alla pelle, naturali, atossici, facilmente reperibili e soprattutto vanno via dopo una doccia, ma servono a fotografare un momento particolare della gestazione e a conservarne il ricordo per il futuro.

Il Belly Painting è una procedura assolutamente sicura, che serve solo a familiarizzare col pancione, verso il quale esistono ancora troppo spesso miti da sfatare: per esempio, le nostre nonne dicevano che non andava toccato per non fare male o disturbare il bambino, ma nella realtà dei fatti la mamma deve assolutamente seguire i colpetti e i calci che il feto usa come segnali per interagire con lei, anche perché il piccolo non ancora nato riconosce il suono della sua voce e persino i movimenti che solita fare per accarezzarlo.

Pertanto non rappresenta affatto una procedura rischiosa ma anzi serve anche ai fratellini maggiori o al papà per sfruttare questo momento di fantasia e decorare il pancione come meglio preferiscono, disegnando animali, fiori, o spesso pure cicogne e neonati attraverso i pennelli o addirittura le dita. Alcune mamme preferiscono colorare loro stesse la pancia, tracciando delle linee colorante che mimano i movimenti che sentono compiere dentro al piccolo. C’è anche chi si diletta a preparare i colori in casa, ad esempio mescolando un cucchiaino di amido di mais, mezzo di acqua, mezzo di crema idratante e un colorante alimentare.

Esistono inoltre alcune artiste professioniste che ormai hanno creato un vero e proprio gruppo di lavoro su commissione, ingaggiate quindi da mamme esigenti che vogliono rilassarsi e rendere magico questo momento scegliendo anche gli abiti da indossare, la pettinatura, il trucco e uno scenario adatto al ricordo di questa esperienze; molte protagoniste dello spettacolo hanno iniziato questa tendenza che ormai è diventata estremamente comune.

È quindi un’attività ludica tutt’altro che estetica, piuttosto comunicativa e divertente oltre che intensamente creativa che migliora la sicurezza e soprattutto l’umore della mamma. Un’esperienza che rende felice la donna e assolutamente da consigliare a tutte le future mamme

passionemamma.it

di Cristina Lumia

Ostetrica, appassionata di ricerca clinica e scientifica. Sognatrice convinta, viaggio più del tempo che ho a disposizione e leggo libri nei rari momenti liberi che mi ritaglio. Scrivo e parlo tanto (troppo!) perché credo nell’enorme potere che ha l’informazione, e soprattutto nella forza che ogni donna ha nel mettere al mondo il proprio bambino.


clicca google.it per vedere tutte le foto

clicca bellypainting.it per visitare il sito Italiano

 

 
 
 

Marilena Censi, quando il corpo è un capolavoro

Post n°3894 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da paperinopa_1974
 

Marilena Censi, quando il corpo è un capolavoro

L”umanità ha dipinto il proprio corpo fin dal passato più lontano, per magia e religione, ma anche per proteggere la pelle e abbellire la persona. Pratiche che sono sopravvissute fra gli aborigeni australiani o le certe tribù amazzoniche, finché riemersero nel mondo occidentale come forma d’arte. Accadde, a quanto pare, nel 1933  alla Fiera mondiale di Chicago, quando Max Factor, dopo aver truccato interamente la sua modella con un nuovo cosmetico escogitato a Hollywood, la espose in un padiglione; furono arrestati entrambi per disturbo alla quiete pubblica. Ma è dagli anni ’90 che che il body painting balza in primo piano nel panorama dell’arte moderna,

A Rimini, ha scelto questa via d’espressione Marilena Censi, 44 anni, che ha conseguito molti riconoscimenti in festival che le sono dedicati E che ci spiega quanta spiritualità vi sia sia racchiusa.

Marilena, perché tra tutte le arti visive ha scelto proprio il Bodypainting? Da quanto tempo se ne occupa?

«Ho iniziato a fare bodypainting 7 anni fa. Fin da piccola ho manifestato la mia predisposizione al disegno e alla pittura. Ho frequentato il liceo artistico e da anni dipingo su tela, ma il bodypainting in questo momento è il mio principale canale espressivo. Tutto è iniziato dopo aver visto delle foto di corpi dipinti su internet, ne sono rimasta affascinata ed attratta da questa forma d’arte ho sentito l’impulso creativo di voler provare. E’ stato amore alla prima pennellata».

Che sensazioni si provano a dipingere la pelle di una persona? Che rapporto si crea fra i due?

«La sensazione di dipingere su pelle è molto diversa da quella di dipingere su tela. Si lavora su un corpo che ha già una sua forza espressiva e che darà vita e “vestirà” l’opera che ha dipinta addosso. Si assiste ad una sorta di metamorfosi. Proprio come una seconda pelle. Solitamente si crea una sintonia con la persona che viene dipinta e più sintonia c’è più l’opera può comunicare. Per l’artista è fondamentale lavorare con modelli con cui ha feeling, perché dovranno poi interpretare il dipinto che indossano».

Sono molti che si occupano di Bodypainting in Italia?

«Sono principalmente donne, anche se c’è una buona percentuale di uomini. La crescita in Italia è graduale, di anno in anno ho visto aumentare l’interesse e viene riconosciuta sempre più come forma d’arte. E’ richiesta in varie manifestazioni proprio per la sua potenzialità espressiva e creativa, sia nel momento della creazione del dipinto che nel momento in cui a lavori finiti i modelli danno vita all’opera. In Italia stanno crescendo anche i festival e gli eventi dedicati al bodypainting, di alcuni curo personalmente la direzione artistica. Sostanzialmente le provenienze principali sono tre: chi come me arriva dalla pittura, i make up artist e chi lavora con il truccabimbi, il trucco sul volto dei bimbi».

Lei dipinge anche i pancioni delle donne incinte: è una forma d’arte a se stante? È molto diversa dall’altra?

«Sì dipingo anche sui pancioni delle mamme in dolce attesa. Si usa il termine inglese ‘Belly painting’. La tecnica rimane sempre la stessa, si usano colori a base d’acqua atossici e anallergici, sicuri quindi per la pelle e lavabili con una doccia e una passata di acqua e sapone. La differenza più grande è che in questo caso oltre a dipingere su pelle, si dipinge per il bebè in arrivo. Il tocco e le pennellate sono delicate ed è un momento rilassante e divertente in cui si usa l’energia del colore e delle forme per celebrare la nuova vita. L’ego dell’artista si fa un po’ da parte e si mette al servizio dei gusti della mamma, perché sarà lei a scegliere quale dipinto dedicare al bimbo. I disegni scelti sono molto vari, ma per la maggior parte sono elementi della natura, personaggi dei cartoni animati, bimbi, cuccioli di animali e soggetti che esprimono dolcezza e simpatia».

Secondo lei, il Bodypainting possiede una sorta di spiritualità?

«Il bodypainting contiene tante cose, tante sensazioni, magie e connessioni. Io ci trovo sia materia che spirito, il corpo è un tempio sacro. Lo considero un gesto antico praticato in una forma moderna. Antico perché per arrivare alle radici di quest’arte bisogna andare molto indietro nel tempo e non ci è dato sapere se l’umanità abbia iniziato prima a dipingere sui muri delle caverne o sui corpi. Conosciamo molti esempi provenienti da varie parti del mondo in cui la pittura sul corpo è praticata per scopi rituali e propiziatori. Oggi è più considerata una forma d’arte che, a differenza dei tatuaggi, è effimera, quindi ben si sposa con un’altra arte, quella della fotografia che immortala l’opera prima che svanisca con una doccia».

Fino a quando continuerà a fare Bodypainting?

‘Non so dire fino a quando lo praticherò, sicuramente fino a quando mi darà stimoli creativi per esprimermi e comunicare attraverso la pittura sul corpo».

chiamamicitta.it di Nicola Lucarelli

 
 
 

Rugbymen il fumetto francese sbarca in Italia

Post n°3893 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da paperinopa_1974
 

fumetto Rugbymen

Sbarca in Italia in occasione dell'RBS 6 Nazioni 2017 "Rugbymen", il famoso fumetto francese dedicato alla palla ovale. Da sabato 4 febbraio, primo giorno del Torneo continentale, con il Corriere dello Sport si potrà acquistare "La grande famiglia del Sei Nazioni", primo volume della serie di 12 fumetti che si potranno acquistare al prezzo di € 5,99.

 

Dopo 12 anni di successi, con oltre 2.000.000 di copie vendute la serie di culto d’oltralpe uscirà in edicola, in abbinamento a Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport con cadenza settimanale, ogni sabato, a partire dal 4 febbraio (12 numeri, 64 pagine a colori).

Les Rugbymen racconta con un’irresistibile, sagace ironia (un umorismo declinato in chiave perfettamente ovale) le vicende del PAC (Paillar Athletic Club), squadra dell’omonima cittadina, nella quale ogni cosa gira intorno al rugby e persino le rotonde stradali sono ovali. “La squadra di Paillar teme soltanto che alcuni inglesi mal intenzionati possano trasformare l’Albala - Digeo, il pub locale, in una sala da tè! Per il resto, non sono certo gli scontri, le botte, i cazzotti e le randellate della squadra avversaria a fermare i giocatori del PAC. Al contrario, sono persuasi che le ragazze impazziscano per le orecchie maciullate o gli occhi neri…”. Un modo per raccontare “il mondo ovale” e i suoi cliché con humour e intelligenza. Les Rugbymen è probabilmente il fumetto sul rugby più famoso del mondo (ed è già stato tradotto anche in inglese).

Questa riproposizione italiana (realizzata da Excalibur con la collaborazione editoriale della Compagnia del Fumetto) raccoglie una selezione delle tavole più belle e divertenti con una sezione riservata alle regole creata con il supporto dell’ex arbitro internazionale Joel Jutge.

La prima uscita, “La grande famiglia del Sei Nazioni”, è per l'appunto interamente dedicata al più antico torneo di rugby al mondo (la storia, le squadre e i tifosi simpaticamente e ironicamente rappresentati secondo gli stereotipi nazionali), e corredata da una guida al campo di gioco, ai giocatori e ai segnali dell’arbitro.
Con il secondo volume inizia la pubblicazione cronologica delle avventure dei ragazzi PAC (Fulminato, Cotechino, l’Anestesista, Tonsilla, Spaccone e tutti gli altri) che ci trascineranno nel vivo del campo, delle mischie, degli spogliatoi... Ci faranno scoprire l’affascinante mondo delle tifoserie e tutti i segreti del terzo tempo...

Les Rugbymen, pubblicato per la prima volta nel 2005 da Bamboo (editore specializzato che vanta uno fra i più ricchi e ricercati cataloghi di fumetti umoristici e satirici di Francia) riscosse subito un successo straordinario, successo che si è via via consolidato sino a farne una strip di culto: oltre 2.000.000 di copie vendute, più di 675 tavole raccolte in 15 volumi, un manuale con le regole del rugby, uno speciale sul Sei Nazioni, una serie di romanzi per ragazzi, calendari, alcuni cartoni animati e addirittura un videogioco.

A disegnare la serie un cartoonist dal tratto inconfondibile Poupard (al secolo Alexandre Mermin, autore di gran classe, a suo agio tanto con le storie realistiche quanto con quelle umoristiche), a sceneggiarla Beka (pseudonimo di Bertrand Escaich e Caroline Roque, coppia nella vita e nel lavoro che insieme e singolarmente hanno firmato altri fumetti di grande successo).   blogosfere.it di Duccio fumero

 
 
 

sveglia gif

Post n°3892 pubblicato il 03 Febbraio 2017 da paperinopa_1974
 

sveglia gif animata

sveglia dormiglioni la colazione e pronta

 
 
 

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