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Messaggi del 18/06/2017
Post n°4275 pubblicato il 18 Giugno 2017 da paperinopa_1974
cortometraggio animato di fantascienza il video si riferisce alla sonda spaziale della missione Voyager un bellissimo lavoro fatto da Loic Magar e Roman Veiga la sonda Voyager ritorna sulla terra distrutta con un solo abitante che possa vedere il messaggio del Golden Record buon divertimento domenica relax ciauuu
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Post n°4274 pubblicato il 18 Giugno 2017 da paperinopa_1974
Catanese di Caltagirone ha cambiato passo alla Plastica Alfa che esporta in ottanta Paesi del mondo Con la passione per la poesia per la quale ha organizzato un Festival durante il G7 La Sicilia ha un enorme potenziale le autorità ci devono supportare di più Green economy e poesia, la scienza dei tecnopolimeri e i festival letterari per amore della sua Sicilia, sono il mondo nuovo costruito da Josephine Pace, 42 anni, catanese di Caltagirone. Da lei, come direttore generale, è venuta l'impronta ambientalista alle attività di Plastica Alfa srl, l'azienda di famiglia fondata nel 1983 dal padre Mario, amministratore unico, geometra e agronomo, e il socio Francesco Nobile, specializzata in sistemi di irrigazione e di termoidraulica per l'edilizia, che esporta in 80 paesi del globo l'80 per cento dell'intera produzione. Josephine Pace ha sdoganato la plastica aprendosi spazi di mercato nel green building, rendendo sostenibili i componenti come barre, raccordi, filtri richiesti dall'agribusiness, dalla termoidraulica e per il trattamento delle acque in ambito industriale fino al loro completo riutilizzo. Con la collaborazione decisiva della sorella Miriam, 36 anni, designer industriale e esperta in progettazione "Noi partiamo da materiali vergini - dice il direttore generale dell'azienda calatina -, quindi di alta qualità, il loro ciclo di vita è di 50 anni e anche di più. Non inquinano perché non vengono dispersi nell'ambiente, e ciò li rende anche una scelta ecologica". Ha cominciato nel 2000 a lavorare in fabbrica. "Ero una ragazza, mi occupavo di acquisti e qualità, aree che avevano bisogno di un maggiore supporto". Da lì è passata allo sviluppo del business. Plastica Alfa è molto presente nel Maghreb, in Medio Oriente, in Europa, in America latina con un programma di commercializzazione, a Cuba. Negli Usa l'azienda muove i primi passi con un branch a New York e un magazzino in New Jersey, "per cercare di penetrare meglio in questo mercato che ci sembra particolarmente interessante". Una filiale è negli Emirati, "me ne sono occupata per tre anni, dal 2009 al 2011, abbiamo sviluppato quel mercato con grandi interventi di edilizia: grattacieli e hotel ad Abu Dhabi, Dubai e Doha, in un periodo in cui erano posti un po' meno di moda. Poi la crisi economica è arrivata anche lì, c'è stato lo stallo dei progetti, ma siamo stati bravi a mantenere alleanze strategiche con alcuni importanti contractor, e a restare nel sistema delle grandi commesse che ci permette di agganciare tutta la filiera. In Marocco per 15 anni abbiamo avuto un sede diretta a Casablanca, e anche lì siamo diventati leader di mercato". Tutela ambientale, innovazione e energie rinnovabili sono tra gli obiettivi della ricerca scientifica che in Plastica Alfa è guidata da Luciano Falqui in tandem con la chimica Marianna Nucifora. La società ha fatto da battistrada nel progetto nazionale Bio4Bio chiuso nel 2015 che consiste nella realizzazione di bioreattori chiusi, tubi trasparenti per captare la Co2, nemico pubblico numero uno dell'ambiente e trasformarla in una microalga destinata ai settori strategici della neutraceutica, della farmaceutica e della cosmetica e importante per la produzione di bio diesel. Nel futuro di Plastica Alfa, in crescita economica con 120 dipendenti e un fatturato 2016 di 17 milioni di euro, c'è la produzione di energia pulita da biomasse attraverso la valorizzazione degli scarti agroindustriali, settore meno conosciuto ma dalle forti potenzialità. Di plastica sono fatti anche i tubi antincendio, un nuovo prodotto in sostituzione di quelli di metallo, che richiedono continua manutenzione e al contatto con l'acqua si corrodono e formano ruggine. L'incontro con Falqui ha avuto come protagonista la società di consulenza Expandya srl, che Josephine Pace aveva creato in proprio. Il ricercatore era stato contattato da un fondo di investimento anglo-lussemburghese, Next energy capital, arrivato in Sicilia tra il 2009 e il 2011 per investire almeno 200 milioni di euro nel fotovoltaico. Anche Pace in quel periodo guardava allo stesso mercato. Ma il 'quinto conto energia' del governo fece scappare gli investitori che dirottarono tutto in Sud Africa. "È stata una grossa perdita - racconta la manager -, l'investimento avrebbe fatto ricadere sul nostro territorio molta ricchezza. Le operazioni speculative non mi interessano, ma tutto ciò che fa crescere la Sicilia sì. Mi sono fatta una cultura sulla green economy, sono una che studia sempre e mi ispiro a un guru come Bill Gates". Sulle nuove frontiere il pioniere è Falqui, e lei da direttore generale muove le pedine per lo sviluppo. "Frequentiamo molte conferenze internazionali. Adesso stiamo andando a San Diego, in California, dove circolano moltissimi capitali, si devono costruire impianti da decine di ettari, un driver di crescita straordinario, ci sarà da strutturare meglio tutta l'attività, step by step". Le sarebbe piaciuto diventare giornalista, l'imprenditrice si muove veloce, con la curiosità che la spinge a capire il mondo e a intercettarlo. "La California è una Sicilia sviluppata, stessi paesaggi, eccellenze, stesso spirito, ma lì ci sono i capitali investiti correttamente e una classe dirigente virtuosa. Abbiamo grandissimi competitor, di solito però focalizzati su uno o due settori, noi siamo più trasversali e ci salva la nostra qualità indiscussa". Ora progetta di impiantare un centro di ricerca che potrebbe essere il polmone e l'incubatore per altre start up. "Abbiamo presentato domanda a Invitalia, ma lo stimolo è rivolto a tutti i soggetti interessati. Disponiamo di suoli adatti, non ci mancano gli spazi in Sicilia. Cito ancora Bill Gates: ci sono settori di business in cui facendo qualcosa per gli altri, la si fa anche a beneficio proprio, come inventarsi un prodotto di successo per risolvere un problema ambientale". Nel percorso imprenditoriale, Borsa italiana è diventato un partner con cui confrontarsi quasi ogni giorno. "Il mercato dei capitali ha il suo lato positivo e quello negativo. Si può usare la finanza in maniera virtuosa, ma di finanza si può anche morire". Accendere i riflettori su pezzi di Sicilia pochissimo conosciuti, era appunto lo scopo dell'iniziativa. "La Sicilia ha un potenziale enorme, sottocapitalizzato. Una Regione lungimirante avrebbe dovuto utilizzare il vertice per dare il massimo rilievo al suo grande giacimento culturale. Due premi Nobel su tre della letteratura italiana, Quasimodo e Pirandello sono siciliani, gli scrittori Camilleri e Maraini, i musicisti, il patrimonio enogastronomico: la Sicilia ha di tutto, non ho visto nulla al summit che ne parlasse". repubblica.it di PATRIZIA CAPUA |
Post n°4273 pubblicato il 18 Giugno 2017 da paperinopa_1974
Sungrow sta costruendo un impianto fotovoltaico galleggiante da 150 MW di potenza su un lago artificiale. Fino a pochi anni fa era una miniera di carbone Il fotovoltaico può servire, oltre che a produrre energia pulita dal sole, anche a riqualificare ex siti minerari fortemente inquinati. Come nel caso del sito di Huainan, nella provincia di Anhui in Cina, che è ha ospitato per decenni una miniera di carbone e che, tra non molto, diventerà la sede del più grande impianto fotovoltaico galleggiante del mondo. Come in quasi tutte le miniere di carbone abbandonate, anche a Huainan è nato un lago inquinato: scavando in cerca del combustibile fossile più sporco di sempre, infatti, l'industria mineraria normalmente pompa dalle profondità del sottosuolo acqua dolce di risalita. Che è spesso inquinata dalle sostanze chimiche utilizzate per scavare e dai metalli che naturalmente si trovano sotto terra. Quando la miniera viene chiusa e abbandonata quest'acqua non viene più pompata e portata via e, così, in pochi anni si viene a formare un lago artificiale fatto di acqua inquinata. Un sito inutilizzabile per la stragrande maggioranza delle attività economiche, ma non per il fotovoltaico. Sungrow, infatti, ha deciso di utilizzare il lago artificiale come base per il suo mega progetto di fotovoltaico galleggiante: delle enormi zattere ancorate con dei cavi al fondale ospitano i pannelli solari fotovoltaici mentre, tra una zattera e l'altra, sono stati piazzati gli inverter che convertono l'energia a corrente continua prodotta dai pannelli solari in energia a corrente alternata che può viaggiare nella rete elettrica nazionale cinese. Cao Renxian, CEO e presidente di Sungrow, ha dichiarato alla rivista di settore cinese PV-Tech che il nuovo progetto dovrebbe essere ultimato entro l'anno. Quindi, se i tempi verranno rispettati, è assai probabile che i 150 MW di energia pulita di Huainan verranno allacciati alla rete a inizio 2018. "Le banche - ha specificato Renxian - ci danno supporto finanziario perché, anche se il ritorno economico di questi impianti galleggianti è inferiore a quello degli impianti montati a terra, questo tipo di impianti non ha problemi di mercato immobiliare". ecoblog.it di Peppe Croce |
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