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Francoise Sagan
Post n°219 pubblicato il 24 Settembre 2011 da ilio_2009
Adieu, tristesse. Adieu, Françoise. Il mito letterario che fece fremere la gioventù degli Anni Sessanta. Chi non si riconobbe nei suoi personaggi? Françoise Sagan è morta il 24 settembre 2004 nella più squallida indigenza, magra come un chiodo, da tempo incapace di scambiare non solo delle idee, ma qualche parola. Se n’è andata per un'embolia polmonare. Accadeva all’ospedale di Honfleur, in Normandia, davanti al mare tempestoso della Manica. "Il mondo della letteratura l’aveva ormai abbandonata, povera drogata e povera alcolizzata, povera di tutto. Del resto i giorni incantati, intessuti d’innocenza e perversione che raccontò nel 1954 in quel suo primo romanzo intitolato «Bonjour tristesse» erano ormai un ricordo svanito dalla sua povera memoria malata. Ricordava vagamente d’essere stata una scrittrice. I vicini della clinica di Honfleur la chiamavano la «povera vecchia». Aveva sessantanove anni, ma ne dimostrava quindici di più. Una «foglia morta». Anche Juliette Gréco, la sua grande amica, non andava più a trovarla: «Non riconosce più nessuno. I suoi occhi sembrano pozzanghere spente». Era stata una scrittrice prolifica. Quasi cinquanta opere, tra romanzi, sceneggiature, novelle, drammi teatrali. Avrebbe dovuto finire i suoi giorni da ricca signora delle lettere, invece il fisco e la giustizia, per un losco affare di petroli in cui lei s’era atteggiata a mediatrice, l’avevano perseguita fin dal 1990 con ferocia, come solo sa fare la stato francese. Furono anni di furia, dall’abisso dei peccati alle vette dei riconoscimenti culturali. Françoise era alla moda, i francesi l’ammiravano per la sua disinvoltura anche quando apprendevano dai settimanali che lei e il marito, l’artista americano Robert Westhoff, facevano orge e si scambiavano le amanti e gli amanti. Seguì, nel 1956, il successo, di «Un certain sourire», poi «Aimez-vous Brahms...» nel 1959. |
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