Creato da ilio_2009 il 10/08/2010

Frammenti

Milano o Parigi ?

 

Messaggi di Ottobre 2014

Chemin de Fer Métropolitain Milanès

Post n°459 pubblicato il 29 Ottobre 2014 da ilio_2009

Il 1° novembre , alle ore 10:41, di cinquant'anni fa, Milano inaugurava il suo metrò. Avete voglia di fare un viaggio nel tempo fino agli anni Sessanta?  http://larep.it/1tKoVsm

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I primi due vagoni della metropolitana M1, la “rossa", attraversarono la città, da Piazzale Lotto a Sesto Marelli, lungo 21 stazioni per 12,5 Km di percorso. A distanza di 50 anni, la M1 rappresenta ancora la “spina dorsale" della rete metropolitana di Milano, con le sue 38 stazioni su un percorso di  circa 27 km e quasi 500.000 passeggeri al giorno trasportati.

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Per festeggiare questo momento storico, sabato 1° novembre sarà una giornata di festa per Milano. Il Comune di Milano, ATM, MM e Fondazione Milano - Scuole civiche hanno organizzato molte iniziative in diversi luoghi della città. In piazza Castello sarà inaugurato un tunnel ‘emozionale’ che con materiale video dell’epoca racconterà ai milanesi la storia della nascita della linea 1 della metropolitana milanese progettata da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. Anche la mostra ‘Milano SottoSopra’ all’Expo Gate, organizzata da MM, illustrerà la nascita della metropolitana con immagini di archivio.

Il tunnel, lungo 20 metri a alto 5 metri, resterà installato per tutto il mese di novembre. L’ingresso sarà gratuito, dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 19:00. Il tunnel avrà una sezione dedicata al passato ed una dedicata al presente ed al futuro. All’interno del tunnel verranno proiettate immagini di repertorio e video che ripercorreranno la storia della metropolitana di Milano dal 1964 ad oggi.

Già da domani, mercoledì 29 ottobre, e fino al 12 novembre, ATM metterà in vendita un nuovo biglietto, tutto dedicato al cinquantesimo anniversario della “rossa".

Per tutto il giorno di sabato 1° novembre, inoltre, nei vagoni in viaggio e soprattutto nei mezzanini delle fermate di San Babila, Duomo, Cairoli e Cadorna si svolgeranno le incursioni di teatro, danza e musica degli allievi della Fondazione Milano - Scuole civiche.
La mostra ‘Milano SottoSopra’ resterà allestita all’Expo Gate, dal 1° al 9 novembre, dalle ore 10 alle 20, e presenterà materiale fotografico storico dell'inaugurazione del 1964 e dei cantieri della metropolitana. La mostra ripercorrerà, attraverso immagini inedite e sorprendenti tratte dall’archivio storico di Metropolitana milanese, le trasformazioni temporanee del paesaggio urbano e quel mondo sotterraneo svelato dai grandi lavori di scavo che misero sottosopra la città dal 1957 al 1964. Un’occasione per rendere omaggio a progettisti, ingegneri e maestranze che resero possibile la realizzazione di questa grande opera, cambiando per sempre il volto del capoluogo lombardo. La mostra è arricchita da stralci tratti dai racconti che Dino Buzzati scrisse durante i lavori di scavo della metropolitana.
Sempre presso l’Expo gate, mercoledì 5 novembre, alle ore 18:30, è previsto un workshop di approfondimento aperto al pubblico condotto dai tecnici di MM che racconteranno la storia dei cantieri e l’evoluzione della progettazione dal 1964 ad oggi.

Sabato 1 novembre, nei mezzanini delle fermate di San Babila, Duomo, Cairoli e Cadorna e nei vagoni in viaggio lungo tutta la linea rossa dalle ore 12:00 alle 20:00, saranno messe in scena dagli allievi ed ex allievi delle scuole di teatro e di musica del Comune di Milano momenti di spettacolo leggeri e divertenti che daranno ai cittadini e ai turisti una diversa visione degli spazi urbani. Brevi sketch teatrali racconteranno come i milanesi vissero la costruzione della M1. In un'azione danzata i giovani ballerini ricostruiranno gli atteggiamenti fisici e i movimenti tipici del passeggero in metropolitana: la corsa quando si è in ritardo, l’acquisto dei biglietti, la lettura del giornale, il movimento impresso al corpo dal movimento dei vagoni.

Durante le performance saranno anche eseguiti brani musicali degli anni '60. I Piccoli cantori di Milano, circa 40 giovanissimi cantanti, si esibiranno con un omaggio musicale dedicato a personalità milanesi, ad esempio Giorgio Gaber.

E, infine, è previsto un concerto della band pop-rock 96avenue.
Sempre il 1° novembre la Fondazione Franco Albini e Campari organizzano l’evento ‘Metropolì metropolà’ che si svolgerà alle 17:30 in Galleria Vittorio Emanuele di fronte al Camparino, dove verrà eseguito per la città un inedito pezzo di storia musicale riscoperto dopo 50 anni.

La Fondazione Franco Albini, per divulgare il valore culturale e il senso di appartenenza a questa importante opera, ha promosso il sito www.metromilano50.com, un contenitore di documenti online continuamente aggiornato, dove saranno disponibili le sezioni dedicate alle celebrazioni e agli eventi. Metromilano50.com ha anche l’obiettivo di rendere protagonisti i cittadini, pubblicando le loro storie, le loro foto e video sulla vita in metropolitana. Le immagini, i video e le storie migliori verranno premiati dalla Fondazione Franco Albini e da Campari.

Nel mese di novembre la Fondazione Albini inaugurerà nella sede di via Telesio 13 la mostra ‘Alla scoperta della rossa’, un viaggio nella metropolitana rossa attraverso documenti d’archivio, tavole originali e luoghi di lavoro che narrano lo spirito di un’epoca dell'architettura italiana all'avanguardia nel mondo oggetti, curiosità e filmati tratti dalle pellicole girate in metro. Saranno, inoltre, organizzate visite guidate nella metropolitana Linea 1 rossa per scoprirne tutti gli aspetti architettonici, partendo dallo studio dove dal 1961 Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda progettarono gli interni della sotterranea.

Inoltre, la Fondazione Albini in co-branding con il marchio Milano del Comune, ha messo a punto una serie di oggetti ispirati agli elementi progettuali. Infine, dopo 50 anni torna nelle stazioni della MM1 il poster di Bruno Munari ‘Declinazione grafica del nome Campari’, che fu esposto per l’inaugurazione, in occasione dell’inaugurazione della M1. Il manifesto fu pensato come opera dalle dimensioni illimitate per essere letto da un treno in movimento. Si potrà ammirare a Conciliazione, San Babila, Duomo e Cairoli da fine ottobre a metà novembre.

La comunicazione social sarà veicolata attraverso l’hashtag #metromilano50.

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La Milano di Hemingway

Post n°458 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da ilio_2009

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Mentre la Prima Guerra Mondiale sconvolge la storia di un intero continente, il giovane Ernest Hemingway vive a Milano la storia d'amore che ispirerà il suo romanzo più famoso "Addio alle armi". Dalle memorabili pagine del grande scrittore americano, ecco una Milano romantica, piena di voglia di vivere nonostante il conflitto che insanguina il resto d'Europa.

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A Milano, in via Armorari, una targa commemora la presenza di Hemingway in città nel 1918. Al terzo e quarto piano dell'edificio si trovava al tempo la sede dell'ospedale della Croce Rossa americana.

<a href="http://www.memomi.it/it/00004/83/la-milano-di-hemingway.html">http://www.memomi.it/it/00004/83/la-milano-di-hemingway.html</a>

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I cortili di Parigi

Post n°457 pubblicato il 26 Ottobre 2014 da ilio_2009

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Antoine ha un'età indefinita come il malessere che gli ha tolto il sonno e il desiderio di essere nella vita. Sceso dal palcoscenico, dove si esibiva col suo complesso rock, cerca e trova lavoro in un anonimo condominio parigino. Depresso, insonne e consumatore di sostanze stupefacenti, Antoine diventa il portinaio di una piccola comunità altrettanto instabile. Tra loro c'è Mathilde (Catherine Deneuve), un'anziana signora che, dopo essersi presentata, gli confida di aver paura che, per via di una crepa, l'intero edificio possa improvvisamente sprofondare. Per educazione, ma anche per non rischiare di perdere il lavoro, Antoine decide di assecondare la donna, finché tra i due non nasce una particolare e sorprendente amicizia.  Fragile e tormentata da un malessere in levare, Mathilde produrrà così  in Antoine un bagliore e un'intenzione di vita.

 

 
 
 

Quattro giganti a Milano

Post n°456 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da ilio_2009

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Il film racconta di Leonardo, Napoleone, Stendhal, Hemingway: un fiorentino, due francesi, un americano, a vario titolo quattro giganti della storia e della cultura che nel corso delle loro vite“occuparono” Milano per molto tempo e intensamente.

Leonardo fu in città fra il 1482 e il 1500, chiamato da Ludovico il Moro. Realizzò im-prese, d’arte, di ingegneria e di scienza quali nessuno al mondo: il Cenacolo, il Codice atlantico, i Navigli, oltre al resto. Fu a Milano, durante la campagna del 1796, che Na-poleone, generale 27enne, fece il salto di qualità ponendosi all’attenzione dell’Europa. Ma non era solo un militare, mise la mani sulla città, la rifece in buona parte, a modo suo, secondo grandezza. E in Duomo, nel maggio del 1805, si fece incoronare Re d’Italia. Henri Beyle, detto Stendhal, adorava Milano. Ci visse, a intervalli, per vent’anni. Scrisse il proprio epitaffio, in italiano: “Qui giace Arrigo Beyle, milanese…”. Imparò il dialetto da Carlo Porta, corteggiò molte dame, ma il seduttore non valeva lo scrittore. Ernest Hemingway fu primo americano ferito in Italia nella Grande guerra, sul fronte del Piave. Venne ricoverato a Milano, in via Armorari. Dove conobbe Agnes, sì, l’infermiera di Addio alle armi, incontro decisivo, per l’uomo e lo scrittore. Frequenta-va la Scala e il Cova. Lasciò la città, per tornare a Chicago, con la morte nel cuore. Disse: «Senza Milano non sarei Hemingway».

FOUR GIANTS IN MILAN (QUATTRO GIGANTI IN MILANO) 15 ottobre, ore 21.00 – Ingresso libero fino esaurimento posti Spazio Oberdan


 
 
 

Se amate il cioccolato... amerete anche il curry

Post n°455 pubblicato il 12 Ottobre 2014 da ilio_2009

Se avete amato il film Chocolat amerete anche Amore, Cucina e Curry

Tratto dal libro di  Richard C. Morais

Madame Mallory e il piccolo chef indiano pubblicato da Neri Pozza

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Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Road a Bombay, vent’anni prima che fosse ribattezzata Mumbai. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, gli allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. E ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando scappellotti sulla testa degli sciatti camerieri e accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti.
Naturale che quando l’intera famiglia Haji, i sei figli di età compresa tra i cinque e i diciannove anni, il grande Abbas, la nonna vedova, la zia e suo marito, lo zio Mayur, si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumière, nel cuore della Francia, sia proprio lui, il piccolo Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas. Un locale magnifico per gli Haji, con un’imponente insegna a grandi lettere dorate su uno sfondo verde Islam, e la musica tradizionale indostana che riecheggia dagli altoparlanti di fortuna che zio Mayur ha montato in giardino.
Peccato che abbia di fronte, dall’altra parte della strada, un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, il salice piangente, con un’insegna che si muove impercettibilmente con il vento, il giardino roccioso coperto di muschio, le vecchie stalle dalle finestre con i vetri a piombo.
Peccato poi che la proprietaria del locale, una certa Madame Mallory, sia andata a protestare dal sindaco, sostenendo che un albergo come Le Saule Pleureur, che vede ai fornelli lei, la vestale dell’arte culinaria francese, la chef degli chef apprezzata da gente come Valéry Giscard d’Estaing e il Barone de Rothschild, la gloria dell’establishment gastronomico francese proveniente da una delle più illustri e antiche famiglie di grandi hôteliers della Loira, premiata con ben due stelle dalla guida Michelin, non può avere dall’altro lato della via un bistrò indiano che spande la puzza di cucina unta per tutto il vicinato!
Popolato di personaggi eccentrici, ricco di divertenti disavventure culturali, ambientazioni vivaci e squisite ricette, descritte con dovizia di particolari, Madame Mallory e il piccolo chef indiano svela le trame interne all’esclusivo mondo dell’haute cuisine francese e narra la storia toccante di un ragazzo indiano che si conquista il proprio posto nel mondo.

«Un romanzo ricco di fascino,  scritto in maniera brillante, sensuale ed evocativa».
Joanne Harris, autrice di Chocolat

«Una storia di rivalità tra ristoranti, e di lotta per accaparrarsi le stelle Michelin,
raccontata divinamente».
Simon Beaufoy, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di The Millionaire

«Il primo romanzo dai tempi di Zola nel quale è il cibo a farla da padrone».
Anthony Bourdain, autore di Kitchen Confidential

 
 
 

Patrick Modiano

Post n°454 pubblicato il 10 Ottobre 2014 da ilio_2009

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Patrick Modiano

 
 
 

Il 4 ottobre 1883, da la Gare d' Est, partiva ...

Post n°453 pubblicato il 04 Ottobre 2014 da ilio_2009

... il Train d' Orient per il suo primo viaggio verso Istanbul, allora chiamata Costantinopoli.

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"Nel 1869, Georges Nagelmackers , figlio di un ricco banchiere belga, si recò negli

Stati Uniti e rimase colpito da George Mortimer Pullman e dalla linea ferroviaria che         portava il suo nome. Sognava di portare anche in Europa viaggi transcontinentali  altrettanto lussuosi. I plutocrati del XIX secolo sarebbero saliti su un treno a Londra            o Parigi e avrebbero attraversato il continente con stile, nel massimo comfort e     opulenza, arrivando a rinfrescati e rinvigoriti a Costantinopoli, per osservare il passaggio  dal Bosforo all'Asia. Purtroppo, l'Europa era un mosaico poliglotta di imperi, regni e principati, spesso gelosi guardiani della propria rete ferroviaria.

Ma molte delle teste coronate d'Europa erano imparentate tra loro e re Leopoldo II sfruttò le sue parentele per spianare la strada a Nagelmackers e alla sua ferrovia transcontinentale. Lo stesso re aveva una passione per i treni e l'offerta di viaggi gratuiti — in cambio del suo aiuto nella stipula di contratti per la società Wagons-Lits di Nagelmackers — rese l'impresa irresistibile. Tanto quanto il fascino della sua amante, la ballerina parigina Cléo de Mérode con la quale, si dice, trascorreva momenti indimenticabili nella sua carrozza privata. Con l'appoggio di Leopoldo II, il treno partì da Parigi per il suo viaggio inaugurale il 4 ottobre 1883, diretto a Costantinopoli. La stampa lo definì Orient Express e tale rimase per Nagelmackers come per i suoi passeggeri.

 

Leopoldo II non era certo l'unico monarca europeo innamorato dell'Orient Express.  Re Boris di Bulgaria lo amava tanto che quando il treno attraversava sferragliando il suo  regno, esercitava il diritto reale di guidarlo in prima persona. Anche il sovrano della confinante Romania, Carol II, aveva un debole per questo servizio e lo usò per portare      la sua amante da Parigi a Bucarest (e spedire l'ex moglie, la principessa Elena di Grecia,      in esilio). E nel 1940, quando fuggì nella neutrale Svizzera, scelse il treno, portando con       sé tesori e opere d'arte. (da ralphlauren.com )

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Poster del XIX secolo di una farsa parigina, raffigurante ciò che la società dell'epoca immaginava potesse accadere negli scompartimenti dell'Orient-Express

)

 



Viaggiare sull'Orient Express era un'avventura esclusiva e, all'apice della sua fama, collegava il centro di Londra al centro del Cairo, passando attraverso gli esotici Balcani e le storiche città del Levante. Divenne quindi lo sfondo perfetto per romanzi pieni di suspense e intrighi. Graham Greene scrisse Il treno d'Istanbul nel 1932 (pubblicato negli Stati Uniti con il titolo Orient Express) e due anni dopo Agatha Christie scrisse il suo romanzo forse più famoso, Assassinio sull'Orient Express che contrappone un brutale omicidio all'ambientazione lussuosa del treno. Senza dimenticare lo 007 di Dalla Russia con Amore


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se volete potete ancora provarlo 

e sognare di incontrare Josephine Baker ed Albert Einstein, cenare a fianco di Hercule Poirot o del poeta Apollinaire. Addormentarsi cullati dalle pagine di sir Arthur Conan Doyle, di Hemingway o di Agatha Christie, o spiare le abitudini delle bellissime come Marlene Dietrich o Mata Hari ,tutte con l' immancabile un flacone di Chanel n°5. o anche solo per  ammirare i vagoni decorati da René Lalique

 

 

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ma se volete risparmiare consiglio le memorie di chi guidava, non questo treno, ma questa leggenda http://www.journaldeborddunconducteur.fr/

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

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bello questo post. Buona giornata da Artecreo
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E il dipinto...anche se ha quel titolo, non è neanche...
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Vraiment amusant! :)
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