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Il "panevin"

Post n°315 pubblicato il 12 Gennaio 2008 da goldblog

05/01/2008

Questa sera siamo stati a casa dei nonni con gli zii Raffaella e Cristian per festeggiare il "panevin"; ne hanno bruciato uno di grandi dimensioni a poca distanza dal giardino (v. foto).
Purtroppo la pioggia ha un pò rovinato la serata; non c'era tanta gente ma, soprattutto, non hanno esploso i fuochi artificiali.
Per di più il mio raffreddore e la tosse non accennano a diminuire e così non sono potuta andare a cantare "panevin" davanti al fuoco assieme alla gente; l'ho però visto dalle finestre.
Il nonno vedendomi incuriosita ed impressionata mi ha dato alcune notizie sulle origini e significati di questa tradizione.

Le origini del “panevin” sono antichissime.
Nato come rito che coinvolge il fuoco e la terra, fu poi influenzato dalla fede cristiana che ne ha voluto vedere il mezzo per illuminare la via ai Re Magi che si erano smarriti.

Il rito del “panevin” viene celebrato alla vigilia dell’epifania ed è diffuso nelle Provincie di Treviso, Venezia, Vicenza e Belluno (dove è chiamato “pavaroi” o “pavarui”) ed in Friuli (dove è chiamato (“pignarui” o “palavins”).

Il “panevin” è composto da un cumulo di rami secchi, sterpaglie, legna e quant’altro un tempo era inutile e destinato ad essere bruciato.

Sulla sommità del “panevin” viene posto un fantoccio dalle sembianze di una vecchia signora, chiamata “vecia”, responsabile di tutti i malanni e sfortune dell’anno appena passato.

E’ usanza ancora oggi, durante il falò, mangiare la “pinza” (dolce guarnito con noci, fichi, uva passa) e bere “vin brulè” (ottenuto dal vino bollito con chiodi di garofano e cannella).

Dall’andamento del fumo e delle faville si traggono da sempre gli auspici per l’anno appena iniziato: se queste vanno verso sud o verso ovest, il raccolto sarà abbondante; se fumo e faville vanno verso nord o verso est, il raccolto sarà scarso.

Chi volesse maggiori e più autorevoli informazioni può andare al sito: http://digitaldialectics.org/pop_culture.php?page=panevin#_edn4

Peccato che la serata non sia stata come l'avevano attesa i nonni; ci tenevano tanto a farmi qualche foto davanti al fuoco.

 

Nel corso della serata ho sentito parlare di una certa Befana; ho chiesto informazioni alla nonna e lei mi ha raccontato questa leggenda.

I Re Magi stavano andando a Betlemme per rendere omaggio al Bambino Gesù. Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per chiedere indicazioni sulla direzione da prendere.
Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina.
I Re Magi chiesero se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il Salvatore. La donna che non capì dove stessero andando i Re Magi, non seppe dare loro nessuna indicazione.
I Re Magi chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare.
Dopo che i tre Re Magi se ne furono andati, la donna capì che aveva commesso un errore e decise di unirsi a loro per andare a trovare il Bambino Gesù.
Ma nonostante li cercasse per ore ed ore non riuscì a trovarli e allora fermò ogni bambino che incontrava per dargli un regalo nella speranza che questo fosse Gesù Bambino.
E così ogni anno, la sera dell' Epifania lei si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c'è un bambino per lasciare un regalo, se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.
La Befana entra in casa scendendo dal camino, per questo è tutta nera; i regali li lascia nella calza che ogni bambino deve appendere vicino al camino.

La nonna mi ha anche cantato questa filastrocca:

La Befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte

col vestito alla romana:

Viva Viva la Befana.

A questo punto mi sono rivolta alla mamma e le ho detto che bisognava andare subito a casa a mettere la calza altrimenti la Befana non avrebbe saputo dove mettere i regali. La mamma mi ha risposto che quest'anno i regali della Befana li ha portati, assieme ai suoi, il suo amico Babbo Natale perchè è più attrezzato (viaggia con la slitta), mentre lei (la Befana), che vola con la scopa, passerà il prossimo anno. Ha anche aggiunto che la Befana mi porterà i regali solo se avrò fatto la brava mentre, se avrò fatto i capricci, mi porterà il carbone.

Ho detto alla mamma di aver capito però le ho raccomandato di non accendere il camino almeno per questa sera; non si sa mai.

 Giulia

 
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