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Sanitą e corruzione. Una campagna e una raccolta di firme per chiedere pił trasparenza nelle strutture sanitarie pubbliche

Post n°8353 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da cile54

Corruzione nella sanità: “In tre anni reati per 1,5 miliardi. E’ il costo di 5 ospedali”

Meno corruzione nelle aziende sanitarie pubbliche italiane. E' l'obiettivo della campagna Riparte il futuro, lanciata in occasione della Giornata mondiale contro la corruzione che si celebra ogni 9 dicembre.

A partire da oggi, infatti, sarà possibile per i cittadini attribuire un punteggio a ogni azienda sanitaria. Basterà andare sul sito Riparte il futuro, dove è disponibile un da un monitoraggio compiuto dalla rete "Illuminiamo la salute" promossa da Libera, Gruppo Abele, Avviso Pubblico e Coripe.

Ma non solo. A questa iniziativa si affianca una petizione promossa da Libera e Gruppo Abele, che dal 22 dicembre raccoglierà firme piazze italiane e sul web, per chiedere trasparenza e legalità in tutte le 237 aziende sanitarie pubbliche presenti sul territorio italiano. Linee guida sono contenute nella legge 190/2012 in materia di trasparenza e contrasto alla corruzione.

9/12/2013 www.globalist.it/

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La malapianta della corruzione e della malagestione politica in sanità

La corruzione in Sanità è stata certificata anche dal punto di vista istituzionale dall'agenzia non governativa Transparency International Italia, in collaborazione con RISSC (Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità) e Ispe-Sanità.

Quanto riscontrato dall’inchiesta è raccapricciante per chi ha buttato solo un’occhio superficiale al fenomeno limitandosi a leggere solo i fatti di cronaca e mai si è fermato a riflettere, limitandosi a schifarsi di un sistema che si mimetizza facilmente additando i singoli, siano essi potenti della sanità e dintorni e siano essi sprovveduti operatori trovati con il dito in piccoli barattori di marmellata, sui quali la stampa (spesso con le mani in pasta con i propri azionisti in affari nel settore sanitario pubblico e privato) mostra il cappio per buttarli in bocca alla morbosità e alla scandalistica superficialità popolare; si veda il caso degli operatori che accettano, volenti o nolenti, elemosina da imprese di pompe funebri.

Nel 2012 nel comparto sanitario-farmaceutico sono state indagate quasi 5mila persone, con 173 arresti. Poca cosa a fronte di un sistema che vive sulla corruzione diffusa.

Ai vertici di questa lista di “cattivi” non ci sono i soliti politici,  ma anche i rappresentanti della cosiddetta “società civile”.

La prima categoria degli indagati è quella dei medici (36 per cento del totale), mentre al secondo compaiono i dirigenti delle aziende sanitarie pubbliche (17%).

La domanda è: cosa fare per  monitorare un fenomeno che vive e vegeta sull'omertà e l'impunità dei potenti? Solo un’infima  parte di questi viene pescato e processato. Da dove iniziare?

Per quanto riguarda le nomine, lo studio rivela come la cattiva politica utilizzi la Sanità come terreno privilegiato per costruire serbatoi elettorali voti e lobby di potere. La nomina a direttore generale e di altri dirigenti apicali  rappresentano la merce di scambio.

Le garanzie fornite da tantissimi manager delle grandi ASl a coloro i quali "politicamente" hanno favorito la loro elezione sono propeduetiche durante il mandato ai processi di corruzione.

Quanto costano le tangenti nella Sanità? Pare che la cifra si aggira sui dieci miliardi di euro all’anno! E parlano di crisi dell’economia italiana e fanno tagli draconiani al lavoro per la salute. Politica criminale!

Altro fenomeno corruttivo, o potenzialmente tale, è quello dell’abusivismo: casi di persone che svolgono attività senza i necessari requisiti.

Le stime degli ordini professionali parlano di circa 30.000 abusivi, di cui 15.000 falsi dentisti, mentre i controlli dei Nas parlano, per il  2009, di 1.170 persone denunciate per esercizio abusivo della professione medica, di cui la metà falsi odontoiatri. Purtoppo anche i subordinati del settore infermieristico sono dentro questo malcostume, come confermano i dati dei Nas del biennio 2010/11 che segnalano 1.023 casi di abusivismo tra gli infermieri.

Secondo i dati del convegno "Sprechi e corruzioni in Sanità: quali rimedi?", nel 2012 4 solo 4 regioni hanno registrato un massimo di 2 casi di corruzione.

I casi di corruzione analizzati da Transparency Italia rientrano in 5 fasce: nomine, farmaceutica.

E poi c'è l’ingorda sanità privata che utilizza più voracemente che nela sanità pubblica il sistema Drg per modificare il valore delle prestazione. Le infiltrazioni mafiose, il riciclaggio di danaro sporco e tutte le attività correlate fanno il resto. Il tragico è che abbiamo questo governo che per sua natura oggettiva e soggettiva non può, neanche in questo campo, mettersi in discussione per avviare un processo di lotta alla corruzione  e di razionalizzazione degli sprechi da malagestione nella sanità che preveda una nuova e democratica riforma sanitaria, sulla scia della sempre attuale legge 833 del 1078, che liquidi del tutto i nefasti meccanismi dell'aziendaliz-zazione. Di conseguenza, appunto in rispetto della sua natura commistiva, il governo PD/PdL prevede un ulteriore batosta alla salute di cittadini e al lavoro degli operatori con incremento esponenziale e inevitabile dei processi di privatiz-zazione, che, guarda caso!, sono quelli più infiltrati dall'intervento mafioso e criminale.

E’ vero che questo governo con la legge 190/2012 ha dato molti strumenti a tutta la pubblica amministrazione per cercare di aumentare la trasparenza e contrastare corruzione e illegalità. Ma è altrettanto vero che le leggi in Italia, quando riguardano i terreni legali e illegali dei potenti, sono fatte per gabbare il santo, come sempre individuato nei lavoratori e nei cittadini in generale.

La legge anticorruzione nella Pubblica Amministrazione parla della possibilità di immettere in ogni ente pubblico “Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione”. A chi vive nel mondo della sanità in posizione subordinata una domanda sorge spontanea: chi controlla che questi Piani non siano l’ennesima pila di documentazione allineata negli scaffali delle Direzioni Generali?

Inoltre questa legge prevede la figura del responsabile per la prevenzione della corruzione; domanda: chi nomina questi soggetti incorruttibili? Vogliamo scommettere che saranno soggetti organici alle amministrazioni e la nomina sarà l’ennesima merce di scambio su vecchie e nuove poltrone?

Constatiamo però un elemento innovativo con la prevista tutela del dipendente che segnala comportamenti illeciti, definitala “vedetta civica”. In teoria il pubblico dipendente che denuncia illeciti di cui sia venuto a conoscenza, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, ovviamente e giustamente, escludendo i casi di calunnia o diffamazione, per vendetta personale o sentito dire.

Ma la nostra positiva constatazione si scontra con la realtà quotidiana che non permetterà mai al subordinato contrattuale di “parlare” e segnalare un aspetto corruttivo, il perchè è elementare: oggi non ha nessuna protezione politica e sindacale!

Quindi, dell’aspetto teoricamente innovativo possiamo trarne solo ulteriore stato d’animo di sconforto e solitudine.

Certo, ci sono pochi coraggiosi che si espongono a causa della loro integrità morale, politica e sindacale, però sono i Don Chisciotte sconfitti dallo stato di cose presenti che dovremmo abbattere stando insieme in tantissimi, perchè la sanità pubblica ha vitale bisogno di monitoraggio, istituzionale e civico, per evitare che gli investimenti finiscano nelle tasche di corrotti e corruttori moltiplicando i danni in termini di prestazioni inadeguate, attese interminabili, posti letto mancanti, strutture fatiscenti…

Il progetto “Illuminiamo la salute” lo propone alla collettività.

 

Franco Cilenti

Editoriale del numero 5 di Lavoro e Salute

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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