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L' Italia grigia di Fini e Casini, una sfumatura dell'Italia annerita da Berlusconi, Lega e Marchione. E il PD cincischia...

Post n°4098 pubblicato il 08 Dicembre 2010 da cile54

“Me ne frego”. L’Italia nera è cominciata così

Berlusconi sta proprio diventando una patetica macchietta. Il che non lo rende meno pericoloso, data la disperata accozzaglia di ometti che derivano da lui la loro sopravvivenza politica. Basta mettersi davanti alla tv e si può scommettere su quello che il premier prometterà, smentirà o dirà di aver fatto. Così l’altro giorno, appena abbiamo sentito la notizia che Mosca ospiterà i Mondiali, abbiamo scommesso in famiglia che Berlusconi se ne sarebbe attribuito il merito. E così è stato. La sceneggiatura è prevedibile perché il boss non ha più autori degni di questo nome e la sua verve è talmente concentrata nell’autoesaltazione che la realtà gli è del tutto estranea. Ormai vive in una bolla di vetro, dove boccheggiano anche i suoi uomini, che ripetono il loro verso, come la gallina di Leopardi. Ogni tanto, però, qualcuno si monta la testa e grida il suo fascistissimo «chi se ne frega», magari al presidente Napolitano. Tanto la tv ha il rewind (ma la magistratura no).

L’anno zero del vacuo Castelli: i problemi degli italiani lo fanno ridere

Ambizioso il tentativo messo in atto da Santoro, che nell’ultima puntata di Annozero, ha voluto collegare, non solo visivamente, le tematiche operaie a quelle studentesche, il movimento anti Gelmini alla Fiom di Landini e, addirittura, la questione sindacale Usa sotto l’amministrazione Obama all’infuriare della globalizzazione. Forse troppa carne al fuoco, ma non certo un inutile falò. Infatti, per esagerato che fosse l’impegno, non si può dire che sia fallito. Molti momenti interessanti hanno sicuramente arricchito la conoscenza del pubblico, dimostrando anzitutto che né agli studenti (per la prima volta chiamati a spiegarsi in tv), né tantomeno ai metalmeccanici, sfugge la complessità delle relazioni tra un problema e l’altro. Se non fosse che al dibattito partecipava, in qualità di esponente di una maggioranza allo sbando, anche il leghista Castelli, vacuo, ridacchiante e fuori parte come il solito. Ma Santoro, fortunatamente, è riuscito a ridurre il danno.

Montecitorio, unico centro commerciale chiuso prima di Natale

Abbiamo sentito annunciare dai tg che la Camera chiude i battenti in attesa del 14 dicembre. Si tratta di vacanze prenatalizie, visto che il governo probabilmente non arriverà a mangiare il panettone. Resta il fatto che, lì dove dovrebbe battere il cuore stesso della democrazia, non c’è più alcuna autonomia dalla volontà e dalla sorte di Berlusconi. Il quale ne fa, se non bivacco dei suoi manipoli, una sorta di centro commerciale, dove vendere e comprare maggioranze. Mentre, in tutti i talk show, berluscloni e leghisti uniti ripetono che il premier è stato votato e dunque, è come se ce lo avesse ordinato il dottore, da qui all’eternità. Dimenticando che è stato votato da una, seppur ampia, minoranza, diventata straripante solo per effetto della porcata di Calderoli. Una legge elettorale la cui riforma, ripeteva ad Omnibus il leghista Salvini, agli italiani non interessa. Come se la politica dovesse fare quello che interessa ai cittadini, e non invece gli interessi reali dei cittadini.

Studenti in piazza, ignoranti al governo

A memoria d’uomo (anzi di tv) non si ricordano giornate studentesche nazionali come quelle di queste settimane. Forse neanche nel 68, che mostrò al mondo la prima scarmigliata generazione televisiva, ci fu tanta visibilità di lotta e partecipazione. È vero che oggi telecamere e telefonini sono dappertutto, ma c’è ancora chi vorrebbe negare la realtà con una battuta da Bar dello Sport. Benché, a negare l’evidenza siano rimasti solo Berlusconi e i berluscloni, tra i quali la ministra Gelmini si batte per il primato di ignoranza della realtà. Aiutata da tipetti come il governatore piemontese Roberto Cota, che a Ballarò ha ripetuto sugli studenti quello che da secoli si dice di tutti coloro che lottano e cioè che non conoscono il motivo per cui lottano. E, quando poi a Cota è stato chiesto se aiuterà la Campania nell’emergenza rifiuti, ha risposto che ha dei «motivi tecnici» per dire di no. Motivi che tutti gli italiani (e gli studenti) conoscono bene e che si chiamano razzismo.

Maria Novella Oppo

06-12-2010

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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