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Decisione fuori dal drammatico contesto sociale. La Fiom e la Funzione Pubblica si ribellano a uno sciopero inutile

Post n°4427 pubblicato il 04 Marzo 2011 da cile54

Se non ora quando? Tra due mesi...

Sarà lunga l’attesa per lo sciopero generale, indetto dalla Cgil per il prossimo venerdì 6 maggio. La segretaria generale della Cgil Susanna Camusso questa volta ha usato i “pieni poteri” per scegliere la data dell’iniziativa. Ha sentito i vari segretari generale, di territorio e di categoria e poi ha optato per quattro ore in una data che è immediatamente prima delle elezioni amministrative. E questo non sembra un ottimo argomento a favore degli echi che la mobilitazione può ricevere nei mass media. Il clima preelettorale farà dimenticare in un baleno le ragioni e la presenza stessa dei in piazza. E poi come la mettiamo con tutto il discorso sulla indipendenza? Questo sciopero finirà per tirarsi dietro molte critiche di “politicità”. Lo sciopero generale è un atto comunque politico, ma che poco ha a che vedere con le elezioni. Adesso vedremo gli slogan, ma dalle prime battute si capisce bene che la Confindustria non è certo candidata ad essere tra gli obiettivi della mobilitazione. Uno sciopero a metà, quindi. E non solo per le quattro ore di astensione dal lavoro.

Quattro ore che potrebbero in molti casi diventare otto. Quasi obbligatorio, per esempio, per quelle situazioni che stanno pensando a un appuntamento unico regionale e per quelle province che scontano una particolare dispersione territoriale. Raddoppio in vista anche per alcune categorie come la scuola e il pubblico impiego. Sulla stessa traiettoria potrebbe mettersi anche il commercio che è appena stato vittima di un accordo separato. La Filcams ha già annunciato uno sciopero di quattro ore e una assemblea nazionale dei delegati a Milano per il 14 marzo. La Fiom, infine, ha già fatto sapere che la giornata sarà piena. «Per una migliore riuscita dello sciopero - ha dichiarato il segretario generale Maurizio Landini - valuteremo l’estensione della protesta, per la categoria dei metalmeccanici, a 8 ore». Lo sciopero, ha aggiunto Landini «è una decisione utile e necessaria, visti anche gli accordi separati nel Pubblico impiego e nel Commercio».

 

Fabio Sebastiani

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Uno sciopero inadeguato

 

La decisione della Cgil di convocare uno sciopero generale di 4 ore per il 6 maggio è un primo risultato ma del tutto inadeguato. Si badi, la nostra non è una critica massimalista di chi fa sempre il “più uno”. Sappiamo benissimo che la decisione della Cgil di convocare uno sciopero generale da sola è cosa rilevante, ma il problema è proprio qui. Dentro una gestione della crisi tutta in chiave antioperaia, di fronte ad un attacco pesantissimo di governo e padronato, di fronte alla divisione del fronte sindacale, come si fa a costruire i rapporti di forza necessari a contrastare efficacemente l’attacco e ad unificare i lavoratori? L’attacco che è in corso non è cosa di poco conto: mette in discussione l’esistenza del sindacato come organizzazione autonoma di classe. Non è un attacco relegato alle manie di Marchionne: il suo modello è in corso di estensione in vari settori ed è stato fatto proprio dalla Marcegaglia. In concreto il tentativo è quello di demolire la Cgil o normalizzandola o conducendola all’impotenza. Di fronte ad un attacco di questo tipo le mezze misure – e lo sciopero di 4 ore tra due mesi è una mezza misura - sono del tutto inefficaci perché non permettono di utilizzare tutta la forza che ha il movimento operaio. Per sconfiggere l’offensiva padronale occorre costruire entusiasmo, suscitare passioni, far sentire ai lavoratori e alle lavoratrici che il loro sindacato gioca la partita fino in fondo. Come seppe fare Cofferati sulla vicenda dell’articolo 18. La decisione di oggi non determinerà questo clima in questo sta tutta la sua inadeguatezza.

Per quanto ci riguarda, in primo luogo occorre operare affinché lo sciopero del 6 maggio diventi uno sciopero di 8 ore contro governo e Confindustria. Già alcune categorie si stanno pronunciando in tal senso, occorre determinare le condizioni affinché questo diventi l’orientamento generale.

In secondo luogo occorre riempire di iniziativa politica e sociale questi due mesi. Non è solo un problema sindacale ma politico. Nell’assenza di qualsiasi riposta ai nostri appelli per la costruzione di una mobilitazione politica unitaria si misura tutta l’inconsistenza dell’opposizione, parlamentare e non. Si tratta di fare un salto di qualità segnando le varie mobilitazioni, a partire dallo sciopero generale dei sindacati di base dell’11 e dalla mobilitazione del 12, con una idea chiara: l’avversario non è solo Berlusconi ma la gestione capitalistica della crisi, l’accoppiata governo Confindustria. In secondo luogo producendo direttamente una campagna di massa sulle questioni sociali, con l’obiettivo di aggregare tutte le forze disponibili a battersi sul serio, anche con la convocazione di una manifestazione nazionale.

 

di Paolo Ferrero

Segretario Rifondazione Comunista

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USB CONFERMA LO SCIOPERO GENERALE DELL'11 MARZO

 

La Cgil sciopererà tra due mesi, il 6 maggio per 4 ore con manifestazioni territoriali. L’Unione Sindacale di Base sciopererà tra 8 giorni, l'11 marzo per l'intera giornata con manifestazione nazionale a Roma.

 

Evidentemente le analisi, gli obiettivi, le priorità e l'urgenza di dare una risposta forte e determinata al governo, alla confindustria e agli effetti della crisi sono diversi, e impongono una attenta riflessione tra i lavoratori.

 

USB invita quindi i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, gli studenti, i precari, i migranti, i senza casa e i senza reddito, tutte e tutti, a partecipare alla giornata di lotta e mobilitazione dell'11 marzo.

 

03/03/2011

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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