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ISOLA IN LOTTA 

Post n°289 pubblicato il 23 Maggio 2007 da cile54

immagineIL VENTO CHE ACCAREZZA ISOLA DELLE FEMMINE

Erano gli anni '50 quando, nelle vicinanze del piccolo centro di pescatori di Isola delle Femmine, una nuova azienda (ora Italcementi SPA) installava un impianto per la produzione del cemento.
Oggi quello stesso allestimento sembra non rispondere più alle esigenze di una realtà territoriale ancora ristretta, ma che intorno ad esso si è sviluppato per anni derivando dallo stesso paese la maggior parte della forza lavoro della fabbrica.
Le attenzioni della popolazione sembrano, però, col tempo, essersi spostate
dai vantaggi economici che la vicinanza dello stabilimento portava, agli
inevitabili effetti che questo ha sull' ambiente e sulla salute dei
cittadini.
Preoccupazioni che, a quanto riferisce Antonino Rubino, impiegato
amministrativo della Italcementi SPA, non sono passate inosservate alla
stessa fabbrica che si adopera già da tempo per rispettare i limiti di
sicurezza imposti dalle normative nazionali ed europee sulle esalazioni
causate dall' incenerimento dei rifiuti di produzione.
Nonostante queste rassicurazioni buona parte dei cittadini continua ad
essere preoccupata dalla vicinanza dell' edificio(appena 5-00 m) e,
rappresentata Da Pino Ciampolillo e dal suo comitato cittadino, chiede che l'
azienda faccia chiarezza sulle problematiche da essi sollevate.
La questione,che è riconosciuta come la principale da entrambe le voci in
campo, è quella del combustibile utilizzato e degli effetti che questo ha
sulla salute.
Uno, in particolare, il nome che esce fuori daqualsiasi documento
riguardante la faccenda: Petcoke.
Facciamo un po' di scienze.
Il petcoke è una sostanza derivata dalla ulteriore lavorazione degli scarti
del petrolio, altamente cancerogena, ma che nei processi produttivi, quali
quelli della Italcementi, permette notevole risparmioenergetico nonché
economico.
Il problema è che per rimanere nei limiti di utilizzabilità e di sicurezza
deve continuamente essere centrifugato; se lo si lascia fermo, o lo si
brucia, allora si producono emissioni altamente pericolose per la salute
umana.
Nel gennaio del 2006 l'ARPA (Associazione Regionale Protezione Ambiente) ha
effettuato un sopralluogo presso il deposito di combustibile solido della
Italcementi, evidenziando gravi carenze nel sistema di impermeabilizzazione
delle aree per lo stoccaggio del petcoke.
Il sig. Rubino ha subito tenuto a sottolineare che l'ARPA "non ha però
rilevato infiltrazioni nel sottosuolo e che l'azienda ha realizzato quelle
opere necessarie a raggiungere la sicurezza del sito".
Dopo numerosi atti di diffida presentati all' azienda a partire da quello
stesso anno, la Italcementi ha deciso, nel 2007, di intraprendere un
percorso dispendioso (70 mln di euro circa) nel tentativo di diminuire
ulteriormente le emissioni nocive.
È infatti in corso un iter burocratico per la costruzione di un impianto
produttivo che andrebbe a sostituire quello tuttora in funzione.
La torre, alta più di 100 m e larga intorno ai 40, avrebbe un negativo
impatto ambientale ma dal punto di vista delle normative limiterebbe
ulteriormente le emissioni gassose.
Bisogna sottolineare che ancora non è pronto nemmeno il progetto di questa
torre e che l'impianto continua a produrre gas nocivi.
Pronte le critiche del comitato Isolapulita.
Per legge, ci dice Ciampolillo, "i cementifici hanno l'obbligo di utilizzare
le migliori tecnologie sul mercato al fine di diminuire o annullare l'inquinamento
atmosferico.
La nuova torre ha però un difetto.
Ridurrebbe sicuramente la sua sfera di influenza negativa su Isola, ma, a
causa della sua altezza, andrebbe ad avere effetti sulle zone circostanti di
Palermo e Capaci".
Le critiche non si fermano qui; " [.] il progetto" continua Ciampolillo "è
stato presentato facendo riferimento solo alla torre, senza fare alcun cenno
alle emissioni che vengono prodotte anche in altre zone dello stabilimento
(basti guardare i mulini e uno dei camini in funzione, alto 65m) o il ricavo
stesso della materia prima che continua a mettere in pericolo la stabilità
stessa della montagna".
Questo ultimo punto è molto interessante.
Già in passato, infatti, la montagna, dalla quale si ricava la materia
necessaria ai processi di cementificazione, aveva dato segni di instabilità
e costretto l'azienda a terminare i lavori per spostarsi su altri versanti.
Torniamo a parlare del petcoke. Abbiamo già detto che è una sostanza
altamente cancerogena, ma il sig. Ciampolillo, durante l'intervista, ci
informa che proprio a causa delle sue caratteristiche, esso è riconosciuto
alla stessa stregua delle armi chimiche e che, quindi, deve essere manovrato
con alcuni accorgimenti.
Già il fatto che la Italcementi lo abbia bruciatoper un certo periodo nei
suoi lavori (senza denunziarne l'utilizzo, sottolinea Ciampolillo) non è un
fatto positivo, ma egli ci informa, e non è l'unico a dirlo, che ogni tre
mesi per un certo periodo di tempo le scorie petroliferevenivano maneggiate
dagli operai dell'azienda senza alcuna precauzione, in capannoni a cielo
aperto o in navi adibite (si fa per dire) al trasporto.
"Gli effetti che l' uso indiscriminato di questa sostanza ha avuto sulla
popolazione è rintracciabile in alcuni referti medici", non necessariamente
riconducibili, aggiungiamo noi, all'utilizzo del petcoke.
Nonostante tutte le critiche mosse all' impiego di questa sostanza, Rubino
insiste nel ricordare che è ancora in corso, da parte di aziende
specializzate, un' analisi sugli effetti del residuato e che l'amministrazione
aspetta i risultati degli studi per attuare la giusta scelta sulla sua
applicazione.
Concludiamo con una questione che non ci sembra di secondaria importanza.
La popolazione che vive a Isola è divisa tra chi appoggia l' industria, chi
la critica e chi, invece, si sottrae a qualsiasi posizione.
È facile riconoscere nei fiancheggiatori della fabbrica i suoi operai che,
almeno pubblicamente, non si esprimono inmodo negativo sul lavoro dell'azienda.
Degli oppositori abbiamo parlato lungamente, riconoscendo nelle loro tesi il
timore per gli effetti negativi che l'inquinamento ha su salute e ambiente.
Gli altri, appartengono a quella razza che si dimostra essere conciliante
con entrambe le parti (a quanto pare il sindaco del paese non si sottrae a
questa regola) o che, adeguatamente accontentato, non si angoscia nel
cercare un motivo di preoccupazione (la chiesa ha ricevuto da poco un
pulmino nuovo da parte dell' azienda in questione).
Ci riteniamo al di sopra delle parti in causa, quindi non ci esprimiamo in
favore di una o dell'altra, riconoscendo in entrambe le voci un senso comune
di fare chiarezza e stabilire regole comuni, nonché il bisogno di fare
valere le proprie posizioni.
Non possiamo però esimerci dal riportare il sentimento di disagio della
popolazione a causa dell'inutile apatia di chi non ha rispetto né per se
stesso, né per le istituzioni che rappresenta, né per le posizioni che ha
dovere di prendere in merito al benessere della sua stessa società.
Un male, purtroppo, diffuso in tutto il mondo ma non per questo
giustificabile.

Marco Salici

http://www.articoloventuno.net/ART21_85.pdf

www.isolapulita.it

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