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Poveri manager di Stato. Riusciranno a sopravvivere?
Il ministro Patroni Griffi, si quel trasparente esponente del governo tecnico che ha avuto la fortuna di acquistare casa di 200 mq con vista sul Colosseo per 175 mila euro, ha deciso di votarsi alla trasparenza. “E che debbo passare per manigoldo solo io” avrà pensato, quindi fedele alle disposizioni anti casta del povero banchiere che amministra l’Italia S.r.l ha reso pubblici gli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione che sforano la cifra massima che da domani in poi sarà consentita, circa 304 mila euro annui. Mancano ovviamente i cumuli dovuti ad altri incarichi. Niente male, altro che costi della politica, altro che taglio alle assemblee elettive per avere meno rompiscatole nei consigli locali. A risultare primo in questa encomiabile classifica è il capo della polizia Antonio Manganelli che incassa circa 621 mila euro annui. Chissà se si tratta di una retribuzione commisurata al numero di manganellate assestate a studenti, precari, lavoratori, migranti e in generale persone che osano protestare? In tal caso difficile che il taglio porterà ad una diminuzione delle stesse. Poi c’è il ragioniere generale dello Stato Mario Canzio che con 562 mila euro circa contribuisce a rafforzare il pareggio di bilancio. Solo terzo Franco Ionta, Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, 543 mila euro. Intanto nelle celle si crepa e si sta in 8 dove si dovrebbe essere in 2. Non male il capo di gabinetto del ministero dell’Economia che di economia dovrà farne molta se i tagli avverranno visto che oggi, il suddetto, sig Vincenzo Fortunato, incassa quasi 537 mila euro. Il capo di stato maggiore della difesa, Biagio Ambrate Abate si contentava di 482 mila euro, quello dell’esercito, “ingiustamente discriminato” solo 481 mila. Povero Giuseppe Valotto, addirittura meno di Raffaele Ferrara direttore dei monopoli di stato. Maltrattata poi la marina, il suo capo di stato maggiore, Bruno Branciforte, prende fino ad oggi 5 euro in meno all’anno del collega dell’esercito. E poi via via, alti papaveri appartenenti soprattutto al ministero della difesa, agli interni, alle varie autority. Da non dimenticare il povero Franco Gabrielli, solo diciannovesimo nella lista, che combattendo contro le intemperie da capo della protezione civile si deve accontentare di 363 mila euro annui. Un tanto a fiocco. Nella lista dei 40 poveri dipendenti figurano tutti i dirigenti dell’Inps e sono assai. Alla faccia della lotta contro i pensionati. A che serve questa lista? Ad aprire la caccia? A dirottare l’attenzione verso qualche altro che insulta chi non arriva a fine mese? Non è il caso. Che serva a capire come di caste ce ne sono assai – si pensi ai manager privati e non solo – e a come il loro tenore di vita non risenta della crisi. Certo sarà dura caro Manganelli, solo per citare il primo campare con metà stipendio. Dovrà trovarsi un doppio lavoro?
Stefano Galieni
23/02/2012
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Roma, 12 maggio 1977
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