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Arsenico nell'acqua: i rischi per i bimbi e l'elenco dei 23 comuni fuori legge per loro
Il limite di 20 microgrammi per litro basterà pure per passare il vaglio europeo e restare, almeno temporaneamente nei limiti di legge, ma di certo convince chi si occupa di tutela della salute.
Antonella Litta, referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l’ambiente è autrice (insieme a Gianni Ghirga e Mauro Mocci) del documento “L’arsenico nelle acque destinate al consumo umano nell’Alto Lazio”. E sul numero del Salvagente, in edicola da domani, ma in vendita già oggi nel negozio on line, lancia precise accuse.
Un testo duro
Un testo duro che senza reticenze racconta della pericolosità di questo metallo e non lascia alibi a chi in questi anni doveva intervenire e non l’ha fatto. “La nuova disciplina sull’acqua potabile è divenuta operativa solo due anni dopo la sua approvazione, ossia nel 2003, proprio per dare il tempo a Comuni e gestori di mettersi in regola con i nuovi parametri. Ma non solo non si è fatto niente in quei due anni, successivamente si è continuato a fare ricorso all’istituto delle deroghe, rendendo di fatto potabili acque che in realtà non lo sono”.
Dottoressa Litta, ci aiuti a far chiarezza. Quali rischi comporta assumere arsenico?
Molto gravi. L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro lo classifica come cancerogeno di classe 1, ossia certo per l’uomo. Quindi è auspicabile non venirci mai in contatto, tanto che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la quantità di arsenico nelle acque dovrebbe essere pari a zero. Del resto le problematiche sanitarie determinate da questo metallo sono ben note e costante oggetto di studi e ricerche.
Quali sono le patologie a cui si può andare incontro?
Ci sono evidenze scientifiche che lo pongono in correlazione diretta con il tumore al polmone, alla vescica, ai reni e alla cute. Inoltre l’esposizione all’arsenico attraverso l’acqua è stata associata al cancro del fegato e del colon. Ma non è tutto. Secondo alcuni studi svolgerebbe un’azione di interferente endocrino, ossia mimerebbe l’azione degli ormoni con conseguenze sul sistema cardiovascolare, neurologico e endocrinologico.
Eppure il professor Ottaviani dell’Istituto superiore di sanità ha detto che il consumo d’acqua con concentrazione di arsenico superiori ai limiti, se riguarda periodi limitati, non è pericoloso...
Non voglio ribattere a Ottaviani. Per me risponde il documento della Commissione europea che dispone la riduzione dei parametri di arsenico nelle acque e che ha abbassato notevolmente il limite consentito per questo metallo, perché può dare notevoli problemi di salute, soprattutto ai bambini.
Oltre alla quantità c’è anche un problema di durata dell’esposizione...
Certo, chi vive nelle zone coinvolte beve acqua all’arsenico per tutta la vita. E poi c’è anche un problema di ampiezza dell’esposizione. Perché l’arsenico lo prendiamo non solo attraverso l’acqua ma anche nei preparati alimentari: per esempio nella pasta che facciamo bollire in quell’acqua contaminata o nel pane preparato con lo stesso liquido.
Per i neonati e i bambini fino ai 3 anni dovrebbe sempre e comunque valere il limite di 10 microgrammi. Che lei sappia viene avvertita la popolazione di questo?
Io faccio il medico di base a Nepi, in provincia di Viterbo, e non ho mai ricevuto una circolare o una comunicazione né dalle Asl né dai Comuni relativamente ai danni dell’arsenico. Né una nota che informasse delle cautele necessarie per i bambini.
Barbara Liverzani
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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