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l'affermazione è incommentabile e mi trova assolutamente contrario
"...L'accumulazione delle cazzate è un segno da paralitici..."
chi vive il problema risponde dalla paralisi si può migliorare con la fisioterapia dall'imbecillità solo con tanta umiltà.
richiedi correzione necessaria laddove insiste questa idiozia

 

 

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Pax et Ius

Post n°530 pubblicato il 11 Ottobre 2016 da isry
 
Foto di isry

 

Parliamo di Pace... in questa stagione di guerra mondiale a pezzi

Alcune situazoni riportano al concetto bello di Pace e guarda il caso arrivano da persone di fede ben maggiore della mia anche se differente.
Ma non tutti hanno la Grazia di questa mi viene da aggiungere.
La foto del sacerdote ucciso da due ragazzi portati al fanatismo cieco è devastante nella sua crudezza... ma avrebbe un valore altrettanto fanatico se chi la porta (il suo vescovo) ne facesse una bandiera rossa da sventolare davanti ad un toro di fanatismi... ma sorprende anche la risposta di un islamico è significativa per la grande fede e fervore... paradossalmente più concreta della domanda del Vescovo
"il lutto lo porta l'intero genere umano"... lo portano tutte le fedi!
e ribadisce con forza che "La morte di un sacerdote è condannata nel Quran e negli hadit."
figuriamoci se possa passare come atto di fede.
A questo si aggiungano le parole del patriarca ecumenico di Costantinopoli (sua Santità Bartolomeo I).
Uomo di cultura enorme (sa esprimersi in varie lingue) e di grande attenzione alla storia dei popoli...il Patriarca offre una lezione sulla convivenza e la pace
Ma i riferimenti sono straordinari e li pesca addirittura dalla antropomorfia dei concetti tipica dei miti greci con la pace frutto dell'incontro fra amore e giustizia un concetto che ripete intendendo la pace non come assenza di conflitti ma comprensivo anche il buon governo (le tre Ore Dike Irene ed Eunomia)
La descrive come Pace antropologica...
«Il concetto di  pace, in qualità di requisito antropologico, riprende in sé tutte le definizioni di tipo sociologico, politico ed individuale. In questo contesto non possiamo parlare solamente di pace come assenza di conflittualità a tutti a livelli. Infatti già nel periodo arcaico della Grecia classica, la pace – εἰρήνη - era associata a εὐνομία - il buon governo e a δίκη - la giustizia, raffigurate nelle Ore, figlie di Themis e Zeus. Essa si consolida nel periodo classico come un risultato di “polemos”, della guerra, ideale più alto della “polis”, necessaria per il buon governo e l’educazione dei cittadini. E’ benessere, è articolazione di appacificare e riappacificare. Come definizione politica, essa sarà intesa come un passaggio obbligatorio di individui e gruppi di individui, la cui unità è antitetica alla guerra.» e riprende una espressione di un altro uomo di fede

«Scriveva a proposito Martin Luther King: “La vera pace non è solo la assenza di tensione: è la presenza della giustizia” (M.L. King - Lettere dal carcere).» e auspica una "purificazione della memoria" con questo intendendo un superamento di conflitti antichi... che non è dimenticare ma superare il concetto di genetica della colpa!

Chiuderei questa riflessione in prossimità della chiusura dell'anno santo della Misericordia con un pensiero di Jacques Hamel il prete assassinato dai due ragazzi.
«Prendiamoci un tempo per vivere qualcosa insieme. Un tempo per essere attenti agli altri. Un tempo di condivisione: condivisione della nostra amicizia, della nostra gioia. Un tempo anche di preghiera: attenti a ciò che accade nel nostro mondo in questi tempi. Preghiamo per coloro che hanno più bisogno, per la pace, per un migliore vivere insieme. Questo è l'anno della misericordia. Facciamo in modo che il nostro cuore sia attento alle cose belle, a ognuno, e a quelli che rischiano di sentirsi un po' più soli". »

credo questo sia quasi un testamento spirituale.
dove sarebbe bello che ciascuno (me per primo) ricordasse come l'ingustizia è una realtà quotidiana piccola e personale e non solo un valore galattico dove entrano grandi macchinazioni e ricchezze.
la divisione si crea come le unità... da piccole crepe nel muro della misericordia.
per questo riflettevo sul concetto di dignus... dove dignus ossia axios in greco sia colui che ha il merito... la dignità.
forse è tempo che riconosciamo in altri che da noi stessi meriti e dignità in modo da vedere oltre la maschera del fanatismo cieco superando il concetto stupido di tolleranza per avviarsi al rispetto?
 Non sum dignae, sed quaeso, haec cogitate

 
 
 
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