homo sumlogos tao aum dharma amor |
NO OBLIO
SUN È SOLE
La vita che nasce non ha MAI titoli di proprietà ma solo richieste di affetto!
Nessuno può impedirla! La sua Vita è un diritto il nostro dovere difenderla!
GRAZIE DELLA IDEA ROSPO BRIANZOLO
a Roma e in altre città esiste un modo per aiutare chi vive in strada attraverso un gesto di Sapienza.
Possiamo essere parte del problema o della soluzione .
Possiamodistogliere lo sguardo pensando cosa posso farci o almeno saper "dove" mettere le mani...
AVVISO AI NAVIGANTI
homo sum: humani nihil a me alienum puto
Sentiti a casa, ovattato, te che entri, sappi che sarai trattato come l'ospite.
Non così per i/le supponenti. in me avrete l'ostacolo insormontabile.
Vivendo nel confronto puoi creare la tua fortuna,
confrontando la vita puoi vedere la tua fortuna,
ma tieni sempre forte il tuo filo di Arianna nel labirinto degli incontri.
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Nickname: isry
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Sesso: M Età: 55 Prov: RM |
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l'affermazione è incommentabile e mi trova assolutamente contrario
"...L'accumulazione delle cazzate è un segno da paralitici..."
chi vive il problema risponde dalla paralisi si può migliorare con la fisioterapia dall'imbecillità solo con tanta umiltà.
richiedi correzione necessaria laddove insiste questa idiozia
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Post n°566 pubblicato il 19 Aprile 2020 da isry
Tag: altare della patria, guardia, Isry, milite ignoto, piazza venezia, poesia, re, Roma, romanesco, vittoriano, vittorio In groppa a quer cavallo Vittorio guarda Roma diretto in su la piazza der popolo ‘r sovrano penserà “corbezzoli!” eppoi “a noi ci sembra strano, dov’è finito il popolo, la mandria giammai doma? Possibile che il luogo dell’oceaniche folle, dei clacson strombazzanti, dei spennacchiati abeti del traffico che sembra la ruota coi criceti or sembri da evitare come la sabbia molle?" la guardia ar senzanome risponne in romanesco “maestà mo ce sta 'n duce che c'ha ordinato a tutti, agli arti come ai bassi, ai belli come ai brutti de fa 'n ber coprifoco, lo chiameno er #nunesco” “Allora siamo in guerra, chi è che la conduce? parla oh fedele suddito al mio regal cospetto è grande lo suo esercito? Descrivici il suo aspetto!" “è 'n tipo piccoletto, d'aspetto pare truce” “Veduti ne abbiam di simili, rammento diun tal corso...” “ ... più piccolo maestà, lui pure è un coronato è infido e letale, ha puro ggià ammazzato mijiajia de persone e già da l'anno scorso” “peggiore sembra del sorgimental conflitto” aggiunse il re assiso, “occorre debellarlo prendete armi e cannoni, si inizi a falcidiarlo lo popol mio risorga dal vile che l'ha afflitto...” lo r'interruppe il suddito: "maestà qui ce sta un fatto più che fucili e spade, più che armi e cannoni, qui servon mascherine, guanti e ventilatori” “ohibò” esclama il re, alquanto esterrefatto, "che razza di nemico voi state qui pugnando?" "è un priggioniero evaso, un figlio de la scienza, de quella vojia umana de aprì senza coscienza er vaso de pandora, de questo stiam parlando er nome de 'sto virus co' la corona addosso è Co come codardo perché s'aggiatta muto poi Vi come vijacco, l'abbuschi co' 'n saluto: Co-Vid 19!”, il re resta commosso guarda la piazza vuota e ascolta quella pena ad ascoltare il suddito che aggiunge, preoccupato, "d19 è er tempo che resta all'ammalato so' 19 i giorni de sofferenza estrema e puro si la scampi, capace che lo passi ar poro vecchio nonno, oppure a un pischelletto, o armeno questo è quello che a tutti c'hanno detto er duce e i suoi amichi, dovemo sta a tre passi so' chiuse scuole e chiese, negozi 'n ne parlamo p'oi uscì a fa piscià er cane, ma no cor fijoletto vietati so' l'abbracci, i saluti cor bacetto le strette co' le mano...”, “Ma in qual tempo viviamo?” stavolta lo interrompe l’accigliato cavaliere "nemmen si fosse in quelli delle di Tramaglin sventure Son chiuse anche le chiese e ora a chi preghiamo?” Si chiede Sua Maestà col suo regal plurale, "che dice a voi il governo, che dicono i dottori?” “che è qui che ce sta er vero, l'antri so' millantatori, ma si senti l'altri, allora, è dai primi che vie' er male" "A noi pare che qui al quaranteut torniamo" osserva re Vittorio da sopra il suo destriero “e sì che 'sto casino avvorge er monno intero nun so si è 'n quarantotto mo qui noi lo chiamamo #stayhome in angla lingua, da noi è quarantena” “Oh pòvra patria mia!” sospira il generale, scoprendo che la pigna, fontana del rione, resta senza assetati, un bianco gonfalone “speriam che presto termini questo funesto male!” e alzando un poco l'occhio vede una cosa amara stretta nel suo angoletto, con la sua storia antica, di tutti quei suoi secoli si nota la fatica, non parla Madama Lucrezia, sta muta la pasquinara. Un re e un soldatino or stanno più vicini guardano avanti a loro, c'è un vecchio edicolante che più non può risponder al forestier viandante oggi son grandi eroi quelli che ieri eran piccini cercano in quei silenzi rotti da canti strani quel briciolo ammissibile di antica normalità forse in un netturbino ci sta solo banalità o forse è la speranza che torneremo a usar le mani e speriam tutti quanti di non vedere ancora i drammi di persone che perdon tutto quanto perché ci sia chi fermi questo maligno incanto per riempir di nuovo i polmoni d'aria pura
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