Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
 

 

« UN CONGRESSO NUOVO: RAGI...Messaggio #53 »

UN CONGRESSO NUOVO: RAGIONI ED OBIETTIVI- parte 1

Post n°52 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da socialismoesinistra




I socialisti di Roma e del Lazio intendono lavorare per un congresso di tipo nuovo. Non basato, cioè, sui tradizionali meccanismi di conta tra mozioni o, peggio, tra gruppi. E attentamente finalizzato, invece, alla definizione delle iniziative politiche e dei nuovi strumenti organizzativi necessari perche lo SDI possa affrontare positivamente il periodo, difficile e decisivo, che comprende le regionali del 2000 e le politiche dell'anno successivo.
Un congresso di conta avrebbe senso se ci si proponesse di rimettere in discussione la linea complessiva del partito e/o il gruppo dirigente che questa linea ha portato avanti. Tale obiettivo è, ad avviso della maggior parte di noi, politicamente sbagliato; ma, a rendere superflua ogni pur legittima discussione in proposito, sta il fatto che esso è, oggettivamente, del tutto impraticabile.
A questo punto, una "conta" che non avesse per oggetto uno scontro di linea politica generale (con l'annessa contestazione del gruppo dirigente) si tradurrebbe in ben altra cosa: o in una rinnovata divisione tra "famiglie costituenti" (che rimetterebbe in discussione i risultati acquisiti prima e dopo di Fiuggi); o, peggio ancora, in un contrasto tra gruppi per il controllo e/o la ridistribuzione del potere, estremamente limitativo, sinora esercitato dai socialisti. Ed è proprio la scarsità dell' "oggetto ambito" a rendere questo scontro aspro e distruttivo. La battaglia tra Orazi e Curiazi ha fatto, proporzionalmente, molte più vittime tra i contendenti dei due conflitti mondiali: fuor di metafora un congresso di conta rischia di tradursi o in spericolate operazioni di tessere o nella automatica blindatura di ristrettissimi gruppi dirigenti; con la complessiva frustrazione di (quasi) tutti.

PERCHÈ LA CONFERENZA

Per affrontare correttamente i suoi problemi interni il partito ha dunque, preventivamente, bisogno di crescere; di proiettarsi all'esterno, di sviluppare una capacita di iniziativa e di intervento che, almeno nelle grandi aree metropolitane, sono pressoche inesistenti; di individuare nuove forme di presenza (e non solo nel territorio) tale da rendere effettiva la partecipazione dei quadri.
Un congresso di tipo nuovo è dunque esattamente funzionale a questa prospettiva. Un congresso che, a livello nazionale, sappia individuare contenuti reali alla nostra rivendicazione di "autonomia nell'ambito del centrosinistra" (quali "campagne" e su quali temi? Quali modifiche dello stato sociale? E quale atteggiamento rispetto alla spinta liberista? Quale Europa? Quali referenti politici e sociali? Quali obiettivi di riaggregazione nell'ambito dell'Ulivo? Per citare solo alcune questioni), dando, nel contempo, alla sua iniziativa strumenti organizzativi ed istituzionali nuovi (in particolare, a livello regionale e locale). Ma anche un congresso in cui si voti e si decida: e non, in apparenza, su documenti generici e "quote" stabilite a tavolino, ma sulle singole questioni politiche ed organizzative e su di una lista "aperta" di candidati.
Ora, un congresso del genere non avviene spontaneamente. Al contrario è più che probabile che lasciati a sé stessi i compagni seguiranno non tanto i "vecchi vizi" quanto le vecchie abitudini di discussioni mai finalizzate a decisioni di cui si sia responsabili, i contrasti personali e di gruppo, la logica sempre rigorosamente autoreferenziale e mai proiettata sulla realtà esterna.
Per modificare questo stato, per avere, appunto, un congresso di tipo nuovo occorre dunque un impegno collettivo: a partire dai gruppi dirigenti nazionali e locali.
La conferenza politico-programmatica ed organizzativa dei socialisti di Roma e del Lazio vuole appunto essere un primo contributo in questa prospettiva.
I compagni saranno chiamati a discutere temi significativi e delicati della politica nazionale e a definire, più concretamente, le strategie e modelli organizzativi e di presenza sulla società necessari per affrontare, nelle migliori condizioni possibili, gli importanti appuntamenti elettorali che ci attendono. Ed è ovvio che gli indirizzi e le proposte su cui vi sarà il congresso dei socialisti della nostra città e della nostra regione, potranno costituire gli elementi per un autonomo contributo dei socialisti di Roma e del Lazio in vista del congresso nazionale S.D.I..

GLOBALIZZAZIONE DEI RAPPORT! ECONOMICI E COMPITI DELLA SINISTRA

1 - Terreno essenziale di questa discussione e la riappropriazione, che parte dal partito dei socialisti, di un patrimonio conoscitivo e di una autonoma capacità di analisi dei processi di sviluppo in atto, e non più soltanto a livelle nazionale. È infatti questo il terreno decisivo sul quale i socialisti hanno da sempre costruito la loro identità di grande forza di sinistra. Ed è quindi su questo terreno che riescono a perderla in nome di una adesione acritica a processi di cambiamento e di trasformazione ritenuti, comunque inevitabili.
Il nuovo sistema integrato di relazioni economiche mondiali viene comunemente definito "Globalizzazione" in virtù dei processi in essere e tuttora in corso di ulteriore perfezionamento, di interdipendenza delle aree economiche regionali e di connessione a livello mondiale tra investimenti, verifica dell'equilibrio dei mercati e controllo della stabilità delle monete, con l'assunzione nelle mani degli istituti di emissione dei paesi sviluppati e degli organismi finanziari internazionali, loro emanazione, del ruolo di controllo, verifica, garanzia ed impulso degli andamenti complessivi delle fasi economiche e della funzionalità dei meccanismi di regolazione dei mercati e di fissazione del valore delle monete.
La grande capacità di promuovere globalmente lo sviluppo economico, evidenziata anche dalla vertiginosa crescita del P.I.L. dei paesi asiatici e dell'America Latina, caratteristica della attuale fase congiunturale del nuovo sistema poggia le proprie basi su una fase di crescita continua e consistente della economia Nordamericana, in atto, ormai quasi ininterrottamente, da circa un decennio, a livelli inflattivi trascurabili e con un costo del lavoro pressoché stabilizzato.
Sulla base della solidità di tali fondamenta le potenzialità di crescita del sistema sono indubbiamente favorite dalla unificazione dei mercati finanziari mondiali in atto, e da una circolazione dei capitali mai giunta finora ad un tale livello di capillarità di interventi, estensione geografica e volume dei flussi di investimento.
Tale accelerazione dello sviluppo e parallela ad una crescita più che proporzionale delle valutazioni dei mercati azionari mondiali che sta contribuendo ad incrementare il reddito dei paesi del mondo sviluppato ed, in particolare, oltre alla rendita ed alla speculazione finanziaria, il reddito dei ceti diffusi in grado di destinare il risparmio all'investimento finanziario.

2 - La non parallelità e lo squilibrio delle due diverse dinamiche dell'economia reale e dell'economia finanziaria rappresenta il principale fattore di rischio per il sistema attuale.
Il rischio di un crollo dei mercati finanziari mondiali, con una ipotizzabile conseguente recessione dell'economia reale, rappresenta una preoccupazione concreta a garanzia della quale si sottolineano in continuazione l'attenzione ossessiva al costo del lavoro, il controllo esasperato del rischio inflazione ed i richiami alla compressione progressiva del deficit pubblico, come fattori decisivi per una contemporanea stabilizzazione della crescita e certezza di equilibrio dei mercati al di la delle oscillazioni dei flussi speculativi.
La certezza dei cambi e la tenuta delle monete rappresenta l'attenzione principale di un modo di vedere l'economia globale come un sistema in cui il momento centrale e decisivo della crescita è il mercato, ed i tassi di interesse costituiscono la fonte di regolazione della velocità delle dinamiche economiche da utilizzare per garantire l'equilibrio e la stabilità del medesimo.
Un sistema del genere necessita, come del resto sta già avvenendo, di una continua attività di monitoraggio da parte delle autorità monetarie internazionali, (F.M.I. B.C.E., G7, Federal Reserve), le quali tendono a trasformarsi nelle depositarie degli equilibri del sistema e ad esercitare il momento decisionale supremo in materia di politica economica con una rilevanza che condiziona in modo determinante tutto il successivo sviluppo delle politiche economiche nazionali.

3 - Il G7, il F.M.I., la B.C.E., l'O.C.S.E. e le altre istituzioni internazionali sono divenute pertanto organi di verifica e di intervento d'urgenza nei confronti delle ricorrenti crisi dei mercati emergenti (vedi caso crisi Russia, Corea del ‘98 e Messico del ‘96) e dei momenti eventuali di forte squilibrio tra i paesi sviluppati, rispetto ad un sistema finanziario mondiale integrato, la cui accelerazione nella crescita della redditività degli investimenti è elemento di creazione di ricchezza, e, contemporaneamente, accumulatore di rischio elevatissimo nella considerazione, ormai chiara a tutti gli esperti di finanza ed economia, che un crollo verticale delle valutazioni dei titoli potrebbe tradursi in un processo recessivo mondiale di gravità enorme.
In questo lavoro di controllo si sono verificati sovente interventi da parte delle autorità monetarie internazionali, sui diversi scacchieri mondiali, spesso contraddittori con le premesse liberiste sbandierate con foga, ormai dall'epoca della Tatcher e di Reagan, che mostrano una volta di più come i processi economici poi, al di là delle false rappresentazioni di cui sono rivestiti dagli ambienti conservatori e dagli operatori interessati, non possono mai essere abbandonati allo spontaneo sviluppo naturale delle forze in campo, a pena di rischi gravissimi per gli equilibri e la stabilità del sistema.
In particolare, tanto per rammentare solo gli ultimi esempi, di fronte alla critica congiuntura finanziaria dei mercati mondiali del settembre-ottobre ‘98, la Federal Reserve è intervenuta con spesa pubblica a salvare dal fallimento il grande fondo d'investimento ad alto rischio americano Long.Term., travolto dai realizzi degli investitori spaventati dal crollo dei mercati asiatici (Corea, Indonesia e Malesia), contraddicendo tutti gli assunti verbali sulla logica del mercato come supremo verificatore della efficienza degli operatori; ed il F.M.I. ha rinnovato credito internazionale a paesi in via di sviluppo, senza alcuna certezza sul rispetto delle regole del rigore, sui parametri macroeconomici e della efficienza, sul funzionamento interno dei mercati, fissate e sbandierate continuamente, allo scopo di evitare un contraccolpo che avrebbe potuto essere generato dai forti squilibri finanziari indotti da alcuni importanti scenari regionali in face recessiva, come il sud e l'est asiatico, o, in situazioni di endemica insolvenza finanziaria, come la Russia o il Sud America.
La stessa ultimissima riunione dei ministri finanziari del G7 è stata esclusivamente dedicata alla individuazione di misure atte a vincolare e regolare a scopo precauzionale la circolazione dei capitali e ad imporre agli operatori bancari, limiti tecnici alla erogazione del credito ai mercati emergenti, mostrando, ancora una volta, la necessità del recupero di uno schema di regole e di vincoli ai quali ricondurre il nuovo sistema di relazioni economiche mondiali in una logica di prevenzione dei rischi di crisi.

4 - La nuova realtà economica mondiale, con i suoi processi di unificazione dei mercati, di globalizzazione dei rapporti economici e commerciali, di veloce circolazione dei flussi finanziari, e di stretta interconnessione delle piazze azionarie e finanziarie produce ineluttabilmente una crisi della capacità e delle possibilità di governo dei processi economici da parte delle entità statuali, con un progressivo indebolimento sostanziale delle stesse sovranità nazionali degli stati.
In particolare sono gli strumenti tradizionali delle politiche delle sinistre riformiste a divenire inefficaci a governare ed a coniugare, nelle diverse reati nazionali, le necessità dello sviluppo economico con la tutela degli interessi sociali tradizionalmente rappresentati.
In particolare sono entrati in crisi tutti gli istituti e tutte le articolazioni della politica economica centrati sull'intervento pubblico in economia: il governo della spesa pubblica e la sua utilizzazione come intervento anticiclico, la politica fiscale utilizzata a sostegno dello stato sociale, il mantenimento di un sufficiente livello di indebitamento pubblico, le nazionalizzazioni, e la creazione di strumenti di governo del mercato e di condizionamento degli investitori.
L'impossibilità per ogni paese di difendere autonomamente i livelli di cambio della propria moneta, sulla base delle proprie variabili economiche nazionali autonomamente impostate, come dimostra il caso dell'Italia nel ‘90, rende di fatto rischiosissima l'utilizzazione unilaterale di ogni strumento di politica economica tradizionale che non avvenga in assonanza con il resto dei principali protagonisti della realtà economica mondiale, e che non assecondi l'osservanza dei criteri fissati dalle autorità monetarie internazionali sulla liberalizzazione, della economia pubblica, sulla flessibilità delle normative che regolano i rapporti di lavoro, sulla compressione dei costi del lavoro, sulle oscillazioni dei tassi, e sulla compressione dei deficit pubblici.
II processo di unificazione monetaria europea si inserisce in questo processo globale in atto e ne accelera le immediate conseguenze per le politiche economiche degli stati aderenti, sotto il profilo degli adeguamenti ai parametri di ammissibilità e di stabilità fissati a livello europeo (Maastricht), i quali, comunque, nel merito non si discostano dai criteri sopra individuati, facendo in questo registrare una piena identità di vedute tra Federal Reserve, FMI e BCE (Banca Centrale Europea).
La interconnessione dei mercati, i processi di accumulazione internazionale del capitale ed i flussi finanziari travalicano i poteri di indirizzo pubblico e di condizionamento delle politiche nazionali.
L'economia torna a prevalere sulla politica costringendo la sinistra ad inseguire in modo confuso processi economici che non è in grado di governare né sul terreno delle scelte, né tanto meno sulle conseguenze sociali da esse indotte o ad esse conseguenti.
Essa, sovente, è addirittura costretta ad adeguare in modo acritico i propri comportamenti di governo alle nuove regole e compatibilità richieste dagli operatori economici e finanziari, per non correre il rischio di rimanere isolata socialmente in un ruolo di opposizione minoritaria senza prospettiva, o di trasportare il sistema economico della propria realtà nazionale governata fuori da una rete di rapporti, di regole e di integrazioni economiche e da un campo di interconnessioni finanziarie che in questa fase appaiono l'unica garanzia di un processo di sviluppo o quanto meno di mantenimento dei livelli di benessere altrimenti non difendibili.
Tale atteggiamento di sostanziale adeguamento allo stato delle cose, indubbiamente condizionato dalla considerazione principale che la fase di lunga e sostanziale crescita della economia mondiale, in atto ormai da anni, sull'onda di una continua robusta crescita della economia americana e di una sostanziale ottima tenuta delle economie del resto del mondo sviluppato, appare l'unica certezza foriera di sviluppi e di ritorni positivi per qualsiasi tessuto economico e sociale che sappia rimanere saldamente agganciato e collegato ad un teatro economico di tale potenza, vitalità e spessore innovativo e produttivo.
Appare evidente come un processo di integrazione economica di tale coinvolgimento ed entità porta con sé forme di omologazione politica culturale e sociale che minano alle radici il contenuto antagonista e l'autonomia culturale che ha costituito la forza e la caratteristica della sinistra nel '900, ed a livello mondiale addirittura mettono in crisi gli stessi sistemi sociali, religiosi, etnici e culturali, non omogenei ai profili delle società sviluppate occidentali.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

SOCIALISMO E ANTIFASCISMO

Rodolfo Morandi


 Il Socialismo dei fratelli Rosselli  di Carlo Felici

 Da un'antica ferita ad una prossima resurrezione           di       Carlo Felici

 L'assassinio dei fratelli Rosselli   di Carlo Felici

 Un appello di Carlo Rosselli ai comunisti che sembra scritto ieri   di             Carlo Felici

Non una somma di etichette ma un insieme di valori    di Carlo Felici

Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò

La Festa d'Aprile  di Nicolino Corrado

 Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo  di Carlo Felici

Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe                         di  Marco Zanier

parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta

 

 

MARXIANA


Karl  Marx

 

Costituzione, neoliberismo, nuove povertà  di Marco Foroni

Sulle teorie del valore  di Renato Gatti

Le crisi   di Renato Gatti
parte prima
parte seconda


Globalizzazione i compiti della Sinistra   di  Franco Bartolomei

note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra

parte prima

parte seconda


La crisi e i suoi rimedi   di Renato Gatti

Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo   di Leonardo Boff

Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo  di Giuseppe Giudice

L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità  di Marco Foroni


 

________________________________

 

I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO

Francesco De Martino


La risorgiva socialista   di Carlo Felici

Eppure il vento soffia ancora  di Carlo Felici

.

 

 

I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE

Oskar Lafontaine

 

La sconfitta dei socialisti  di Renato Gatti

 

 

 

________________________

 


 

PER COSTRUIRE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

 

I Nuclei Aziendali di Sinistra e Libertà   di Marco Zanier

 Avrà successo "Sinistra e Libertà"?   di Gioacchino Assogna

I doveri della sinistra italiana  di Franco Bartolomei

prima parte

seconda parte

 Io su Sinistra e Libertà la penso così   di Luca Fantò

"Sinistra e libertà" il fuituro del Socialismo italiano    di Franco Bartolomei

Socialismo e Libertà  di Carlo Felici

Le tre fasi del socialismo
di Renato Gatti

Libertà, e non solo per uno   di Carlo Felici

 Le elezioni europee   di Gioacchino Assogna

 Il grano e il loglio della Sinistra   documento scritto da socialisti iscritti o senza tessera e da elettori si Sinistra e Libertà

 Un nuovo sole contro l'arsenico e i vecchi merletti   di Carlo Felici

Una nuova Sinistra per l'Italia è un sogno realizzabile?    di Michele Ferro


 

Ultime visite al Blog

geom.magnani0pierluigi20102010roscatibonesso.carluccioberluczoppeangelofillofillogenova1892franci.torrevivereinvaldisievematrone.francescoilleraminarossi82cicciomannasexydamilleeunanotte
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

socialismoesinistra@libero.it

  

Hai da proporre un articolo o un testo che ritieni interessante

da pubblicare con noi?  contribuisci a far crescere la rivista e ne parleremo insieme. 



 

ATTENZIONE NON E' UNA TESTATA GIORNALISTICA

.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001. Le foto contenute in questo blog sono da intendersi a puro carattere rappresentativo, divulgativo e senza alcun fine di lucro. Sono © dei rispettivi autori, persone, agenzie o editori detenenti i diritti. Tutto il materiale letterario/fotografico che esula dalle suddette specifiche è invece di proprietà © del curatore del presente blog e soggetto alle leggi sul diritto d'autore. Se ne vieta espressamente l'utilizzo in qualsiasi sede e con qualsiasi modalità di riproduzione globale o parziale esso possa essere rappresentato, salvo precedenti specifici accordi presi ed approvati con l'autore stesso e scrivente del blog medesimo, e alle condizoni Creative Commons.© Copyright - Tutti i diritti riservati.
 

POLITICA LAVORO E SINDACATI

Gino Giugni

 

Partito e/o Sindacato del Sud di Vincenzo Russo

Un punto chiaro sulla globalizzazione di Renato Gatti

Lo Statuto dei lavoratori di Giacomo Brodolini                     di Marco Foroni

L'adesione della CGIL alla manifestazione nazionale antirazzista del 17 Ottobre 2009

_____________________________

 

ECONOMIA E SOCIETA'

John Maynard Keynes


Convegno sulla crisi finan- ziaria   di Renato Gatti

parte prima

parte seconda


 I provvedimenti contro la crisi  di Renato Gatti

Governanti allo sbaraglio di Gioacchino Assogna

 A proposito di pensioni  di Gioacchino Assogna

Perché la crisi attuale è una crisi “di sistema” di Franco Bartolomei

Economia ferragostana  di Renato Gatti

Un circolo vizioso mortale di Leonardo Boff

La crisi è finita? 
di Renato Gatti

parte prima
parte seconda

Economia e secessionismo di Renato Gatti

 

EMANCIPAZIONE FEMMINILE

Lina Merlin

 

Contro la congiura del silenzio  di Anna Falcone


 

 

ECONOMIA E SOCIETA'

Rosa Luxembourg


"Il Socialismo europeo  e la crisi del Capitalismo"    di Franco Bartolomei  e Renato Gatti

parte prima 
parte seconda 


 Riflessioni sul sistema fiscale italiano   di                   Roberto Cefalo

Il documento di Sociali- smoeSinistra per la commissione economica del partito

Uscire dal tunnel  di    Renato Gatti


I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei

Tutto come prima? Una riflessione sul "general intellect"  di Renato Gatti

 

Lettura politica della crisi economica attuale  di Alberto Ferrari

parte prima

parte seconda

 

CULTURA E SOCIETA'

Democrazia e cultura. Rapporto tra intellettuali e opinione pubblica nella democrazia dei mezzi di comunicazione di massa- Evoluzione della figura dell'intellettuale nella società italianaRelazione al Primo Convegno Nazionale dell'Associazione Culturale"Consequenze"    di  Franco Bartolomei

parte prima

parte seconda


Relazione introduttiva al Primo Convegno Nazionale dell'Associazione Culturale"Consequenze"    di  Stefano Pierpaoli

parte prima

parte seconda

 

Il pensiero laico   di Renato Gatti

 

 

CULTURA E SOCIETA'


 

Il male cremastico globale ovvero la droga del profitto di Carlo Felici

  Democrito: un libertario non materialista  di Carlo Felici 

  Cattivi pensieri sul mondo degli intellettuali italiani  di Stefano Pierpaoli

 Nasce il popolo della libertà - Alcune considerazioni in fatto di egemonia  culturale                                             di Renato Gatti

 Stato, Chiesa , Massoneria, e Sinistra  di Franco Bartolomei

 La Teologia della Liberazione  di Carlo Felici

L'egemonia culturale di Renato Gatti

Il ruolo sociale dell’arte  di Stefano Pierpaoli


 

PRINCIPI ISPIRATORI E PROGRAMMA D'AZIONE

L'Associazione SocialismoeSinistra, ispirandosi ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, persegue la promozione dei valori di libertà, di solidarietà e di eguaglianza nella vita politica, sociale e culturale del Paese.
L’Associazione considera il principio della laicità dello Stato e della libertà nelle professioni religiose, affermato dalla Costituzione, un valore di riferimento a cui ispirare la propria azione politica, ed intende perseguire la  effettiva affermazione del principio di legalità, nel quadro dei valori costituzionali, quale elemento fondamentale di una riforma democratica dello Stato che restituisca ai cittadini della Repubblica la certezza nella legittimità, nella imparzialità, e nella correttezza della sua attività amministrativa ad ogni livello.
L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene che la Sinistra italiana debba necessariamente ripensare la propria impostazione culturale e programmatica rispetto alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo a livello globale, recuperando appieno una concezione del riformismo socialista fondata sulla affermazione della superiorità del momento della decisione politica rispetto alla centralità degli interessi del mercato, nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, ed in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene quindi che questo nuovo percorso politico passi attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione tra coloro che provengono dalle file del socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
L'Associazione SocialismoeSinistra si costituisce al fine di rendere possibile questo grande progetto di ricostruzione della Sinistra italiana,  di rinnovamento democratico della società e di riforma dello Stato. (Art. 2   dello Statuto dell'Asso- ciazione SocialismoeSinistra )

Clicca e leggi per intero lo Statuto dell'Associazione SocialismoeSinistra

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963