Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
|
LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
Associazione SocialismoeSinistra per contatti: socialismoesinistra@libero.it
« UN CONGRESSO NUOVO: RAGI... | Messaggio #53 » |
UN CONGRESSO NUOVO: RAGIONI ED OBIETTIVI- parte 1
Post n°52 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da socialismoesinistra
I socialisti di Roma e del Lazio intendono lavorare per un congresso di tipo nuovo. Non basato, cioè, sui tradizionali meccanismi di conta tra mozioni o, peggio, tra gruppi. E attentamente finalizzato, invece, alla definizione delle iniziative politiche e dei nuovi strumenti organizzativi necessari perche lo SDI possa affrontare positivamente il periodo, difficile e decisivo, che comprende le regionali del 2000 e le politiche dell'anno successivo. Un congresso di conta avrebbe senso se ci si proponesse di rimettere in discussione la linea complessiva del partito e/o il gruppo dirigente che questa linea ha portato avanti. Tale obiettivo è, ad avviso della maggior parte di noi, politicamente sbagliato; ma, a rendere superflua ogni pur legittima discussione in proposito, sta il fatto che esso è, oggettivamente, del tutto impraticabile. A questo punto, una "conta" che non avesse per oggetto uno scontro di linea politica generale (con l'annessa contestazione del gruppo dirigente) si tradurrebbe in ben altra cosa: o in una rinnovata divisione tra "famiglie costituenti" (che rimetterebbe in discussione i risultati acquisiti prima e dopo di Fiuggi); o, peggio ancora, in un contrasto tra gruppi per il controllo e/o la ridistribuzione del potere, estremamente limitativo, sinora esercitato dai socialisti. Ed è proprio la scarsità dell' "oggetto ambito" a rendere questo scontro aspro e distruttivo. La battaglia tra Orazi e Curiazi ha fatto, proporzionalmente, molte più vittime tra i contendenti dei due conflitti mondiali: fuor di metafora un congresso di conta rischia di tradursi o in spericolate operazioni di tessere o nella automatica blindatura di ristrettissimi gruppi dirigenti; con la complessiva frustrazione di (quasi) tutti. PERCHÈ LA CONFERENZA Per affrontare correttamente i suoi problemi interni il partito ha dunque, preventivamente, bisogno di crescere; di proiettarsi all'esterno, di sviluppare una capacita di iniziativa e di intervento che, almeno nelle grandi aree metropolitane, sono pressoche inesistenti; di individuare nuove forme di presenza (e non solo nel territorio) tale da rendere effettiva la partecipazione dei quadri. Un congresso di tipo nuovo è dunque esattamente funzionale a questa prospettiva. Un congresso che, a livello nazionale, sappia individuare contenuti reali alla nostra rivendicazione di "autonomia nell'ambito del centrosinistra" (quali "campagne" e su quali temi? Quali modifiche dello stato sociale? E quale atteggiamento rispetto alla spinta liberista? Quale Europa? Quali referenti politici e sociali? Quali obiettivi di riaggregazione nell'ambito dell'Ulivo? Per citare solo alcune questioni), dando, nel contempo, alla sua iniziativa strumenti organizzativi ed istituzionali nuovi (in particolare, a livello regionale e locale). Ma anche un congresso in cui si voti e si decida: e non, in apparenza, su documenti generici e "quote" stabilite a tavolino, ma sulle singole questioni politiche ed organizzative e su di una lista "aperta" di candidati. Ora, un congresso del genere non avviene spontaneamente. Al contrario è più che probabile che lasciati a sé stessi i compagni seguiranno non tanto i "vecchi vizi" quanto le vecchie abitudini di discussioni mai finalizzate a decisioni di cui si sia responsabili, i contrasti personali e di gruppo, la logica sempre rigorosamente autoreferenziale e mai proiettata sulla realtà esterna. Per modificare questo stato, per avere, appunto, un congresso di tipo nuovo occorre dunque un impegno collettivo: a partire dai gruppi dirigenti nazionali e locali. La conferenza politico-programmatica ed organizzativa dei socialisti di Roma e del Lazio vuole appunto essere un primo contributo in questa prospettiva. I compagni saranno chiamati a discutere temi significativi e delicati della politica nazionale e a definire, più concretamente, le strategie e modelli organizzativi e di presenza sulla società necessari per affrontare, nelle migliori condizioni possibili, gli importanti appuntamenti elettorali che ci attendono. Ed è ovvio che gli indirizzi e le proposte su cui vi sarà il congresso dei socialisti della nostra città e della nostra regione, potranno costituire gli elementi per un autonomo contributo dei socialisti di Roma e del Lazio in vista del congresso nazionale S.D.I.. GLOBALIZZAZIONE DEI RAPPORT! ECONOMICI E COMPITI DELLA SINISTRA 1 - Terreno essenziale di questa discussione e la riappropriazione, che parte dal partito dei socialisti, di un patrimonio conoscitivo e di una autonoma capacità di analisi dei processi di sviluppo in atto, e non più soltanto a livelle nazionale. È infatti questo il terreno decisivo sul quale i socialisti hanno da sempre costruito la loro identità di grande forza di sinistra. Ed è quindi su questo terreno che riescono a perderla in nome di una adesione acritica a processi di cambiamento e di trasformazione ritenuti, comunque inevitabili. Il nuovo sistema integrato di relazioni economiche mondiali viene comunemente definito "Globalizzazione" in virtù dei processi in essere e tuttora in corso di ulteriore perfezionamento, di interdipendenza delle aree economiche regionali e di connessione a livello mondiale tra investimenti, verifica dell'equilibrio dei mercati e controllo della stabilità delle monete, con l'assunzione nelle mani degli istituti di emissione dei paesi sviluppati e degli organismi finanziari internazionali, loro emanazione, del ruolo di controllo, verifica, garanzia ed impulso degli andamenti complessivi delle fasi economiche e della funzionalità dei meccanismi di regolazione dei mercati e di fissazione del valore delle monete. La grande capacità di promuovere globalmente lo sviluppo economico, evidenziata anche dalla vertiginosa crescita del P.I.L. dei paesi asiatici e dell'America Latina, caratteristica della attuale fase congiunturale del nuovo sistema poggia le proprie basi su una fase di crescita continua e consistente della economia Nordamericana, in atto, ormai quasi ininterrottamente, da circa un decennio, a livelli inflattivi trascurabili e con un costo del lavoro pressoché stabilizzato. Sulla base della solidità di tali fondamenta le potenzialità di crescita del sistema sono indubbiamente favorite dalla unificazione dei mercati finanziari mondiali in atto, e da una circolazione dei capitali mai giunta finora ad un tale livello di capillarità di interventi, estensione geografica e volume dei flussi di investimento. Tale accelerazione dello sviluppo e parallela ad una crescita più che proporzionale delle valutazioni dei mercati azionari mondiali che sta contribuendo ad incrementare il reddito dei paesi del mondo sviluppato ed, in particolare, oltre alla rendita ed alla speculazione finanziaria, il reddito dei ceti diffusi in grado di destinare il risparmio all'investimento finanziario. 2 - La non parallelità e lo squilibrio delle due diverse dinamiche dell'economia reale e dell'economia finanziaria rappresenta il principale fattore di rischio per il sistema attuale. Il rischio di un crollo dei mercati finanziari mondiali, con una ipotizzabile conseguente recessione dell'economia reale, rappresenta una preoccupazione concreta a garanzia della quale si sottolineano in continuazione l'attenzione ossessiva al costo del lavoro, il controllo esasperato del rischio inflazione ed i richiami alla compressione progressiva del deficit pubblico, come fattori decisivi per una contemporanea stabilizzazione della crescita e certezza di equilibrio dei mercati al di la delle oscillazioni dei flussi speculativi. La certezza dei cambi e la tenuta delle monete rappresenta l'attenzione principale di un modo di vedere l'economia globale come un sistema in cui il momento centrale e decisivo della crescita è il mercato, ed i tassi di interesse costituiscono la fonte di regolazione della velocità delle dinamiche economiche da utilizzare per garantire l'equilibrio e la stabilità del medesimo. Un sistema del genere necessita, come del resto sta già avvenendo, di una continua attività di monitoraggio da parte delle autorità monetarie internazionali, (F.M.I. B.C.E., G7, Federal Reserve), le quali tendono a trasformarsi nelle depositarie degli equilibri del sistema e ad esercitare il momento decisionale supremo in materia di politica economica con una rilevanza che condiziona in modo determinante tutto il successivo sviluppo delle politiche economiche nazionali. 3 - Il G7, il F.M.I., la B.C.E., l'O.C.S.E. e le altre istituzioni internazionali sono divenute pertanto organi di verifica e di intervento d'urgenza nei confronti delle ricorrenti crisi dei mercati emergenti (vedi caso crisi Russia, Corea del ‘98 e Messico del ‘96) e dei momenti eventuali di forte squilibrio tra i paesi sviluppati, rispetto ad un sistema finanziario mondiale integrato, la cui accelerazione nella crescita della redditività degli investimenti è elemento di creazione di ricchezza, e, contemporaneamente, accumulatore di rischio elevatissimo nella considerazione, ormai chiara a tutti gli esperti di finanza ed economia, che un crollo verticale delle valutazioni dei titoli potrebbe tradursi in un processo recessivo mondiale di gravità enorme. In questo lavoro di controllo si sono verificati sovente interventi da parte delle autorità monetarie internazionali, sui diversi scacchieri mondiali, spesso contraddittori con le premesse liberiste sbandierate con foga, ormai dall'epoca della Tatcher e di Reagan, che mostrano una volta di più come i processi economici poi, al di là delle false rappresentazioni di cui sono rivestiti dagli ambienti conservatori e dagli operatori interessati, non possono mai essere abbandonati allo spontaneo sviluppo naturale delle forze in campo, a pena di rischi gravissimi per gli equilibri e la stabilità del sistema. In particolare, tanto per rammentare solo gli ultimi esempi, di fronte alla critica congiuntura finanziaria dei mercati mondiali del settembre-ottobre ‘98, la Federal Reserve è intervenuta con spesa pubblica a salvare dal fallimento il grande fondo d'investimento ad alto rischio americano Long.Term., travolto dai realizzi degli investitori spaventati dal crollo dei mercati asiatici (Corea, Indonesia e Malesia), contraddicendo tutti gli assunti verbali sulla logica del mercato come supremo verificatore della efficienza degli operatori; ed il F.M.I. ha rinnovato credito internazionale a paesi in via di sviluppo, senza alcuna certezza sul rispetto delle regole del rigore, sui parametri macroeconomici e della efficienza, sul funzionamento interno dei mercati, fissate e sbandierate continuamente, allo scopo di evitare un contraccolpo che avrebbe potuto essere generato dai forti squilibri finanziari indotti da alcuni importanti scenari regionali in face recessiva, come il sud e l'est asiatico, o, in situazioni di endemica insolvenza finanziaria, come la Russia o il Sud America. La stessa ultimissima riunione dei ministri finanziari del G7 è stata esclusivamente dedicata alla individuazione di misure atte a vincolare e regolare a scopo precauzionale la circolazione dei capitali e ad imporre agli operatori bancari, limiti tecnici alla erogazione del credito ai mercati emergenti, mostrando, ancora una volta, la necessità del recupero di uno schema di regole e di vincoli ai quali ricondurre il nuovo sistema di relazioni economiche mondiali in una logica di prevenzione dei rischi di crisi. 4 - La nuova realtà economica mondiale, con i suoi processi di unificazione dei mercati, di globalizzazione dei rapporti economici e commerciali, di veloce circolazione dei flussi finanziari, e di stretta interconnessione delle piazze azionarie e finanziarie produce ineluttabilmente una crisi della capacità e delle possibilità di governo dei processi economici da parte delle entità statuali, con un progressivo indebolimento sostanziale delle stesse sovranità nazionali degli stati. In particolare sono gli strumenti tradizionali delle politiche delle sinistre riformiste a divenire inefficaci a governare ed a coniugare, nelle diverse reati nazionali, le necessità dello sviluppo economico con la tutela degli interessi sociali tradizionalmente rappresentati. In particolare sono entrati in crisi tutti gli istituti e tutte le articolazioni della politica economica centrati sull'intervento pubblico in economia: il governo della spesa pubblica e la sua utilizzazione come intervento anticiclico, la politica fiscale utilizzata a sostegno dello stato sociale, il mantenimento di un sufficiente livello di indebitamento pubblico, le nazionalizzazioni, e la creazione di strumenti di governo del mercato e di condizionamento degli investitori. L'impossibilità per ogni paese di difendere autonomamente i livelli di cambio della propria moneta, sulla base delle proprie variabili economiche nazionali autonomamente impostate, come dimostra il caso dell'Italia nel ‘90, rende di fatto rischiosissima l'utilizzazione unilaterale di ogni strumento di politica economica tradizionale che non avvenga in assonanza con il resto dei principali protagonisti della realtà economica mondiale, e che non assecondi l'osservanza dei criteri fissati dalle autorità monetarie internazionali sulla liberalizzazione, della economia pubblica, sulla flessibilità delle normative che regolano i rapporti di lavoro, sulla compressione dei costi del lavoro, sulle oscillazioni dei tassi, e sulla compressione dei deficit pubblici. II processo di unificazione monetaria europea si inserisce in questo processo globale in atto e ne accelera le immediate conseguenze per le politiche economiche degli stati aderenti, sotto il profilo degli adeguamenti ai parametri di ammissibilità e di stabilità fissati a livello europeo (Maastricht), i quali, comunque, nel merito non si discostano dai criteri sopra individuati, facendo in questo registrare una piena identità di vedute tra Federal Reserve, FMI e BCE (Banca Centrale Europea). La interconnessione dei mercati, i processi di accumulazione internazionale del capitale ed i flussi finanziari travalicano i poteri di indirizzo pubblico e di condizionamento delle politiche nazionali. L'economia torna a prevalere sulla politica costringendo la sinistra ad inseguire in modo confuso processi economici che non è in grado di governare né sul terreno delle scelte, né tanto meno sulle conseguenze sociali da esse indotte o ad esse conseguenti. Essa, sovente, è addirittura costretta ad adeguare in modo acritico i propri comportamenti di governo alle nuove regole e compatibilità richieste dagli operatori economici e finanziari, per non correre il rischio di rimanere isolata socialmente in un ruolo di opposizione minoritaria senza prospettiva, o di trasportare il sistema economico della propria realtà nazionale governata fuori da una rete di rapporti, di regole e di integrazioni economiche e da un campo di interconnessioni finanziarie che in questa fase appaiono l'unica garanzia di un processo di sviluppo o quanto meno di mantenimento dei livelli di benessere altrimenti non difendibili. Tale atteggiamento di sostanziale adeguamento allo stato delle cose, indubbiamente condizionato dalla considerazione principale che la fase di lunga e sostanziale crescita della economia mondiale, in atto ormai da anni, sull'onda di una continua robusta crescita della economia americana e di una sostanziale ottima tenuta delle economie del resto del mondo sviluppato, appare l'unica certezza foriera di sviluppi e di ritorni positivi per qualsiasi tessuto economico e sociale che sappia rimanere saldamente agganciato e collegato ad un teatro economico di tale potenza, vitalità e spessore innovativo e produttivo. Appare evidente come un processo di integrazione economica di tale coinvolgimento ed entità porta con sé forme di omologazione politica culturale e sociale che minano alle radici il contenuto antagonista e l'autonomia culturale che ha costituito la forza e la caratteristica della sinistra nel '900, ed a livello mondiale addirittura mettono in crisi gli stessi sistemi sociali, religiosi, etnici e culturali, non omogenei ai profili delle società sviluppate occidentali. |
SOCIALISMO E ANTIFASCISMO
Rodolfo Morandi
Il Socialismo dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Da un'antica ferita ad una prossima resurrezione di Carlo Felici
L'assassinio dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Un appello di Carlo Rosselli ai comunisti che sembra scritto ieri di Carlo Felici
Non una somma di etichette ma un insieme di valori di Carlo Felici
Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò
La Festa d'Aprile di Nicolino Corrado
Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo di Carlo Felici
Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe di Marco Zanier
parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta
MARXIANA
Karl Marx
Costituzione, neoliberismo, nuove povertà di Marco Foroni
Sulle teorie del valore di Renato Gatti
Le crisi di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Globalizzazione i compiti della Sinistra di Franco Bartolomei
note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra
La crisi e i suoi rimedi di Renato Gatti
Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo di Leonardo Boff
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità di Marco Foroni
________________________________
MARXIANA .
Karl Marx
Karl Kautsky ed Otto Bauer: due grandi maestri del socialismo dimenticati. Giuliano Amato: un maestro del non-socialismo da dimenticare di Giuseppe Giudice
Ragionando su Marx e Kautsky di Renato Gatti
__________________________
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Francesco De Martino
La risorgiva socialista di Carlo Felici
Eppure il vento soffia ancora di Carlo Felici
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
Willy Brandt Verso un nuovo ordine mondiale di Leopold Sédar Senghor note del Coordinamento del Forum SocialismoeSinistra La guerra infinita di Giorgio Pesce
Noam Chomsky - "Pirati e imperatori"- la guerra al terrorismo e le ipocrisie dell'Occidente di Marcella Guidoni
Il sogno americano del "socialista" Barack Obama di Nicolino Corrado
Le responsabilità e il dovere del Socialismo Europeo di Franco Bartolomei
Una socialdemocrazia globale di Nicolino Corrado
Di fronte alla crisi mondiale, tre sfide per la socialdemocrazia di Kevin Rudd
Appuntamento a Pittsburgh di Renato Gatti
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Riccardo Lombardi
Dopo il crollo del comunismo non ha più senso il dividersi tra socialisti e comunisti di Giuseppe Giudice
Ricominciare da Labriola di Carlo Felici
Berlinguer e Craxi: due progetti falliti, una sinistra distrutta di Giuseppe Giudice
Socialisti, l'anello debole ma inestimabile della sinistra italiana di Carlo Felici
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
Riccardo Lombardi: il riformismo come metodo democratico di trasformazione Socialista dei rapporti economici e sociali di Franco Bartolomei
Breve nota sul contingente gattopardesco di Carlo Felici
L'infinito e disperato salvataggio delle capre e dei cavoli di Carlo Felici
Angelo Ciufo - in ricordo di un amico, in memoria di un compagno di Stefano Pierpaoli
Documento programmatico dell'Associazione "Nuova Sinistra per il Socialismo" di Angelo Ciufo
Giacomo Matteotti ammi- nistratore pubblico di Marco Zanier
______________________________
PER COSTRUIRE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
I Nuclei Aziendali di Sinistra e Libertà di Marco Zanier
Avrà successo "Sinistra e Libertà"? di Gioacchino Assogna
I doveri della sinistra italiana di Franco Bartolomei
Io su Sinistra e Libertà la penso così di Luca Fantò
"Sinistra e libertà" il fuituro del Socialismo italiano di Franco Bartolomei
Socialismo e Libertà di Carlo Felici
Le tre fasi del socialismo di Renato Gatti
Libertà, e non solo per uno di Carlo Felici
Le elezioni europee di Gioacchino Assogna
Il grano e il loglio della Sinistra documento scritto da socialisti iscritti o senza tessera e da elettori si Sinistra e Libertà
Un nuovo sole contro l'arsenico e i vecchi merletti di Carlo Felici
Una nuova Sinistra per l'Italia è un sogno realizzabile? di Michele Ferro
PER COSTRUIRE SINISTRAECOLOGIA LIBERTA'
Ultimi commenti
LINK PREFERITI
- Associazione Culturale Consequenze- Network di cultura partecipata
- Publius blog di economia e politica di Vincenzo Russo
- L'amministrazione del XVIII Municipio di Roma -Sito di Michele Ferro
- Romalaica - percorsi culturali e politici nella metropoli- blog di Marco Zanier
- SocialismoeSinistra - Sostenitori ufficiali su Facebook
- UILPA- Federazione Lavoratori Agenzie Fiscali
- Associazione Culturale "Forum Terzo Millennio
- Socialismo Sinistra e Libertà - Facebook
- io alle europee voto PSE e voto per Zapatero.....chi c'è c'e- Facebook
- Circolo Guido Calogero e Angelo Capitini- Genova
- Circolo Carlo Rosselli - Milano
- Movimento RadicalSocialista
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Area personale
Menu
socialismoesinistra@libero.it
Hai da proporre un articolo o un testo che ritieni interessante
da pubblicare con noi? contribuisci a far crescere la rivista e ne parleremo insieme.
POLITICA, LAVORO E SINDACATI
Giuseppe Di Vittorio
La settimana lavorativa di quattro giorni di Renato Gatti
Il premio di produttività nel nuovo modello contrattuale di Renato Gatti
Legge Biagi: aut aut, applicazione integrale secondo modelli europei o abolizione immediata di Carlo Felici
Stipendi cresciuti del 3.5% di Renato Gatti
Il Governo all'attacco dell'unità sindacale e della Costituzione di Giorgio Pesce
Riflessioni sul Convegno sul lavoro di Renato Gatti
I giovani socialisti stanno dalla parte dei lavoratori di Paolo Cola
l progetto per la transizione alla Flexsecurity di Renato Gatti
Decreti anticrisi e Riforma dei Contratti di Paolo Cola
La Costituzione e il lavoro di Marco Foroni
Il caso Fiat-Crysler di Renato Gatti
ATTENZIONE NON E' UNA TESTATA GIORNALISTICA
POLITICA LAVORO E SINDACATI
Gino Giugni
Partito e/o Sindacato del Sud di Vincenzo Russo
Un punto chiaro sulla globalizzazione di Renato Gatti
Lo Statuto dei lavoratori di Giacomo Brodolini di Marco Foroni
L'adesione della CGIL alla manifestazione nazionale antirazzista del 17 Ottobre 2009
_____________________________
ECONOMIA E SOCIETA'
John Maynard Keynes
Convegno sulla crisi finan- ziaria di Renato Gatti
I provvedimenti contro la crisi di Renato Gatti
Governanti allo sbaraglio di Gioacchino Assogna
A proposito di pensioni di Gioacchino Assogna
Perché la crisi attuale è una crisi “di sistema” di Franco Bartolomei
Economia ferragostana di Renato Gatti
Un circolo vizioso mortale di Leonardo Boff
La crisi è finita? di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Economia e secessionismo di Renato Gatti
EMANCIPAZIONE FEMMINILE
ECONOMIA E SOCIETA'
Rosa Luxembourg
"Il Socialismo europeo e la crisi del Capitalismo" di Franco Bartolomei e Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Riflessioni sul sistema fiscale italiano di Roberto Cefalo
Il documento di Sociali- smoeSinistra per la commissione economica del partito
Uscire dal tunnel di Renato Gatti
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Tutto come prima? Una riflessione sul "general intellect" di Renato Gatti
Lettura politica della crisi economica attuale di Alberto Ferrari
PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
Democrazia nei Partiti e rapporto coi cittadini di Marco Zanier
Berlusconi e la negazione della democrazia partecipativa e deliberativa di Vincenzo Russo
Cominciamo a parlare di referendum di Renato Gatti
La fine della democrazia rappresentativa di Marco Zanier
Come si può trasformare una democrazia di Michele Ferro
CULTURA E SOCIETA'
Democrazia e cultura. Rapporto tra intellettuali e opinione pubblica nella democrazia dei mezzi di comunicazione di massa- Evoluzione della figura dell'intellettuale nella società italiana. Relazione al Primo Convegno Nazionale dell'Associazione Culturale"Consequenze" di Franco Bartolomei
Relazione introduttiva al Primo Convegno Nazionale dell'Associazione Culturale"Consequenze" di Stefano Pierpaoli Il pensiero laico di Renato Gatti
CULTURA E SOCIETA'
Il male cremastico globale ovvero la droga del profitto di Carlo Felici
Democrito: un libertario non materialista di Carlo Felici
Cattivi pensieri sul mondo degli intellettuali italiani di Stefano Pierpaoli
Nasce il popolo della libertà - Alcune considerazioni in fatto di egemonia culturale di Renato Gatti
Stato, Chiesa , Massoneria, e Sinistra di Franco Bartolomei
La Teologia della Liberazione di Carlo Felici
L'egemonia culturale di Renato Gatti
Il ruolo sociale dell’arte di Stefano Pierpaoli
PRINCIPI ISPIRATORI E PROGRAMMA D'AZIONE
L'Associazione SocialismoeSinistra, ispirandosi ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, persegue la promozione dei valori di libertà, di solidarietà e di eguaglianza nella vita politica, sociale e culturale del Paese.
L’Associazione considera il principio della laicità dello Stato e della libertà nelle professioni religiose, affermato dalla Costituzione, un valore di riferimento a cui ispirare la propria azione politica, ed intende perseguire la effettiva affermazione del principio di legalità, nel quadro dei valori costituzionali, quale elemento fondamentale di una riforma democratica dello Stato che restituisca ai cittadini della Repubblica la certezza nella legittimità, nella imparzialità, e nella correttezza della sua attività amministrativa ad ogni livello.
L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene che la Sinistra italiana debba necessariamente ripensare la propria impostazione culturale e programmatica rispetto alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo a livello globale, recuperando appieno una concezione del riformismo socialista fondata sulla affermazione della superiorità del momento della decisione politica rispetto alla centralità degli interessi del mercato, nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, ed in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene quindi che questo nuovo percorso politico passi attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione tra coloro che provengono dalle file del socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
L'Associazione SocialismoeSinistra si costituisce al fine di rendere possibile questo grande progetto di ricostruzione della Sinistra italiana, di rinnovamento democratico della società e di riforma dello Stato. (Art. 2 dello Statuto dell'Asso- ciazione SocialismoeSinistra )
Clicca e leggi per intero lo Statuto dell'Associazione SocialismoeSinistra
Inviato da: socialismoesinistra
il 15/01/2010 alle 15:58
Inviato da: socialismoesinistra
il 01/01/2010 alle 22:29
Inviato da: socialismoesinistra
il 27/12/2009 alle 22:22
Inviato da: socialismoesinistra
il 21/12/2009 alle 12:38
Inviato da: socialismoesinistra
il 12/12/2009 alle 10:52