Angolo nascosto

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Messaggi di Giugno 2020

Curarsi

Post n°1750 pubblicato il 21 Giugno 2020 da surfinia60

Il calendario dice che l’estate è cominciata.

Con la mia abituale orsite mi sono messa alla ricerca di un luogo un po’ appartato

senza la troppa movida spiaggereccia, bagnanti discinti e bambini urlanti.

Lo so, ho un problema di socialità e col passare degli anni e con la salute che non è al top, la cosa si aggrava.

Quasi scivolo su quella ciclopedonale seminascosta, battuta da pochi temerari (pochi forse perché è ancora giugno).

Le immancabili cuffiette e lo sguardo basso, se incrocio qualcuno,
soprattutto se ti scruta con fare indagatore ( è una cosa che non sopporto).

“Mbè? Sto promuovendo il mio sport preferito: Farsi i cazzi propri!!!”

Non l’ho detto, ma confesso di averlo pensato.

Se qualcosa mi colpisce tiro fuori dalla tasca il mio fido smart e scatto qualche foto.

E poi avanti, senza troppa velocità, che il fiato è ancora corto e l’equilibrio ondivago.

Io mi curo così.
O almeno ci provo.

 
 
 

La vita è tutta qui?

Post n°1749 pubblicato il 09 Giugno 2020 da surfinia60

Quando le persone sono vittime di ingiustizia, a qualsiasi titolo, istintivamente provano a ribellarsi, a protestare.

Non parlo di manifestazioni di piazza.
Mi riferisco alla piccola quotidianità, in casa, sul posto di lavoro, in ambiti sociali simili.

Succede che le situazioni, per una ragione o per l’altra, non vengano sanate.
Chi può e dovrebbe intervenire fa un tentativo, con poca convinzione, credendoci poco (in genere sono i capi che lavorano in uffici asettici, ai quali basta chiudere la porta per lasciare fuori le seccature).

Ne consegue che le situazioni degenerano.
Si covano rancori mai sopiti, che si trascinano e si amplificano.
Si smette di parlarne (l’idea è che “tanto che posso farci? Neppure ai capi frega qualcosa!”). 

Si salva quel minimo di apparenze, si sorride a denti stretti perché “bisogna”, ma si evita di comunicare, di confrontarsi, consapevoli che la situazione da cui tutto era partito è ancora lì, nascosta sotto il tappeto, in un angolino dove nessuno può o vuole arrivare.

E poi, siccome la vita deve andare avanti, ci si auto convince che, dopotutto, quel posto o quel gruppo non ci appartengono.
Noi siamo altro, siamo altrove.

La morale è che quella fetta di vita viene scartata e relegata in un angolo buio, eppure accettata come quelle cose che semplicemente sono così e non possono essere cambiate.

Penso a quanta gente vive in questo modo, sforzandosi di accettare ciò che non può cambiare, stanca di lottare contro mulini a vento, cercando di barcamenarsi in qualche modo e fuggendo ogni volta che può verso altri lidi. 


Ma davvero la vita è tutta qui?

 
 
 

Ma siamo ancora in fase 2 o....?

Post n°1748 pubblicato il 03 Giugno 2020 da surfinia60

La progressiva riapertura alla normalità (così ricomprendo un po’ tutto), mi ha portato un malessere crescente.
Un disagio che da mentale si è spostato sul fisico, con dolori vari (mai avuti prima), insonnia, nervosismo, mal di testa e anche una percezione della temperatura che mi fa spesso sentire freddo (e non è da me).

Domani, di malavoglia come è mio solito, vedrò il medico, giusto per accontentare chi vive con me e mi dice che non posso andare avanti così.

E dire che sto facendo del mio meglio, soprattutto incrementando l’attività fisica.
Ma forse ho esagerato un po’ e devo tirare il freno.

E su queste note noiose auguro a chi legge una buona serata.



 
 
 

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