Libreria Aiace Roma: 500 libri per gli amanti della lettura

Tramonto

La lettura una fonte di benessere psichico

Selezione di Libri

 

Libreria Aiace Roma in via Ojetti 36 Montesacro – Nomentana – Talenti

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture ( Negozio Online: Acquisti )

 

IL MONDO MAGICO, ERNESTO DE MARTINO, EINAUDI, 11d23

EUR 20,00

Storie varie – Eliano Claudio – Adelphi

EUR 14,00

U. Saba, ANTOLOGIA DEL CANZONIERE, Einaudi NUE, 1979

EUR 15,00

J. J. Rousseau Il contratto sociale Einaudi NUE 1966

EUR 15,00

Pisacane,La Rivoluzione NUE 1970

EUR 20,00

Vittorio Alfieri VITA Einaudi NUE 1981

EUR 18,00

Pascoli POEMETTI Einaudi NUE 1971

EUR 20,00

CESARE BECCARIA, DEI DELITTI E DELLE PENE – EINAUDI NUE 1981 

EUR 15,00

Teoria generale della politica – Norberto Bobbio, Einaudi, 1999

EUR 20,00

TASSO, Gerusalemme liberata Einaudi NUE 1980

EUR 28,00

I LIBRI DELLA FAMIGLIA, LEON BATTISTA ALBERTI, NUE EINAUDI 1972

EUR 20,00

Amato ragazzo. Lettere a Hendrik C. Andersen ( 1899-1915 ) – James Henry

EUR 12,00

Santuario. William Faulkner – Adelphi, 2006

EUR 13,50

LN- LA LEZIONE DEI MAESTRI – HENRY JAMES – EINAUDI – GLI STRUZZI, 1993

EUR 12,00

F. Yates, L’Illuminismo dei Rosa-Croce. Europa del Seicento. Einaudi 1976

EUR 25,00

CARLO GINZBURG – INDAGINI SU PIERO 1981

EUR 20,50

Gurevic, Contadini e santi, 1a Edizione Einaudi Paperbacks 1986

EUR 20,50

Berengo. INTELLETTUALI E LIBRAI NELLA MILANO DELLA RESTAURAZIONE, Einaudi

EUR 25,00

Zemon Davis, Le culture del popolo, Einaudi 1980

EUR 25,00

P. Brown – IL CULTO DEI SANTI : Origine e Diffusione – Einaudi 1983

EUR 13,00

C. Hill – IL MONDO ALLA ROVESCIA – 1a ed- Einaudi 1981

EUR 25,00

IL SENTIERO DEI BRIGANTI-TUSCIA – Guida

EUR 12,50

M. MINSKY- LA SOCIETA’ DELLA MENTE- -ADELPHI 1989

EUR 18,50

MISERIA DELLA FILOSOFIA di K MARX ed EDITORI RIUNITI

EUR 10,50

G. SOREL LE ILLUSIONI DEL PROGRESSO, BORINGHIERI, 1993

EUR 13,00

Storia del partito d’azione 1942-1947, G. De Luna, Ed. Riuniti

EUR 12,00

J. Austen Romanzi Bur Rizzoli 2007

EUR 13,00

P. Camporesi – LE BELLE CONTRADE – Garzanti 1992

EUR 12,50

LA FIAMMA CELTICA – NICOLA RAO – SPERLING KUPFER – 2007

EUR 12,50

RACCONTI DEL GIAPPONE – PASTORE A. ( A Cura ) – Einaudi

EUR 14,50

HORKHEIMER, GLI INIZI DELLA FILOSOFIA BORGHESE DELLA STORIA, EINAUDI 1978

EUR 12,00

ARNAUT DANIEL, SIRVENTESE E CANZONI, EINAUDI, 2000

EUR 10,00

LA FAMIGLIA SCHOPENAUER, SELLERIO 1995

EUR 15,00

F. PIERONI BORTOLOTTI, ALLE ORIGINI DEL MOVIMENTO FEMMINILE IN ITALIA 1975

EUR 12,00

Con le armi e con la penna: poesia clandestina della Resistenza

EUR 15,00

Sindona. Biografia degli anni Settanta – Magnani Marco

EUR 15,00

ALDOUS HUXLEY. PROFETA DEL «MONDO NUOVO» – IANNACCONE MARIO ARTURO – Ares

EUR 18,50

Per Una Filosofia Politica Critica Miguel Abensour Jaca Book 2011

EUR 17,00

Guido Crainz IL PAESE MANCATO Donzelli 2003

EUR 13,50

SULLA PLURALITA’ DEI MONDI LEWIS DAVID, 2020

EUR 18,50

Thiede – La nascita del Cristianesimo – Mondadori – 1999 1a Edizione

EUR 13,50

STEINER, LA DIREZIONE SPIRITUALE DELL’UOMO E DELL’UMANITÀ, ANTROPOSOFICA

EUR 12,00

Il Bafometto – Pierre Klossowski, Biblioteca Adelphi 678

EUR 14,50

FUOCO ALL’ANIMA. Conversazioni con Domenico Porzio – L. Sciascia – 1992

EUR 12,00

SCHUMPETER, IL PROCESSO CAPITALISTICI. CICLI ECONOMICI BORINGHIERI

EUR 18,00

PROVERBI ROMANESCHI D’ALTRI TEMPI, CUR. F. FAVA, IL SALICE EDITORE, 1987

EUR 13,00

Il Municipio Montesacro nel tempo, Giovanni Sozi, 2003. 1a Edizione

EUR 22,00

D. HUNEBELLE, CARO KISSINGER, BIETTI 1973

EUR 20,00

Tarantismo in Salento: Le Donne Guaritrici nella Terra del Rimorso

Immagine 1 - G. VALLONE, LE DONNE GUARITRICI NELLA TERRA DEL RIMORSO, CONGEDO ED, 25a21

Le donne guaritrici nella terra del rimorso. Dal ballo risanatore allo sputo medicinale

Arcudi, nato a Galatina nel 1655 da illustre famiglia che aveva dato anche altri illustri personaggi alla cultura e al rito greco di Terra d’Otranto e morto nel Convento domenicano di Andrano nel 1718, fu un dotto domenicano, letterato e autore di diverse opere. Fra queste “ la Galatina letteraria “ edita a Genova nel 1709 , in cui elenca oltre quaranta uomini illustri della sua città natale, fra cui i Vernaleone, i Mongiò, gli Zimara, Francesco Cavoti e Stefano, Pendinelli, arcivescovo di Otranto trucidato dai Turchi nella cattedrale durante il sacco di Otranto del 1480.

Oltre ad esser un letterato “ insofferente e geniale ”, Arcudi è tornato agli onori nella cronaca recentemente quando nel Salento si è acceso il dibattito culturale sulla storia del “ TARANTISMO “ a Galatina e nel Salento. Fra i tanti studiosi che ultimamente si sono occupati dell’Arcudi ed il tarantismo a Galatina è da ricordare uno studio pubblicato da alcuni anni da Giancarlo Vallone dal titolo “ Le donne guaritrici nella Terra del Rimorso – dal ballo risanatore allo sputo medicinale” ( Congedo Editore ).

Secondo Vallone l’Arcudi, che abitava nel palazzo sito di fronte alla chiesetta di San Paolo a Galatina, scrive nel 1699 che non era il ballo risanatore e la musica a risanare le tarantate bensì “lo sputo medicinale”. Questa facoltà – privilegio, secondo la tradizione, era stata data al alcune donne guaritrici, le sorelle Fraina e ricevuta direttamente da San Paolo, passato da Galatina durante il suo viaggio verso Roma. L’ ultima discendente delle sorelle Fraina, prima di morire, avrebbe sputato nel pozzo annesso alla chiesetta di San Paolo, dando a quelle acque la capacità di risanare.
Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso era risaputo che le tarantate a Galatina bevevano l’acqua del pozzo annesso alla chiesetta. ( Fonte: Quotidiano di Puglia )

LINK a eBAY: GIANCARLO VALLONE, LE DONNE GUARITRICI NELLA TERRA DEL RIMORSO, CONGEDO EDITORE

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Libri & Letture

 

Libri di Storia – D-day: lo sbarco in Normandia

D-Day.Normandia

Lo sbarco in Normandia ( nome in codice operazione Neptune, parte marittima della più ampia operazione Overlord ) fu una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze alleate durante la seconda guerra mondiale per aprire un secondo fronte in Europa, dirigersi verso la Germania nazista e allo stesso tempo alleggerire il fronte orientale, sul quale da tre anni l’Armata Rossa stava sostenendo un aspro conflitto contro i tedeschi. L’invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 ( data conosciuta come D-Day in inglese e Jour-J in francese ), quando toccarono terra nella penisola del Cotentin e nella zona di Caen le truppe alleate aviotrasportate, che aprirono la strada alle forze terrestri. All’alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge.

Esse si trovavano all’interno di una fascia lunga circa ottanta chilometri sulle coste della Normandia: nel settore statunitense dell’invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate Utah e Omaha, mentre nel settore anglo-canadese, un’ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate Sword, Juno e Gold. Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori (soprattutto a Omaha e Juno) fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto Vallo Atlantico durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità (le cittadine di Carentan, Saint-Lô e Bayeux) per rafforzare la testa di ponte e minacciare le vie di rinforzo nemiche.

Successivamente avrebbe preso il via la campagna terrestre di Overlord, conosciuta come battaglia di Normandia, in cui le armate alleate avrebbero avuto lo scopo di rafforzare ed espandere la testa di ponte nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali della Francia e spingersi verso l’interno fino a liberare Parigi. Da qui le forze alleate avrebbero quindi continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la Senna, minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con l’avanzata sovietica a est, e concorrere all’invasione e sconfitta della Germania nazista. ( Wikipedia )

LINK su eBAY: Antony Beevor ” D-DAY ” Rizzoli 2010

 

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Altri libri sulla Guerra – Libreria Aiace Negozio Online

 

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Tiziano Terzani: i migliori compagni di viaggio sono i Libri

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HO SCOPERTO PRESTISSIMO CHE I MIGLIORI COMPAGNI DI VIAGGIO SONO I LIBRI: PARLANO QUANDO SI HA BISOGNO, TACCIONO QUANDO SI VUOLE SILENZIO. FANNO COMPAGNIA SENZA ESSERE INVADENTI. DANNO MOLTISSIMO, SENZA CHIEDERE NULLA ( Tiziano Terzani )

Tramonto-in-Sud-Africa

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Zona Rossa: Libri sui Personaggi storici by Libreria Aiace Roma Montesacro

Lockdown

Zona Rossa Letture durante il Lockdown

La Zona Rossa: è definita come la misura più severa per contenere la pandemìa da virus SARS-CoV-2 ( COVID-19 )

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LIBRO: La Conversione di Ermanno l’Ebreo. Autobiografia, storia, finzione di Jean Schmitt Claude

Ermanno l'Ebreo

Ermanno l’Ebreo

È la metà del XII secolo. Giuda è un giovane ebreo di Colonia. A soli tredici anni sogna di essere invitato a condividere la mensa e le ricchezze di un grande imperatore. Molti anni dopo, quando l’incontro con cristiani di fede incrollabile avrà innescato la sua crisi spirituale culminata nella conversione e nel sacerdozio, Giuda interpreterà il sogno come l’invito a unirsi ai cristiani per condividere la ricchezza della ‘vera fede’. Scrive così, con il nome di ‘Ermanno l’ex ebreo’, il racconto per i posteri della sua conversione. Dopo le Confessioni di sant’Agostino, l’Opusculum de conversione sua è una della prime autobiografie comparse in Occidente e ha posto agli storici un quesito insolubile: verità o finzione? Ermanno l’Ebreo è esistito davvero, oppure è un personaggio confezionato dai chierici cristiani ? ( Fonte Laterza )

Era un ebreo di Colonia, nel XII secolo

A un certo punto dovette recarsi a Münster per accordarsi col vescovo Ecberto circa le modalità di pagamento di un debito. L’ospitalità del vescovo, protrattasi alcuni giorni, lo interessò al cristianesimo, verso il quale, fino a quel momento, aveva provato avversione. Al ritorno, la sua famiglia fece presto ad accorgersi del cambiamento avvenuto in lui e cominciarono i dissapori. Per dimostrare che si trattava di un semplice interesse culturale e nulla più, l’uomo decise di prendere moglie e accettare la correligionaria che la famiglia gli aveva scelto. Ma questo stato di cose, anche dopo il matrimonio, non durò molto. Dall’interesse culturale si passò alla simpatia e da questa all’attrazione irresistibile. Alla fine, ripudiato dai suoi e dall’intera comunità ebraica cittadina, se ne andò a chiedere il battesimo, dal quale gli venne il nome Ermanno. ( Da Il Giornale )

Negozio Online by Libreria Aiace su eBAY: Ebreo

 

Libri colorati

 

 

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LIBRO: Il Caso Moro, la Pista Internazionale di Francesco Grignetti

Moro Uccisione

Aldo Moro

Le lettere di Moro erano un messaggio. Ci dicevano: andate a bussare alla porta dei palestinesi” Furono giorni convulsi, i 55 giorni tra via Fani e via Caetani. Ma tra l’aprile e il maggio 1978, quando tutto sembrava precipitare, con l’aiuto di Arafat e del Maresciallo Tito, i servizi segreti italiani cercarono una trattativa con le Brigate rosse per salvare la vita di Aldo Moro, passando per i palestinesi di George Habbash, la banda Carlos, i tedeschi della Baader-Meinhof. I rapporti tra gruppi terroristici e la galassia internazionale dei movimenti “rivoluzionari” esistevano da lungo tempo, si trattava di riattivare certi contatti. E le cose andarono molto avanti, al punto che il 9 maggio era in programma uno scambio che avrebbe avuto dell’incredibile: alcuni terroristi tedeschi, catturati in Jugoslavia, sarebbero stati liberati e portati in Medio Oriente in cambio della vita dello statista italiano e l’agognato “riconoscimento politico” sarebbe giunto dai Paesi non allineati. All’ultimo tutto saltò. In questo libro vengono finalmente ricostruite le tappe di questa pista internazionale, la storia di una trattativa sommersa e parallela che avrebbe potuto cambiare la storia d’Italia.

……

“Aldo Moro ucciso nella cantina di un’ambasciata vicino a via Caetani”: la nuova pista negli atti della Commissione parlamentare 

Diverse testimonianze convergenti. In una cantina nel centro di Roma la sua ultima prigione

Molto più probabilmente la strada, via Caetani, come sillabò Valerio Morucci un paio di volte al telefono ( ”Ca- e -ta- ni, Caetani” ) al professor Tritto nell’indicare il luogo in cui recuperare il corpo di Moro, fu scelta perché verosimilmente molto vicina all’ultima prigione e al luogo dell’esecuzione, e immediatamente raggiungibile, senza particolari rischi, da parte degli assassini. …

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LIBRO: Le Navi di Nemi di Guido Uccelli

Navi di Nemi

Le Navi di Nemi

Il lago di Nemi, di origine vulcanica, si trova a circa 30 chilometri a sud di Roma, sui Colli Albani. La zona era abitata fin dalla preistoria e in epoca romana qui sorgeva il Tempio di Diana Aricina, centro religioso e politico importante e frequentato.

La leggenda dell’esistenza di due grandi navi sommerse sul fondo del lago, forse custodi di favolosi tesori, veniva tramandata dagli abitanti del luogo ed era supportata dai recuperi casuali effettuati dai pescatori. A partire dal Rinascimento si prova a riportare alla luce le imbarcazioni: tentativi che hanno conseguenze drammatiche sugli scafi, che ne devastano le strutture, asportando reperti e legname. Di fatto le navi sono troppo grandi e pesanti per essere ripescate, ma di questo ci si renderà conto solo alla fine dell’Ottocento.

Il primo tentativo conosciuto risale al 1446, quando il cardinale Prospero Colonna, signore di Nemi, incarica del recupero l’architetto Leon Battista Alberti. Il resoconto dell’impresa è narrato da Flavio Biondo nella sua Italia illustrata: grazie ad alcuni esperti nuotatori genovesi, si esplora la nave più vicina a riva, determinandone distanza e profondità; poi se ne tenta il recupero mediante una piattaforma galleggiante munita di corde e uncini.

Nel 1535, il bolognese Francesco De Marchi compie una serie di immersioni, di cui dà conto nella sua opera Della Architettura Militare. Utilizzando una speciale campana di legno munita di oblò in vetro, che protegge la parte superiore del corpo lasciando libere gambe e braccia e permettendo la respirazione, De Marchi determina le dimensioni dello scafo più vicino a riva e il suo stato di conservazione.

……

Nel 1926 viene istituita una nuova commissione incaricata dello studio del recupero: ne fanno parte periti, archeologi e ingegneri, sotto la guida dell’archeologo e senatore Corrado Ricci. I risultati della commissione confermano l’opera di Malfatti e indicano la via da seguire: svuotamento parziale del lago fino a 22 metri di profondità per mezzo dell’emissario; indagini archeologiche sulle navi emerse; esplorazione del fondo del lago alla ricerca di reperti; sollevamento degli scafi e loro ricovero in un museo da realizzarsi appositamente. Il 9 aprile 1927, in un discorso alla Reale Società Romana di Storia Patria, il Capo del Governo Benito Mussolini annuncia la decisione di recuperare le navi sommerse.

Grazie ad alcune scritte è possibile datare gli scafi all’epoca dell’imperatore Caligola (37-41 d.C.): la grandiosità delle imbarcazioni, la ricercatezza delle decorazioni e degli arredi, le stesse vicende personali dell’imperatore hanno fatto ritenere a lungo che le navi fossero luoghi di piacere. Oggi l’ipotesi più accreditata è che si trattasse invece di navi cerimoniali, destinate alla celebrazione di feste religiose, in linea con il carattere sacro del luogo. Nonostante le spoliazioni, le navi mantengono intatta la loro imponenza: essendosi conservata la cosiddetta opera viva (la parte immersa dello scafo) è possibile apprezzarne i dettagli costruttivi e gli elementi strutturali ed il ritrovamento rivoluziona le conoscenze della tecnica navale romana. Le navi impiegano legno di pino, di abete e di quercia. La parte esterna della carena è rivestita da un tessuto in lana imbevuto di sostanze impermeabili, a sua volta ricoperto da fogli in piombo tenuti in sede da una fitta chiodatura.

Il primo scafo misura 71 metri in lunghezza e 20 in larghezza; il secondo 75 metri in lunghezza e 29 in larghezza ed è caratterizzato dalla presenza di lunghi bagli posti a distanze regolari, forse destinati a portare fuori bordo le scalmiere. Degne di nota anche le due grandi ancore ritrovate: la prima in legno con ceppo in piombo della lunghezza di 5 m rappresenta l’unico esemplare di questo tipo completo, conosciuto all’epoca. La seconda, del tipo detto ammiragliato, fino a quel momento si credeva ideata dal capitano inglese Rodger nel 1851.

Nella notte fra il 31 maggio e il 1º giugno 1944, un violento incendio devastò il museo, distruggendo le navi: si è salvato solo quanto era stato portato in precedenza a Roma. ( Wikipedia )

 

 

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LIBRO: Lenin di Vladimir Majakovskij

Lenin

Lenin

Lenin, pseudonimo di Vladimir Il’ič Ul’janov ( Simbirsk, 22 aprile 1870, 10 aprile del calendario giuliano – Gorki, 21 gennaio 1924 ), è stato un rivoluzionario, politico e politologo russo, poi sovietico, talvolta menzionato come Vladimir Lenin o come Nikolaj Lenin.

Servì come primo ministro della Repubblica russa dal 1917 al 1918, della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa dal 1918 al 1922 e dell’Unione Sovietica dal 1922 al 1924. Sotto la sua guida la Russia – e in seguito l’Unione Sovietica – diventò uno Stato socialista monopartitico governato dal partito comunista sovietico. Ideologicamente marxista, le sue teorie politiche sono state poi riconosciute come “leninismo”.

Nato da una famiglia borghese di origine ebraica a Simbirsk, Lenin si interessò alla politica socialista rivoluzionaria dopo l’esecuzione di suo fratello avvenuta nel 1887. Espulso dall’Università di Kazan’ per aver partecipato alle proteste contro il regime zarista dell’Impero russo, dedicò gli anni successivi al conseguimento di una laurea in giurisprudenza. Nel 1893 si trasferì a San Pietroburgo, dove divenne una figura di alto livello nel Partito Operaio Socialdemocratico Russo ( POSDR ), un movimento di stampo marxista. Arrestato per sedizione nel 1895 ed esiliato a Shushenskoye per tre anni, sposò Nadežda Krupskaja. Al termine dell’esilio si trasferì in Europa occidentale, dove grazie alle sue numerose pubblicazioni divenne un teorico politico di primo piano. Nel 1903 assunse un ruolo chiave in una scissione del POSDR per via di alcune differenze ideologiche, leader della fazione bolscevica contro il menscevismo di Julij Martov. Incoraggiò l’insurrezione della fallita rivoluzione russa del 1905, in seguito promosse una campagna affinché la prima guerra mondiale fosse trasformata in una rivoluzione proletaria a livello europeo che, come il marxismo riteneva, avrebbe comportato il rovesciamento del capitalismo e la sua sostituzione con il socialismo. Dopo la rivoluzione russa di febbraio del 1917 che portò alla caduta della monarchia zarista e all’istituzione di un governo provvisorio, Lenin fece ritorno in Russia per una campagna per la rimozione del nuovo regime a favore di un governo bolscevico guidato dai soviet.

Lenin assunse un ruolo di primo piano nella rivoluzione d’ottobre del 1917, nella caduta del governo provvisorio e nella creazione di uno Stato monopartitico guidato dal nuovo partito comunista. Il suo governo abolì l’Assemblea costituente della Russia, ritirò il Paese dalla prima guerra mondiale con la firma del trattato di Brest-Litovsk insieme agli Imperi centrali e concesse un’indipendenza temporanea alle nazioni non russe sotto il controllo russo. Una legge per decreto ridistribuì terreni tra i contadini e nazionalizzò la grande industria. Gli avversari vennero soppressi durante il terrore rosso, una violenta campagna orchestrata dal Čeka; decine di migliaia di dissidenti vennero uccisi. Il governo di Lenin si dimostrò vittorioso sugli eserciti antibolscevichi nella guerra civile russa combattuta tra il 1917 e il 1922. Per rispondere alle carestie e alle rivolte popolari nel 1921 Lenin introdusse un sistema economico misto con la nuova politica economica. Il governo guidato da Lenin creò inoltre l’Internazionale Comunista e condusse la guerra sovietico-polacca per promuovere la rivoluzione mondiale, oltre a cercare di tenere uniti gli Stati vicini andando nel 1922 a costituire l’Unione Sovietica.

Ampiamente considerato una delle figure più significative e influenti del XX secolo, Lenin è stato oggetto postumo di un culto della personalità pervasivo all’interno dell’Unione Sovietica, fino alla sua dissoluzione avvenuta nel 1991. Divenne una figura ideologica dietro al marxismo-leninismo: ebbe, dunque, un’influenza di primo piano nel corso del movimento comunista internazionale.

Majakovskij vede e sente in Lenin la realizzazione e la verifica di speranze antiche degli oppressi. La storia della Rivoluzione è poetizzata e la figura di Lenin passa dalla cronaca-storia all’immagine poetica; il passaggio è ottenuto con mezzi sobri, incisivi.

Il poema è diviso in 15 canti: in essi l’autore traccia la storia di tutto il movimento operaio russo e internazionale, e intreccia questa storia con la vita di Lenin. Il poeta respinge subito ogni possibilità di “poesia di corte”: “Ma è possibile che di Lenin / si debba ancora dire “Condottiero per grazia di Dio”? / No, no, per niente: se fosse stato per grazia di Dio o imperiale / sarebbe scoppiata la mia ira. / Mi sarei messo contro i cortei / avrei sbarrato le strade alle folle”. Contro l’adorazione di Lenin, dunque: e per il riconoscimento che Lenin è un uomo, non un dio. Ma la vita di Lenin ha, per Majakovskij, un’importanza che varca i confini dello spazio e del tempo: “Breve è la vita di Ul’janov / ma la vita di Lenin non ha fine”.

Questa “vita vasta” nasce prima di Ul’janov, nasce col sorgere del proletariato, della “prima caldaia”: “Sua Altezza il Capitale, / senza diadema o corona, / rendeva schiava la forza dei contadini; / saccheggiava e rapinava la città / e ingozzava il ventre obeso / delle sue casseforti”. Intanto la classe operaia nasceva e “come una minaccia” già alzava “al cielo le sue ciminiere”.

Poi gli altri momenti, che hanno preceduto Lenin in questa storia del movimento operaio, scritta secondo i canoni e poeticamente viva: ecco Marx, il “fratello maggiore di Lenin”, il pianto delle ombre dei comunardi “straziati da Thiers”, la condanna delle azioni individualistiche, la lotta: “Per tutto questo, nella lontana Simbirsk, / nacque un bambino come gli altri, / Lenin”. Il momento centrale di Lenin fu l’esecuzione di suo fratello, fatto impiccare dallo zar per attività contro lo Stato: “Allora, a diciassette anni, Lenin pronunciò queste parole, / più sicure del giuramento del soldato / quando lo dice a mano levata: / “Siamo pronti a darti il cambio, fratello. / La vittoria sarà nostra, ma la strada che seguiremo diversa””. Non seguiremo qui tutte le immagini di Majakovskij: ecco il 1905, la sconfitta operaia, la pavida reazione degli intellettuali, le lucide indicazioni di Lenin, poi il 1914: “L’imperialismo nudo, / con la pancia scoperta e la dentiera, / col sangue che gli arriva ai ginocchi / divora paesi e paesi con le baionette. / Intorno gli stanno i cortigiani, / i patrioti” che dicono: “Operaio, combatti fino all’ultimo respiro”. Ma Lenin dice: trasformiamo la guerra imperialista in guerra civile. I popoli non hanno colpa. Contro la borghesia di tutti i Paesi leviamo la bandiera dell’Internazionale.

Ed ecco la Russia in rivolta: da Tabriz ad Arcangelo. Ed ecco i tentativi della borghesia di salvarsi: “Lo schiavo s’è ribellato. Picchialo a sangue. / E puntano contro Lenin l’arma di Kerenskij”. Lenin torna nell’illegalità, in Finlandia, ma per poco: viene l’Ottobre. “A tutti, a tutti, a tutti, / a tutti i fronti che rosseggiano di sangue, / a tutti gli schiavi che stanno sotto il pungo dei ricchi. / Il potere, tutto il potere ai Soviet. / La terra ai contadini. / Pace ai popoli. Pane a coloro che hanno fame”. Scoppia la guerra civile, ma lo Stato sovietico vince e fanno presa le parole di Lenin: “Noi, / anche ad ogni cuoca / insegneremo a dirigere lo stato”.

La guerra civile è finita, l’URSS è a pezzi: bisogna ricostruire, costruire. E Lenin promuove la ricostruzione, anche a costo di ritirate tattiche ( la Nuova politica economica ). Ma il comunismo di guerra era finito. Occorreva il comunismo di pace. Il penultimo canto è dedicato alla morte di Lenin e alle reazioni suscitate tra operai, soldati e contadini: “Era un uomo umano, in ogni vena. / Portate la sua bara e struggetevi per l’angoscia / uomini”. E non solo piangono in Russia: anche negli Stati Uniti “i negri piangono Lenin”.

Il poema è “ottimista” e Majakovskij, che passa dal tono profetico a quello sommesso, dal tono patetico a quello satirico, nell’ultimo canto esprime la sua fede nella continuità dell’opera del grande rivoluzionario russo.

Majakóvskij nacque a Bagdati, in Georgia (allora una provincia della Russia zarista), il 7 luglio del 1893, figlio di Vladimir Konstantinovič Majakóvskij, un guardaboschi russo appartenente ad una nobile famiglia di origini in parte cosacco-zaporoghe, e di Alexandra Alexeyevna Pavlenko, una casalinga ucraina. Orfano del padre a soli sette anni, ebbe un’infanzia difficile e ribelle; all’età di tredici anni, si trasferì a Mosca con la madre e le sorelle. Studiò al ginnasio fino al 1908, quando si dedicò all’attività rivoluzionaria. Aderì al Partito Operaio Socialdemocratico Russo e venne per tre volte arrestato e poi rilasciato dalla polizia zarista. ( Tratto da: ControAppuntoBlog.org )

Ho incontrato un operaio analfabeta. Non sillabava neppure una parola ma aveva sentito la voce di Lenin ed egli sapeva tutto

Ho ascoltato il racconto di un contadino siberiano: espropriarono le terre le difesero con le baionette e come un paradiso diventò il villaggio.
Essi mai avevano letto Lenin nè ascoltato la sua parola ed erano leninisti.

Ho visto montagne senza fili erbe nè fiori. Soltanto le nuvole pesavano sulle rocce
e nello spazio di cento chilometri c’era un solo montanaro; ma sopra il petto, nel vestito di stracci, gli scintillava il simbolo di Lenin.

Oh,non è un ornamento che le ragazze appuntano per civetteria, non è un amuleto, è un emblema il distintivo sul cuore che brucia peno di amore per llic.

Questo prodigio non si spiega coi libri della subdola teologia slava e non è un Dio che a lui ordinò:” Sii il mio eletto ”.
Con passo d’uomo e braccia d’operaio, con la sua intelligenza, egli percorse questo cammino

Vladimirovic Majakovskij – “Lenin”

 

 

 

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Libro: Fuori dai Denti di Renato Curcio e di Mauro Rostagno

Curcio cattura

Fuori dai Denti

Fuori dai denti è un documento inedito, scritto nel 1968 da Renato Curcio ( fondatore storico delle BR – Brigate Rosse ) e da Mauro Rostagno ( allora leader del Movimento Studentesco Antiautoritario trentino ), ambedue allora giovani studenti di sociologia presso la leggendaria Università di Trento.
La pubblicazione, oggi rara, di questo eccezionale saggio, di grande rilevanza storica, è stata curata da Aldo Ricci, all’epoca membro dissidente del Movimento Studentesco trentino.

” Il Movimento studentesco trentino, del quale facevo esperienza contemporaneamente a quello torinese, era non meno effervescente, ma assai più espressivo, se non nel senso della scrittura, nel senso dei comportamenti e del folklore esterno. Del resto, una performance come quella del Controquaresimale, animata da Paolo Sorbi nel severo Duomo di Trento, non poteva essere altro che trentina, appunto, anche se Sorbi era un verace partenopeo dal carattere cordiale ed esuberante. Tra i visi nella folla di sociologia di Trento ho, vivissimo, quello di Mauro Rostagno, barba folta e lunghi capelli: look rasputinesco, un consapevole carisma dal fascino sulfureo, con negli occhi il presagio triste della fine di una vita avventurosa, cultura versatile ma picaresca. Ho conosciuto Renato Curcio nella sua fase marxista-leninista, concordavamo sul fatto che sia in Marx sia in Lenin sono presenti seri elementi di sociologia generale e dell’Organizzazione politica, che vale la pena di studiare, facendo essi parte della storia delle Scienze Sociali. Anima persa nelle grandi Assemblee, Renato, a differenza di Mauro, era un fascinatore di piccoli gruppi; aveva una forma, non so se di timidezza o di complesso, quello del suo naso grande e carnoso – come potemmo simpaticamente constatare io ed Izzo, nel corso di un esame di gruppo – timidezza del corpo, con tanto furore dell’anima e coerenza del carattere. Indisciplinato dissidente, contestatore dei contestatori, testa riccia e distinto, Aldo Ricci, «destra laica» di Rostagno, sempre furioso con Marco Boato, destra confessionale. Marco era occhialuto, il che gli dava il look disciplinato del contestatore d’Azione cattolica. Una vita per la politica, dopo Trento. Ai tempi di Trento sembra sia stato sorpassato da Ricci, in corsa per una borsa di studio; cosa della quale Ricci oggi si vanta ancora: anche i contestatori tenevano ai meriti e alle ricompense accademiche, non fosse altro che per il loro frequente stato di bisogno. Oggi gli anni della Contestazione, del Movimento studentesco, cioè del ’68, per chi vi partecipò, fanno parte della memoria biografica e della propria esistenza, così come per i Partigiani ed i Repubblichini di Salò. La resistenza e la guerra sopravvivono nel loro cuore, riaffiorando anche nelle contingenze della vita quotidiana. I reduci si portano dietro sempre molta nostalgia, anche questa fa storia. “ ( Tratto da La Sociologia di Trento. Il mio coinvolgimento di Filippo Barbano )

 

 

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