Ave Socii
L’Italia è un Paese fantastico. Ha circa il 70% del patrimonio artistico-culturale del mondo ed è la culla della civiltà e delle arti occidentali. Per non parlare del “Made in Italy”. Proprio per questo alcuni Paesi, in Europa soprattutto, vorrebbero che l’Italia facesse la fine della Grecia: commissariata dalla Troika e acquistata a basso prezzo dalle banche estere, tedesche e francesi in primis. Pure la Cina, in realtà, vorrebbe intascare la propria quota parte. E noi italiani, che in questa fase abbiamo un potere contrattuale molto risicato, siamo costretti a indebitarci con le banche e con l’Unione Europea.
In questi giorni, la politica si interroga su quale sia lo strumento economico più adatto per affrontare il coronavirus. In un modo o nell’altro, per sopravvivere nel breve termine, saremo costretti a fare debito. Nuovo debito che andrà ad aggiungersi a quello già in essere. Che già è piuttosto alto, per l’Italia. Il timore è che, alla fine dei giochi, qualcuno in Europa solleverà il problema della sostenibilità del debito italiano. E allora giungerà implacabile il commissariamento da parte della Troika. Cosa accadrà dunque? Grecia docet!
Il coronavirus, questo esserino minuscolo e invisibile, sta mettendo a repentaglio le certezze finora acquisite dall’essere umano. Ma c’è una cosa, almeno qui in Italia, che il virus non è ancora riuscito minimamente a scalfire: la burocrazia. Nonostante tutti i proclami e le risorse stanziate, le lungaggini e le procedure continuano ad essere più forti del COVID-19. E’ ormai del tutto evidente che i burocrati vivono campando sui problemi della gente. Altrimenti, almeno in tempi di pandemia, si sarebbero fatti da parte e sarebbero “rimasti a casa” come tutti noi comuni mortali. Cos’altro ci vuole, per abbattere la burocrazia?
In altri Paesi del mondo, i governi hanno stanziato fondi trasformatisi in pochi giorni in denaro sonante per famiglie e imprese. Qui in Italia siamo rimasti ai proclami, mentre la gente letteralmente “inizia a morire di fame”. Le risorse necessarie, in realtà, ci sarebbero pure. E senza ricorrere a ulteriori finanziamenti europei o simili. Sono nascoste, appunto, tra le maglie della burocrazia, delle procedure, delle carte… Se si riducesse la burocrazia a monte e si facessero più controlli a valle, probabilmente si darebbe uno stimolo non indifferente all’economia nazionale. E si eviterebbero quei “lacci e lacciuoli” che troppo spesso ingessano l’Italia rendendola un Paese debole e poco competitivo in confronto ad altri Stati nel mondo.
Vostro affezionatissimo PennaNera