Italia bloccata da un governo che non sa decidere

Ave Socii

Sono ormai diversi mesi che tutto il mondo ha a che fare col coronavirus. Praticamente tutti i governanti, all’inizio, hanno sottovalutato gli effetti della pandemia. Ma nella maggioranza dei casi, accortisi dei propri errori, hanno rimediato con provvedimenti drastici. Non solo in ambito sanitario ma pure, soprattutto, in ambito economico. In Italia ciò, purtroppo, non è mai avvenuto. Facendo finta che il nostro governo abbia gestito “discretamente bene” la questione sanitaria, riguardo a quella economica sembra di essere ancora fermi al palo. Miliardi e miliardi di euro che vengono promessi, ma all’atto pratico molte famiglie e imprese continuano a soffrire.

Il problema cruciale è, probabilmente, di esclusiva natura politica. Un governo composto di molteplici anime, ognuna con propri interessi e ambizioni, necessita di negoziazioni interne molto lunghe. Il che allunga notevolmente i tempi di attesa dei provvedimenti i quali, spesso, non sono che un’accozzaglia incoerente di belle intenzioni senza capo né coda. Non è un difetto esclusivo di questo governo, ma di qualsiasi governo di coalizione in cui ciascuna delle parti risulti determinate per la sopravvivenza del governo stesso.

Proprio per questo, tra le molte riforme che andrebbero portate avanti, una dovrebbe assolutamente riguardare il tema della legge elettorale. Modificare il sistema in senso prevalentemente maggioritario, sul modello delle Regioni, garantirebbe maggiore stabilità ai governi in carica. Di destra come di sinistra. L’accordo fra Pd e Cinque Stelle su un sistema proporzionale, invece, è destinato a condannare l’Italia alla perenne ingovernabilità. Il tutto pur di evitare di consegnare l’Italia all’avversario “sovranista”. In fondo, è sempre stato questo il collante in grado di tenere in piedi un governo così instabile.

Ma forse la richiesta di mantenere in vita questo governo proviene anche dal di fuori. Fra circa un paio d’anni, il Parlamento italiano sarà chiamato ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. E all’Europa sarebbe certamente gradito un Presidente prono ai suoi voleri e senza alcuna macchia di “sovranismo”. Indire proprio ora nuove elezioni, d’altro canto, potrebbe effettivamente consegnare l’Italia ai “sovranisti” e ai “nemici dell’Europa”.

Ma a questo punto la domanda è: l’Italia è disposta ad attendere altri due anni di stallo, pur di arrivare ad eleggere un “europeista” al Quirinale? Perché finché dura questo governo, dura anche l’immobilismo di questo Paese. L’Italia non può permettersi di attendere ancora. Tenere in piedi un governo solo per paura del “sovranismo” appare, alla luce delle precedenti considerazioni, assolutamente insensato e forse ancor più dannoso dei presunti “effetti del sovranismo” per gli interessi nazionali. Persino per gli interessi degli “europeisti” più convinti.

Vostro affezionatissimo PennaNera

Inginocchiarsi per un delinquente: la resa della civiltà

Ave Socii

Spesso i gesti simbolici valgono più di mille parole. In questi giorni, tutto il mondo è attraversato da proteste e manifestazioni contro il razzismo. E, soprattutto, il mondo sembra unirsi in un unico gesto: quello di inginocchiarsi nel ricordo di un uomo inerme, ucciso per mano di un poliziotto. Che l’evento sia accaduto negli Stati Uniti, patria dei diritti e delle libertà, fa certamente riflettere. Che quell’uomo sia un nero rende ancora più simbolico il gesto di inginocchiarsi (non certo per la stupidità dei “razzisti”, semmai per la propaganda degli “antirazzisti”). Ma che quell’uomo abbia molteplici precedenti penali, se permettete, fa riflettere ancor di più.

Un tempo ci si inginocchiava dinanzi a Dio, a un sovrano, a un signore… Ben poche erano le categorie di soggetti dinanzi ai quali era chiesto di inginocchiarsi. E, soprattutto, erano categorie di soggetti rappresentanti un qualche potere, terreno o ultraterreno che fosse. Poteri espressione di un ordine sociale verso cui i popoli erano chiamati a rispodere, dunque a tendere. Beh, oggi ci rendiamo conto (ma forse non è una novità) che valori sociali e poteri tradizionali sono stati sovvertiti. Se un tempo ci si inginocchiava dinanzi alla legge e all’ordine, oggi ci si inginocchia dinanzi all’eversione.

Che il Presidente Trump abbia arginato, nonostante COVID-19, la crescita della disoccupazione negli Stati Uniti passa in secondo piano, dinanzi a maree umane inginocchiate nel ricordo di un pluripregiudicato afroamericano. E poco importa se, durante queste manifestazioni, si verificano assembramenti, scontri e tafferugli: sono manifestazioni “per i diritti”, quindi provengono dai “buoni” della società. Poco importa se il mondo è dilaniato dal coronavirus e dalla crisi economica: l’importante è inginocchiarsi per un delinquente. Poco importa se in Italia la crisi morde più che in altri Paesi: l’importante è inginocchiarsi per un delinquente.

Soprattutto nelle società progredite, è diffusa l’idea che ogni persona abbia diritto a sempre nuove possibilità. Stranamente, l’idea che arrivati a un certo punto dare nuove possibilità sia inutile sembra stridere col concetto di “libertà” che tanto ci piace sbandierare. E allora, nell’immaginazione, diventa tutto possibile. Come in un romanzo moralista, il nemico deve diventare per forza amico. Non esistono più differenze e culture diverse, tutti si amano senza alcun pregiudizio. Buono e cattivo si confondono, con buona pace della giustizia, delle fondamenta del diritto e della stessa civiltà.

Mai come oggi il buonismo è l’oppio dei popoli. Ma dopo lo sballo, bisogna fare i conti con la realtà. Se gli immigrati commettono, in proporzione, più reati dei cittadini autoctoni, forse un problema di culture e di radici esiste. Forse chi è forzosamente trapiantato in altre culture ha maggiori probabilità di “reagire male”, dinanzi alla cultura che dovrebbe accoglierlo. Pur di non farci un bel bagno di realtà e ammettere che la totale integrazione è solo un bel sogno, preferiamo farci di buonismo e sognare un mondo senza differenze e divisioni. Oggi l’oppio che offusca il mondo si chiama “mettersi in ginocchio”. Attendiamo solo che il suo effetto finisca…

Vostro affezionatissimo PennaNera