A proposito della Sibilla Cumana. “Quante volte è capitato a me e ai miei compagni di vita di fare progetti fuori tempo perchè in anticipo sui tempi. Spesso anche se c’è volontà politica verso un’iniziativa culturale, le procedure burocratiche la rendono impraticabile. A volte invece, i responsabili dei patrimoni sono persone non qualificate che gestiscono tesori enormi e non sanno cogliere le istanze culturali”.
Chi parla è un attivista della cultura, informatore ed esperto di comunicazione di Napoli che in ogni progetto ci mette il suo amore per la storia antica della città e il recupero del patrimonio storico artistico culturale in continuo degrado, sotto le spinte del tempo e la mancanza di denari, o lasciati alla bontà dei privati. All’appello letto in rete, di E.G, per salvare la Grotta della Sibilla ( o la pseudo grotta della Sibilla che si apre sul Lago d’Averno – da non confondere con l’antro della Sibilla, individuato a Cuma ), e alla mia idea di parlarne con un articolo, ha montato una suggestiva clip con interviste e riprese del suo archivio che ricostruiscono il senso della storia della cultura greca per il territorio partenopeo, del mito di Ambrisia la Sibilla di Cuma e dell’ultimo custode della pseudo grotta “DonCarlo”, attraverso le voci del professore Antonio Vitolo e Carlo Faiello (cantautore e compositore italiano World music) che narrano l’origine dell”’enigma” con il mito greco di Edipo, e con questo il senso dell’oracolo di Cuma che invecchia, ma non muore.
“Somma sacerdotessa dell’oracolo di Apollo e di Ecate svolgeva la sua attività oracolare in una caverna conosciuta come l’Antro della Sibilla”.
Ho proprio DonCarlo – mi dice così l’amico- ripreso durante le sue ultime faccende come custode e “Caronte” traghettatore per i turisti e visitatori della grotta, mentre si affaccia all’ingresso per il segnale e risponde ad una chiamata al cellulare di sua figlia Daniela – “hai chiamato tu, Daniela…perchè?”.
“Da secoli l’umanità assiste all’Edipo Re e si commuove”.
L’Analista Vitolo nel video cita l’Edipo Re (colui che risponde con successo all’enigma della Sfinge, il primo indovinello della storia). C’è un Enigma nella vita – “Quale? Non voglio sapere! Non voglio sentirti!”- L’abisso in cui mi spingi è dentro di te. L’enigma è un simbolo della radice della vita umana, e l’“occhio della Vergine”, la terra di Partenope, la sirena bicaudata diventa l’occhio della vecchia Sibilla e il suo oracolo, e conclude : “La cultura non è fuori del tempo, è nella storia e se nn sappiamo intuire il corso della storia, invecchiamo e moriamo con la cultura che muore. Questo il legame tra Napoli e Cuma. Anzi tra Pozzuoli, i Campi Flegrei, ancora più antica: l’antica Puteolis, Dicearchia, giustizia e governo”.
Che non sia un destino analogo della grotta della Sibilla invecchiare sino a perdere corpo come la Sibilla restata solo voce, smarrendosi l’antro nella roccia con la roccia sovrastante, come ingiustizia di governo.
Edipo Re è la tragicità del conoscere, ma non accechiamoci come Edipo Re. Ascoltiamo la Sibilla.
Ancora dalla sua grotta.
Dizzly
Narcysse
Entrai nell’Antro nel giugno 90…con la mia di lì a poco moglie…Luogo incantato…Un po come mi successe poi a Micene ed Argo, sentii qualcosa di inspiegabile visitando questo sito. Addirittura chiusa? Povera Italia…Zingheri senza casa siamo diventati!!
Dizzly
Non ho visitato il sito della Sibilla Cumana e nemmeno la pseudo grotta di DonCarlo:precisazione apportata all’articolo. Ne immagino la bellezza in rapporto alla suggestione del mito, purtroppo abbiamo un patrimonio vasto che rischia costantemente l’abbandono! Grazie per il tuo interesse
kayfakayfa
Personalmente credo sia dovere di chiunque abbia a cuore le origini storico-culturali della propria terra impegnarsi nella denuncia dell’abbandono e del degrado in cui versano i siti archeologici che la caratterizzano affinché chi è responsabile della loro tutela, pubblico o privato che sia, si smuova dal “letargo” per recuperarli in quanto salvare un monumento archeologico significa salvare un piccolo puzzle della storia dell’umanità. Il mio articolo da voi gentilmente citato e linkato, frutto della collaborazione con la giornalista Danila Mancini, vuole essere uno dei tanti gridi di rabbia lanciati da chi chi non riesce a concepire come sia possibili che simili tesori restino abbandonati nel degrado più assoluto.
Al di là dell’abbandono in cui versa la pseudo grotta della Sibilla sul lago d’Averno, la cui proprietà è privata, lascia allibiti l’abbandono e il degrado, sempre a Pozzuoli, della necropoli romana di via Fascione, sottostante il Ponte Copin, meglio noto come Ponte azzurro, la cui tutela è della Soprintendenza ai beni culturali e lo stadio Antonino Pio sulla domiziana, nei pressi della città del fanciullo!
kayfakayfa
https://blog.libero.it/wp/enzo5giarritiello/2018/06/28/pozzuoli-degrado-archeologico-senza-limiti/
Dizzly
e forse si può tentare anche il change org…
Dizzly
K. Il nostro contributo va nella medesima direzione a sostegno dell’appello contro il degrado dell’aree archeologiche o di quelle di interesse storico pubblico: partenopee e non. Nel video si comunica la bellezza della storia attraverso tasselli culturali che delineano il piccolo puzzle della storia dell’umanità da te citato . Da colleghi intanto ci complimentiamo per l’iniziativa, SitNewsFeel resta disponibile attraverso i suoi canali a raccontare ai lettori gli sviluppi dell’appello, mantenendo l’attenzione sul problema. Sarebbe opportuno però, a mio avviso, fare chiarezza su “Copin” e il progetto cofinanziato dall’Unione Europea detto “Piano Intermodale dell’area Flegrea” e lo stato dei lavori, come da foto 7 Grazie, Saluti.
kayfakayfa
Beh, anziché aspettare che siano gli altri a farlo, nessuno ti vieto di farlo.
Saluti
Dizzly
(Non è escluso:) Il mio era solo un suggerimento, visto l’indizio nelle foto da te pubblicate, non credo sia questione di aspettare gli altri che fanno qualcosa, personalmente non sono su Napoli e questo renderebbe l’azione di ricerca e approfondimento a distanza più complicata
infiniti saluti