Oscar 2019 Green Book di Peter Farrelly

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“Non vinci quando usi la violenza, vinci quando mantieni la tua dignità”

Candidato a sole 5 Nomination Miglior film , miglior attore, miglior attore non protagonista, miglior regista e sceneggiatura, “ultimo”  degli 8 selezionati Award

Green Book*  di Peter Farrelly  ribalta ogni pronostico e si afferma Winner della  91ª edizione della cerimonia degli Oscar  che si  è tenuta al Dolby Theatre di Los Angeles il 24 febbraio 2019. Con Roma, Black Panter, e Bohemian Rhapsody è il film più premiato.

“Separati ma uguali”, il suo tema è la discriminazione della comunità afroamericana nell’america del 1962 sotto le leggi Jim Crow che mantenevano la segregazione razziale nei servizi pubblici. Ispirato ad una storia vera, regala un insegnamento e una piccola fetta di umanità e fiducia nell’uomo. Senza pedanteria e una buona dose di divertimento, la narrazione  coinvolge lo spettatore, lo fa immedesimare nei due protagonisti: Don Shirley,  un talentuoso e raffinato musicista nero  “mai abbastanza nero per i neri e mai abbastanza bianco per i bianchi” –  Mahershala Ali  – e Viggo Mortsensen ( Aragorn de Il Signore degli Anelli) nei panni di Tony Vallelonga, detto Tony Lip, un  buttafuori italo americano e ‘spara stronzate’ , in viaggio nel profondo sud in una  società che finge di accettare le persone afroamericane;  la loro amicizia  supera ogni pregiudizio.

*“Il Green Book era “la Bibbia del viaggio nero; dopo il Civil Rights Act del 1964, che bandiva le discriminazioni razziali per colpa delle quali era nato il Green Book, la pubblicazione è cessata. Forniva alloggi, stazioni di servizio e garage, strutture per il tempo libero aperte agli afroamericani, tra cui saloni di bellezza, ristoranti, discoteche e country club”.

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Oscar 2019 Green Book di Peter Farrellyultima modifica: 2019-02-25T10:25:31+01:00da Dizzly

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9 Comments

  1. Che bel film e grandi interpreti. L’ho guardato in streaming ma, oltre agli Oscar, meritava anche il prezzo del biglietto.
    Te lo consiglio oppure te lo racconto. Dimmi tu.

  2. racconta:) … io dovrò necessariamente divertirmi con La Favorita

    • Il film prende lo spunto da una storia vera ed è ambientato negli anni 60 in quella realtà americana che non è mai progredita di un centimetro. Un paese ricco di contraddizioni che, in ogni caso, se le contassimo, non sarebbero di meno. Fra le peggiori, essere buoni e tolleranti con i forti e cattivi ed intolleranti con i deboli. Glissando su realtà e contraddizioni, questo film, fra immagini, parole, silenzi di parole e rumore di pensieri non espressi, è poesia, poesia e poesia dall’inizio alla fine. Senza di essa sarebbe un film alquanto scontato come lo erano una volta le mezze stagioni. Il biglietto, in ogni caso, lo vale tutto. In streaming, in attesa della primavera, lo puoi guardare quando ne avrai tempo. Anche in autunno manterrà inalterato il suo sapore.

      • correggo: “Un paese ricco di contraddizioni che, in ogni caso, contassimo (le nostre), non sarebbero di meno”.

        • mi piace questo articolo green book :

          • Ottimo articolo anche a mio avviso. La firma, del resto, era una garanzia. Fermo restando che i premi all’arte sono ridicoli perché, in campo artistico, non esiste il meglio o il peggio ma esiste solo che ogni opera è diversa dall’altra così come ogni percezione è diversa dall’uno all’altro, senza la poesia e la frase “sono troppo bianco per i neri e sempre nero per i bianchi” che dimostra la contraddizione della cultura americana in termini razziali, il film sarebbe stato solo una delle tante critiche alla disciminazione razziale.

            • contraddizioni e latenze, penso non solo americane; penso alla caratterizzazione del bianco uno sparacavolate italiano…e questo unpo’ mi irrita, unpo’ mi diverte:penso si capisca il perchè..:)

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