No, non abbiamo tempo per le lettere … quei fogli accuratamente setacciati, quegli inchiostri blu con strisce di viscosa, quei deboli amori con ogni nuovo arco di lettere … Concetti indifferenti che ci stacciamo dal campo del pensiero e li gettiamo sulla strada piena di storie … via SMS- ore, messaggi o brevi citazioni, inseriamo brevi righe o frasi.
No, non abbiamo tempo per parlare … quelle parole calde e dolci, quelle parole che aprono le porte chiuse … Con il silenzio ci registriamo nella voce più vocale del mondo … creiamo orfanotrofi per le parole.
No, non abbiamo tempo di guardare … quei colori che gli occhi dei fenicotteri, quei contorni con luci folli … Costruiamo immagini di calce e colori, e nella neve bianca li uccidiamo vivi, abbandonando l’azzurro in altri cieli, dimenticando che … In autunno del verde diventiamo ottone.
NO, non abbiamo tempo di sentire … quelle tempeste, quegli stupori, quelle emozioni, quella frase alla vita … indossiamo pensieri impervi di felicità, incapaci di attraversare il capo, ci nascondiamo nel bunker della paura, speriamo di coprirlo con lo spesso altopiano che non sentiamo più, è la cecità interiore … imitiamo che sentiamo e crediamo con l’inversione in un fuoco d’arte.
Nel folle secolo di velocità, non abbiamo più il tempo di nutrire la parola, guardare, vivere, bello … denutrito, assetato, sfigurato e indebolito, l’anima ci sta cercando un secolo più lento … l’esterno afferma che viviamo ancora.