L’emozione della Memoria.

Noi siamo esseri infiniti, arriviamo da tutte le parti dell’Universo, conosciuto e non, e uno degli scopi che ci siamo assunti fin da quando abbiamo accettato di sobbarcarci in questo viaggio terrestre è quello di ricordare chi siamo, oltre che da dove veniamo.

Una delle caratteristiche del vettore fisico per la sperimentazione di questa densità, è la “disconnessione” dalla nostra vera natura, e l’oblio più o meno assoluto di chi/cosa siamo, da dove veniamo, e cosa siamo venuti a fare.

Così volendo, grazie alle categorie e convinzioni, trasmesse dalla famiglia, dalla scuola, e dai vari canali di insegnamento/informazione, e più o meno dominanti nell’ambito della consapevolezza sociale, chiunque potrebbe sollecitarci in qualsivoglia direzione, senza rilevanti resistenze da parte nostra.

Anche questo convincimento, il ritenere che chiunque possa fare di noi qualunque cosa gli passi per la testa, quando conosciuta la nostra ignoranza di base e la gran parte delle nostre debolezze, fa parte della programmazione di base.

Per eredità familiare, sociale, di razza “oppressa”, è una delle prime cose che ritroviamo nel nostro cervello, e nella quasi totalità dei nostri corpi inferiori.

Tuttavia, la nostra origine è ben più regale. Quindi qualsiasi inganno, qualsiasi illusione, non può fondarsi su basamenti eterni, e neanche troppo duraturi.

Noi siamo la stessa sostanza del Creatore, e sua diretta emanazione. E il nostro mandato è quello di arricchire la creazione con la nostra sperimentazione e costante ideazione.

E, si può stare certi, malgrado questa tuta terrestre, e l’enormità di astrazioni e idee, e credenze e certezze più o meno trasfuse, ad un certo punto la memoria riaffiora.

Ci supporteranno al riguardo situazioni, oggetti, esseri, oltre agli appunti e ai dispacci provenienti dalla più intima parte del nostro essere.

La memoria è molto variegata e complessa. È composta da immagini, emozioni, ispirazioni, rivelazioni, illuminazioni. E dal “sapere”, che ne rappresenta la parte essenziale.

Il “sapere” è una cosa estremamente interessante. È ciò che, per certi versi, ha costituito il più significativo spartiacque tra le varie classi di creature. In pratica, tra chi “sa”, e chi non riesce, o, meglio, non ha ancora deciso, in tal senso.

In verità tutti sanno. Tutti sanno di “essere”, innanzitutto. L’Io Sono, che è, per certi versi, il Dio di questo Universo, è presente in tutti in eguale misura. Ed è il primo barlume di qualunque realtà ci possa riguardare. Quello che viene cioè, appena dopo ciò che è sempre “Prima” di qualsiasi coscienza, o qualsiasi cosa possa considerarsi esistente.

Tutti siamo e sappiamo di essere. Nessuno potrebbe affermare in perfetta coerenza il contrario.

E il “sapere” è ciò che ci rende tranquilli nella nostra verità. In un certo senso è come quando siamo seduti. Lo sappiamo, seppur anche questo lo abbiamo in qualche modo ereditato.

E avere cognizione di essere qualcosa o molto di più di semplici “umani”, pur tributando alla forma umana la magnificenza che le è dovuta nei tanti universi nei quali gioca la parte da protagonista, è anch’esso qualcosa che, se vogliamo, non facciamo grossa fatica a “sapere”.

Quando siamo certi che “non può non essere così”, e che “non può essere tutto qui”, o “lì”, quando ci sentiamo re, pur apparendo servi o giullari, quando pulsiamo di infinito, pur constatando l’apparente “fine” di tutte le cose, quello è “sapere”.

I corpi che abbiamo assunto per scandagliare queste coordinate spazio-temporali, non riescono a contenere tutto, pur potendo conoscere tutto. Perché qualcosa potrebbe non reggere, e bruciarsi. Pertanto, il ricordo, la memoria, assume, nella sua incommensurabile gentilezza, molteplici fattezze.

Tra le quali, il “sapere”, al quale abbiamo accennato prima. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

 

Scegliere la Vita

Quando abbiamo deciso di prendere un corpo su questo piano, in questo preciso scorcio temporale, al di là della molteplicità di motivazioni che ci hanno spinto in tal senso, la più forte delle quali era l’eccitazione di partecipare ad una fase in qualche modo unica della storia di questo pianeta e del cosmo in generale – abbiamo, insieme alle anime che ci avrebbero accompagnato nel viaggio che da lì a poco avremmo intrapreso, preso visione di tutte le condizioni di vita che avremmo attraversato, e di tutti gli esseri con i quali avremmo avuto delle importanti interazioni.

Probabilmente le reazioni di ognuno saranno state diverse, e le più disparate. In ogni caso, con qualche probabilità, più di uno di noi ha avvertito un riflesso del tipo: “no, con questi non voglio assolutamente avere a che fare!”.

E, forse, queste suggestioni sono state talmente intense che quando li abbiamo alla fine incrociati, malgrado l’oblio determinato dalla struttura fisica, e da tutta la variegata tecnologia messa in atto, su questo piano, da chi ha scelto la non-Luce e il non-Amore, optando per il potere sugli altri, li abbiamo “istintivamente” riconosciuti.

Certo, molto giocano, su questa dimensione, le esperienze pregresse, e le emozioni che, per eredità familiare, di gruppo, e della collettività sociale, oltre, come si diceva alla strumentazione di cui prima – ci siamo ritrovati in qualche modo, o senso, nostro malgrado, a “collaudare”.

Così molte combinazioni sono state altresì influenzate da queste ultime.

Tuttavia, questo non ha “limitato” l’identificazione, nel bene e nel male, di quegli elementi che avevamo intravisto al momento di quella scelta alla quale si accennava all’inizio.

È spesso il motivo per quale guardiamo con molto sospetto alcuni esseri – che sono poi emozioni, schemi, energie in atto – malgrado i loro equivoci e ambivalenti atteggiamenti e comportamenti. Perché sappiamo con quasi obiettiva certezza di quali tipo di forze si tratta, e a quali parti di potere hanno ceduto la loro volontà e sovranità.

Per chi ha scelto la Luce, l’Unione, il rispetto di tutti gli esseri, l’Onore potremmo dire, riferendoci a questo piano dimensionale, la scelta non si rivela alla fine solo obbligata, o l’unica ragione di vita, nel significato come spesso viene inteso su questa densità. Per chi ha scelto la Luce è qualcosa in più. Non esiste più nient’altro, e non si riuscirebbe ad immaginare qualsiasi altra opzione.

Per questo sarebbe inutile parlarne, esprimersi sull’argomento, ragionare su eventuali pro o contro. Perché non esistono argomenti di dibattito, non esistono alternative. La Luce è solo ciò che È, e basta!

Certo, come si è detto tante volte, questa consistenza, così come strutturata, così come gestita e diventata nei millenni, è qualcosa che affligge, soffoca, e sopprime ogni forma di vitalità. Soprattutto per chi ha già sperimentato altre modalità di esistenza, per chi conosce la libertà, la sovranità. Per chi sa, o ha comunque un’idea, su chi è e sul suo ruolo nel Multiverso.

Tuttavia essa può essere cambiata. E magari il momento è quello.

Tutto cambia del resto. Niente è mai come l’istante prima, e la trasformazione è l’unica costante nel cosmo, lo si è detto tante volte.

Il Pianeta viaggia nell’intero Spazio, e la sostanza sulla quale appena appena si adagia, non è mai identica a se stessa. Così, ad ogni lampo, le condizioni, i presupposti, risultano già differenti. E tutto ne viene in qualche modo soggetto e ispirato.

E le varietà di vita, le produzioni, gli assortimenti, le alternative, si rinnovano e riformano. E tutto, in appena un battito di ciglia, è già dissimile.

La Vita è la più splendida delle prime creazioni. Già da quel primo accenno di consapevolezza si è compreso che era un favoloso sistema di sperimentazione.

È tutto ciò che è, in effetti, anche se le possibilità sono talmente infinite e inimmaginabili, che potrebbero essere ipotizzati contesti di ogni genere e qualità.

Ma ciò che è vita deve essere celebrato. E onorato. Secondo già come lo conosciamo, o abbiamo imparato a fare, su questo piano.

E la celebrazione della vita, di ogni vita, e della Vita che tutto È, deve, sempre e comunque, essere la prima scelta di tutti.

Ed è su questo soprattutto che non vi è, e non vi può essere, opzione. Perché non vi può essere altro, seppur nel rispetto della piena libertà di ognuno. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

La frequenza di un Gruppo di Luce.

La nostra è una libertà senza confini. È così che è, ed è questo che tutti dovremmo reclamare.

Niente e nessuno può restringere la nostra sovranità. E qualsiasi limitazione, condizionamento, manipolazione, della nostra libertà, può essere raggiunto solo con il nostro consenso. Un consenso “estorto”, a volte. Sottinteso, in altre circostanze. A volte più esplicito, seppur magari, facendoci credere essere in quella particolare circostanza la cosa più giusta, e migliore per noi, o per altri che ci stanno a Cuore.

Noi siamo esseri sovrani per diritto di essenza. Noi siamo così perché siamo diretta espressione – e qualsiasi altra cosa lo è allo stesso modo – del Creatore, o di Ciò, qualsiasi cosa sia, che ne sta alla base, esistendone, ammesso che si possa in tal modo definire, a prescindere.

Ciascuno sceglie, nella pienezza della sua autodeterminazione, la vibrazione che vuole sperimentare. La crea per certi versi, entrandoci dentro con parti di se stesso.

Così, un mondo è fatto da esseri sovrani che scelgono, e insieme creano, una gamma di esperienze connesse ad un particolare livello vibratorio/dimensionale.

La frequenza dominante di quel particolare mondo sarà definita da coloro che esprimeranno la tonalità più bassa. Pertanto, se quel mondo vorrà passare ad una gradazione “superiore”, ammesso che di questo si tratti, tutti dovranno agire in tal senso, oppure scegliere qualcos’altro.

In ogni caso, l’eventuale nuovo mondo, o, meglio, la sua frequenza, sarà determinata da chi si trova sullo scalino più basso di quella particolare scala energetica.

Di conseguenza, se la Terra, come sta accadendo – sceglie di passare ad un livello più “elevato”, tutti dovranno farlo, o optare per un piano diverso, più adatto alle proprie “corde dimensionali”.

La stessa cosa avviene in un gruppo di Luce. La sua “frequenza”, il suo livello di “vibrazione”, è determinato dai componenti che esprimono la carica energetica più bassa.

Quindi, basta un solo essere che si esprima ad un valore più “sommesso” della gradazione, che tutto il gruppo non solo ne risenta, ma è lì che in qualche modo, nel senso più generale del termine, verrà trasportato.

Questo lo sa bene anche chi vuole tenere in giù la vibrazione complessiva dell’umanità. Da qui il condizionamento e la programmazione, oltre che la manipolazione incessante, ripetuta, persistente.

E se un popolo, una razza, dovesse alzare la propria frequenza, basterà introdurre esseri che si esprimano a livelli più contenuti, che il risultato sarà subito ribaltato, o, comunque, fortemente ostacolato.

Per questo nei gruppi di Luce avvengono continue “infiltrazioni” di esseri a frequenza più modesta.

Noi siamo abituati ad accogliere, a manifestare “misericordia”, ad essere aperti e accessibili per chiunque.

Questo non è sbagliato in se stesso, e comunque va in qualche modo bene per noi. Sempre se dimostriamo di conoscere l’intera verità su come le cose effettivamente funzionino.

È come tenere la cassaforte di casa sempre aperta, dando la possibilità a chiunque di poter prendere ciò che il suo ego desidera. In una situazione in cui si convive con gente magari poco onesta, quanto tempo passerà perché la cassaforte irrimediabilmente si svuoti, lasciandoci probabilmente anche nell’impossibilità di provvedere al necessario per sopravvivere?

La stessa cosa avviene a livello energetico. Se siamo aperti e disponibili con chiunque, quanto tempo durerà la nostra capacità energia? Saremo in grado di ricostituirla, e in quanto tempo, se depredati e saccheggiati?

Un gruppo di Luce, per definizione, deve essere aperto a tutti. Ma questa apertura è necessariamente “condizionata” dal sincero desiderio altrui, da autentiche onestà ed integrità altrui.

Il desiderio della Verità, della Luce, della Libertà. Il desiderio di conoscere chi si è, e di vivere in coerenza con questo tipo di realizzazioni.

Molti gruppi di Luce sono falliti, e falliscono, proprio per questa inesperta e sprovveduta breccia, illimitata e senza riserve, nei confronti di chicchessia. Anche, quindi, di chi non possiede le opportune credenziali.

E, anche, degli “infiltrati”.

Infiltrato è chi non accetta. Chi ha solo dubbi e nessuna stima. Chi vuole solo “smascherare”, che è un altro modo per qualificare gelosia, invidia e frustrazione. Chi afferma di non poter mai essere ingannato, e non riesce ad accorgersi di quale “padrone” stia realmente “servendo”.

In un gruppo di Luce un infiltrato può essere subito riconosciuto per come partecipa, per gli altri “amici” che frequenta, per gli “alleati” dai quali si fa accompagnare.

Il suo obiettivo, seppur egli stesso possa anche esserne poco,  ma è certamente chiaro in chi lo ha mandato/manipolato/condizionato – è quello di far affondare, fallire, il gruppo. Perché non lo sopporta. In verità lo odia, visto che alla fine rappresenta il fallimento del suo percorso di vita, non riuscendo a “provare”, a sentire, ciò che gli altri del gruppo avvertono e sperimentano, e, perciò, a scorgerne il valore.

E chi ne consente l’ingresso, pur nel suo candore, nel suo ingenuo presupposto di dover abbracciare tutto il mondo, è, suo malgrado, complice di quel naufragio.

Tutti sono Dio. Tutti sono divini. Tutto è la stessa Essenza. Tutto origina dalla stessa Fonte.

Ma è proprio questo che dovrebbe portare ciascuno di noi a rispettare le scelte di ogni altro. Se qualcuno chiede qualcosa che noi possediamo, perché ne abbiamo immagazzinato l’esperienza, possiamo condividerla, e non c’è niente di male in questo. Ma se qualcuno va oltre, o contro, il nostro tragitto, perché non lasciarlo andare?, perché volerlo a tutti i costi coinvolgere?

Tutti sono, e devono essere, liberi.

Forse qualcuno dirà, anche liberi di farci del “male”, o danneggiarci”!

Si, perché no! Ma noi siamo allo stesso modo liberi di non permetterlo. Anzi di neanche lontanamente permetterlo.

Un gruppo di Luce è composto anche da due sole persone, già solo due esseri, che seguono però la stessa strada con il comune intento di supportarsi, sorreggersi, aiutarsi lungo il percorso. E, perché no, farsi “compagnia” anche.

Ma si tratta di esseri affini, almeno in quello che si propongono di conseguire.

Esso è, e deve essere aperto, a chiunque esprima questo stesso intendimento, e metta le sue energie a disposizione dello stesso progetto.

Anzi, deve essere pronto ad accogliere immediatamente chi si dimostra di tale fatta.

Ma deve allo stesso modo essere pronto a respingere chi ha altre volontà. E tutti i membri devono fare fronte unico in tale direzione.

Perché, agendo altrimenti, non si farebbe bene ad alcuno.

Sicuramente non al gruppo, ma neanche a coloro che al momento sembrano persi per altri itinerari. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

I “pugnali” d’Assisi

Niente accade per caso, e anche il riaffiorare di un qualche ricordo segue a volte lo stesso schema.

Quando – parlo di io/noi come gruppo – cominciammo la seconda parte del nostro ciclo di trasformazione, quando, per intenderci, ci scoprimmo fortemente legati e interconnessi con Francesco degli Universi [conosciuto come d’Assisi], e il suo gruppo – una delle prime cose che ci furono dette, era che “avremmo subìto, soprattutto chi era chiamato a gestire in maniera più diretta il gruppo, molti attacchi”. E, fin qui, nulla di nuovo. Era cosa abbastanza usuale, e faceva parte, per così dire, della normale routine di un gruppo di Luce.

La cosa più singolare fu però, che, per questi attacchi, sarebbero stati utilizzati anche i “pugnali di Assisi”.

I “pugnali di Assisi” non sono altro che gli stessi compagni, gli amici, del percorso di Luce, che aveva caratterizzato quel particolare periodo del nostro cammino sulla terra.

In verità, si trattava di cosa che abbiamo avuto modo di sperimentare sulla nostra “pelle”, secondo l’espressione che viene spesso usata su questo piano, moltissime volte.

La gente non se ne rende conto, gli operatori di Luce non se ne rendono conto, noi stessi non ce ne rendiamo conto – e se accade, capita abbastanza raramente, e, comunque, dopo che il danno è stato fatto – ma la realtà che viviamo è fortemente programmata, condizionata, manipolata.

È stato detto talmente tante volte che si rischia anche di essere scontati. Tuttavia, è forse l’unica cosa alla quale sul serio, e, lo si ripete, sul serio, occorre prestare la più attenta delle nostre attenzioni.

La permanenza, e tutte le nostre attività sulla terra, richiedono molta vigilanza. Questa “vigilanza” ha un senso, perché raramente possiamo permetterci di cedere il passo, e la nostra concentrazione. Perché possiamo perderci. Perché possiamo perdere molto. Perché, ancora più importante, possiamo essere utilizzati come dei “pugnali di Assisi” [ciascuno secondo le proprie identità o affinità d’origine].

Tutti siamo diversi, e ognuno ha le proprie opinioni, credenze, schemi di riferimento. Perfino idee e ideali.

Non è questa diversità a doverci preoccupare, visto che l’Universo è proprio così, multiforme, differenziato, diversificato. Abbiamo recitato/vissuto probabilmente tutte le varietà del mondo, direttamente o indirettamente. Siamo stati una cosa o un’altra, senza alcun tipo di remora, e identificandoci totalmente nella parte interpretata. Se non accettiamo qualcosa è perché, forse, non l’abbiamo interiorizzata abbastanza, o perché le ferite ci fanno ancora male. O qualcos’altro, magari. Ma non importa.

Questo tuttavia, dovrebbe farci pensare che nulla dovrebbe esserci estraneo, e nessuna cosa è nell’Universo “anormale”, e non meritevole di accettazione.

Possiamo preferire una cosa o un’altra, ed è abbastanza “normale”. Possiamo non volere avere a che fare con una cosa o un’altra, o un particolare tipo di energia, e questo continua ad essere “normale”. Ma, si ripete, questo non dovrà mai significare che quella realtà sia meno divina, provenendo allo stesso identico modo dalla Fonte/Sorgente dalla quale hanno avuto origine tutte le cose.

Le preferenze sono pertanto gradite, ma il conflitto non è quasi mai necessario. E non lo è sicuramente a livello di principio.

Se poi, una parte di Dio – magari quella che non accetta la Luce, o l’Unione – vuole imporre la lotta, allora dovrà reperirsi un modo per risolvere il tutto con il minor dispendio di energie, e di vita, possibile. Ma questa è un’altra storia.

Chi però, ha – o dovrebbe avere – a Cuore il Pianeta, e la razza umana, e tutti gli esseri senzienti o meno, di tutti gli Universi, dovrebbe avere un altro atteggiamento nel Cuore, che dovrebbe portarlo verso tutt’altre direzioni, e movenze e azioni.

I “pugnali di Assisi” sono dappertutto. Pensano di sapere tutto, di avere le idee chiare. Pensano di seguire i puri sentieri della Luce e delle illuminazioni.

Ma nessun sentiero della Luce è esente dall’Onore. Nessun cammino verso l’illuminazione non ha a Cuore il benessere di tutti.

Possiamo essere diversi, ma non nell’Unione.

Quando tutti sono Uno, tutti sono di Assisi. E nessun pugnale sarà mai rivolto ad un proprio compagno. Anche se dovesse prendere un’altra strada.

Perché non c’è altra strada, e non c’è “altro”, quando tutto è Uno. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.