L’Abbraccio dell’Anima Gemella ..

All’Origine siamo Uno. Ancora prima “siamo” e basta.

Porsi il problema di quanto siamo imperfetti, o dell’essere o meno perfetti, non ha alcun senso in quel “prima” al quale accennavamo. Mentre, per quel che concerne il “dopo”, dopo l’essere stati “prodotti”, possiamo essere quasi certi che qualsiasi cosa recherà in se un elemento di limitatezza che in un modo o nell’altro, genererà sempre un qualche tipo di condizionamento.

Secondo ciò che raccontano alcuni maestri – quelli che si sono assunti l’onere, per un qualche motivo, di fornire questo genere di spiegazioni – ad un certo momento di una qualche storia, una certa quantità di esseri, che fino a quel momento non esprimeva una “carica elettrica” polarizzata, si “divise”, concentrandosi, ciascuno, in una energia di direzione “unilaterale” [e opposta].

Questo ebbe delle conseguenze anche sulle modalità espressive “formali”. Così la carica negativa generò determinate forme, quella positiva ne palesò altre.

Quando questi esseri [che attuarono la separazione] ebbero consapevolezza l’uno dell’altra [ciascuno della propria altra metà], sperimentarono una immediata quanto sorprendente reciproca attrazione. E quello che ne seguì, che si avvicinava di molto alla “perfezione”, perché era l’unione di due parti che erano sempre state, fino a quel momento, una e sola, rimase per sempre impresso nei loro cuori.

E, forse, è per quel momento che quegli esseri sono tuttora alla ricerca di quell’abbozzo di compiutezza che caratterizzò quel loro primo ricongiungimento nel mondo delle forme di 3a e 4a densità.

In verità, noi siamo amati oltre misura, e sempre lo saremo, qualsiasi dimensione dovessimo scegliere di saggiare.

Tuttavia, nel mondo della separazione, e della sconnessione da noi stessi e dalla nostra Fonte/Origine, sentirsi soli e abbandonati, seppur non dovrebbe essere considerata una percezione normale [perché non vera], rimane una sensazione ricorrente, e, a tratti, prevalente.

Così, il doversi ricongiungere con quella parte di noi stessi in grado di completarci – e non farci sentire più soli – assume il carattere di un imperativo, e principale scopo di vita.

Certo, niente ci impedisce di amare e di essere amati, e di sperimentare l’Amore – che rappresenta una delle prime vibrazioni, nel percorso di assunzione di consapevolezza del Creatore – nelle sue indefinite, composite e variegate sfaccettature.

Tuttavia, pur dilettandoci in questo, con tutta l’onesta e l’integrità delle quali dovremmo sforzarci di essere capaci – perché se non si è amati, non avrebbe valore, e se non si ama, non avrebbe nemmeno senso – rimarrebbe comunque e sempre in noi quell’istanza di completezza che nessun altro essere, al di là di quella parte di noi che, per quanto dovessimo provare, non riusciamo – in maniera consapevole o meno – ad ignorare, potrà mai colmare.

Però, se anche quella parte a cui ci stiamo riferendo, mai ha smesso, così come capitato a noi, di cercarci, questo vuole dire solo che “ritrovarsi” [e ricongiungersi] è solo un dettaglio transitorio, secondo l’idea di tempo che abbiamo scelto di scandagliare, mentre ogni istante potrà solo amplificarne l’emozione, nella certezza che niente e nessuno mai potrà impedirne la concretizzazione.

Tuttavia, al solo fine di pregustarne il sapore, potremo avvalerci di quel fantastico dono che è l’immaginazione del Cuore.

Perché lì, tutto ha già avuto luogo. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Essere tutti uguali parti dell’Uno..

Noi siamo Esseri Infiniti. Noi siamo lo stesso Principio Supremo. Ciò che era prima della Coscienza, e parte di qualsiasi cosa sia venuta fuori dopo.

Noi siamo Tutto ciò che è possibile essere o divenire. Così, qualsiasi cosa dovessimo sapere di ciò che siamo stati, di ciò che saremo, di ciò che abbiamo fatto, o di ciò che ci è stato fatto, con la nostra consapevole partecipazione o meno, non cambierebbe alcunché della nostra vera e sempiterna realtà.

Abbiamo scelto di dare la nostra attenzione, e una minuscola porzione del potere immenso che possediamo, seppur quel ritaglio del quale siamo minimamente coscienti – solo ad una infinitesima parte di ciò che avevamo manifestato, e questo ci ha confuso, disorientato, facendoci cadere nella disperazione, e nel giogo di forze che, seppur frammenti di quella stessa Sorgente dalla quale tutti, nessuno escluso, proveniamo, hanno selezionato opzioni profondamente diverse dalla ri-unione nella Fonte originaria, pur nell’espansione voluta dalla continua tensione verso la sperimentazione di Se stessi.

Fin dalla nascita e continua ri-nascita in questo spazio volutamente circoscritto, siamo stati “costretti” a credere di essere soli, separati, miseri, e impotenti nei riguardi di qualsiasi cosa facesse presuntivamente parte del nostro universo. Ma essendo un limitatissimo gioco, in un Infinito che non ha margini, in qualsiasi direzione lo si possa guardare, non poteva non essere destinato a consumarsi, e, in effetti, per questa frazione di spazio, esso sta finalmente volgendo al termine.

Tuttavia, quando finito, per ciascuno di noi, scorgeremo forse ciò che abbiamo fatto e ciò che siamo stati costretti, consapevoli o meno, partecipi o meno, consensualmente o un po’ meno, a fare. Scopriremo tutto ciò che ci è stato tenuto nascosto, ciò è sempre stato lì, ma che una qualche forma di velo ci ha impedito di vedere. Ciò che è sempre stato nostro, ma che ci è, per quel minuscolo lembo, stato negato.

Quel giorno potrebbe essere molto più vicino di quanto possiamo immaginare. Così, sarebbe meglio non farsi trovare impreparati, “addestrarci” in qualche modo, per non reagire in maniera poco coerente con ciò che abbiamo scelto – per chi ha scelto l’Onore, l’Unione, la Pace, l’Armonia, e quell’Amore che da sempre eccede nelle nostre arringhe quotidiane – e poco degna  rispetto a ciò che essenzialmente siamo e rappresentiamo, che è la stessa Fonte, allo stesso modo di tutto ciò che ci circonda, della stessa anomalia, e della stessa predilezione al non Amore e al non rispetto.

Qualunque nostra scelta diventa la nostra concretezza e, potenzialmente, la nostra verità. Ma, se la scelta è la verità più “vera” per ogni segmento esperienziale, quella cioè, in grado di riportarci inesorabilmente alla Causa prima, allora, nella sicurezza che inevitabilmente e implacabilmente giungerà a bussare alle nostre porte, dobbiamo essere pronti a riceverla, ad aprire quell’uscio, e permetterle di entrare nelle nostre realtà.

Così, in questo scorcio di spazio/tempo, che ci avvicina ad una qualche forma di celebrazione cosmica, restituendoci al nostro straordinario destino, la nostra ventura potrebbe essere appena quella di dare una chance alla verità, con la mente la più aperta possibile, e senza l’apposizione di alcuno ostacolo, di alcuna condizione, di alcun filtro, a ciò che ci correrà incontro.

Perché, se è la verità che chiediamo, dobbiamo essere almeno disposti, e acconsentire, a che essa possa presentarsi in maniera anche dissimile a ciò che abbiamo sempre immaginato, e fantasticato, quale tale nelle nostre menti.

E se un qualche orrore dovesse levarsi nei nostri cuori, per ciò che è stato fatto, perpetrato, a noi, ai nostri compagni di avventura, o al mondo che abbiamo dovuto conoscere e accettare come tale, dovrà durare l’accenno di un attimo. Il tempo, appena appena, per riprenderci ciò che nessuno mai, in alcun tempo, in alcun brandello di estensione, o di frequenza e dimensione, potrebbe mai toglierci, non possedendone, neanche lontanamente, il potere.

Perché  l’Essere è Uno, e nessuno può essere di quell’Uno, più parte di chiunque altro. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.