La corruzione dell’Essere…

L’Essere Supremo è anzitutto purezza. Egli è assolutamente integro ed incontaminato. O, più proporzionatamente, ciò che vi era prima di questa integrità e incontaminazione.

È solo con le prime alterazioni – quelle cose che quelli della Legge dell’Uno chiamano “distorsioni” – che comincia la manifestazione, ciò che sarà poi oggetto di sperimentazione e conoscenza.

Così, noi siamo la stessa cosa di Quello, all’origine. E il percorso verso l’integrità, l’essenziale, l’incondizionato, è ciò che rappresenta la via a ritroso, alla volta del Padre/Madre/Creatore. Verso ciò che è alla fine, la Sorgente di ogni cosa.

Ma a quella prima alterazione molte altre sono seguite. Spesso sulla base dei semi posti dal Logos/Creatore di quella manifestazione.

Si è detto “spesso”, perché alcune “alterazioni” possono provenire da altro. Da altre creazioni ad esempio, da altri universi, e, quindi, da altri principi e concezioni.

La corruzione di cui si parla pertanto, origina da contaminazioni dell’idea primigenia, al cui inizio, nelle sue prime alterazioni, era solo Luce e Amore.

“Corruzione” in verità, è parola poco conveniente, perché l’Essere È, come è sempre stato, e sempre rimarrà.

Per certi versi, è anche una parola grave. Questa intensità però, serve a conferirle quella connotazione “seria” che essa acquisterà anche nel linguaggio comune.

In senso spirituale, in ogni modo, corruzione è banale ignoranza. Quindi, essere “corrotti”, significa semplicemente non sapere chi si è, da dove si viene, cosa si sia venuti a fare. [Ovviamente anche con riferimento agli altri che condividono quel particolare scorcio spazio-temporale].

Siamo quindi “corrotti” quando non abbiamo la più pallida idea di cosa essenzialmente siamo. Perché, in effetti, potrebbe bastare solo quello, o, perlomeno, averne un’idea – sentita, percepita, intesa, riconosciuta – a fare già di noi autentici costituenti di un Tutto che ci trascende e comprende.

Conoscere e “riconoscere” l’altro, seppur possa ancora non eliminare quel senso di separazione che, magari, trova indefinite cause in altri angosciosi fattori, riapre comunque il campo delle possibilità ai fini del ritorno a ciò che mai abbiamo in verità lasciato,  e che sempre siamo stati, identificando negli altri solo degli splendenti compagni di viaggio. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Librarsi come Farfalle..

Al di là di come possiamo vedere questo splendido Pianeta che al momento ci sta portando un po’ a spasso per l’Universo – se come “scuola”, o come “prigione”, o come “vacanza cosmica”, o chissà quanto altro ancora – e tutti, in un senso o in un altro, hanno una qualche ragione, la Terra, Gaia, può sicuramente essere almeno considerata, in questo preciso scorcio spazio/temporale, la nostra regale Madre/Ospite. E, in verità, la nostra più fedele amica, e complice, per questa particolare avventura.

Noi siamo esploratori dell’Universo, e sono in tanti ormai, pur nell’oblio che questo corpo, e certe tecnologie, ci obbligano a sostenere, ad averne perfetta cognizione.

Come parte di quel Primo Creatore, che è il Logos per questa complessa manifestazione, siamo anche noi artefici di ogni cosa, compreso, in un modo o nell’altro,  il nostro asservimento.

E questo, ci sommerge innanzitutto di responsabilità. Perché, quando si condivide una qualche realtà con altri co-creatori, occorre una qualche sintonia, una qualche uniformità di principi, un qualche accordo almeno di carattere generale, al fine di impedire che le creazioni esplodano in infiniti pezzi e trascinino tutti verso imprecisate direzioni.

L’unità di intenti è qualcosa che generalmente garantisce la migliore definizione di una realtà in via di manifestazione. Così, come creatori consapevoli [e coscienziosi] dovremmo trovare, con altri spiriti affini,  idee comuni per garantirci la sperimentazione della realtà più gradevole, e straordinaria, e più emozionante, si possa immaginare.

Se, per un attimo, dovessimo prendere come insegnanti le farfalle, credo che il loro esempio ci porterebbe, per i nostri voli, verso i campi di fiori più belli, e interessanti, e aperti alla vita, che possano mai esistere ed essere visti nel mondo.

Le farfalle non sono tutte uguali. E, si ritiene, non hanno tutti le stesse preferenze, ad esempio, in termini di fiori e colori. Quindi, non dobbiamo essere perfettamente uguali, nelle preferenze, nei gusti, nelle qualità e orientamenti per co-creare qualcosa nelle stesse direzioni. Basterà una qualche idea in comune. La libertà, per ipotesi. Libertà di volare in qualsiasi direzione, senza nocumento alcuno per gli altri volatori.

Garantendo ad ognuno, con la nostra visione, che è intento creativo, i fiori più belli che si possano mai immaginare. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Innamorati dell’Amore..

Essendo noi frutto di quel primo movimento del primo creatore, pur non smettendo mai di essere con lui la stessa e medesima cosa, tutti noi siamo innanzitutto, e prima di ogni altra realtà, Amore e Luce. Perché quelli sono stati i suoi primi sussulti.

Quell’Amore neanche per un attimo ha smesso di essere dentro di noi, e di segnare la nostra strada. Persino quando abbiamo scelto altrimenti.

E incluso chiunque abbia mai scelto, e scelga, altrimenti.

Così, indipendentemente da ciò a cui diamo priorità, ciò che potremmo preferire ad ogni istante, e ciò che metteremo in ogni nostra cadenza, visione e cipiglio, una parte più o meno piccola, o più o meno grande, sarà quella Luce e quell’Amore che mai ci hanno lasciati. Perché sono il filo conduttore di questa creazione. Perché sono ciò che ha segnato la via. Il primo scatto, il “negativo” della prima fotografia.

È grazie a quello che spesso siamo così innamorati dell’Amore che non riusciamo nemmeno a respirare. E che crolliamo ogni volta ne dovessimo cogliere un barlume in uno sguardo, gesto, gentilezza, rivelazione.

L’Amore è il primo modo di essere, e vivere l’Amore è il ricordo di quella prima movenza, e la pienezza di quel primo momento.

E farci prendere da quell’Amore è il tentativo, costante in tante espressioni, di ritornare là da dove siamo partiti, da dove tutto è cominciato.

Vivere l’Amore, vedere l’Amore, guardare l’Amore, non è un “compito” di chi ha scelto la Luce, degli esseri di Luce, degli operatori. È semplicemente il loro modo di ritornare a “casa”. Di ricongiungersi con il Creatore. Di riprendersi il Creatore.

Spesso, nei contatti con la Luce, si riceve come istruzione di fare una cosa o un’altra. Nella gran parte dei casi non si tratta di cose eclatanti, di cose che sembra possano cambiare il mondo, o qualcuno di coloro che ci vive.

Magari, ciò che viene “aggiunto” è solo nutrimento per la mente del ricercatore, che ha bisogno di “fare” qualcosa o qualcos’altro, per sentirsi più “a posto”, più “utile”. Perché, nella gran parte dei casi, si tratta solo di essere, o stare, in un posto o in un altro. O di “guardare”, esplorare, una cosa o un’altra.

Stare ad esempio in un’altura, e osservare una città. Magari una città problematica, con certe cose da risolvere.

Semplicemente guardare.

Guardare con gli occhi dell’Amore, vedere l’Amore, come lo è qualsiasi cosa che esprima l’Amore, è forse la medicina più bonificante, più taumaturgica, più magica, che possa esistere.

Quando, a volte, ad esseri che sono stati considerati grandi maestri, o ancora di più, dell’umanità, è stato chiesto cosa stessero facendo di così grande per chi aveva posto fiducia nel loro sostegno, o soccorso, si è ricevuto come risposta che, semplicemente, li “guardavano”, dimostrando così, di porre così tanta enfasi nel proprio solo “guardare”, i loro “seguaci” e quanto fosse caduto naturalmente nel loro raggio di percezione, da sembrare, a tratti, inverosimile.

Ma, forse, è questo il più grande “compito” – o, forse addirittura l’unico – ammesso che ne esista uno, ammesso che esista qualcosa del genere, degli operatori ed esseri di Luce. Guardare, genuinamente, autenticamente, con gli occhi dell’Amore.

E, in tal modo, [ri]vedere l’Amore. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

L’intendimento del libero arbitrio.

Siamo l’Eterno Uno, e siamo Uno con il Creatore, fin dalla prima idea di questo Universo.

Tutto in ogni Universo è deciso partendo da un primo lampo, che getta basamenti, regole e modalità di funzionamento, in qualche modo universalmente accettati.

Questa è un’area di libero arbitrio, e questo deve essere garantito a tutti, seppur il precetto possa sempre nascondere eventualità di “tranelli” di qualcuno [più navigato] nei confronti di altri.

In realtà è per questo che siamo in “guerra”. Come è stato detto altre volte, anche su questo spazio di discussione, ci sono vari sistemi di intendere il libero arbitrio, e la libertà anche, degli esseri.

Quella parte che è denominata Luce, non ama esattamente il conflitto, come viene chiamato. Perché conosce quanto è con esso connaturato, e le sofferenze e le cattive alterazioni che esso può comportare per chi ne viene in qualche modo coinvolto. Non si tira ovviamente indietro, se costretta. Ma cerca sempre, preferendo intimamente la condizione di “Pace”, e fino all’ultimo, soluzioni alternative.

In uno posto di libertà [o di libero arbitrio] condiviso, “vince” per così dire la “maggioranza”. Che è una maggioranza “energetica”, vibratoria o vibrazionale.

É come la guida di una nazione. Se si scelgono determinati governanti è perché il livello vibratorio è con questi in qualche modo coerente. Quando da sempre più parti viene scelto altro, si comincia a preparare un cambiamento, che, una volta raggiunta la “massa critica”, porterà anche ad altri governanti più consoni con il nuovo piano vibratorio.

È questo il motivo perché uno degli scopi degli esseri e operatori di Luce è di diffondere conoscenza.

La conoscenza, come l’informazione, è soprattutto vibrazione. È infatti ciò che sta alla base di ciò che viene trasmesso e trasfuso ad essere importante.

È questo il motivo per quale si dice spesso che il messaggio di un grande maestro è “universale”, e questo anche quando tratta, o esprime, cose apparentemente banali o di uso comune, o, perfino, quando dice all’uno o all’altro una cosa o un’altra che appare estremamente specifica e diretta a quell’uno o a quell’altro.

Perché è ciò che sta alla base, l’intenzione, la modalità vibratoria,  ciò che viene associato, la direzione che si vuole fare prendere, e altro e altro ancora – anche di molto meno comprensibile – che, alla fine, è alimento di quell’ “universale” che qualifica giustamente quel messaggio.

Quindi, essere tirati allo scontro, che è sempre ciò che viene scelto da chi privilegia il non Amore e la non Luce – è l’ultima cosa che vorrebbe chi ama, e tende sempre a scegliere l’Armonia.

Chi ama la Pace, ama anche i compagni, ed è già estremamente estasiato alla sola idea che qualcuno possa condividere il suo ideale di Libertà.

In realtà vorrebbe che tutti lo scegliessero, in modo che si possa vivere uniti “felici e contenti”. Tuttavia, poiché a tutti deve essere garantita la dovuta sovranità, non può non accondiscendere quando viene preferito altro.

Quanto sopra detto, preso nel suo insieme, porta all’essenzialità dell’unione. Perché più si è uniti in una determinata idea, più quell’idea diventa possibile, e realtà autentica, in un determinato spazio.

Chi non condivide quel senso, e dispone di buona conoscenza del come le cose funzionino in questa parte di territorio, farà ovviamente di tutto perché quell’unione, che porterebbe alla “massa“ in grado di concretizzare quell’evento, non vada avanti, o non abbia neanche luogo.

La quasi totalità di esseri umani non ricorda assolutamente nulla delle proprie intime origini, della propria vera realtà, e neanche immagina chi o cosa effettivamente è, e magari, in maniera in qualche modo contingente, da quale porzione di universo è partito, fino a giungere da queste parti.

Questo rende praticamente impossibile sfuggire alle insidie di questo cerchio infinito di asservimento e segregazione.

Magari abbiamo portato chi qualcosa chi altro, e molti indizi, che prima o poi ci aiuteranno nell’emersione di parte della consapevolezza. Che, quindi, prima o poi non potrà non riaffiorare.

E, seppur ogni cosa, secondo l’opinione di tanti, sembra dover avvenire al “momento giusto” – ma non è necessario che sia così – sollecitare perché le cose accadano non è assolutamente sbagliato. Semmai lo è per chi non vuole quel tipo di cosa, o quel cambiamento, o che si opti per quella direzione.

Quindi, unirsi per la realizzazione di una idea, è in realtà il modo più veloce per far si che quell’idea possa prendere “vita” in una estensione di proprietà di tutti. Laddove rimanere separati, è invece il modo più semplice per garantire il successo di chi ha saputo in qualche modo combinare [meglio] i propri mezzi e le proprie energie.

La Vittoria della Luce, che, comunque, in questa parte di cosmo non è più in discussione, seppur non ancora integralmente acquisita, è assicurata proprio da quella solidarietà di intenti che tanti esseri amanti dell’Amore, hanno ad un certo punto consapevolmente raggiunto. Con l’ulteriore intendimento che uno spiraglio sarà sempre garantito per chi, quando vorrà, deciderà in qualche modo di esserne ricompreso. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.