L’espansione del Creatore, in tutte le direzioni e in nessuna.

Siamo esseri infiniti, e in osservanza al gioco del Creatore, abbiamo scelto di fingere di essere incompleti. E stiamo interpretando così bene la nostra parte, che noi per primi, siamo rimasti intrappolati dalle nostre stesse convinzioni al punto tale da ritenere quasi impossibile svincolarcene.

Niente tuttavia dura all’infinito, e, come sempre, disponiamo di innumerevoli possibilità. Perché il Creatore si espande in tutte le direzioni, e non c’è limite in questo. Seppur, emanando all’interno di se stesso – ammesso che riusciamo a dare per certa una cosa di tal genere – non possiamo non presupporre che trattasi di un’estensione meramente illusoria.

Abbiamo percorso la strada della separazione, prima dal creatore e, quindi, da noi stessi e da ogni altra cosa, che è poi il sistema selezionato per saggiare l’intero universo. Adesso dunque, possiamo intraprendere la strada a ritroso, al fine di riunificarci con il tutto.

Ciò significa che man mano che ci riappacifichiamo con le altre parti di noi stessi, ci riapproprieremo anche della nostra più vera natura, facendo sparire ogni senso di smarrimento e solitudine, di angoscia e di debolezza, di apprensione e di inquietudine.

Quindi, le forze amiche del momento sono quelle della ri-unione, e la meta attuale quella del “collettivo”. Che vuol dire come umani, l’umanità intesa come Uno.

Chi teme l’umanità [come Ente], e, per questo, ha scelto la via del dominio, del controllo, della schiavizzazione, ha messo in atto, e occorre ammettere, con un certo successo, la via dello “smembramento” e della sconnessione [dalla reale – e regale – essenza] dei suoi componenti [dell’Umanità].

Il gioco sta ancora continuando, seppur sempre più esseri si stiano accorgendo dell’inganno, e stiano cercando di assicurarsi, con la reviviscenza, una più conveniente via d’uscita.

Tuttavia, i folli a cui accennavamo, hanno lavorato talmente bene che anche nelle comunità più “spirituali”, vale a dire le più inclini al gioco del risveglio, e della rinnovata comprensione di se e del Se, e che sono poi quelle dove è più incisivamente diretta la forza disgregatrice di chi ha per il momento preferito il percorso del potere sugli altri, la deflagrazione ha avuto effetti devastanti.

Per tale motivo non è potuto non balzare agli occhi, nei gruppi, nelle milizie di Luce, nei e tra i compagni di tante vite, quelli che si erano ripromessi di ritrovarsi per combattere insieme in nome del bene, e della fantastica e assoluta libertà di ogni essere e di tutta la Vita, che il tragitto verso l’unione fosse soprattutto la predilezione delle similitudini, piuttosto che delle discrepanze, di ciò che unisce piuttosto che di ciò che divide.

La forza che scaturisce dall’essere uniti è la più temuta da coloro che hanno scelto il non Amore. Perché può istantaneamente raggiungere, e produrre, e manifestare, qualsiasi cosa nel Multiverso.

E per questo, per raggiungere cioè l’”intesa”, non serve essere “uguali”, perché, nel cosmo, niente e nessuno lo è, o pensarla allo stesso modo, perché nessuno lo fa, o fare e preferire, le stesse cose, perché non sarebbe nemmeno concepibile, essendo tutti impronte diverse dell’Iniziatore.

Occorre solo ritrovarsi nel nome di una qualche idea condivisa [la Libertà?]. E pensare semplicemente, ma concretamente, che si possa appena ridere insieme, perché il riso, come la Gioia, è contagioso, che si possa appena condividere del cibo, che connette più dei social, e cantare, danzare, ma anche meditare  –  dopo tutto siamo esseri spirituali, no? – in buona compagnia, perché ciò assicurerà una sempre maggiore apertura alle vigorose energie in arrivo.

Perché non siamo soli. Non siamo soli in questa battaglia del ritrovarsi, e non siamo soli nel voler far risplendere l’Universo, e la sovranità di ogni vita.

E questo è ciò che più ci deve rincuorare. Non siamo, e mai siamo stati, soli. Ed è una frode il fatto che ci abbiano fatto sentire tali. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di Ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

L’eterno gioco dell’equilibrio..

Lungo il percorso che comprende il gioco di ritrovare ciò che si è, la sempre maggiore connessione con le estrinsecazioni della propria essenza avvia ineluttabilmente un processo di espansione che, in vera sostanza, mai avrà fine, pur nell’illusoria versione della sua parvenza di realtà.

Probabilmente, quando si parla di apertura di Cuore, e di disponibilità alla Vita, del ricercatore di Se, è a questa continua esplosione che ci si riferisce, visto che, secondo la verità del momento, l’avvolgimento dell’intera manifestazione, con la crescita della “comprensione”, sarà sempre più “omnicomprensivo”.

La disponibilità all’abbraccio è pertanto una componente essenziale di colui che cerca il compimento – ammesso che di quest’ultima cosa abbia senso parlare – e, nella sua [del ricercatore] ottica, assume più intenso significato solo ciò che più porta all’unione, piuttosto che allo smembramento dell’Essere Uno.

Tuttavia, la creazione è equilibrio, che può essere raggiunto solo in un contesto simmetrico. Quindi, immancabile gioco del creatore nelle sue sperimentazioni, è l’Armonia, e il suo perenne ondeggiare.

Ciò che si separa da tutto, ricerca sempre, e solo, il rientrare nel tutto, dove trova alfine il suo logico epilogo. E ciò che va fuori equilibrio, attiva subito la forza il cui proposito è ristabilirlo.

E in un gioco duale, le forze contrapposte alla fine si annulleranno l’una nell’altra, potendo esistere, in un frammento di assoluto, solo l’una in relazione all’altra.

Quindi, la ricerca dell’Armonia, la quale ultima è ingrediente imprescindibile dell’equilibrio, sembra essere una costante di questa manifestazione [e probabilmente di moltissime altre], mentre una qualsiasi discordanza apparirebbe solo come un più o meno vaporoso flutto nell’oceano dell’infinito intelligente.

E se come è sopra è anche sotto, e come dentro anche fuori, anche qualsiasi rapporto tra gli iscritti più o meno attivi della rappresentazione cosmica, non potrà sfuggire a questa legge. Così, la ricerca dell’Armonia, e dell’equilibrio, in un qualsiasi rapporto, o interazione e scambievolezza, ne condizionerà e influenzerà inevitabilmente movenze e direzioni, mentre le tensioni, e i relativi conflitti, saranno solo avvisaglie di effetti che inseguono solo le proprie compensazioni.

Mentre, alla fine, il maestro potrà essere individuato solo in quel nuotatore esperto, che nel mare di ciò che è, funzionerà con il limite minimo di sforzo e spruzzi. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Essere veri..Sempre!

La ricerca della verità, per chi ha scelto di dedicare finalmente una qualche propria esistenza alla trascendenza, è nella sostanza una cosa sola con la verità stessa, oltre che con il soggetto che la intraprende.

Quando ci si ritrova a quel punto, non importa del resto, nemmeno la realtà che si è in qualche modo costretti a vivere in quello specifico momento, e le connesse temporanee credenze. Perché si è ormai appreso che esse sono appunto tali, effimere, e che tutto potrà cambiare in un semplice cenno di eternità.

Chi vuole che tutto rimanga così com’è, perché non vuole uscire da una qualche forma di comfort, oppure perché non vuole rinunciare a quella infinitesima porzione di potere che per un attimo è convinto di provare, e che, nel vagheggiamento dei suoi sensi, si illude possa durare per sempre, è semplicemente figlio di una peculiare densità, e frequenza,  che, ad un certo punto, non potrà non stritolarlo nelle sue stesse spire.

In ogni caso, anche per lui arriverà un nuovo tempo, e una nuova dimensione da testare, che richiederà l’abbandono definitivo e irreversibile di quanto andato, e uno stile diverso di celebrare la Vita che tutto È.

La verità, per qualsiasi cosa, al di là della Verità prima,  di ciò che È prima di ogni cosa, della Coscienza, e di qualsiasi altra alterazione del Principio – non è esattamente “vera”. Lo è magari per un attimo, per un particolare scorcio spazio-temporale, per uno, o per ogni abbozzo, di movimento. Cambierà ad ogni istante, mentre il testimone potrà solo osservarne effetti e realizzazioni.

Esserne ossessivamente agganciati, quasi come una saldatura perfettamente riuscita, è solo uno spreco di possibilità, che ostacolerà le sempre più fiorenti estensioni che saremo incessantemente chiamati ad abbracciare. Laddove essere aperti ad ogni nuovo, è solo ciò che ci caratterizza come espressione pura e diretta della Sorgente stessa.

Perché se qualcosa potrà essere richiesto a chi ci si è riferito all’inizio di questa riflessione, è proprio quella pacifica e gentile disponibilità ad essere qualsiasi cosa, e ad accogliere nel proprio mondo qualsiasi invenzione del creato, nell’acquisita certezza che dallo stesso è stato, in un qualche specifico tempo, e in una qualche personale maniera, attivato quel singolare ciclo.

Scopo del Creatore, del Primo e di tutti gli altri a seguire, è scandagliare tutto ciò che potrebbe essere. Che è indefinito quando assunto particolare coordinate, e totalmente infinito nell’assoluta libertà che contraddistingue la Sua Essenza nel punto zero.

Così, vera missione di ogni creatura è permettere sempre tutto ciò che È, con una interpretazione quanto più originale, e creativa, possibile per il contenuto impersonato. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Il trionfo del Grande Bagliore..

La strada che porterà l’Umanità a diventare un vero Collettivo, in grado di agire all’unisono nei confronti delle altre Realtà uniche del cosmo, fino a che la totalità dell’universo ridiventi essa stessa un’unica entità, e, quindi, la stessa cosa del Logos, comporta obbligatoriamente molte sfide e confronti.

Ogni cosa, ogni vita manifestata, è diversa da qualsiasi altra, così, incontrarsi su terreni comuni, implica il rinunciare in qualche modo, a qualcosa che peculiarmente si è, per recuperare ciò che alla fine ci rende pari. Che è poi il Creatore stesso, e, tra i creatori, il Primo Creatore.

Ci hanno convinto che siamo creature fragili, e questo solo per indurci ad una sproporzionata supplica di protezione e tutela. Questo ha portato alla creazione da parte nostra, perché, come sempre è stato detto, noi siamo i realizzatori ultimi delle nostre stesse consistenze, a qualsiasi livello di frequenza essa si possano manifestare – di “scatole” che, in un qualche verso, sembravano garantirci un qualche agio o conforto.

Non siamo usciti da questi scrigni per millenni, o forse molto di più, ed è accaduto sempre per nostra stessa volontà, seppur veicolata, condizionata e manipolata in tantissimi modi e guise.

Adesso è il momento della verità. Della verità a tutti i costi, indipendentemente dal prezzo, dai sacrifici, dagli sconvolgimenti e sovvertimenti, che essa potrà comportare nell’illusoria esistenza di ognuno.

È stato già detto che dobbiamo chiedere a gran voce la verità su tutto, principalmente su chi/cosa siamo, da dove veniamo, su come questo vagheggiamento è a suo tempo iniziato, e a cosa è stato prioritariamente dovuto.

Non che qualcuno ci abbia mai veramente tolto questa possibilità. Ma, portati a credere, e conseguentemente generare, con tutti i poteri, le prerogative e i diritti derivanti dalla nostra Origine, tutt’altro, abbiamo imposto a noi stessi [con la nostra accondiscendenza] a dimenticare.

Tuttavia, non è solo necessario chiedere. È indispensabile agire, anche. Muoversi, operare, nella direzione verso la quale abbiamo, in qualche modo o senso, scelto di andare. E, se la scelta è la Luce, in direzione di Quella.

Ma scegliere la Luce significa solo ritornare ad essere quella, perché essa non è altro che la nostra prima identificazione dopo la coscienza.

Dicono che la Luce ha vinto in questa parte di spazio, e in questo scorcio di tempo. È vero, anche se molto, sotto ai nostri piedi e alla nostra vista, rimane ancora da fare.

Perché è indispensabile che, insieme alla Luce tutta, alla Parte del Creatore che ha scelto la libertà completa e assoluta per tutta la Vita, ci troviamo alla fine noi stessi lungo la via del trionfo. E il nostro successo non andrà solo ad aggiungersi, e ad amplificare, il grande bagliore, ma andrà altresì ad imprimere ogni era e ogni estensione di questo Infinito, e di tutti quelli a seguire, per divenire un modello, un esempio, una traccia, un brevetto, per tutti i creatori.

Questa parte di vita, nella segregazione di questa vissuta allucinazione, è stata molto dolorosa. Tuttavia, già al primo scorgere del ricordo, e del recupero della nostra memoria, già quel primo accenno di nuova e definitiva alterazione, riporterà nella nostra esistenza quell’ardore che sembrava, nel torpore, perduto.

E, nel ritornare ad essere ciò che sempre siamo stati, e che nessuno potrà mai estorcerci, qualsiasi universo dovessimo sperimentare, rivivremo di nuovo l’Eterna Gloria.

La celebrazione dell’inizio di quella prima Idea. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.