La legge della verità.

Noi siamo verità. Unica eterna immutabile. Quella verità che non cambia in qualsiasi tempo, spazio, dimensione. E che è prima di ogni cosa, perfino della coscienza e della consapevolezza di quel Primo Creatore dal quale quanto ci riguarda discende.

Tuttavia, unitamente a questa verità che non può essere nemmeno definita, perché non esistono appropriati sistemi di classificazione, si accompagnano altre realtà, che riteniamo certe per un qualche motivo, per convenzione, o per necessità di disporre di punti di riferimento, o di definirci, conoscerci e chiarirci in qualche modo e senso.

Ma queste presupposte verità hanno una durata, spesso relativa ad altri aspetti cangianti della Manifestazione.

Si dice che la verità è conoscenza. Tuttavia quest’ultima mantiene la caratteristica di “verità” per intervalli spazio-temporali, e ancor più vibratori, spesso molto brevi.

Quante volte siamo stati pronti a morire per qualcosa che avevamo accettato come assioma, per poi scoprire che esistono altre varianti, altre spiegazioni, altre sperimentazioni e modalità di verifica che non avevamo, ancora, neanche gli strumenti per prendere, appena appena, in considerazione?

L’umanità non riesce a trovare intesa, perché assume come verità, spesso universali, semplici punti di comprensione dello spazio conosciuto. E frequentemente accade perché qualcun altro ha detto di seguire un tale sistema.

È una prassi molto condivisa, questa si, a tratti molto istintiva, che neanche ci si sofferma ad analizzare, e ancora meno, a mettere in discussione.

Queste verità, principi, idee, ideali, servono il loro scopo, perché forniscono punti di riferimento in qualche modo solidi, per un certo tratto di strada.

Sono un po’ come delle mappe. Garantiscono degli appigli, e la possibilità di non perdersi totalmente. E di non impazzire.

Oltre all’accenno di eccitazione che assicura la ritenuta convinzione di trovarsi sull’esatto sentiero.

Ma le mappe non sono “universali”. Sono attinenti a particolari luoghi e posizioni. Così, altro luogo, altra mappa.

Questo fa parte del patrimonio comune e non abbiamo difficoltà ad accettarlo. Giudicheremmo poco intelligenti coloro i quali, per orientarsi in un determinato territorio, utilizzassero carte topografiche di località diverse.

Le conoscenze in qualche modo acquisite, anche sperimentate, funzionano come queste cartine. Hanno senso solo con riferimento a particolari “territori”, a specifiche coordinate spazio-temporali, a distintivi livelli vibratori.

A parte l'”Io Sono”, che è la Costante, potremmo dire il “Dio”, di questo Universo, tutto il resto è solo una bolla, con una distintiva durata e una sua specialistica funzione.

E sicuramente, se non dovessimo mantenere la mente interamente aperta ad ogni mutamento, di spazio, frequenza, densità, rischieremmo di fermarci lì, bloccarci, e vincolarci ad un ciclo infinito sempre identico a se stesso.

Tutto è in continua modificazione nell’universo, e noi stessi partecipiamo con le nostre incessanti metamorfosi al rinnovamento dell’insieme.

E per rimanere al passo, il minimo che ci occorre è una mente in grado di contenere l’intero.

È complicato, perché generalmente abbiamo difficoltà ad accettare “verità”, e nuove informazioni, che non riusciamo a “classificare”, perché non troviamo nulla di simile nei nostri archivi. E, oltretutto, i nostri corpi, proprio perchè spesso intasati di molti “insegnamenti” obsoleti dei quali non riusciamo, e molto spesso non vogliamo, ancora disfarci, riescono a contenere una minima parte di ciò che è a dir poco necessario per ricominciare a volare.

E questo è un periodo di grande trasformazione, che richiede tutta la nostra capacità inventiva. E un’inimmaginabile ampiezza di visione.

Perché è l’ignoto che ci aspetta. Un ignoto però, che i nostri, e i cuori di tutti, hanno contribuito a creare.

Con la consapevolezza che possiamo sempre cambiarlo, e che comunque muterà, in un senso o nell’altro. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Noi Siamo la Luce!

Noi siamo Luce! È così che abbiamo scelto, e questa è ormai la nostra irrinunciabile natura.

La Luce è conoscenza. La Luce è saggezza. Saggezza che deriva dall’esperienza, dalla sperimentazione.

La Luce è come un lume o un faro che si accendono in una stanza. Da quel momento in poi tutto è messo in “Luce”, tutto è percettibile e può essere visto. E ognuno potrà scegliere. Potrà scegliere anche di non vedere, di non interessarsi, di non occuparsene. Ma tutto è lì, perfettamente visibile. Per chiunque.

Questo non importerà a chi ha scelto di non usare gli occhi, perché cieco o perchè preferisce tenere una benda sugli occhi. Mentre sicuramente terrorizzerà chi, fino a quel momento, ha utilizzato la non-Luce della stanza per fare degli altri ciò che voleva, per decidere cosa dire agli altri, in nome di una qualche presunta autorità da chissà chi conferita, riferire ciò che nella stanza vi si trovava, ciò che potevano toccare, dove potevano andare, cosa riguardava loro o meno.

La Luce quindi, permette la conoscenza di chi si è, quali sono le proprie origini, cosa si sia venuti a fare. Permette quindi, di scegliere cosa si voglia fare, e dove si voglia andare.

La Luce è pertanto scelta. Libera, incondizionata, infinita.

Scegliere anche di ascendere, secondo il termine in voga al momento, favorendo il passaggio “fisico” ad altre modalità vibratorie, più raffinate, più sottili.

E ognuno potrà decidere quello che vuole, e ognuno potrà farlo come vuole.

Nelle “Storie dello Yoga Vasishta” Siva pone l’accento sulla disciplina del “non sforzo”. Afferma, con pacifico ardore, che “Dio deve essere adorato con tutto ciò che può essere ottenuto senza sforzo”. “Non sforzo” che è, forse, abbandono assoluto, il lasciare andare.

Ma che non è [forse] il non “agire”. Che è quindi sempre agire, ma, ancora forse, senza l’assillo del frutto. Perché è il desiderio del “frutto” che potrebbe portare a ulteriori legami e concatenazioni, e vincoli nei confronti del ciclo.

Tutto si deve svolgere in maniera naturale. Ma tutto parte da una scelta iniziale. Tutto parte da un idea, e, ancora prima, da un ideale. E tutto dovrà essere direzionato se ci sono interferenze, e se si dovesse prediligere un determinato risultato. Senza frenesie né ossessioni. In maniera armonica e nell’equilibrio più totale.

E nel totale rispetto. Nell’assoluto rispetto, in verità.

Si diceva in un precedente scritto, ma è patrimonio comune alla Luce di questa parte di spazio, che il Pianeta Terra si trova al momento in uno stato di “quarantena”.

Questo ha comportato, e continua a comportare, ignoranza assoluta della quasi totalità della popolazione umana, manipolazione e condizionamento continui di tutti gli esseri [indistintamente tutti, anche di quelli che pensano che mai potranno essere ingannati] che ne fanno in qualche modo parte con suggestioni, distorsioni delle verità, e tecnologie molto avanzate, esterne ed interne, tra le quali impianti specifici su particolari punti e chakra del corpo umano. Proprio questi “impianti”, oltre a disconnettere dalla Fonte/Sorgente e dalla Realtà che si È, portano a continue “ricadute” e incessanti creazioni – perché noi siamo i soli creatori della nostra realtà, mentre questa tecnologia, in modo subdolo e infido, ci porta sempre a ricreare le stesse situazioni di scarsità, inettitudine, sofferenza, separazione, e perenni e infiniti contrasti e conflitti con chiunque – di realtà che, se fossimo in “noi” probabilmente mai porremmo in essere.

Le vibrazioni della terra sono molto aumentate negli ultimi decenni. E continuano ad aumentare. È causa anche del “nuovo” spazio nel quale il pianeta si trova, oltre che dell’innesto temporale. Cosa che, per molti esseri, rappresenta l’occasione per il definitivo completamento del ciclo.

In verità, molti ricercatori di verità avrebbero dovuto completare la sequenza già  da almeno due decenni. Ma, grazie ad una “controffensiva” della non-Luce, le cose, e i relativi sviluppi, sono stati riportati molto indietro nel tempo.

Qualcuno ha di recente proposto una splendida meditazione. Una meditazione per l’Unità, e per l’evoluzione delle coscienze.

Per molti spiritualisti, non c’è mai occasione poco propizia per meditare, essendo la meditazione parte consolidata della propria vita/esistenza e della propria intrinseca natura su questo piano.

Qualcun altro invece, si trova meno d’accordo, ed è legittimo che sia così. Perché tutto è scelta. E, per la Luce, la scelta libera, la scelta sovrana, non è solo sacrosanta, è Legge Divina, indispensabile, irrinunciabile, e presupposto imprescindibile di ogni realtà.

La scelta però, presuppone la sapienza, che porta al discernimento, la conoscenza di tutte le opzioni, che porta all’oculatezza, l’onestà intima, che porta all’umiltà.

Si dice che questa meditazione sia destinata ad accelerare l’ascensione planetaria, cosa che per qualcuno è poco opportuno, visto che essa dovrebbe svolgersi in maniera “naturale” e indipendente.

In verità, finora l’ascensione planetaria non è stata per nulla “naturale”. Essa non solo è stata fortemente ostacolata dalle forze di non-Luce, ma addirittura impedita da queste ultime con tutti i mezzi possibili, immaginabili e inimmaginabili, anche di dubbia liceità.

Ed è proprio per questo che essa si trova fortemente in ritardo rispetto alla “tabella di marcia” postulata. [Alcuni parlano di almeno dieci anni, se non più]. Tra l’altro, se dipendesse dalle potenze del non-Amore, essa non avrebbe mai luogo, come è da sempre nei loro programmi, avendo creato un sistema che impedisce letteralmente alle anime di fuoruscire dal “recinto” terrestre [che include anche i “mondi ultraterreni”].

In verità, esiste una certa differenza tra “ascensione” individuale e ascensione planetaria, la quale ultima attiene al Pianeta come Essere insieme a tutti i suoi ospiti [quelli che così sceglieranno].

E chiaramente, anche le responsabilità sono diverse. Perché, oltre che creatori, noi siamo co-creatori di una realtà condivisa.

Si accennava prima ad una attenta e precisa cognizione della varie opzioni.

La non-Luce, oltre a garantirsi un’umanità divisa, debole, sofferente, malata, apparentemente impotente, e, così, facilmente controllabile, ha occultato e impedito l’accesso alla quasi totalità degli esseri, di risorse e tecnologie che a quasi tutti noi apparirebbero come minimo da fantascienza. Free Energy – energia gratuita e per tutti – strumentazioni in grado di guarire tutte le malattie conosciute – che nella gran parte dei casi loro stessi hanno creato – “replica tori” in grado di manifestare qualsiasi cosa a livello fisico, e risorse tali che appena un millesimo di esse sarebbero già sufficienti a risolvere, immediatamente e per sempre, tutti i problemi di miseria e denutrizione del mondo, oltre che tutti i danni all’ambiente e a tutti gli esseri degli altri mondi terresti.

La sola “liberazione” di tutto questo proietterebbe già la terra in un mondo che, forse, la gran parte, o la quasi totalità di umanità, non è neanche in grado di sognare, e che neanche i più arditi cultori di fantascienza sono forse mai riusciti a vagheggiare.

In qualche modo, è questo che la “meditazione dell’unità” rappresenta. La libertà di ognuno di scegliere, disponendo però di tutte le opzioni presenti.

Ma di tutte le opzioni, di tutte le possibilità, senza che qualcuno si assuma la prerogativa o il privilegio di farlo in luogo degli altri.

Inutile rilevare che la particolare congiuntura energetica creata dall’eclissi del 21 agosto, sarà utilizzata nel modo più forte e intenso possibile, anche dalla non-Luce. E l’intento di quest’ultima è quello di scongiurare l’ascensione – che per loro significherebbe la fine del regno, e di ogni forma di dominio e controllo – riportando l’umanità quanto più indietro nel tempo possibile.

Lo si evidenzia, ma, si ritiene, è perfettamente comprensibile per tutti.

Molti di noi sono venuti probabilmente da chissà dove per essere testimoni attivi di quanto accade su questo parte di spazio in questo particolare scorcio di tempo. Ma ciò è stato fatto in nome di un’idea di Libertà intrinsecamente e intimamente connaturata alla Vita e alle identità come originariamente pensate dal Creatore.

Perché è questo che è la Luce, in questa parte di Universo. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Essere finalmente Uno. [Meditazione dell’Unità, 21.8.2017]

Siamo gli infiniti creatori di questo universo, di tutti gli universi finora conosciuti, e di qualsiasi altro universo potrà venire in essere in qualsiasi tempo/spazio/dimensione.

Qualsiasi nostra azione, qualsiasi nostra movenza, qualsiasi cosa dovessimo immaginare, in qualsiasi direzione e senso, avrà degli effetti, e quegli effetti creeranno nuove possibilità, nuovi motivi, nuove modalità esistenziali.

Noi siamo illimitatezza, e non abbiamo né inizio né fine. Ma nella sostanza, la quale è a sua volta effetto di quella causa prima base di tutto, ogni cosa subisce continue trasformazioni, che possono essere considerate in base ai tempi, alle usanze, alle varie e indefinite interpretazioni della verità, fine/inizio, o qualsiasi altra definizione espressa.

Ciascuno di noi crea la propria realtà a proprio uso e consumo, e, senza giudizio, avrà alla fine arricchito il Creatore di tutta la tangibilità sperimentata e della relativa conoscenza acquisita.

Non vi è giudizio. Non può esserci giudizio. Tutto è Uno. Non c’è separazione, non c’è bene o male, non vi è giusto o sbagliato.

Quindi, nessun giudizio. Oltretutto, chi giudicherebbe chi?

Le decisioni che prendiamo, la strada che scegliamo e percorriamo, hanno a che fare solo con noi, e niente e nessuno potrà mettersi tra noi e la realtà che sempre siamo stati e sempre saremo. E che nessuno potrà mai usurparci.

Quindi ognuno sceglie il proprio gioco. E nella dualità, la partita vede sempre vari partecipanti intesi non tanto nel senso di identità dell’Uno che tutto è, ma di entità separate in perenne contrasto tra di loro.

Tutto nell’universo è limitato. È scelta obbligata del creatore. La creazione rimane condizionata. Seppur aperta a qualsiasi sperimentazione, in qualsiasi direzione, vi sono comunque delle leggi che in qualche modo stabiliscono dei confini, delle estremità oltre i quali, in qualche modo, non è possibile spingersi.

Risonanza, libero arbitrio, “garantiscono” che non ci si possa, in questa specifica manifestazione, inoltrare al di là di determinati margini di indagine. E che, dall’altra parte, assicurano, e lasciano presagire, precisi risultati.

Il pianeta Terra è in uno stato di quarantena. È per essere chiari, un pianeta “schiavo”. Tutta l’umanità, intendendo peraltro tutto quanto la concerne, minerali, vegetali, animali, [e ovviamente umani, che, per qualche motivo, non giustificato e neanche giustificabile, si sono innalzati a vertice della catena], è schiava, prigioniera di razze e specie che non nutrono alcun interesse per lei [umanità] se non per l’uso che possono farne [proprio nutrimento].

Si tratta di esseri che, pur anch’essi – come tutto e tutti – provenienti dalla stessa Fonte/Sorgente, hanno perso completamente la connessione con quest’ultima, e sono ciò che spesso noi appelliamo come “oscurità”, seppur abbiano denominazioni e titoli ancora più minuziosi.

Il loro “dominio”, da noi in qualche modo accettato – e, per come funzionano le cose nell’Universo, non potrebbe essere altrimenti – è alla fine ormai, in questa fase del tempo su questo spazio. Perché, come si è detto, nulla dura per sempre, e, ancora di più, ciò che pressa per il superamento dei principi, o per il raggiramento delle anime, facendosi beffa delle leggi del creatore.

Si rilevava prima “da noi in qualche modo accettato”. Ci sono tanti modi per “accettare” qualcosa, ad esempio un accordo, un contratto, uno stato, una situazione, un insieme di fasi e circostanze.

Possiamo prendervi parte ed essere soggetti attivi, o possiamo lasciare fare, ed essere in qualche modo passivi.

È come in politica o nell’amministrazione della cosa pubblica. Alcuni cercano di partecipare attivamente, cercando di fare del proprio meglio, altri cercano solo di ricavarci qualcosa, magari a danno dei propri simili che hanno accordato loro fiducia, mentre tantissimi lasciano fare, per un motivo o un altro, completamente disinteressati [e sono i preferiti di quelli tendenzialmente poco onesti].

Se si aggiunge che la vera amministrazione dei ” patrimoni ” pubblici concerne chi non compare neanche lontanamente nella lista che abbiamo prima elencato, abbiamo il quadro di ciò che con il nostro disinteresse, e con la nostra poca onestà, abbiamo provocato.

Se non prendiamo finalmente posizione, dicendo “no” o “basta” a ciò che non va più bene per una energia che ha a cuore l’interesse di tutti, che non può non essere contraddistinta dal rispetto e dall’onore di tutti, e per tutti, e che serve solo l’Uno che tutti siamo, se non [co-]creiamo immediatamente un mondo migliore, sublime, e il più grandioso che si possa immaginare, fondato sul benessere e l’abbondanza per tutti – tutti gli esseri indistintamente, di qualsiasi ordine, grado, appartenenza, specie e razza – allora meritiamo ciò che finora abbiamo accettato, l’essere cioè servi e schiavi, a dispregio della regalità della nostra origine, e della nostra indubbia e infinita sovranità.

Perché è anche così che finora abbiamo permesso che altri decidessero di questo bellissimo pianeta, e della sua distruzione, e del disfacimento della razza umana e dell’infinito dolore che ad essa è stato nei millenni procurato.

Chi sa che qualsiasi male, qualsiasi sofferenza, qualsiasi dolore a chiunque è impartito all’Uno, e quindi a tutti quanti che l’Uno sono,  non può permettere, quando finalmente riesce ad apprendere la vera verità sul reale svolgimento delle cose – che la decisione sulla propria sussistenza e su quella di tutti gli altri, competa ancora a chi non ha neanche lontanamente a cuore il bene di questa stessa esistenza. E se può agire, se è nella possibilità di dare una propria contribuzione alla fine risolutiva di questa sofferenza smisurata, qualsiasi cosa possa fare – anche una piccola meditazione, o un mantra, o un pensiero – del resto, a chi può fare del male meditare per qualche minuto, o recitare un qualche mantra, o cantare un qualche bhajan?, certamente non a chi lo fa, e neanche a chi è nel proprio cuore e vicinanze, sempre che l’intento sia puro e lo scopo nobile – cosa gli dovrebbe impedire di farlo [se non la programmazione e il condizionamento di quella parte di mondo fatta di non-luce e di non-amore che vuole solo che nulla cambi]?

E se si è uniti in questo, e la razza umana lo dovrebbe sempre essere, perché è Una nell’Uno, il risultato è assicurato, e l’effetto non potrà non essere che clamoroso e stupefacente.

Chi ha, da diversi millenni a questa parte, soggiogato e signoreggiato il pianeta e l’umanità, lo sa bene, visto che in pochi uniti hanno raggiunto risultati portentosi, seppur in contrasto con il cuore del creatore che vuole innanzitutto il rispetto di tutti gli esseri.

Adesso, è il momento che decidiamo di muoverci anche noi nella direzione dell’Unità. Ovviamente nel bene, nell’Unione e nell’Uno che tutto È, e che tutti noi siamo. Perché noi Siamo la Luce!. Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.

Solo l’Uno è reale.

Anche se potremmo azzardare di essere agli ultimi fotogrammi di questo raccapricciante dramma filmico, la battaglia tra Luce e non-Luce, tra Amore e non-Amore, risulta purtroppo ancora in corso.

Potrebbero anche essere istanti tragici, visto che chi tende a vivere nella non-Luce, mostrando, a dispetto di qualsiasi conoscenza e capacità, una spaventosa cecità di ciò che è questo Universo, oltre che delle sue regole e meccanismi, potrebbe addirittura decidere di giocarsi il tutto per tutto.

Da millenni questo piano, e questo pianeta, è teatro di questo conflitto che si chiarisce alla fine, nel diverso modo di intendere se stessi e gli altri, le libertà degli uni e degli altri, il diverso modo di recepire il concetto di libero arbitrio – che per alcuni vale solo per se stessi, e non per gli altri – e nell’ignoranza di alcuni circa le modalità di funzionamento nell’esatto infinito delle cose.

La tristezza maggiore di tutto questo è il constatare come gli esseri trattano gli altri della loro stessa razza.

Tutti gli esseri ovviamente, meritano più che rispetto. Il mondo è di tutti, e nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di dominare, vessare, o controllare, chiunque altro, a qualsiasi specie, razza, genere, dovesse appartenere. Ma tiranneggiare altri della stessa razza, e defraudarli di risorse ed energie, in un universo che – basterebbe solo avere un minimo di consapevolezza – è soprattutto abbondanza, e tutti ne siamo potenziali artefici e destinatari, è sicuramente cosa poco comprensibile.

La piramide di chi ha scelto la non-Luce e il non-Amore, ha la caratteristica di essere molto protesa verso l’alto. E la quasi totalità della base, non ha neanche la minima comprensione delle potenze a beneficio  delle quali presta servizio, di quanto poco sia remunerata per questo – ciò che potrebbe essere equiparato nella sostanza all’osso buttato al proprio cane [con tutto il rispetto nei confronti di una splendida famiglia che è già, forse, interamente nella dimensione verso la quale la maggior parte di umanità avrà probabilmente difficoltà a transitare] – oltre che del prezzo che un giorno verrà loro chiesto di pagare.

In verità, molti non sono nemmeno coscienti di essere al servizio della non-Luce. È un po’ ciò che accade nel film “Matrix”, dove viene detto che “chi non è con noi [i risvegliati], è un potenziale agente”.

I livelli di condizionamento e manipolazione – spesso camuffati in dogmi, assiomi, e convinzioni apparentemente sublimi – sono infatti talmente elevati, in uno stato di pseudo sonnambulismo della popolazione asservita, che chiunque può essere velocemente trasformato in feroce inquisitore, soprattutto quando i presunti capisaldi della vita in comune sembrano rivelarsi in grave pericolo.

E nella gran parte dei casi, a farne le spese sono coloro i cui occhi iniziano ad aprirsi, mentre la verità sottostante comincia ad emergere, e che tendono in maniera naturale a manifestare il desiderio di abbracciare il cambiamento, e che, nell’ingenua estasi che da ciò scaturisce, non riescono a non esortare gli altri a fare lo stesso.

Spesso assistiamo a grossolani scontri nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle comunità. Forse faticheremmo a credere quanti di questi conflitti siano “voluti” dalla non-Luce, e siano nella loro reale essenza violenti battaglie tra Luce e oscurità.

Basterebbe guardare agli esseri coinvolti, e, al di là dell’opinione che potrà essere espressa nei confronti dell’uno o dell’altro, scavando a fondo, vedremmo che una parte è proprio quella che ha scelto il cambiamento, un nuovo modo di vivere, e la libertà per tutti gli esseri.

L’obiettivo, raramente noto a chi è modesto servo di chi ama il potere sugli altri, è quello di abbassare la vibrazione dell’essere, operatore, guerriero di Luce, al fine di riportarla a soglie accettabili per un sistema che predilige la schiavitù piuttosto che l’emancipazione, l’asservimento piuttosto che la sovranità [degli esseri].

Del resto, non necessita molto per una struttura totalmente controllata. Una piccola fenditura nel campo del servo, generata, ad esempio, da gelosia o invidia, avidità o sadismo, malignità o acredine, che immediatamente la programmazione produce i suoi risultati, mentre la quasi totalità non saprà nemmeno scorgere le vere motivazioni alla base di quelle apparentemente banali interazioni tra parenti, presunti amici, e presunti colleghi.

E, spesso, neanche gli operatori di Luce – per i lacchè dell’oscurità il problema ovviamente neanche si pone – riescono a riconoscerne il senso.

Come è stato sempre detto, questa vita, tutti questi drammi, e farse e recite di ogni genere, sono solo illusione. La “maya” a cui accennano i maestri, e di cui parla la tradizione.

Ma la “sofferenza”, come veniva detto nel Mahabharata [da Yudhisthira Dharmaraja], è “vera”. Perché c’è l’identificazione con lo strumento che utilizziamo per la sperimentazione. E fino a quando vi sarà quest’ultima. O meglio, forse, perché siamo disconnessi – magari grazie alla tecnologia e a quella programmazione “oscura” alle quali abbiamo spesso alluso – e fino a quando opererà questa disconnessione.

Ma al di là di tutto questo, è la soluzione che conta. E la soluzione è che, semplicemente, siamo Uno. E nessuno è più grande, nessuno è più piccolo. Perché solo l’Uno esiste, al di là di qualunque cosa possiamo presumere reale in un qualsiasi attimo delle nostre esistenze.

Solo l’Uno e nient’altro! Namasté.

 

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita]. Marius L.