To Baby Ram – Sai Baba Ram ..

Siamo tutti Dio/Essenza, e questa è l’unica verità che ci sentiamo di difendere sempre e ovunque, a livello di manifestazione esplicita.

È questa anche l’unica verità, e l’unico messaggio, che qualsiasi guida mai smetterebbe, forse, di reiterare all’infinito.

Così, seguendo questo rispetto, un precettore altro non sarebbe che una sorta di portiere d’albergo, caricatosi dell’onere di svegliarci la mattina, all’ora prestabilita, ripetendo l’avviso tante volte quanto indicato nelle nostre stesse istruzioni. E caso mai dovessimo tornare altre volte in quell’albergo, forse non necessiterà nemmeno di ulteriori istruzioni, perché egli, avendo imparato ormai le nostre abitudini, e compreso le nostre esigenze, si sforzerà in maniera naturale e quasi automatica intervenendo anche in maniera “personale” al fine di evitarci disagi o danni.

Quindi, potrà anche insistere nella “sveglia” ad esempio, se dovesse avere appreso che siamo inclini ad un sonno poco “leggero”. E potrà anche interporsi per ricordarci un qualche appuntamento, se dovesse avere ormai capito che tendiamo ad avere la testa occupata in molte faccende.

Certo molto dipenderà dal grado di “confidenza” che col tempo avremo instaurato nei vari rapporti interpersonali.

Forse, anche con Dio, e le guide, e chiunque per onestà, integrità, spirito di servizio, verso il Creato e il Creatore, dovesse assumersi l’onere di aiutare chi si trova appena appena sotto nello scalino della scala dell’intera Vita, funziona allo stesso modo. E anche in quel caso è questione di “confidenza”.

Il problema più arduo del tratto di percorso duale in questa densità che abbiamo scelto di sperimentare, è la “solitudine”.

Noi ci sentiamo soli, abbandonati, lasciati a se stessi, in un turbinio di emozioni non sempre piacevoli o gradevoli, e nel mezzo di continui e durevoli combattimenti privi apparentemente di alcun senso, innescati da esseri che, per qualche propria motivazione sicuramente molto bizzarra, hanno scelto la follia piuttosto che l’armonia, il sopruso in luogo della gentilezza, la tribolazione al posto della beatitudine.

Questo perché lo strumento che ci permette l’esplorazione del campo, pur capolavoro di ingegneria genetica, tende per sua natura ad isolare quasi totalmente, grazie anche ai tanti stratagemmi posti in atto da chi gestisce anche quegli esseri di cui prima, oltre che da loro stessi, la coscienza dalla sua Sorgente.

Ma questa “solitudine”, che più di ogni cosa ci attanaglia, questa mancanza di un senso di “appartenenza” ad una famiglia, ad un qualcosa di maestoso e potente che smetta di farci sentire inermi e indifesi, può cessare in un attimo. E questo magicamente accade quando sentiamo di fare parte di qualcosa di più grande. Quando sentiamo che siamo tutt’uno con lo stesso creatore ad esempio, magari attraverso la consanguineità con una miriade di altri viaggiatori del tempo, tutti figli e originari della stessa Fonte.

Quando una Luce appare, o brilla, pur nell’oscurità più tetra, è già questo che permette di scorgere. Che esiste cioè qualcosa, qualcuno, al di là di noi e con noi. Qualcuno che mai si è staccato da noi, che mai ci ha lasciati soli, anche nel corso di quelle migliaia di tempeste che avevano consumato ogni nostra resistenza, portandoci allo stremo ultimo della sopportazione.

Per questo, quando una qualche Guida, o Maestro, o Luce, appare sulla nostra via, l’unica cosa che possiamo appena balbettare, insieme all’incanto della veduta che comincia a sbalordirci davanti, della quale non avevamo neanche coscienza fino a quel momento, è: “Grazie”. Con la più sconfinata e smisurata gratitudine.

Mentre quella Luce risponde con un semplice sorriso. Che tradotto è: “Siamo Uno!”. Namasté.

Un Saluto di Cuore, nel gioco Infinito di ciò che sempre È [Vita].

Marius L.