Non sono più capace di scrivere.
Ma nemmeno di leggere.
Triste dato di fatto.
Fatico a ricordare.
Desidero poche cose.
Tra queste c’è proprio la capacità di ricordare ciò che leggo.
O vedo
O ascolto.
Anche comprendere è importante, certo.
Ma se ricordi, su quello ci puoi lavorare.
Invece sembra che tutto svanisca dalla mente.
So di non avere l’Alzheimer, che è ben altra cosa.
Vorrei far tesoro di cose che leggo, sento, vedo.
Ma tutto mi sfugge. Magari non tutto, ma molto.
Pochi stimoli? Forse. Ma l’attenzione è difficile da domare.
Scappa via, e si sa, non puoi raccogliere un albume con una forchetta.
C’è tanta conoscenza, anche nel passato.
Versi, frasi, contenuti, materiale umano.
Vorrei trattenere concetti importanti, di valore, arricchenti.
Ma svaniscono inesorabilmente.
Do la colpa all’età ma non so, onestamente, se il problema sia quello.
Ho perso molto di ciò che ho imparato, certo.
Poi ci sono concetti e significati che proprio non riesco a fissare.
La verità è, c’è da dire, che difficilmente qualcosa desta il mio interesse.
Mi sembra tutto così vano, insignificante, poco applicabile nella mia scarna quotidianità.
Ed ecco che torno a piangermi addosso.
Non so come uscire dal baratro della noia.
Provo fastidio verso chi sento parlare, dire cose che non mi interessano.
E succede spesso.
Mi sento cattiva, egoista. Ma poi dico a me stessa:
“Se per provare interesse mi devo sforzare, che senso ha!?”
E poi penso che ho allontanato da me tutto ciò che in passato ho lottato per avere.
C’è rassegnazione.
Il pensiero è: che coltivo a fare gli interessi se poi non posso mettere nulla in pratica?
Ho finito per soffermarmi sugli ostacoli, invece che sul come fare per realizzare qualcosa.
Restano noia.
Solitudine.
Isolamento.
Ritiro.
Chissà se ne uscirò viva!