Liste

Ho una lunga lista salvata sui preferiti

di ricette che non realizzerò mai.

Però la sfoglio spesso:

“Gestione preferiti” e inserisco la parola chiave di turno.

Sembra la metafora della mia vita.

Quanti progetti messi da parte

per un domani che non arriverà

ma… “non si sa mai”?

 

Scrivere Vs rimuginare

Mi capita spesso di pormi di fronte a questa pagina bianca
e frugare nella mia mente con l’intento di riempirla.
Qualcuno penserà che non è obbligatorio farlo.
Certo che no!
Il fatto è che spesso sento questa necessità
e spero di interagire con qualche anima passante
che mi offra il suo pensiero a riguardo.
In verità i passanti sono davvero pochi.
Magari i miei argomenti sono poco stimolanti,
ne sono consapevole.
Mi basta lasciar vagare il pensiero e vedere dove mi porta.
Scrivere qui è sempre più che rimuginare nella propria mente.
E va bene così.

Insofferenze

Ti capita di provare quel disagio.
Goccioline di sudore ti imperlano la fronte.
Il respiro si fa pesante.
Ormai l’insofferenza non è più solo un fatto mentale,
morale o psicologico.
Anche il fisico la manifesta.
Ti devi allontanare per forza
dalla fonte di disturbo
uditivo, visivo, sensoriale in senso lato.
Sarà anche questo un regalo dell’età?

Scrivere di sé

Parlare di sé non è semplice.
C’è il forte rischio di non essere obiettivi (ovvio).
Sbagli (per qualcuno) se resti in superficie
se vai troppo in profondità
se sei troppo criptico (allora che scrivi a fare?)
Se ti apri troppo, ti esponi al giudizio (ma dopotutto è questo che vuoi)
se parli in codice ci sarà chi si lancia in interpretazioni
che magari ‘ci prende’,  oppure ci legge del suo.
E poi ci sarà sempre chi lo userà contro di te.
Scrivere di se stessi è un rischio.
Ma a non farlo si vanifica un po’ il senso dell’esistenza di un blog.

 

Mandala

Uno scoperta che feci alcuni anni fa, allorché il covid ci cambiò la vita

e quando, come non fosse bastato lui

mi ammalai di una cosa strana e che non voglio ricordare,

furono i  cosiddetti ‘mandala’.

Acquistai un libro da colorare che, per chi non lo sapesse,

non è una cosa da bambini.

Stasera, annoiata da un pomeriggio in casa

freddo e piovoso, ho ripreso in mano il libro

e, armata di pastelli colorati, ho ripreso il lavoro

Con un sottofondo di musica soffice

ho vergato con i colori quelle sagome floreali vuote.

Ne ho completato uno che avevo iniziato il 1° gennaio di quest’anno.

Ma guardando indietro alla prima pagina del libro, datata luglio 2020

mi sono resa conto di aver annotato delle frasi

alle quali adesso non so dare un senso.

Le riporto di seguito.

 

Penso a te, e spunta la parte migliore.

Mi porterai tu dove ti ho chiesto.

Solo alberi e cielo.

Come un giocattolo rotto.

Ho apprezzato quella finestra per guardare oltre le nuvole.

 

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