Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Novembre 2016

Paura di cambiare?

Post n°7771 pubblicato il 30 Novembre 2016 da nina.monamour

Avete mai pensato di cambiare? Spesso ci fa paura e ci destabilizza, eppure, se ci pensiamo, cambiare é proprio la cosa piu' naturale che ci sia nell'esistenza di una persona, da neonato a bambino, da bambino ad adolescente, da adolescente ad adulto, da adulto ad anziano.

Questi cambiamenti li attraversiamo con discreta disinvoltura, o meglio, ci adattiamo perchè non possiamo fare molto per evitarli. Ma nella vita poi di cambiamenti ce ne sono molti altri, si cambia casa, lavoro, città, scuola, solo per citare quelli piu' comuni, e non sempre siamo così felici di affrontarli. Anzi, a volte i cambi di direzione ci mettono a dura prova. Perché? Evolversi, come dicevo prima, è qualcosa di naturale per ogni essere umano, però ognuno di noi, allo stesso tempo, è profondamente abitudinario.

E che cos'è l'abitudine? E' un'azione o una situazione che si ripete, che quindi è sempre a se stessa; nel tempo non ha piu' segreti, non ci mette davanti a sorprese di alcun tipo, ci fa sentire al sicuro e ci fa stare tranquilli. E' vero che da scimmie siamo diventati uomini grazie alla curiosità e al desiderio di andare a mettere il naso in quello che non conosciamo, ma la paura spesso è la primissima reazione a cose e situazioni ignote.

A volte si tratta di paura di sbagliare, o peggio, proprio di fallire! Ma, come dice il proverbio, chi non risica non rosica e, se almeno non ci si prova, non si va avanti e si rimane bloccati. Allora un pizzico di razionalità e qualche regola mentale possono aiutare. Come prima cosa consideriamo che cominciare da zero non è automaticamente un buon motivo per pensare che non ce la faremo perchè nessun risultato, in qualsiasi campo, si ottiene se non con il tempo e con la costanza.

Dobbiamo imparare qualcosa di nuovo? Tutto si può imparare,

 bisogna solo decidere di aprire la mente ad accogliere nuove informazioni; dobbiamo iniziare una nuova impresa? Meglio spezzettarla in piccole fasi per non disperdere tempo ed energie. Insomma riflettiamo, anche le situazioni che ci sembrano esistere da sempre sono nate in realtà dal cambiamento di qualcosa che c'era prima e così via fino a risalire all'uomo delle caverne.

Perché pretendere allora che una situazione nuova sia subito comoda, con i contorni precisi e ben disegnati? Certo, nessuno ci può dare la garanzia che le cose succedano tutte come le abbiamo pensate, ma vi garantisco che a volte i "piani B" possono essere migliori delle idee iniziali proprio perché nascono da un piu' itenso sforzo creativo.

Nessuno può imparare una volta per tutte, si impara durante tutta la vita e chi smette di imparare...rinuncia a vivere!!

Risultati immagini per voglia di cambiare

Buona giornata

 
 
 

Gioco erotico?!

Post n°7770 pubblicato il 29 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Accade a San Frustino (Firenze)

Maltrattamento domestico o gioco erotico frainteso? Questo dovranno decidere i Carabinieri che hanno raccolto la denuncia della moglie dell’accusato.

Nelle ore precedenti, infatti, l’appassionata della serie di "50 sfumature..” sarebbe stata attirata dal marito sul divano con una scusa (Vieni qua, che ti faccio provare cose nuove). Poi, dopo essere stata imbavagliata e legata al divano con delle sciarpe si è rilassata aspettando che la trasgressione erotica li travolgesse.

Ormai fremente di passione nell’attesa di qualche nerbata sulla schiena o qualche schiaffo tirato bene, la donna avrebbe iniziato a gemere, sospirando frasi come “Scop...signor Grigio, scop.. signor Grigio”.

Secondo la ricostruzione fatta dalle forze dell’ordine, però, le cose non sarebbero andate come la Signora sperava. Nessun ghiacciolo nelle parti basse, nessun olio bollente dietro alle ginocchia, nessuna sigaretta spenta sulla lingua, solo birra, tanta birra. E la televisione accesa su SkySport.

"Guarda come gioca Joaquín, gobba di mexxa!" sarebbe stato uno dei tanti insulti rivolti alla povera sottomessa gridati dall’esagitato marito durante la partita della Fiorentina. Al triplice fischio dell’arbitro, ormai in lacrime e per nulla eccitata, la donna è stata finalmente slegata.

Ora la palla passa ai Carabinieri, che hanno raccolto le testimonianze dei coniugi, qualunque risultato porterà la denuncia, però, non farà cambiare idea alla povera malcapitata, che ai microfoni spiega con quale sottigliezza supererà questo malinteso: "Lo punirò per tre mesi"...

 


 

 
 
 

Il mio nome è Bob..

Post n°7769 pubblicato il 28 Novembre 2016 da nina.monamour

Questa è la vera storia di Bob, gatto di strada, già molto famoso a Londra perchè  coprotagonista di un libro di grande successo, dal titolo "A spasso con Bob" edito in Italia da Sperling & Kupfer nella collana Parole.

Per raccontare la storia di questo bellissimo gattone rosso bisogna partire da quella del suo padrone, James Bowen, musicista di strada con un passato di alcol e droga, che fino alla pubblicazione del libro ha vissuto grazie alla generosità delle persone che lo hanno ascoltato suonare la chitarra a Londra in Covent Garden.

Nel 2007 James ha incontrato un gatto impaurito e malato, randagio, come lui; ha decide di prendersi cura dell'animale, chiamandolo Bob; una volta guarito, il ragazzo voleva separarsi dal gatto, per le difficili condizioni di vita a cui era costretto, ma Bob non ne ha voluto sapere, seguendolo ormai instancabile ovunque.
È iniziata così una meravigliosa storia di amicizia e condivisione, ma anche di solitudine e di recupero e di difficili battaglie quotidiane per la sopravvivenza.

 





Nella zona di Londra in cui i due amici inseparabili erano soliti esibirsi, tutti conoscono Bob e il suo padrone, che ormai avranno cambiato vita, grazie alla vendita del libro che ha spopolato dapprima in Inghilterra, diventando poi un bestseller in molti altri paesi. 
 
Il giorno dell'uscita in libreria, i fan hanno fatto la fila per avere l'autografo dell'autore, ma soprattutto per l'impronta di Bob! 
Il docile gattone rosso si è lasciato coccolare da tutti gli ammiratori accorsi sul posto per vederlo.
Eccolo nella foto in posa






accanto a una pila di libri pronto a mettere la sua zampetta!
Come ha dichiarato James, lui e Bob si sono salvati la vita a vicenda, credo sia una grande storia, semplice ma molto commovente, che vale la pena di leggere.

Guardate come sono felici insieme i due protagonisti di questa storia speciale!


 


Probabilmente leggere il libro aiuterebbe molte persone ad essere più comprensive, non solo verso gli animali randagi, ma anche verso le persone che vivono momenti di difficoltà.
Può essere anche un'ottima idea regalo per il Natale che si avvicina!

E poi io adoro i gattoni rossi.
Buon inizio di settimana
 
 

 

 

 
 
 

Le sorelle Soffici..

Post n°7768 pubblicato il 27 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Una lettura semplice e piacevole, che fa riflettere al tempo stesso. Il libro narra la storia di Veronica e Cecilia Soffici, figlie di una famiglia di industriali che hanno fatto fortuna grazie alla ricetta segreta di una marmellata diventata famosa in tutto il mondo. Ambientata nell’anno dello scandalo di Tangentopoli, la vicenda è raccontata attraverso la fantasia di Veronica, una moderna Alice come poche ce ne sono ancora, sotto forma di un diario. Veronica è una ragazza molto speciale, passa ore e ore chiusa in biblioteca con la sorella, leggendo e vivendo ogni storia come fosse sua, “parlando” con scrittori defunti e mangiando mele con chiodi di garofano.

 


"Nella biblioteca di zio Vittorio le pareti sono ricoperte di libri antichi, che profumano di fiori secchi; io li ho letti tutti più volte. La maggior parte di romanzi parla di argomenti fantastici e soprannaturali. Nei pomeriggi d’estate, quando il caldo diventa insopportabile, mi sdraio in mezzo a un mucchio di volumi e ne leggo dei brani a mia sorella". L’ombra del fallimento sembra alle porte e Veronica, chiusa ormai nel suo mondo fatto di ricordi, illusioni e visioni, cerca di proteggere se stessa attraverso la sorella Cecilia, così fragile e bellissima, che però si rivela solo un’illusione, una proiezione della sua immaginazione.

La sua diversità viene mascherata da malattia, e per questo tollerata. Veronica non chiede e non vuole niente, nemmeno il potere che la sua famiglia si è guadagnata in questi anni. Interpreta a suo modo il mondo, così crudele e cinico, il mondo che le ha tolto la madre prima che potesse conoscerla, solo per sfuggire alle sue paure. "La nostra vera mamma aveva una malattia del sangue, è morta poco dopo la mia nascita. Non è riuscita a tenermi in grambo più di sei mesi. Della mamma si è quasi cancellato ogni ricordo. Non ho neppure una sua fotografia, papà le ha bruciate tutte".

Un libro severo, a tratti perfino crudele, dove la realtà e la fantasia si fondono, nascondendo le vere sfide della vita. Una scrittura semplice e originale, un viaggio attraverso la mente innocente di una ragazza che lotta contro un mondo troppo crudele.




Le Sorelle Soffici, Pierpaolo Vettori Elliot è nato a Venaria Reale in provincia di Torino nel 1967. Le sorelle Soffici è stato finalista e segnalato dalla giuria alla XXIV° edizione del Premio Calvino. Per diversi anni si è occupato di musica e ha lottato contro i demoni, alcuni li ha catturati e messi su carta.

 

 

 
 
 

Cibo, solidarietà, colletta..

Post n°7767 pubblicato il 26 Novembre 2016 da nina.monamour

 

Oggi giornata nazionale dell'alimentazione..

 

 

Il Banco alimentare dal 1989 recupera in Italia alimenti ancora integri e non scaduti che sarebbero però destinati alla distruzione, perché non più commercializzabili. Salvati dallo spreco questi alimenti, riacquistano valore e diventano ricchezza per chi ha troppo poco. La rete Banco alimentare opera ogni giorno in tutt’Italia attraverso 21 organizzazioni del Banco alimentare dislocate su tutto il territorio nazionale, coordinate dalla Fondazione Banco alimentare onlus.


Risultati immagini per colletta nazionale dell'alimentazione

 

Nel 2015 sono state recuperate 78.448 tonnellate di eccedenze alimentari e raccolte 9.711 tonnellate di prodotti alimentari donati, di cui 8.990 tonnellate durante la giornata nazionale della colletta alimentare. Sono stati recuperati anche 1.125.803 piatti pronti di cibo cotto dalla ristorazione organizzata, mense aziendali e mense scolastiche, oltre a 343 tonnellate di pane e frutta.

 

 

Ogni giorno tali alimenti vengono ridistribuiti gratuitamente a circa 8.103 strutture caritative che aiutano circa 1.558.250 poveri in Italia. L'attività di Banco alimentare è possibile grazie al lavoro quotidiano di 1.843 volontari.

 


Ogni associazione Banco alimentare locale gestisce autonomamente i rapporti con gli enti della propria Regione. Tra gli enti convenzionati ci sono quelli che si occupano di assistenza domiciliare a famiglie povere o ad anziani, le comunità di accoglienza per ragazze madri, bambini, comunità di recupero per tossicodipendenti, comunità alloggio per malati o disabili, le mense per i poveri, i centri di accoglienza per stranieri che hanno la richiesta di protezione umanitaria.


Risultati immagini per colletta nazionale della alimentare


 A fine bilancio ci sono i “valori guida” che accompagnano la fatica dei volontari per il futuro:

Solidarietà e condivisione..

La solidarietà e la condivisione sono caratteristiche naturali dell’uomo che nascono dalla consapevolezza che l’ “io” e l’ “altro” si appartengono. Il valore della persona nella sua interezza ed il suo bene sono poste al centro dell’attività quotidiana del Banco Alimentare.

Dono e gratuità..

Si può donare qualcosa all’altro solo perché si riconosce di averlo ricevuto. Proprio perché si riceve gratuitamente, si può donare altrettanto gratuitamente e ciò coinvolge non solo i beneficiari finali ma anche i donatori ed i volontari.

Carità..

È l’amore disinteressato nei confronti degli altri, senza attendersi qualcosa in cambio; è volere il bene dell’altro e condividere il suo vivere e il suo destino.

“Bisogna costruire ponti, perché aiutano la pace, non muri”

Papa Francesco. 

 


 

 
 
 

Una storia d'amore voluta da Gesu'..

Post n°7766 pubblicato il 26 Novembre 2016 da nina.monamour

"Una storia d’amore voluta da Gesù”, così i giovani Madreteresa Infante e Diletto Del Prete raccontano la loro relazione, nata in un gruppo di ex minori abusati e coronata oggi dalle nozze celebrate nella chiesetta del Divino Amor Bambino dal Sacerdote che ha sparso il seme del loro incontro.





Diletto ha tre anni quando conosce padre Sereno Toccafondi, e tre e mezzo quando il prete conosce lui in senso biblico. Per tutta l’infanzia e parte dell’adolescenza avrà il sacerdote alle sue spalle, pronto ad impartirgli affettuosi insegnamenti e guidarlo in scoperte ed esperienze, sempre senza risparmiargli la verga, come insegna la Bibbia (Proverbi, 13:24).

Poi, improvvisamente, don Toccafondi viene trasferito alla parrocchia di Santa Maria dei Campi, a ben 9 km di distanza – una deportazione avvertita come una profonda ingiustizia, a causa della quale il pio sacerdote si avvicina brevemente al movimento Family International, che in passato aveva conosciuto come Bambini di Dio: “Un equivoco”, lo definirà nella sua autobiografia “Aspetto la prima pietra”, scritta per difendersi da oscure accuse a proposito di bambini, ecstasy, rosari Ben Wa e manette in peluche fuxia, oltre che per far fronte a certe spese legali.

Nei diciotto mesi a Santa Maria dei Campi, comunque, padre Toccafondi riesce a farsi apprezzare ed amare dai parrocchiani, specie dai più giovani, come la piccola Madreteresa, un candido angioletto undicenne che diventa subito la sua beniamina. La bambina ricambia il trasporto del suo maestro spirituale, ed è solo per l’insistenza demoniaca del padre, sostenuto da insegnanti, assistenti sociali, psicologi, avvocati e giudici, che testimonia di attenzioni inappropriate e finisce nel gruppo di sostegno per vittime di pedofilia.

È lì che conosce Diletto, come lei trascinato in uno scandalo montato ad arte per screditare la Chiesa, i due ragazzini scoprono di aver avuto un maestro comune e di soffrire, avendo ormai rispettivamente 15 e 13 anni, del disinteresse dei sacerdoti. Si mettono quindi in contatto con don Toccafondi, nel frattempo ingiustamente esiliato addirittura a 23 km di distanza, a dirigere una casa-famiglia, e l'antica amicizia rifiorisce.

I due adolescenti, sotto l’amorevole guida del sacerdote che tanto nel profondo li ha segnati, riescono a scagionarlo da ogni accusa, mostrando alle autorità religiose e civili quanto il sant’uomo, lungi dall’essere attratto dai loro corpi pienamente sviluppati ne sia addirittura respinto, il Prete ritorna quindi a Donsuino, dove riprende a occuparsi dei più piccini e dove assiste commosso alla nascita di un amore tra i suoi pupilli di un tempo.




Oggi, il lieto fine, i due giovani sono stati uniti in matrimonio dal Prete che li ha fatti conoscere, li ha seguiti nella loro crescita, li ha stimolati, incuriositi, istruiti. Ora, al loro amore manca solo un bambino, e don Toccafondi, che si è occupato anche del corso prematrimoniale, è certo che dopo alcune precisazioni presto avrà un nuovo tenero parrocchiano da battezzare e del quale prendersi cura proprio come ha fatto coi suoi genitori quando erano piccoli, ma proprio piccoli.

Buon fine settimana

 
 
 

Il crepuscolo del turismo?

Post n°7765 pubblicato il 25 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Il motto che potrebbe definire l'atteggiamento degli abitanti di Amsterdam: "Rispetto le tue scelte e i tuoi diritti, purché tu rispetti le mie e i tuoi comportamenti non interferiscano con i miei". E in effetti, in Olanda l'eutanasia è legale, i gay possono sposarsi e adottare bambini e le prostitute pagano le tasse come tutti.

Prima cosa, chiariamo le idee su cosa è un Coffee Shop, in un Coffee Shop, la sostanza meno eccitante che trovate è il caffè; oltre alle bevande tipiche di un bar, il Coffee Shop vende droghe leggere (in particolare, Marijuana e Hashish), ma a determinate condizioni:

È vietata la vendita di droghe pesanti;
Si possono vendere massimo 5 grammi di sostanza a persona per volta;
Non sempre è consentita la pubblicità dei prodotti in vendita;
Di solito, i minori di 18 anni non possono entrare né acquistare droghe;
Non si possono vendere bevande alcoliche, esclusa la birra.

Un connubio che persiste da quasi 40 anni, quello tra i Coffee Shop olandesi ed i turisti. Tutto è cominciato negli anni '70, quando vennero alla luce il Pardise e il Mellow Yellow. In quegli anni, caratterizzati dall'apice del movimento "Hippie", in Olanda esistevano moltissimi posti dove poter fumare e condividere momenti di aggregazione, ma, data la poca chiarezza del Governo Olandese in materia di droghe leggere, ci si riuniva in posti molto spesso isolati e lontani dal centro. Da qui, a molti Imprenditori, balenò l'idea di creare dei posti in città, dei veri e propri bar/locali, dove ci si potesse aggregare e riunirsi per consumare droghe leggere.

La sperimentazione di questi nuovi locali avvenne in sordina dopo il 1972, ma il vero e proprio boom di aperture si verificò nei primi anni '80, dopo circa 10 anni di sviluppo di questo movimento piu' che economico, culturale.


coffee shop amsterdam


Il business cominciò ad allargarsi rapidamente, suscitando anche le pressioni di paesi come Francia, America e Germania i quali premevano per la diminuzione dei Coffee Shop, che avevano raggiunto quota 480! Il governo olandese decise di riunire vari organi dello Stato, come l'ufficio delle tasse, ufficio sanitario e squadra narcotici per estendere controlli a tappeto sui locali attuando una vera e propria "mini repressione" che in breve tempo fece diminuire il numero dei Coffee in città da 480 a circa 280.

Così in poco tempo, l'Olanda divenne uno dei paesi "virtuosi" europei grazie agli introiti provenienti dal turismo, che cominciò ad esplodere in maniera definitiva nei primi anni '90 e consacrò Amsterdam come la capitale della tolleranza e della trasgressione.

Infine, con la liberalizzazione della prostituzione,

 

 

e l'istituzione di veri e propri quartieri a luci rosse, le "Red Light", si diede un ulteriore impennata al turismo, arrivando ad oggi, a più di 500mila visite l'anno nella capitale Olandese di Amsterdam.

 
 
 

Er nano..

Post n°7764 pubblicato il 24 Novembre 2016 da nina.monamour

 

Un politico molto sta facendo un comizio, quando dalla folla si ode un grido : - A NANO ! Il politico adirato si guarda un pò in giro, ma continua il suo comizio. Poco dopo di nuovo la voce: - A NANO ! Il politico sempre più arrabbiato guarda verso...

 

Un politico molto basso sta facendo un comizio quando dalla folla si ode un grido:
- “A nano”
Il politico adirato si guarda un po’ in giro ma continua il suo comizio. Dopo poco, ancora la voce:
- “A nano”
L’oratore sempre più arrabbiato guarda verso il pubblico ma non riesce a vedere chi è stato e continua il suo discorso.

Ma di nuovo:
- “A nano !”
A questo punto il politico inferocito interrompe il comizio e:
-“Mi rivolgo a quella persona che mi sta offendendo ricordandogli che io, io, ho un figlio alto un metro e ottanta!”
-“A nano cornuto”


(Angelo della Serna – il Puttanaio)

 
 
 

Giudicare, pontificare..

Post n°7763 pubblicato il 23 Novembre 2016 da nina.monamour

 

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Flavio Briatore contro Roberto Saviano, "leggete cosa dice in un'intervista a Il Fatto” scrive l’ex Manager di Formula Uno sul suo account Instagram, "quando vado nelle scuole e chiedo agli studenti chi vorrebbero essere mi sento rispondere Briatore, non hanno bene in testa cosa faccia ma sanno che se la gode, magari fregandosene delle regole”.

"Caro Saviano la mia fortuna l’ho fatta vincendo 7 titoli mondiali in F1 unico al mondo ad aver vinto mondiali con due team diversi!! E tu non so chi sei, scrive Briatore, tu pensa alla tua e io alla mia e non pontificare e non giudicare chi non conosci, mi dicono che hai anche la scorta pagata dagli italiani, con quello che guadagni potresti pagartela..”

Il post di Briatore ha scatenato una raffica di commenti da parte dei sostenitori sia suoi sia di Saviano. C'è chi scrive: "Onestamente la scorta voglio pagarla a Saviano e non a quei politici venduti", “la scorta di Saviano é meritata visto che ha fatto beccare 10 ergastoli e 600 anni di carcere a qualcuno".

Dall’altro lato scrivono: "Questo è il tipico atteggiamento di una certa “intelligentia” di sinistra, tanto democratica a parole, tanto intollerante nei fatti”.

Voi che ne pensate?



 

 
 
 

Amicizie a rischio..

Post n°7762 pubblicato il 22 Novembre 2016 da nina.monamour

Manca quasi un mese per Natale, e si inizia a fare progetti dove trascorrere una parte di feste natalizie!

A volte capita di partire per le vacanze completamente al buio e capita che, magari proprio quando non si hanno particolari aspettative, si crei un'alchimia particolare tra persone che prima del viaggio neppure si conoscevano bene. E' piu' comune comunque che si organizzi una vacanza tra persone che si frequentano abitualmente, no?

Ma, vedete, il fatto di conoscersi da tempo non è assolutamente garanzia di riuscita di una vacanza; perchè un conto è frequentarsi il fine settimana e ritornare poi alla tranquillità della propria casa, altra cosa è stare a stetto contatto, magari in un minuscolo appartamento in affitto, per dieci o quindici giorni, dividendo l'unico bagno e l'angolo cottura. Prima o poi nel quotidiano ognuno di noi viene fuori per quello che è, con pregi e difetti e spesso senza il freno delle buone maniere.

Quindi se questo Natale l'intenzione è di partire in gruppo, meglio sarebbe fare prima qualche riflessione. Faccio un esempio pratico; se l'idea è di andare, per esempio, in una baita in montagna 

Risultati immagini per posti di montagna per natale

a sciare e voi non siete tipi da vita spartana che non hanno problemi a condividere bagno e doccia, e anche le formiche vi fanno orrore, bé meglio lasciar perdere anche se le persone con cui dovreste partire vi piacciono e vi divertono. Per voi ci sarebbe poco da divertirsi!

Tempo un paio di giorni, diventereste irritabili e insofferenti, con altissimo rischio di discussioni e litigate insanabili. Lo stesso dicasi se voi siete tipi da siaggia, dodici ore al giorno mentre mentre gli altri intendono la vacanza come un tour dei locali notturni; certo ognuno potrebbe fare ciò che vuole per conto suo.

Ma vi annoiereste e sareste visti come asociali, oppure potrese forzarvi a fare cose che non vi piacciono per non essere messi da parte, ma quanto pensate di poter reggere senza innervosirvi e dimostrarlo palesemente anche agli altri con scatti d'ira e musi lunghi? 

Insomma, dovremmo sempre alutare in anticipo quali sono le rispettive esigenze, vedere se collimano o possono quanto meno convivere incontrandosi a metà strada. Che so, una volta voi farete l'alba in giro per i locali e chiederete agli altri di fare dodici ore di mare con voi tra bagni e sport. A pensarci bene questa poi sarebbe la soluzione migliore perché sperimentare cose nuove è positivo e, tutto sommato, niente è così fastidioso se preso a piccole dosi, no?

D'altra parte, come si fa a dire che una cosa non ci piace se non la proviamo almeno una volta? Un'altra buona alternativa è partire sì con persone che hanno esigenze diverse da voi, ma limitare la vostra permanenza ad un numero di giorni che vi faccia apprezzare la diversità senza renderla insopportabile ma soprattutto è importante non pretendere che tutto sia perfetto.

Comunque, se una volta partiti vi accorgeste che le cose stano prendendo ua brutta piega, la soluzione non è certo quella di chiudesi in se stessi ed immusonirsi. Molto meglio invece esprimere con sincerità quello che sentite e le vostre difficoltà che magari gli altri neppure immaginano. Il compagno di viaggio perfetto non esiste, ma molto dipende anche dal nostro atteggiamento e dal modo di porci.

Sorridi e gli altri ti sorrideranno!!

 
 
 

Nel bel mezzo della notte..

Post n°7761 pubblicato il 20 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Parlare della mia storia d’amore (perchè solo una ne ho avuta che si potesse chiamare davvero tale) non so se mi riuscirebbe bene a fare i "riassunti" ormai si sa, sono una frana.
Però posso dire il modo assurdo in cui è nata, perchè mi fa sempre sorridere ricordarlo.

Ci conoscevamo/frequentavamo da un pò per motivi di lavoro, poi una sera si decide a chiedermi di uscire e passiamo una serata bellissima in cui cerco di sembrare perfetta, allegra, carina, interessante e tutto il resto.
Restiamo insieme fino all’alba e poi decidiamo d’andare a dormire da lui.

 

 

Nel bel mezzo della notte (anzi, ormai della mattina) io mi sveglio e sento che c’è qualcosa che non va, mi tocco la fronte, sono bollente. Porca pupazza ladra, mi dico, stai a vedere che mi è salita la febbre, oh noooooooooooo!!!

Per evitare di svegliarlo o creargli problemi ignoro la cosa e mi rimetto a dormire. Qualche ora dopo avevo la temperatura altissima, fissa sul 39. Fuori pioveva parecchio (era Novembre, 20 Novembre..), sigh..sigh..faceva un freddo cane, lui peraltro doveva andare a lavorare e mentre io provo a capire come diavolo alzarmi dal letto, con la più grande naturalezza del mondo mi dice "resta quì, ci penso io a te."

Ma che dici, ma figurati, ma ti pare.
Mi ha letteralmente proibito di rivestirmi, mi ha dato un suo pigiama pesante, sistemato la tv davanti al letto e poi è uscito. Quando è tornato aveva fatto una scorta incredibile di medicine, aveva preso tutti gli ingredienti per fare il brodo, lo sentivo mentre parlava al telefono con sua madre per chiedergli come cavolo si facesse, il brodo.

 


Sono rimasta a casa sua per ben sette giorni. Sette lunghissimi giorni in cui proprio non voleva lasciarmi andare via, in grande stile "Misery non deve morire".

E ogni giorno io dicevo "Vado" e lui rispondeva "No, resta".
Sette giorni in cui ormai la mia faccia era improponibile, i miei capelli pure, ma non avevo nemmeno la forza di sembrare carina/allegra/interessante/tutto il resto. Io so solo che quando sentivo il rumore della chiave nella toppa e i suoi passi nel corridoio, mi saliva sempre il cuore  in gola per la felicità che fosse tornato, e subito dopo provavo una discreta ansia perché temevo che si fosse stancato di avere una tizia che al primo appuntamento gli si ammala tra le mani e gli rimane in casa per tutto quel tempo.

Lui però sembrava non stancarsi mai, e quando poi mi è passata del tutto l’influenza ed ero pronta per tornare a casa, mi ha detto ancora "resta".

E io sono restata per quattro anni e qualcosa di più, non mi sono mai sentita così amata, non ho mai più amato nessuno in quella maniera e di tanto in tanto penso che quei sette giorni fatti di brividi di freddo, di vomiti, capelli in disordine e mal di gola atroce siano stati i più belli di sempre.


How wonderful..*.*
 I love you


La storia si ripete con questa noiosissima influenza,

 oggi è il 20 Novembre, sembra ieri eppure sono passati solo cinque anni,

 

 

e poi non ho fatto neanche il vaccino,

non mi interessa se sto male, se il naso mi cola, se mi fa male la testa, so solo che..

..LUI non c'è piu'!

 

 

Serena Domenica..

 
 
 

Diritti, responsabilità, giustizia..

Post n°7760 pubblicato il 19 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

D’accordo, ma sono sempre le colpe dei padri che ricadono sui figli, non il contrario. Gli adulti dovrebbero insegnare il rispetto delle regole, ma gli adulti che vediamo andare in TV, che rispetto hanno delle regole? Chi ha insegnato a questi giovani che sono più utili “le conoscenze” della “conoscenza”? Certo, è comodo dire che i giovani sono responsabili quanto noi adulti. Ma io non mi sento affatto assolta.

Nessuno è assolto, ci sono responsabilità più o meno gravi. Di tutti, mia, tua, ecc..ecc... Se non abbiamo saputo impedire che questo paese diventasse quello che è diventato, è anche nostra responsabilità, abbiamo fallito.

Sì, abbiamo fallito e non poco, siamo il paese più razzista d’Europa e questo non lo dico io, noi siamo abili nel dare la caccia "al diverso" ma siamo altrettanto abili poi nel giustificare lo stesso gesto. La ragazzina romana ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità, a casa mamma e papà avranno applaudito e il suo commento trova il tempo che trova (sbagliando). Non so cosa aspettarmi ancora da questo paese.

I nostri figli vivono guardando noi genitori e l’esempio che proviamo ad essere. Ognuno con la sua testa, per carità, ma è pur vero che dietro quella che viene definita educazione, ci sono le "nostre" regole.
E allora se un bambino cresce guardando il diverso con occhi diversi, non sarà diverso il suo modo di concepire il mondo.
Fino a quando magari riuscirà ad aprirli questi occhi e a pensare, lì sarà libero di essere e anche di sbagliare.
La società siamo noi, nel nostro piccolo.
E a volte siamo piccoli sul serio.
Avete appreso la notizia di quel ragazzo di Palermo pestato a sangue e tenuto prigioniero per 20 giorni dalla sua famiglia? Aveva detto loro di essere omosessuale.
Ho visto le sue foto e mi sono emozionata.
Non si può accettare.

 

 

Buon Sabato..

 
 
 

Le parole non dette..

Post n°7759 pubblicato il 18 Novembre 2016 da nina.monamour

 

Le parole sono buone.

Le parole sono cattive.

Le parole offendono.

Le parole chiedono scusa.

Le parole bruciano.

Le parole accarezzano.

Le parole sono date scambiate..offerte.. vendute e inventate.

Le parole sono assenti.

Alcune parole ci succhiano..non ci mollano..sono come zecche..si annidano nei libri..nei giornali..nelle carte e nei cartelloni.

Le parole consigliano..suggeriscono..insinuano..ordinano..
impongono..segregano..eliminano.

Sono melliflue o aspre.

Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio della pazienza.

I cervelli sono pieni di parole che vivono in santa pace con le loro contrarie e nemiche.

Per questo le persone fanno il contrario di quel che pensano credendo di pensare quel che fanno.

 

 

Splendida giornata e buon lavoro a tutti..

 
 
 

Cudduredda..

Post n°7758 pubblicato il 17 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Il problema delle persone sensibili è che lasciano il loro cuore ovunque,

... anche dove non serve.

 

 

Le parole in questi momenti non servono, c'è solo bisogno di silenzio, per essere vicini a tutti coloro che hanno avuto una perdita in questa orribile tragedia..

 

 

E' stata il simbolo del terremoto del Belice, Eleonora Di Girolamo, per tutti "Cudduredda", sette anni, estratta viva dalle macerie di Gibellina 54 ore dopo le scosse che rasero al suolo la Valle del Belice nel Gennaio del 1968, morì tre giorni dopo in ospedale per una polmonite.

La sua fotografia scattata da Nicola Scafidi e le immagini televisive del salvataggio, raccolte da Sergio Zavoli, fecero il giro del mondo. Oggi l'anziana madre, la sorella e la nipote di "Cudduredda", che non hanno mai dimenticato quella tragedia, lanciano un messaggio di speranza alle popolazioni colpite dal terremoto in centro Italia.. "Un terremoto può essere una rinascita, mai perdere la fiducia".

 


Questi avvenimenti della natura e dell'uomo dovrebbero far riflettere, ma anche a Sarno ve lo ricordate che cosa successe anche lì? E quelle famiglie ancora poverine rinchiuse nei contanier che nessuno li guarda e ci pensa? Ricordare purtroppo è un avvenimento che dovrebbe scuotere la coscienza disumana nell'uomo e trasformarla in una buona coscienza per non distruggere altra gente e la loro vita e i loro affetti.



 

 Per non dimenticare..

 

 

Buona giornata, buon lavoro..

 

 
 
 

Perle di saggezza..

Post n°7757 pubblicato il 16 Novembre 2016 da nina.monamour

Quanto conosciamo davvero la cucina asiatica? Non sopravvalutiamoci e rispondiamo molto poco! Vero, rispetto a una ventina di anni fa padroneggiamo meglio la ristorazione cinese, giapponese, thailandese e via dicendo. Ma ciò non ci impedisce di incappare in una serie di erroracci banali, senza nemmeno accorgercene.

REGOLA GENERALE, non piantare mai le bacchette in piedi nel bel mezzo di una ciotola di riso o di noodle. È un gesto assolutamente taboo in tutto il continente asiatico, simboleggia la morte, le ferite, le sofferenze delle Nazioni.

 



RISTORANTE THAI, le bacchette si usano solo ed esclusivamente con i noodle. Altri piatti, come il curry thai, rendono esplicitamente difficile, quindi impossibile, utilizzarle. Il nostro voler fare gli splendidi usandoli per qualsiasi pietanza ci rende patetici.


 


RISTORANTE FILIPPINO, non chiedete le bacchette. Non vale la regola "è asiatico, si mangia con quei bastoncini lì”. Non sono tutti uguali, loro non le usano.


Ristorante Thai

 

 


RISTORANTE CINESE, non toccate mai la ciotola di riso con le bacchette, in Cina è il modo con cui i senzatetto chiedono il cibo.

Qualora vi ritrovaste a mangiare dim sum (banalizzando, gli spuntini della cucina cinese) e qualcuno vi versasse del tè, ricordatevi di ringraziarlo toccando il tavolo con tre dita. Questa è bizzarra, ma credo possa aprirvi un mondo di incontenibile stima.

Non versate la salsa di soia sul riso saltato, è già condito!




Nonostante la tradizione asiatica prediliga il cibo condiviso al centro del tavolo, una volta presa la vostra porzione non infilatela immediatamente e golosamente in bocca! È un gesto davvero maleducato.

Quando mangiate un pesce intero, non capovolgetelo mai, simboleggia il capovolgimento della barca. Che ansia, però!


Ristorante vietnamita

 

RISTORANTE VIETNAMITA, Non emettete fastidiosi rumori con il pho, la zuppa a base di carne e spaghetti (e non solo) della cucina vietnamita. Quando lo mangiate utilizzate le bacchette per trasferire i noodle nel cucchiaio, ma poi mangiateli fuori dal cucchiaio.

Tutto il mondo non è paese, perchè quando a tavola arriva la vostra portata, al contrario di quello che accade qui sarebbe più educato mangiarla immediatamente, senza aspettare i piatti degli altri commensali. È considerato scortese far raffreddare la pietanza. Vamos!


ristorante coreano


RISTORANTE COREANO, Non sollevate mai e poi mai la ciotola dal tavolo. Sarebbe un dramma indicibile, tantomeno non provate a tenerla tra le mani.

Assolutamente vietato soffiarsi il naso durante un pasto. Neanche se avete quel raffreddore dicembrino che non vi da tregua. Piuttosto cospargete di sostanze poco edificanti il tavolo.

Quando vi offrono un piatto o una tazza, agguantatela sempre con entrambe le mani, usarne solo una è imbarazzantemente rude.


Ristorante giapponese


RISTORANTE GIAPPONESE, ron mangiate mai i nigiri (le polpettine di riso ricoperte con fettine di pesce crudo) in più tranche si infilano in bocca tutte intere, non esiste morderle, tantomeno spezzettarle. Eretici!

Non versatevi mai il sake da soli.

Non mettetevi il wasabi, la pasta verde in cui si intingono sushi e sashimi, sui nigiri, perché dovrebbe già esserci.

I nigiri, sempre loro, si mangiano con le mani, mettete giù quelle bacchette!

Il ramen, la classica zuppa di spaghetti giapponese, non va personalizzato con questo o quell’ingrediente, accettatelo per quello che è, fatevene una ragione.

E ora non dite che li conoscevate tutti!

Però se avete altre perle di saggezza infinita che potrebbero aiutarci a risparmiare figuracce epocali, beh (che ve lo dico a fare?), illuminateci!


 

 
 
 

Incrociamo le dita..

Post n°7756 pubblicato il 15 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 Italia Vs Germania

 

 

Commento da studio della Gialappa's Band per l'Amichevole

 
 
 

Prèvert..

Post n°7755 pubblicato il 15 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Ogni giorno
è l’anniversario della tua vita..

 


 
 
 

E la luna bussò...

Post n°7754 pubblicato il 14 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

 Alle 21.09 ora italiana la Luna di troverà a una distanza di 356.511 chilometri, il perigeo più vicino alla terra dal 1948, il diametro apparente sarà quindi del 14% più grande rispetto a una normale luna piena, mentre l'aumento di brillantezza sarà di circa il 15%.

Effetti che tuttavia potrebbero essere difficili da osservare, sia per l'inquinamento luminoso che per "l'illusione lunare", ovvero l'effetto ottico che rende la Luna apparentemente più grande quando è vicina all'orizzonte rispetto a quando è alta nel cielo (una differenza che può arrivare al 300%).




Per la superluna piena più vicina del secolo bisognerà invece aspettare il 6 dicembre 2052.

 Dicembre 2052??!!

Ahahahahahhhh mai riso tanto in vita mia,

 


Forse, e dico forse io...essendo piu' piccola di tanti, ahahahahahhhhhh

Tanti saranno nell'al di là..


 
 
 

Ma dimmi di sì..

Post n°7753 pubblicato il 14 Novembre 2016 da nina.monamour

So bene cosa significa avere una dipendenza, tu vivi sempre connessa come una disconnessa, chi ti conosce meglio è il tuo motore di ricerca, lì hai trovato quello che in giro cercano in tanti, l'illusione di avere amici e vite interessanti. Tutti annunciano, tutti spaccano, tutti fanno e tu ti deprimi.

 Siamo andati alle Hawaii
E cercavi un Wi-Fi, ahi..
Ti ho portata a Dubai, fai le foto, skyline
Ma già pensi ai like che farai
I social ti rendono antisocial
Non vedi, ti dissocia, ti perdi la realtà
Noia, perché più posti roba

Più invece sembri vuota, sorridi solo in cam (click)
Mentre parli, mentre mangi, mentre vai al bagno
 a furia di schiacciare "aggiorna" è arrivato l'Inverno
 e sei caduta nella rete, rende bene il concetto
Sei un Narciso estremo, tipo non ti basta lo specchio
ed ora parli come se davanti c'è il cancelletto
Tipo "#amici, #starebene, #faretardi, #affetto"
Peggio ancora quando invece sfoghi l'odio represso
e quindi scrivi "#odiotutti, #fatepena, #rigetto"

Urli per l'adrenalina, la tua diva preferita
ti ha fatto un retweet e quindi senti che ti stima,
ti sei messa in malattia perché ormai è una malattia
E come i tossici bugia dopo bugia
Ti ho portata da un dottore però niente di fatto
Ho mollato la missione e non ti vedo da un sacco
Vuoi attirare l’attenzione quindi pubblichi tanto
Attireresti più la mia se non l’avessi affatto un diario

 


  

Oh, mi sta sul caxxo che guardi quel coso mentre ti parlo. Ti rendi conto che sei sempre attaccata al cellulare? Caxxo, sei malata! Non sto scherzando, hai dei problemi! Vuoi spegnere?

Oh, ma mi stai ascoltando? Mi ascolti? Non me ne frega un cavolo dei like, ti giuro, ti porto nei campi, dove almeno non c'è campo, non ridere, non c'è da ridere, non c'è un caxxo da ridere! No no no no no, dai, torniamo seri, no, guarda che questa roba quà è una malattia, davvero, guarda che l'ho letto anche, l'ho letto, forse l'ho letto su internet ma guarda che è una malattia.

Buon inizio di settimana..

 

 
 
 

Ditali e vavusi (ossia bavosi)..

Post n°7752 pubblicato il 13 Novembre 2016 da nina.monamour

 

 

Per il porcino silano è stato chiesto il riconoscimento D.O.P., ma non è certo l’unico esemplare presente nel nostro altopiano.

A Camigliatello Silano, si è tenuta una interessantissima mostra micologica, nella quale erano esposte le innumerevoli specie di funghi presenti nella nostra Regione. Ad esempio, i vavusi.

Vavusi“, ossia “bavosi“.

Certamente il nome non è tra i più invitanti, ma questi funghi della famiglia dei porcini, sebbene meno rari e pregiati, sono apprezzatissimi nella cucina calabrese.

Sull’altopiano della Sila crescono oltre 3000 specie di funghi. Più della metà sono commestibili. Come si fa a non amare questi luoghi?

I vavusi crescono normalmente nelle pinete, e di pini la Calabria è ricca, per cui questi funghi sono molto usati nella cucina locale, anche perché sono facili da trovare.

Il loro nome è dovuto al leggero strato protettivo di liquido lievemente viscido che ricopre la superficie, e che si rimuove facilmente, insieme alla pellicola scura che ricopre la parte superiore. Si elimina la spugna sottostante ed i vavusi sono pronti per essere utilizzati.




Per esempio, così..

Ingredienti per 4 persone: 300 gr. di funghi “vavusi” (suillus luteus), 500 gr. di ditali, 2 spicchi di aglio, due cucchiai di olio extra vergine d'oliva, mezzo cucchiaino di prezzemolo tritato, 300 gr. di salsa di pomodoro, un peperoncino e sale.

Spazzolate i vavusi (senza passarli in acqua, li farebbe ammorbidire)

Separate il gambo dal cappello, tagliate la parte terminale e raschiatene la superficie, poi tagliatelo a dadini

Togliete la pellicola superficiale del cappello ed asportate la parte spugnosa. Tagliate anche questa a pezzi.

Soffriggete nell’olio gli spicchi d’aglio ed il peperoncino, poi schiacciateli e toglieteli.

Mettete i funghi nell’olio ed insaporiteli per un paio di minuti, poi versate il vino bianco e fate evaporare.

Aggiungete la salsa di pomodoro, abbassate la fiamma al minimo e coprite con il coperchio.

Cuocete i ditali in acqua salata, poi scolateli e versateli nel tegame con i funghi.




Amalgamate bene la pasta al condimento e servite con una spolverata di prezzemolo.

 

 

 


 
 
 

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