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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 07/08/2017

Vieste/ Al Lido La Bussola il “benvenuto nel mondo del Pesciolinorosso!” Sabato 19 agosto alle ore 18,00.

Post n°19753 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Vieste/ Al Lido La Bussola il “benvenuto nel mondo del Pesciolinorosso!” Sabato 19 agosto alle ore 18,00. 

 
Vieste/ Al Lido La Bussola il “benvenuto nel mondo del Pesciolinorosso!” Sabato 19 agosto alle ore 18,00.
 
 

LASCIAMI VOLARE – Dialogo per i genitori. Dialogo per i Figli

 

Il dialogo genitori-figli non è scendere in guerra ogni giorno, non è attaccare o difendersi da un nemico e da qualcosa da cui ne usciranno vinti e vincitori!

 

...piuttosto è un reciproco spogliarsi delle proprie certezze, del proprio se, per fare spazio all’altro, al suo mondo, al suo modo di vedere le cose.

 

La vita è un diamante con mille sfaccettature e non sempre riusciamo a coglierle tutte, soprattutto quando si tratta di cogliere quelle di chi ci sta di fronte.

 

Il libro LASCIAMI VOLARE è un libro molto intenso che nasce dalla sofferenza e da quel dolore atroce che nessuna famiglia e nessuna società civile dovrebbe mai provare... la morte di un ragazzo di 16 anni. Difficile sintetizzare in poche parole cosa dice il libro.

 

Sicuramente da leggere e da proporre a quanti, adulti, in ogni forma e modo hanno a che fare con i giovani... genitori, insegnanti, catechisti, ecc. e ai ragazzi, soprattutto a coloro che hanno smarrito la bussola, a coloro che non trovano la forza di dire ai loro genitori che stanno andando incontro a strade sbagliate, che stanno realizzando progetti che non coincidono con i loro sogni.

 

LASCIAMI VOLARE è un libro doppio. Da un lato (dialogo per i genitori) scritto da esperti ed educatori che vorrebbero parlare ai ragazzi e nel contempo (dialogo per i figli) da riflessioni di figli che parlano ai genitori.

 

Essere genitori è difficile, non te lo insegna nessuno, non c’è nessuna scuola da frequentare; al contempo essere figli è complicato ... non sempre ci si sente all’altezza dei propri genitori, non sempre si comprende che sbagliare qualcosa non significa ... ESSERE sbagliati.

 

Il solo scopo della vendita del libro è la realizzazione dei progetti che l’associazione PESCIOLINOROSSO sta portando avanti per aiutare i giovani e per permettere a papà Gianpietro di girare in tutta Italia per raccontare la sua storia.

 

LIDO LA BUSSOLA
L.MARE EUROPA
SABATO 19 AGOSTO – ORE 18,00

 
 
 

Ischitella/ Pietro Giannone (1736-1738). La prigionia del Giannone a Miolans da un documento francese

Post n°19752 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Ischitella/ Pietro Giannone (1736-1738). La prigionia del Giannone a Miolans da un documento francese proveniente dalla stessa Miolans. 

 
Ischitella/ Pietro Giannone (1736-1738). La prigionia del Giannone a Miolans da un documento francese proveniente dalla stessa Miolans.
 
 

Imprigionato a partire dal 7/4/1736 il celebre autore italiano restò prigioniero del re di Sardegna durante in circa due anni a causa dei suoi scritti. Giannone era un giuriconsulto napoletano e aveva pubblicato nel 1723 una Istoria Civile del regno di Napoli .Questa opera ebbe un grande eco. Ma si vide nei suoi scritti una critica dall'inglese, ciò che valse a la Storia Civile una condanna a Roma e obbligò il suo l'autore a lasciare precipitosamente Napoli. Egli si rifugiò dapprima a Vienna sotto la protezione del principe Eugenio, poi a Venezia dove gli inquisitori finirono per cacciarlo. Egli venne allora a Ginevra dove si preparava un edizione francese della sua storia civile. Da questo momento che a egli fu supposto di voler pensare di rifondare la religione riformata .Il ministro del governamento d'Omnesa per per conciliarsi le buon grazie di Roma, decise di far arrestare il Giannone. Nel frattempo degli ordini furono consegnati al Conte Piccon governatore della Savoia. Fu lui che si sbrigò (a mandare) un agente nominato Giuseppe Gastaldi che guadagnò presto la confidenza di Pietro Giannone .Il 25/3/1716 desiderava fare la sua Pasqua ma non la fece a Ginevra in ragione della grande affluenza dentro la cappella della residenza di Francia. Gastaldi gli parve allora di accompagnarlo come suo dovere pasquale nel territorio savoiardo a Venezia dove la trappola doveva ricadere su di lui. Appena che fece installare degli uomini armati ,Gastaldi in testa forzarono la la porta della sua camera e l'arrestarono .Egli fu condotto a Miolans in qualità di prigioniero di stato. Il comandante de Fort de Blanc ricevette l'ordine di trattenere il suo nuovo ospite con tutti i riguardi possibili. Giannone rapportò allora da ospite le condizioni della sua prigionia nei sui scritti. A lui si assegnò una delle migliori camere del castello e all'adorazione dei sacri sacramenti. L'11 Aprile il governatore Piccon gli indirizza una lettera gentile pregandolo di accettare caffè,zucchero,e tabacco che gli aveva inviato. Il suo figlio abbandonò Miolans il 22/9/1737.Quando a lui .egli fu finalmente trasferito al forte di Ceva dove lui arrivò il 23/6/1738.Egli non dovette più ricevere la libertà e morì in detenzione il 7/3/1748.
Si ringrazia il mio amico Luigi che sì è recato personalmente a Miolans in Savoia dove ha reperito questo documento che anche se riporta notizie edite, è importantissimo perché rivela particolari inediti scritti in francese probabilmente riportati nel periodo in cui era vivo il Giannone.

 

Giuseppe Laganella.

 
 
 

Màngano ambasciatore della Tarantella nel Mondo festeggerà domenica 13 agosto in piazza Sant’Antonio alle ore 22,00

Post n°19751 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Màngano ambasciatore della Tarantella nel Mondo festeggerà domenica 13 agosto in piazza Sant’Antonio alle ore 22,00 i suoi 40 anni di carriera a…..passo di tarantella nella sua città adottiva e cioè Peschici con un grande concertone. 

 
Màngano ambasciatore della Tarantella nel Mondo festeggerà domenica 13 agosto in piazza Sant’Antonio alle ore 22,00 i suoi 40 anni di carriera a…..passo di tarantella nella sua città adottiva e cioè Peschici  con un grande concertone.
 
 

Sulla scena 16 musicisti e 8 danzatori per un totale di 24 artisti. L'artista celebra con quasi tre ore di spettacolo i quarant’anni a ....passo di tarantella.
Afferma Mangano “ Ho accolto l’invito del Sindaco Franco Tavaglione a realizzare questo mio sogno di condividere con tutti voi ancora una volta tanta emozione”.
Il suo nome infatti oggi appare inserito nei testi di numerosi studiosi della materia, e da anni è ormai rientrato a far parte di quella ristretta cerchia di studiosi della cultura popolare del centro-meridione.
Ha portato con la sua associazione e compagnia di danza e musica popolare, La Bella Cumpagnie – Cultura Etnica Popolare Garganica – Danzanova Folk la cultura popolare centro meridionale in tutto il mondo, tanto da ottenere dalla Regione Puglia nell’anno 2000 il riconoscimento di Ambasciatore del Folk Pugliese nel Mondo. Israele, Stati Uniti, Canada, Grecia, Creta, Africa, Austria, Germania, Ungheria, Francia, Libano, Cecoslovacchia, Spagna, Belgio, Svizzera, Albania, Slovenia, Montenegro,Estonia,Lituania, Olanda, Inghilterra, oltre all’Italia, i Paesi in cui ha esportato con notevole successo il nostro Made in Italy.Numerosissime le apparizioni sui net-work nazionali ed internazionali, tra cui la RAI , la CNN e la BBC.Per circa 10 anni ha collaborato attivamente con RAI UNO, nella trasmissione UNO MATTINA, Utile e Futile, Geo, Bella Italia, Sereno Variabile, Domenica In, Mediaset ,Telenorba, nonché in vari documentari sul territorio . Oggi collabora con i grandi musicisti della world music tra cui Jack Tama, Tony Esposito, Beppe Barra, Goran Bregovic, Carlo Faiello, Caparezza,Radio Dervish, Noa, Ciccio Capasso, Lina Sastri, Eugenio Bennato, Nando Citarella, Carlo D’Angiò,Franco Battiato, e numerosissimi altri.Ottiene riconoscimenti dal Vaticano, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nonché dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Mangano e la sua orchestra fanno tappa a San Buono ( Chieti ) per la Festa Patronale alle ore 22,00 di Venerdi 11 Agosto.Il Tour del 2017 , lo spettacolo ” Zingari ...i nomadi della tarantella” di Michele Màngano in collaborazione con i migliori musicisti della musica popolare sud italia e con il corpo di ballo dei Danzanova diretti dalla M° Enza Di Bari. Acclamato nelle piu’ importanti manifestazioni di musica ethno/world nazionali e internazionali per l’energia dirompente del ritmo ossessivo dei tamburelli, Michele Màngano con la sua “Jam Session” trasmettono un entusiasmo contagioso che in ogni concerto coinvolge e trascina il pubblico in modo fantastico. La musica e la danza di Màngano è un mix tra la TARANTA più ossessiva, atmosfere celtiche e la grande andrenalina del Rock. Il ritmo ipnotico, l’incredibile virtuosismo vocale e strumentale ed il fascino scenico delle ballerine hanno creato uno standard assoluto di TARANTELLA & PIZZICA che rappresenta oggi la massima espressione del genere Taranta. L’esemble compie un vero e proprio viaggio nella danza che parte dalla tarantella classica del Gargano incentrata sul sonetto fino ad approdare al Salento con l’antico rito della taranta ed infine giungere al profondo sud, a quelle terre bagnate dal Mediterraneo, scrigno di infiniti tesori sommersi da pirati e corsari e complice della varietà etnica che traspare dai volti degli abitanti delle terre da esso bagnate, così differenti tra loro. Tradizioni che si intersecano e si riannodano al presente, che riaffiorano nei passi delle romantiche tarantelle, delle scatenate pizziche e delle danze del profondo sud, scandite dal ritmo ipnotico di tamburelli. E’ in questo concetto che si concretizzano lo spirito e il suono dell’ ensemble di Màngano. La cura dai mali del passato, quelli provocati dal morso velenoso della leggendaria taranta, i mali di una società stremata dalle difficoltà e dalla povertà che diviene oggi, similmente, una cura contro la frenesia e la piattezza della società moderna. Una cura dunque che ieri come oggi avviene a suon di pizzica pizzica, danza forte, calda e liberatoria.Oltre a condividere la loro matrice popolare, i componenti dell’ensemble sono forti di provenienze musicali singolarmente disparate, che spaziano dai repertori classico e contemporaneo, rock, antico, jazz, dance e etnico. Tutto ciò porta ad una riproposizione molto colorita del repertorio tradizionale del sud e ricca di sottigliezze ed energie sempre rinnovate, sebbene scaturite da esecuzioni molto spontanee, liberatorie appunto e, in ogni caso, festose.Sul palco l’ensemble di Màngano rivelano il loro carattere: musica dal ritmo forte, quasi violento, del tamburello, intrecci e cascate di note della fisarmonica , il vibrato delle armoniche melodie del violino, la certezza della granitica chitarra, e di altri strumenti. Zingari ..i nomadi della tarantella di Mangano risultano l’unione di tutto ciò che la musica popolare richiede per concretizzare al massimo la sua espressività, carica di un passato (e talvolta anche di un presente) difficile. Caratteristiche e qualità che, nello sfrenato divertimento di musicisti, ballerini e appassionati che numerosi partecipano ai loro spettacoli, vengono recepite come una vera “altra cura.
Dopo l’11 agosto a San Buono (Chieti ) poi seguirà il concerto a Peschici 13 agosto, 18 agosto “al Parco di Vico del Gargano “ il 22 al Chiostro di Santa Chiara Foggia poi il tour seguirà Calabria – Basilicata e il 10 e l’11 settembre a Genova.

 

Marangelli Sabrina

 
 
 

Lagoloso Estate: la Laguna di Lesina si racconta in mille piatti. Salicornia, datterini, cozze, cime di rapa e paranza

Post n°19750 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Lagoloso Estate: la Laguna di Lesina si racconta in mille piatti. Salicornia, datterini, cozze, cime di rapa e paranza conquistano i turisti. 

 
Lagoloso Estate: la Laguna di Lesina si racconta in mille piatti. Salicornia, datterini, cozze, cime di rapa e paranza conquistano i turisti.
 
 

Oltre mille portate tra bruschette, primi, cartocci e dolci: salicornia, datterini, cozze, cime di rapa, con accostamenti sorprendenti, e l'immancabile paranza conquistano i visitatori dell'ottava edizione di Lagoloso Estate a Marina di Lesina, nella prima settimana di agosto. All'opera, un esercito di cuochi da tutta la provincia capitanati in cucina dallo chef Cesare Di Nauta. Affollati, come ogni anno, gli stand delle degustazioni lungo il viale Centrale. La formula dell'evento enogastronomico organizzato dall'associazione I Custodi degli Antichi Sapori e dall'Associazione Cuochi Gargano e Capitanata si rivela ancora una volta vincente.
Interessanti spunti sono arrivati dal convegno inaugurale sul tema "Gusto 4.0: filiera lagunare e innovazione". A fare gli onori di casa il presidente dell'Associazione Cuochi Gargano e Capitanata, Mario Falco: "Abbiamo bisogno di raccontarci, lo facciamo attraverso la ristorazione. Come ogni anno siamo felici di comunicare il territorio, perché c'è bisogno di farlo conoscere a tutti". Dall'assessore al Turismo del Comune di Lesina, che ha patrocinato l'evento, Antonio Lombardi, è partito l'appello ai più alti livelli istituzionali, per sostenere la promozione del territorio della Laguna e della sua Marina."Abbiamo bisogno dell'aiuto vero dei politici, perché siamo deboli in quest'area del nord del Gargano, nonostante si contino le presenze turistiche più numerose". Raffaele D'Adamo, responsabile del CNR-ISMAR UOS Lesina, ha illustrato le attività e gli studi della locale sezione dell'Istituto di Scienze Marine a partire dal 1968, e ha fornito i dati relativi al comparto della pesca in Laguna.
Appassionato l'intervento di Pascal Barbato (Fulgaro Panificatori): "Scelgo sempre il territorio e chi condivide con me l'amore per il territorio. È fondamentale per me guardare in faccia i produttori, riconoscermi nella stessa eticità che ci costringe la mattina ad alzarci". Il deputato Angelo Cera e il consigliere regionale Napoleone Cera hanno rinnovato l'impegno, ai rispettivi livelli, per la salvaguardia e la promozione del territorio.
Particolarmente apprezzati i prodotti dell'azienda di Luigi Turco e i dolci tipici preparati dall'Associazione I Buonissimi di Poggio Imperiale. "Lagoloso cresce ogni anno di più in termini di qualità e spessore - ha commentato Patrizia Di Nauta dell'Associazione I Custodi degli Antichi Sapori - Quest'anno abbiamo scelto di valorizzare ulteriormente i prodotti delle aziende locali che hanno collaborato con noi. Abbiamo bisogno del sostegno sempre più convinto di tutti, delle istituzioni in primis, che ci incoraggino ad andare avanti perché è importante lavorare insieme ad un unico obiettivo: la valorizzazione del territorio e dei nostri straordinari prodotti".

 
 
 

CONFRONTO O SCONTRO SULLE VICENDE DEL NOSTRO PROCESSO UNITARIO E SULLA GIORNATA DELLA MEMORIA

Post n°19749 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

CONFRONTO O SCONTRO SULLE VICENDE DEL NOSTRO PROCESSO UNITARIO E SULLA GIORNATA DELLA MEMORIA 

 
CONFRONTO O SCONTRO SULLE VICENDE DEL NOSTRO PROCESSO UNITARIO E SULLA GIORNATA DELLA MEMORIA
 
 

Il prof. Saverio Russo, docente di Storia Moderna presso l’Università di Foggia, è intervenuto nel dibattito aperto dalla delibera del Consiglio regionale pugliese che ha istituito la Giornata della Memoria per onorare i meridionali morti durante l’Unificazione, condividendo la presa di posizione di alcuni colleghi dell’Università di Bari, preoccupato che la ricerca storica possa essere espropriata dal suo compito di costruzione della memoria collettiva.
È una preoccupazione condivisibile. Ma non giustifica del tutto la reazione degli storici del Disum (dipartimento di studi umanistici) dell’Università di Bari, che turbati dall’idea che la Giornata della Memoria possa assumere i caratteri di un revisionismo storico acritico, insinuano – sbagliando, a mio avviso - che la visione dell’arretratezza del Mezzogiorno possa essere attribuita al processo di unificazione italiana.
Ma può, ancora oggi, essere seriamente ritenuto, nonostante le recenti ricerche di studiosi ed economisti, seri e documentati, quali Daniele, Malanima, Fenoaltea e Ciccarelli, che il Sud, all’atto dell’unificazione, fosse più arretrato del Nord e che non furono le politiche fiscali e doganali imposte con la forza ad allargare il quadro dell’arretratezza fino a creare sottosviluppo al Sud?
E nemmeno si può ritenere condivisibile, e quindi sottoscrivibile, l’iniziativa della petizione online lanciata da Lea Durante, docente di letteratura italiana a Bari, visto che, tra l’altro, ammette lei stessa che troppo a lungo e troppo spesso si sono sottovalutati, nella divulgazione storica, gli episodi di violenza esercitati dalle truppe piemontesi nel Mezzogiorno. Non sono forse le vittime di quella violenza, in quel contesto storico, che si vogliono onorare con la Giornata della Memoria?
Preoccupa invece, e non poco, che sul necessario revisionismo del nostro processo unitario, il confronto scientifico possa andare incontro ad uno scontro politico, sociale e culturale.
Nel suo intervento, il prof. Saverio Russo, ha scritto di aver fatto parte della comunità di ricerca degli storici dell’Università di Bari (1983-1998) e ha rivendicato, – citando, tra gli altri, il prof. Angelo Massafra – che già quella generazione di studiosi aveva preso le distanze dal paradigma “risorgimentale” e “sabaudista” della storia del Mezzogiorno, che vedeva ovunque arretratezza nel Regno delle Due Sicilie e leggeva il processo di Unificazione come un’epopea di eroi senza macchia contro barbari sanguinari.
Ed è proprio su alcuni di questi studi, noti a pochi, che sarebbero il caso di porre l’attenzione, lasciando alle spalle sterili polemiche e cercando di accorciare le distanze tra mondo accademico e sentire comune, affinché la discussione sul nostro processo unitario non passi dal confronto allo scontro in un agosto già climaticamente infuocato.
Riguardo la Capitanata del Settecento, le strutture e le infrastrutture produttive e commerciali e i conseguenti rapporti che si concretizzavano tra le diverse e variegate filiere della produzione, del trasporto e del commercio, erano essenzialmente finalizzate ad assicurare il rifornimento di grano alla capitale Napoli. In questo contesto infelice, il rapporto tra produttori e mercanti di cereali era nettamente spostato a favore dei «monopolisti», che utilizzavano a proprio vantaggio il contratto «alla voce», assicurandosi indisturbati, il persistere e il prevalere di una rendita mercantile, fondatamente ritenuta usuraia.
Studi recenti sulla Capitanata del Settecento, come afferma il prof. Russo, sono andati realmente incontro ad un tentativo revisionistico volto a sottrarre Foggia, e il suo Tavoliere, ad una visione, usuale e consolidata, di terra spopolata perché infelice, malarica perché non regolata idrogeologicamente, assolata e desertica perché consegnata al pascolo transumante, poco e male coltivata perché climaticamente avversa. Una terra in cui diverse generazioni di studiosi, di riformatori, di economisti illuminati, pur reclamando a gran voce l'abolizione del sistema vincolistico della Regia Dogana, la censuazione delle terre demaniali in piccoli lotti, la formazione della piccola e media proprietà contadina, la bonifica delle aree malsane e incolte, la soppressione delle «chiese morte», l' eliminazione del sistema feudale, avrebbero – secondo alcuni – miseramente fallito.
Una visione che, superato il traumatico processo unitario, veniva consolidata da una letteratura celebrativa del potere in via di consolidamento. Una visione che, scavalcato l'Ottocento, si ripresenterà intatta, quando Antonio Lo Re darà alle stampe la sua «Capitanata triste».
È l’idea di una realtà sociale ed economica che recenti studi, presi in seria considerazione da Angelo Massafra (che nelle analisi si avvale ampiamente degli studi di Cerrito), hanno davvero contribuito a modificare, arricchendo – come lo stesso docente ha affermato – «le nostre conoscenze sull'argomento, innovando, talora profondamente, impostazione, metodi e temi di ricerca rispetto alla precedente tradizione storiografica e modificando non poco l'immagine della Capitanata fra età moderna e contemporanea che quella tradizione (e il senso comune storiografico che ne era scaturito) aveva costruito». Ed ecco che il Tavoliere – in particolare la sua area più fertile, compresa nella triangolazione Apricena, Bovino e foce dell'Ofanto –, la Capitanata, e il suo capoluogo, vengono rivisitati con l'ottica nuova di un territorio in movimento, capace di creare anche ricchezza necessaria al fine di autofinanziare le produzioni e di eseguire interventi migliorativi dei processi produttivi e di distribuzione, lasciando ampi margini aperti all'ascesa e alla mobilità sociale. Ed infatti, «con la sua fiera ed i suoi mercanti, con i suoi tribunali, con l'incessante via vai di carri carichi di cereali e di prodotti dell'allevamento, con i suoi capitali destinati a finanziare prestiti «alla voce» o crediti «al negozio», Foggia offriva, in questo senso, un'immagine di vitalità e di dinamismo che sarebbe errato considerare puramente illusoria».

 

Entrare nel merito, anche attraverso la ricorrenza della Giornata della Memoria, servirebbe a dare un contributo serio al dibattito sul nostro Mezzogiorno, a ridurre gli steccati che portano ad uno scontro sterile. Peraltro, come ci ricorda Lino Patruno sulle pagine della Gazzetta, e come gli studi citati dal prof. Russo dimostrano, la storia si basa sull’evoluzione delle conoscenze e qualsiasi forma di immobilismo dogmatico preteso può essere inteso solo come adattamento passivo alle più variegate e multiformi forme di decadentismo al potere.

 

Michele Eugenio Di Carlo
Socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia

 
 
 

Vieste/ Pronta la 1° edizione del Molinella Folk Festival.

Post n°19748 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Vieste/ Pronta la 1° edizione del Molinella Folk Festival. 

 
Vieste/ Pronta la 1° edizione del Molinella Folk Festival.
 
 

Il gruppo folkloristico Pizzeche & Muzzeche in collaborazione con i lidi e i Villaggi della Baia Vi invita il 10agosto alla 1° edizione del Molinella Folk Festival. La magica Notte di San Lorenzo a suon di musica. Quando la visione delle stelle cadenti regalano un evento straordinario che unisce la cultura alle tradizioni. direttamente in riva al mare in una baia da sogno.
Vi aspettiamo per ballare insieme sotto le stelle assaporando l'alba.

 

Il presidente Pizzeche & Muzzeche

 

Michele Savastano

 
 
 

Siponto non è Pompei, ma ha una storia bimillenaria straordinaria.. "Siponto racconta una città

Post n°19747 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Siponto non è Pompei, ma ha una storia bimillenaria straordinaria.. "Siponto racconta una città che si è continuamente trasformata, è stata distrutta molte volte, è rinata molte volte" 

 

Di:

 
 

Pompei: una città romana, splendida, sepolta così come era. Il 24 agosto del 79 d. C. all’alba si avvertono le prime esplosioni nella zona del Vesuvio. A sera cominciano a cadere cenere e pomici. Non sembrava un terremoto normale; ma prima o poi sarebbe finito, così pensava l’ammiraglio e scienziato romano Plinio il Vecchio che tenta di avvicinarsi, ma poi si ritira a Stabia, cena e va a dormire. Durante la notte il Vesuvio si scatena. Ercolano viene coperta e all’alba del 25 Pompei scompare. Alle ore 7 dello stesso giorno il sesto e più devastante flusso, che raggiunge Stabia e muore anche Plinio il Vecchio. A Pompei si può vedere la città “fissata” per sempre in un momento della sua storia, nella sua quotidianità.

 

Siponto racconta una città che si è continuamente trasformata, è stata distrutta molte volte, è rinata molte volte. Qui sono arrivati i Dauni, Diomede fondatore di città… Ha ospitato due colonizzazioni romane, è stata presto cristiana. Per evidenti ragioni di vicinanza al Medio Oriente, nel disordine della fine di Roma, molti cristiani in fuga dall’Africa si rifugiarono nel golfo. Una diocesi antica. Lorenzo è un vescovo che viene dall’Oriente. Nella Cattedrale di Manfredonia vi è il quadro di Natale Penati con il vescovo Lorenzo che va incontro al re degli Ostrogoti, Totila, che assediava la città. E’ stata contesa e occupata da popoli diversi. Ha legato le sue sorti al santuario di S. Michele. Saccheggiata dagli Slavi (642) e poi dai Bizantini (663). Entra nell’orbita del ducato di Benevento dei Longobardi. La diocesi è inglobata nel grande vescovado beneventano e vi resta per quasi 4 secoli (dal 668 al 1034). Una seconda Benevento, la seconda capitale dei duchi longobardi. Da questi sempre difesa e a questi i sipontini sono riconoscenti. “Ordinati in militia sipontina, di quella militia, che non era mai cessata di esistere”, sono essi a liberare il loro signore Aione, imprigionato in una torre fuori città. Altro che “molles et ballerini“, secondo quanto attribuito a Federico II. I duchi avevano palazzo proprio, dove trovavano posto i gastaldi, rappresentanti ufficiali del sovrano beneventano.

 

Qui ha prosperato “una comunità ebraica dalle profonde radici”, che fu nel Medioevo uno dei centri più importanti del sapere ebraico in Italia. Nel X secolo giovani sipontini partivano per Pumpedita sul Tigri per studiare diritto talmudico babilonese, che diffondevano al ritorno in patria.

 

Una città orgogliosa, vivace, autonoma. Lo storico tedesco Lothar Heineman, alla luce di un documento trovato a Montecassino, dice che a Siponto nacque prima che nelle città del Nord una esperienza comunale. “Le grandi città di Siponto e di Lucera, tra il 1060 e il 1071 pare abbiano conservato la loro piena indipendenza” (Jules Gay). L’arcivescovo di Siponto redige atti e conclude accordi su beni pubblici assistito da boni homines o probi viri, senza fare alcuna allusione a sovrani e principi. Poi giunsero i Normanni, che tentarono in ogni modo di cancellare le autonomie cittadine. Si ribellarono Bari, Trani e Siponto, che sono saccheggiate da Guglielmo il Malo nel 1155. Infine le paludi, l’abbassamento del suolo…

 

(SAN LEONARDO) – PH BENEDETTO MONACO

 

SAN LEONARDO

 

Antichissima, tra i primi luoghi abitati della Daunia, centro di colonizzazione greca, punto strategico dei Romani, più volte distrutta e sempre risorta, luogo di incontro tra mondo latino, greco, ebraico… la città che aveva sempre stupito per la sua capacità di risollevarsi, nella seconda metà del ‘200 giunge al termine della sua storia.

 

Una città che è stata ricostruita tante volte con le stesse pietre e che ha fornito materiale anche per la nuova città (mura, castello, edifici e case) e per altre città. Cosa si potrà trovare ancora? Tracce longobarde, bizantine? E’una storia più ricca di quella di Pompei, che bisogna saper raccontare e che è bello conoscere. Il Parco archeologico serve a questo.

 

(A cura di Paolo Cascavilla, fonte www.futuriparalleli.it)

 
 
 
 
 

Gargano pieno, ma di affittacamere. Spopolano gli Airbnb, diversi alberghi e centri vacanze ancora liberi a ferragosto

Post n°19745 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Gargano pieno, ma di affittacamere. Spopolano gli Airbnb, diversi alberghi e centri vacanze ancora liberi a ferragosto 

 
Gargano pieno, ma di affittacamere. Spopolano gli Airbnb, diversi alberghi e centri vacanze ancora liberi a ferragosto
 

.Turismo a gonfie vele in Capitanata, il trend dei 4,3 milioni di presenze dello scor­so anno verrà quasi certa­mente confermato. Pur tra qualche distinguo. Sul Gar­gano ad esempio gli operatori stanno assistendo a una sorta di mutazione genetica fra af­fittacamere sempre più ag­gressivi, strutture abbando­nate in preda all'incuria (si pensi allo scempio dì Baia San Felice) e nuove abitudini dei vacanzieri. Prendiamo il costo ormai molto competitivo degli alberghi che sta finendo per soppiantare i residence: que­st'anno il fenomeno appare molto più diffuso, rivela Gino Notarangelo, storico proprie­tario del centro vacanze "Gat­tarella", presidente di Fede­ralberghi in Capitanata: «11 turista è diventato molto più comodor non vuole più nem­meno prepararsi da mangiare, preferisce andare al ristoran­te. Un cambiainento incorag­giato dal fatto che i prezzi degli alberghi in pensione completa sono ormai appe­tibili quasi quanto quelli dei residence. Secondo me - ag­giunge - siamo in una fase di cambio generazionale del tu­rismo: come nell'anno 2000 ci fu il passaggio dal camping al residence, oggi il nostro modo di fare vacanza è inteso come il "non fare niente", dunque più orientato verso il servizio completo». E poi c'è il feno­meno, inquietante per molti imprenditori delle vacanze, degli Airbnb ovvero gli af­fittuari di casa propria che cedono ai turisti a pagamento (spesso in nero) porzioni, stanze o interi appartamenti senza pagare le tasse (sotto­lineano i detrattori) e .. sfug­gendo a ogni genere di con­trolli poichè, trattandosi di domicilio privato, difficilmen­te la Guardia di finanza po­trebbe mettervi il naso (se non su mandato del magistrato). Una situazione a macchia di leopardo ma a quanto pare in fase di espansione, monito­rata da Federalberghi con preoccupazione anche perchè si tratta di una concorrenza infida, sfuggente, ma alquanto insidiosa come dimostrano i dati. Quali? «Quelli dei con­sumi: i supermercati, i risto­ranti, i servizi in genere non hanno subito sul Gargano la minima flessione anche nel periodo d'inizio estate in cui si faceva fatica a riempire i centri vacanze, E' il caso dei beni primari - dice Notaran­gelo - ovvero la spesa che si fa al supermercato, che acqui­stati in misura maggiore ri­spetto a. un anno fa, ce lo dicono i fornitori con i quali siamo costantemente in con­tatto. Dove vanno tutte queste persone se nei residence a giugno e parzialmente anche a luglio c'è stato un calo di presenze? Tutti escursionisti del fine settimana? Non credo proprio». Federalberghi ha censito in Puglia 22m ila indirizzi di af­fittacamere con il sistema del­la community: privati iscritti al portale Airbnb, in contatto con i turisti in arrivo (iscritti anche loro al portale) e che riversano sul territorio I una massa di persone di cui non si conosce praticamente nulla. «Gli affittacamere si organiz­zano sul territorio attivando anche una serie di servizi come per le pulizie - informa il presidente provinciale di Fe­deralberghì - è un sistema che si struttura e non conosce sosta. Parliamo in Puglia di almeno mezzo milione" di utenze in più, Gargano e Sa­lento ovviamente sono i re­cettori principali di questo ti­po di flusso incontrollato». Gli operatori hanno chiesto anche il supporto di Puglia­promozione, l'agenzia regio­nale per. lo sviluppo che ha condotto proprio di recente una campagna a beneficio dell'immagine della Puglia tu­ristica nel mondo- «Nella nostra regione abbiamo 5mila strutture turistiche - dice No­tarangelo - che non bastereb­bero a soddisfare tutte le ri­chieste di nuovi arrivi se il flusso incontrollato di vacan­zieri non finisse verso altri rivoli. Nulla contro gli affit­tacamere, ma che almeno pa­ghino le tasse come fanno tutti gli "albergatori. Altrimenti questo è dumping, concorren­za sleale. Sul Gargano - con­clude - ci difendiamo ancora bene grazie a una tradizione consolidata, ma per non far scappare il turista abbiamo messo in atto una serie di azioni e affrontato vari ob­blighi, di natura fiscale e nor­mativa. Un equilibrio che i privati oggi minacciano di far saltare».

Massimo Levantaci
gazzettacapitanata

 
 
 

Carpino Folk Festival/ Oggi la giornata dedicata a Matteo Fusilli

Post n°19744 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Carpino Folk Festival/ Oggi la giornata dedicata a Matteo Fusilli 

 
Carpino Folk Festival/ Oggi la giornata dedicata a Matteo Fusilli
 

Forti della Targa Tenco come miglior album in dialetto, decisa da una giuria di oltre 200 critici musicali, Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro ritornano in Puglia con le loro litanie d’amore e quelle stranianti serenate che della forma canonica della canzone napoletana conservano appena il ricordo, sovrastato da sentimenti impastati di terra e di umori corporei. Del tutto particolare il progetto pensato appositamente per il Carpino Folk Festival dove, assieme a Fabio Renzi, animerranno una storia intima e condivisa sulla perdita, la memoria e la bellezza nel ricordo dell’amico fraterno Matteo Fusilli, storico presidente del Parco Nazionale del Gargano e della Federazione Italiana delle aree protette, scomparso due anni fa. L'appuntamento è per giorno 7 agosto, alle ore 19,alla stazione di San Severo per un viaggio in treno, sulle Ferrovie del Gargano, fra appunti sparsi, chiacchiere, ballate e canzoni d’ammore a fil’e voce in un racconto dolente, ironico e raffinato di uno dei più originali cantautori in napoletano -la madrelingua delle passioni- con il respiro orchestrale di uno straordinario virtuoso dell’organetto.
Gli appuntamenti proseguono poi con la visita guidata al centro storico di Carpino dove, a partire dalle 21, ci sarà un'immersione nei suoni e nelle musiche di tradizione orale delle quattro regioni colpite di recente dal terremoto (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) alle quali è idealmente dedicato l'intero festival. Un momento di approfondimento critico, per un festival che coltiva l'ambizione di essere anche un punto di riferimento culturale, in compagnia di Piero Arcangeli (compositore ed etnomusicologo, allievo e collaboratore di Diego Carpitella e autore di magistrali ricerche in Umbria e Marche), Omerita Ranalli (antropologa, responsabile dell'Archivio Franco Coggiola del Circolo Gianni Bosio di Roma che ha recentemente pubblicato una monografia sui canti e racconti dei contadini d'Abruzzo) e Alessandro Portelli (autore di fama internazionale per quanto riguarda la storia orale e autore di opere diventate dei classici anche per quanto riguarda le tradizioni musicali del Lazio e dell'Umbria) e Mimmo Ferraro (coordinatore della Rete degli Archivi Sonori Musiche di Tradizione Orale e direttore editoriale di Squilibri). Con loro, a dare un riscontro immediato della bellezza di questi repertori, tra stornelli e saltarelli, canti di emigrazione e di lavoro, alcune delle voci più rappresentative della musica popolare italiana: Sara Modigliani, voce storica del Canzoniere del Lazio e tra le espressioni più cristalline della rivisitazione dei repertori popolari, Susanna Buffa (foto), ricercatrice e musicista di Amatrice, animatrice dei più significativi progetti a favore delle aree terremotate, e Antonella Costanzo, la fondatrice e front-woman dell'Orchestra Bottoni che, da solista, persegue un'originale rilettura della canzone romana.
E attorno alle 23, Vociantur, il nuovo spettacolo dell'etnomusicologo Salvatore Villani.

 
 
 

Caù: Ritorno alle origini. Per il centro storico di Cagnano Varano. Oggi percorsi gastronomici, musica live

Post n°19743 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Caù: Ritorno alle origini. Per il centro storico di Cagnano Varano. Oggi percorsi gastronomici, musica live e laboratori artigianali per valorizzare l’antico centro abitato 

 
Caù: Ritorno alle origini. Per il centro storico di Cagnano Varano. Oggi percorsi gastronomici, musica live e laboratori artigianali per valorizzare l’antico centro abitato
 

Il centro storico di Cagnano Varano si anima come in passato, diventando il fulcro di una manifestazione che ne richiama origini e stile di vita.
Grazie all’Associazione Pro Loco, rinata per l’impegno di un gruppo di giovani cagnanesi, il centro storico ospiterà il 7 agosto, a partire dalle 19, la manifestazione “Caù”, serata a ingresso libero di percorsi gastronomici, ma anche di musica live, lavoratori artigianali che animeranno il centro storico per tutta la notte.
La manifestazione prende spunto dall’antico termine con cui veniva indicato il centro storico di Cagnano Varano. Infatti, il centro abitato era costituito da cavùt, a simboleggiare la conformazione delle case che sembrano essere “cavuti”, ovvero in buona parte ricavate dalla roccia cha a Cagnano Varano assume anche una forte connotazione religiosa, vista la presenza della Grotta di san Michele (una delle tre grotte dedicate all’Arcangelo Michele in Capitanata), cavità naturale posta su un’altura a breve distanza dall’abitato.
Caù è alla prima edizione e gli organizzatori sono però pronti a mettere in cantiere anche una edizione invernale dell’evento, perché la finalità è quella di valorizzare il centro storico di Cagnano Varano, tra i più grandi della Provincia di Foggia che conserva ancora tutto il suo antico fascino.

 
 
 

L’Atletico Vieste al vertice tra i dilettanti dauni

Post n°19742 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

L’Atletico Vieste al vertice tra i dilettanti dauni 

 
L’Atletico Vieste al vertice tra i dilettanti dauni
 

Definiti gli organici delle squadre che parteciperanno al prossimo campionato di Eccellenza e Promozione pu­gliese. Ufficializzate le iscrizioni da parte delle società aventi diritto. Il solo Vieste a rappresentare la Capitanata nella Serie "A" della Puglia, mentre saranno cinque le compagini foggiane in Promozione con San Marco, Ascoli Satriano, Sporiìng Ordona, Monte Sant' Angelo e Real Siti. Saranno 16 le squadre nella massima serie regionale di Eccellenza: faranno compagnia al Vieste, l'Atletico Aradeo, l'Avetrana, il Barletta, il Bitonto, il Casarano, il Fasano, il Corato, il Gallipoli, il Molfetta, il Novoli, l'Ornnia Bitonto l'Otranto, la Pro Italia Galatina, l'Unione Calcio Bisceglie ed il Trani Cal­cio. Saranno 32, suddivise in due gironi, le squadre del cam­pionato di Promozione: le fog­giane San Marco, Ascoli Satria­no, Sportìng Ordona, Monte Sant'Angelo e Real Siti potreb­bero avere la compagnia di Au­dace Barletta, Fortis Altamura, Noicattaro Calcio, Nuova Spi­nazzola, Polinrnia Calcio, Ter­lizzi Calcio, Trulli e Grotte, Vi­gor Moles, Virtus Bitritto, Ostuni e Brindisi. Delusione in casa del Celle di San Vito per il mancato ripescaggio. La società gialloverde sperava ed era quasi certa della promozione al torneo di Promozione, ma le iscrizioni all'ultimo minuto di diverse squadre (tra cui il Monte Sant'Angelo) hanno praticamente "gelato" la società del presidente Benito Stanco. Dunque alla squadra del diggì Luciano Acquaviva e del tecnico Attilio Presutto toccherà giocare ancora nel torneo di Prima Categoria. Attivissime, comunque, le squadre di Capitanata nel calciomercato, il San Marco, che avrà ancora Marcello Iannacone alla sua guida, avrà in Lorenzo Salerno e Diego Quitadamo gli uomini guida della formazione garganica. Stravolto, rispetto alla scorsa stagione, il Real Siti con ben quindici facce nuove.

 

A.V.

 
 
 

Continua tra Arte, Musica ed intrattenimento, il programma estivo, a Borgo Celano (S.Marco in Lamis)

Post n°19741 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Continua tra Arte, Musica ed intrattenimento, il programma estivo, a Borgo Celano (S.Marco in Lamis) 

 

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San Marco in Lamis. Continua il programma delle iniziative di intrattenimento ed attrazione a Borgo Celano (San Marco in Lamis). Ne è animatore e nel contempo eccelso comunicatore Luigi Ciavarella, un patito di musica rock che ama la sua terra più di ogni altro (in proposito ha scritto libri e ha organizzato mostre, nonché è responsabile di una apposita rubrica online). Riproponiamo pari pari il suo comunicato stampa sul tema, già pubblicato sul blog ‘sammarcopop’.

 

“L’estate di Borgo Celano (villaggio ai piedi del monte omonimo e frazione di San Marco in Lamis) ha portato quest’anno alcune iniziative nuove di carattere artistico-culturale, misto intrattenimento, che hanno trovato un ascolto attento e sorprendente da parte non soltanto dei residenti del piccolo borgo ma anche dei tanti villeggianti che in questo periodo dell’anno affollano il posto, famoso per la sua rinomata frescura. Il protagonista in assoluto è stato un giovane e intraprendente sammarchese, Luigi Mossuto, ideatore nientedimeno di un Talent Show con lo scopo dichiarato di intrattenere i villeggianti e i sammarchesi giunti dalla valle per assistervi ad una gara canora e artistica (tra canzoni e balli perlopiù di ragazzi e ragazze molto bravi e motivati) coadiuvati da una giuria giudicante e dalla presenza di alcuni ospiti, tra cui Ciro Iannacone, i balli di Mikalett, etc.). Una novità assoluta che ha prodotto un consistente successo oltre a decretare vincitori la locale Fabiola Accadia per il canto e la giovanissima coppia Coco – Masciale riguardo il ballo”.   

 

Il 19 prossimo venturo come consuetudine verrà celebrata la notte bianca sammarchese, come dire la ormai nota “Chiu fa notte e Chiu fa forte” giunto quest’anno alla undicesima edizione, con un programma che si preannuncia come al solito molto ricco ed eterogeneo (di cui daremo atto in una prossima occasione), però nel frattempo altre due manifestazione prevalentemente musicali stanno prendendo piede in zona con altrettanta forza e capacità di intercettare la buona musica e un popolo di giovani, di varia umanità, molto recettivo  e sedotto da questi eventi. Si tratta di Borgo Rock, che quest’anno ha ospitato Pino Scotto, mitico leader dei Vanadium dei tempi d’oro dell’hard rock italiano, e i Rocky Horror (con Dj Blast di San Giovanni Rotondo), band di crossover foggiana molto apprezzata negli ambienti del Metal indipendente, col supporto di band quali i Cordamara e i Chroma Drama, provenienti da Manfredonia e Foggia, molto potenti. E’ stata una serata di fuoco adatta alla stagione luciferina. Per mitigare la furia iconoclasta di Pino Scotto e Co è stata allestita in contemporanea una Mostra di vinili dal titolo “Summer of Love 1967” che ha riportato indietro le lancette dell’orologio di 50 anni nel tempo in cui vennero poste le basi del moderno rock con l’ esposizione di più di una trentina di copertine di vinile storiche (molto belle e colorate) per provare ad illustrare un periodo in cui l’innocenza della musica rock stava subendo un travolgimento epocale a vantaggio una nuova consapevolezza che la porterà a diventare adulta e responsabile.

 

L’altro evento, In Defenza Day che si sta svolgendo in questi giorni (4 – 6 agosto), a San Marco in Lamis nella villa comunale, vede protagonista una Associazione che partita da una idea di conservazione della bellezza del nostro territorio sta portando a compimento, con sempre maggiore successo, una serie di spettacoli musicali e di intrattenimento che quest’anno hanno avuto un picco di qualità sorprendente. Dalla cover band dei Nomadi al Tributo a quattro grandi della musica pop italiana (Lucio Dalla, Vasco rossi, Elisa e Pino Daniele) con piccoli concerti che verranno effettuati da alcuni noti musicisti locali (Maurizio Tancredi, Michela Parisi, Ludovico Delle Vergini, Sergio Bonfitto) in una serata prevedibilmente molto seducente, l’appuntamento chiuderà il calendario della Defenza Day. Ma l’evento più importante è il Concerto che Matteo Vincitorio ha tenuto ieri sera 5 agosto in villa comunale con i suoi H Bombs, micidiale band di blues italiano forgiata in tanti anni di performance on the road, nei posti più accoglienti dell’Emilia. Un gradito ritorno.    Non ultima la “provocazione” dell’artista Michele Tancredi che tre giorni fa ha prodotto nella locale villa comunale una dimostrazione molto suggestiva inventandosi uno scenario apocalittico popolato da un mare di plastica, bottigliette di plastica al posto del mare e ombrelloni con bagnanti, per denunciare in maniera forte il deturpamento della natura e la follia dell’umanità>>. “Tutto questo – conclude Giggino Ciavarella – in attesa di Chiu fa notte…., un altro evento che richiama patiti e curiosi da ogni dove.

 

(A cura di Antonio Del

 
 
 

Una giornata’speciale’ ieri per i ‘Poeti del Gargano’ a Rignano PoetiGarganiciRignano

Post n°19740 pubblicato il 07 Agosto 2017 da forddisseche

Una giornata’speciale’ ieri per i ‘Poeti del Gargano’ a Rignano 

 

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Rignano Garganico. Stupenda e partecipata serata, quella di ieri sera, a Rignano Garganico. Lo è stata per la presentazione del v. . “I Poeti del Gargano nei dialetti dei paesi. Le Poesie”. Il tutto si è svolto nell’ampio ed arioso Cortile della Palestra Comunale, stracolmo di pubblico selezionato e motivato come non mai, a cominciare dai poeti provenienti da ogni parte del Promontorio. In sala, oltre alle autorità civili, c’erano anche le forze dell’ordine, rappresentate dal comandante della stazione dei CC., M.llo Francesco Falco. A prendere la parola per primo è stato il nuovo giovane sindaco della cittadina, Luigi Di Fiore, che ha manifestato tutta la sua condiscendenza per aver dato ospitalità ad una iniziativa dai forti connotati culturali che ben si addicono alla natura dei luoghi e alla semplicità e sensibilità della gente del posto. Un sentimento, quest’ultimo, ricambiato in uguale misura anche dagli ospiti, così come manifestato durante i vari interventi che si sono succeduti, fortemente attratti dalla vista panoramica a tutto campo e dall’incontaminato centro storico di origine medievale, con i suoi antichi palazzi, come quello baronale di stile barocco, inglobante l’antico castello, con annessa torre bizantina. Che dire poi della pregiata cattedrale rinascimentale a tre navate, impreziosita in ogni dove da ornamenti marmorei del mandorlato locale o del Museo di imminente apertura sui reperti paleolitici di Grotta Paglicci, ritenuti tra i più importanti del mondo.

 

Dopo di che la parola è tornata a Franco Ferrara, nella sua duplice veste di curatore e coautore del volume menzionato all’inizio e di incallito e suadente moderatore. Quest’ultimo si è intrattenuto brevemente ad evidenziare i pregi salienti del libro, seguito a ruota da chi scrive che ne ha messo in rilievo, invece, la ‘modernità’ dei concetti ispiratori e l’inalterata importanza del dialetto in una epoca come la nostra, rivolta tutta a tralasciare le specificità e favorire la globalizzazione e il conformismo in ogni settore della letteratura e della linguistica, privilegiando l’inglese e il tecnicismo in genere. Angelo Capozzi, presidente dell’Università del Crocese di Foggia e ricercatore di lungo corso, ha parlato invece del tapporto stretto che intercorre tra il dialetto, le tradizioni e il folklore, da lui considerata una ‘memoria’preziosa’ al fine della conoscenza dell’umanità e del suo excursus storico e vitale. Quindi è seguita la seconda parte riservata esclusivamente alla declamazione e al canto, delle principali ‘creazioni’ degli autori presenti e non, puntualmente intervallate ed accompagnato dall’etnomusicologo Salvatore Villani e da Mario Iannacci con ‘pezzi’ canoro-musicali di Matteo Salvatore e di altri autori. Performance, queste ultime, assai applaudite dai presenti, come pure l’assolo al violino di Enzo Mastromatteo sulle note di un classico valzer.

 

Quindi si sono alternati ai microfoni più volte per le declamazioni i poeti presenti. In primis, Giuseppe Lombardi che con accenti commossi e pieni di emozione ha declamato la sua breve e concisa poesia e man mano tutti gli altri: lo stesso Ferrara; Giuseppe Trombetta (Carpino); Pietro Salcuni (Monte Sant’Angelo); Onofrio Grifa e Michele Totta (San Giovanni Rotondo); Maria Rosaria Vera (Vico del Gargano), Nicola Principale (Vieste), Giuseppe Del Re (Rignano) e lo stesso Iannacci, nuovi acquisiti del gruppo. Il primo è stato molto applaudito sul che ‘cos’è la poesia’, il secondo sulla bontà della donna e l’ultima per la poesia su ‘li cuzze’ (i contadini). L’incontro, partito alle ore 18.30, è proseguito sino alle 21.00. Sarebbe durato ancora di più, se ci fosse stata ad illuminare la luce elettrica, ma a questo nessuno ci aveva pensato, data la calura della giornata (miracolosamente attutitasi del tutto durante la manifestazione) e l’attrattività del tema, di solito riservato ad un pubblico d’èlite. In sala presente, per conto del Comune, anche il consigliere delegato alla Scuola, Giuseppe Motta, e il capogruppo dell’opposizione del “Patto…”, Michele Ciavarella, già sindaco della cittadina ed amministratore di lungo corso.

 

(A cura di Antonio Del Vecchio, 06.08.2017)

 
 
 
 
 

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