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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 17/08/2017

Il 20 agosto i liceali di Vico del Gargano si ritrovano.

Post n°19835 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

Il 20 agosto i liceali di Vico del Gargano si ritrovano.

RITROVIAMOCI: l’invito rivolto a tutte le componenti del Liceo Ginnasio-scientifico di Vico del Gargano (dirigenti, docenti, personale ATA ed alunni) , giovani e meno giovani, a quasi 50 anni dalla sua istituzione, 1 ottobre 1968.
Sparsi in tutto il mondo, tra giovani ancora alle prese con gli studi e altri già in pensione, ma tutti accomunati dall’esperienza di aver frequentato il liceo di Vico del Gargano, tra i più longevi della provincia di Foggia, si ritroveranno dopo tanti anni.
Sarà l’occasione , in un sano spirito di amicizia e allegria, per RITROVARSI” e rinverdire ricordi ormai sbiaditi dal tempo, ma sempre ricchi di forti emozioni e “programmare anche il futuro”.
L’appuntamento è per il 20 agosto 2017 con un primo incontro alle 19,00 presso l’auditorium comunale “ R. Lanzetta” e alle 21,00, tutti nella adiacente villa comunale per proseguire la serata con l’esibizione “degli artisti” del Liceo e condividendo il tutto, per una serata di beneficienza, con l’Associazione Auser Insieme Nuova Vita di Vico del Gargano tra canti popolari del gruppo “Duo Novembre e le Ragazze” e la preparazione di pettole e pancotto.
Ci saranno senz’altro altre sorprese, prima di darsi appuntamento al prossimo anno per festeggiare il 50^ anniversario.
È stato istituito anche un gruppo FB, GARUV , che si richiama al nome di uno storico gruppo degli anni ’70 per lo più di liceali, istituito per organizzare rappresentazioni “ Rcreative e Umoristiche”.

 
 
 

Domani la Sagra della Paposcia “al Parco” di Vico del Gargano

Post n°19834 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

Domani la Sagra della Paposcia “al Parco” di Vico del Gargano

Una sagra a ritmo di Taranta. Emblema della gastronomia di Vico del Gargano è, la paposcia ottenuta dall’impasto di pane che cotto al forno e farcito con rucola, pomodoro, ricotta fresca ed un pizzico di peperoncino diventa un’estasi di sapori.
In pratica, la paposcia è un pane-focaccia la cui storia narra che venisse già utilizzata nel XVI secolo come “termometro” per verificare se la temperatura del forno fosse giusta per la cottura del pane, alimento principale della civiltà contadina. Infatti, levato l’impasto usato per le pagnotte di pane, la pasta che rimaneva attaccata alla madia (la cosiddetta fazzatura) veniva raccolta, impastata, allungata con le mani sino a 20-30 centimetri, infarinata e posta nel forno per pochi minuti prima delle pagnotte di pane perché la tenuta della paposcia alla buona cottura indicava la buona riuscita del pane. Questa striscia di massa poi non veniva buttata, anzi una volta tagliata a metà era condita con un filo d’olio e formaggio fresco locale. Nel particolare e suggestivo scenario al Parco di Vico del Gargano si potranno gustare tante prelibatezze della gastronomia garganica, accompagnate da buon vini locali, ed ascoltare tanta buona musica e tammorre che quest’anno vedrà il concerto di Michele Màngano . La carovana compie un vero e proprio viaggio nella danza che parte dalla tarantella partenopea per giungere dal Gargano al Salento fino ad approdare al profondo sud, a quelle terre bagnate dal Mediterraneo, scrigno di infiniti tesori sommersi da pirati e corsari e complice della varietà etnica che traspare dai volti degli abitanti delle terre da esso bagnate, così differenti tra loro. Un viaggio attraverso terre antiche, terre d’oriente e di magie, terra di intrecci tra i popoli, terre di luce accecante, ma soprattutto terre di diavoli scatenati nei loro raduni misteriosi e clandestini che danzano al suono ininterrotto di tamburi che riecheggiano nella notte. L'artista garganico è molto attratto dalle sperimentazioni, dalle fusioni e dalle mescolanze di stili differenti ed ancora una volta si mette in gioco e attinge da fonti diverse. Lo spettacolo è un viaggio all'interno delle emozioni più intime dell'artista e in particolare della solitudine: un sentimento che però è solare, porta all' introspezione e celebra l'uomo.Sul palcoscenico oltre a Màngano ci sono tredici artisti tra musicisti e ballerini. Forse proprio questo mix di culture che gli ha dato il coraggio di rivoluzionare il tradizionalista mondo della tarantella, fondendola con musiche greche-spagnole-afro cubane e contemporanee, attirandosi l’attenzione di molti critici ed esperti di danza e musica popolare. E’ certo comunque che non si può ignorare come il carisma e la personalità di Màngano abbiano in questi anni avvicinato la tarantella a migliaia di persone in tutto il mondo.

 
 
 

18 agosto, seconda giornata di FestambienteSud: concerto di Petrella per i faggi della Foresta Umbra

Post n°19833 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

18 agosto, seconda giornata di FestambienteSud: concerto di Petrella per i faggi della Foresta Umbra e grande evento di rigenerazione della periferia di Monte S. Angelo con la street art.

In serata raduno musicale attorno a Dj Argento, con il meglio del movimento hip hop.

Sono due i temi della seconda giornata di FestambienteSud: l’omaggio musicale alle faggete vetuste della Foresta Umbra e la rigenerazione urbana delle periferie con la street art. Nel pomeriggio, pertanto, il festival si sdoppia con l’appuntamento in Foresta Umbra alle 15.45 (al punto di ristoro) per il percorso guidato tra le faggete e con il concerto finale del trombonista Gianluca Petrella, e con l’appuntamento alle 17 al quartiere case popolari di Monte Sant’Angelo dove writers e breakers daranno vita a Urban Regenearation jam, raduno artistico per la rigenerazione della città.
Alle 19.30 a Monte Sant’Angelo, conferenza in piazza De Galganis su faggete vetuste e patrimonio boschivo con il vicepresidente e il direttore del Parco Nazionale del Gargano, Claudio Costanzucci e Carmela Strizzi, il colonnello Claudio Angeloro comandante reparto Carabinieri biodiversità Foresta Umbra, il prof. Alfredo Di Filippo dell’Università della Tuscia di Viterbo e il prof. Pasquale Marziliano dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Dalle 21.30 in Largo Dauno concerto di Dj Argento con Don Diegoh, Paura e Kiave. Dj Argento e i suoi tre ospiti sono tra gli artisti più rappresentativi della scena Hip Hop italiana. Nell’ambito di una giornata dedicata alle quattro arti Hip Hop, propone un repertorio incentrato sul disco "ARGENTO" e sui brani più rappresentativi del repertorio di Don Diegoh, Paura e Kiave. Il concerto sarà preceduto da un open act con numerosi ospiti musicali.

Programma di Venerdì 18 agosto

In Foresta Umbra:

Ore 16.00 – visita guidata alle Faggete Vetuste della riserva integrale di Falascone, patrimonio UNESCO, lungo il sentiero esterno alla riserva. (Ore 15.45 ”appuntamento” al Punto di Ristoro, zona laghetto, che comunque sarà segnalato sulla strada principale con la bandiera di Legambiente).
Segue – Concerto in Foresta Umbra di GIANLUCA PETRELLA, trombone solo. Nativo di Bari, Petrella è considerato fra i più dotati trombonisti jazz internazionali. Ha vinto nel 2006 e nel 2007 la classifica per i migliori artisti emergenti del jazz mondiale stilata dalla rivista statunitense Down Beat. Già nostro ospite, ha all’attivo collaborazioni con i migliori artisti del panorama mondiale del jazz

A Monte Sant’Angelo:

Ore 17 – Case popolari – RIGENERATION JAM - rigenerazione urbana con la street art.
Writers ospiti: TORBI / SKARD / RED / NORH / SMOH.

Ore 17.30 – Largo Totila - Junno. Piccolo Festival del Rione
Presentazione del libro CERCANDO L'ISOLA... di Salvatore Ritrovato.
Reading musicale TERZA QUALITÀ - OMAGGIO A MATTEO SALVATORE, con Antonio Munno e Ciava.

Ore 19.30 – Piazza De Galganis – Conferenza.
NATURA E CULTURA. Le faggete vetuste nel sistema del patrimonio boschivo del Gargano.

Ore 21 – Piazza De Galganis - Junno. Piccolo Festival del Rione.
Reading musicale L’ATTESA DEL PADRE con Raffaele Niro e Davide Dell’Oglio.

Ore 21.30 – Largo Dauno – Concerto.
Open Act COUNTRYCK / LA MASNADA / J-SEP & NODA / TOTO’ NASTY & UNTOUCH / NO FANG.
Concerto DJ ARGENTO con DON DIEGOH / FRANCESCO PAURA / KIAVE.
Dj Argento e i suoi tre ospiti sono tra gli artisti più rappresentativi della scena Hip Hop italiana. Nell’ambito di una giornata dedicata alle quattro arti Hip Hop, propone un repertorio incentrato sul disco "ARGENTO" e sui brani più rappresentativi del repertorio di Don Diegoh, Paura e Kiave.

Ore 23.30 – Chiostro delle Clarisse – Intorno alla mezzanotte

 
 
 

“Sublimi Creature” alla scoperta del filo invisibile che porta al Cristo

Post n°19832 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

 

“Sublimi Creature” alla scoperta del filo invisibile che porta al CristoPer chi vuole saperne di più il testo di Giuseppe Del Nobile si può richiedere gratuitamente scrivendo a: ciak777@gmail.com

Di:

Monte Sant’Angelo. Signor Del Nobile, lei è stato il relatore del convegno dell’11 agosto che aveva come titolo “Sublimi Creature – le Creature del Cielo” e che era dedicato alla memoria di Peppino Sansone. Chi era Peppino Sansone? Era anche lui una creatura del cielo?

Il tema del convegno di quest’anno era la figura di Gesù di Nazaret. La serie di convegni iniziata lo scorso anno ha l’obiettivo di parlare di argomenti spirituali in un luogo, Monte Sant’Angelo, ad altissima valenza religiosa e spirituale. Quello di quest’anno è stato chiamato “Le creature del cielo”. Ho chiamato “sublimi creature” tutte quelle creature che hanno realizzato la consapevolezza di essere tutt’uno con la divinità. Il Cielo sta per divinità, cioè Dio. Avendo le creature sublimi sviluppato questa consapevolezza, hanno anche compreso che la connessione spirituale con Dio consente loro di intercedere a favore delle creature sofferenti per alleggerire il carico di dolore o di frustrazione che la vita spesso porta con sé. Peppino Sansone, di Monte Sant’Angelo, era una di queste creature. Un esempio ancora più notevole, sempre restando in questi luoghi, è padre Pio. Però la Creatura del Cielo più notevole di tutte è senza dubbio Gesù di Nazaret, il Cristo, il Messia del Signore. Ecco perché il convegno di quest’anno ha avuto come baricentro la figura di Gesù. Gesù è il punto più alto possibile del sublime ed è il punto di partenza ideale per comprendere i santi, i mistici e le creature dotate di doni divini.

Lei, che è un laico, ha trattato un tema che dovrebbe essere di stretta pertinenza dei sacerdoti, come mai ha scelto di parlare di Gesù di Nazaret ?
Gesù di Nazaret è una figura che non è stata “scoperta” totalmente, almeno fra la gran parte dei credenti. Restano molte cose da conoscere. Nel convegno ho voluto dare una sintesi di alcuni aspetti che potevano ritenersi più interessanti per la gente che ha già una certa confidenza con la figura di Gesù. Ho riportato alcuni episodi della vita del Redentore così come descritti nelle pagine che riportano le trascrizioni della mistica toscana Maria Valtorta, una creatura del cielo vissuta fino al 1961 che ha avuto il rarissimo privilegio di assistere a molti episodi della vita del Cristo per un dono di Gesù stesso. Un dono che però ha avuto una contropartita, diciamo così, molto impegnativa perché Maria Valtorta ebbe a soffrire molto per assistere a queste visioni.

Alla fine del Settecento, un’altra mistica, la tedesca Anne Catherine Emmerich, ebbe una possibilità analoga. Da quelle visioni il regista premio Oscar Mel Gibbson trasse il suo capolavoro, “La Passione di Cristo”. Faccio notare che durante le riprese di quel film, girato a Matera, si verificarono diversi fatti soprannaturali.

Lei ha detto che la fonte del materiale citato è di una mistica, Maria Valtorta. Perché non ha usato i Vangeli canonici per parlare di Gesù?
Perché i Vangeli canonici non sono la trascrizione di visioni, ma rappresentano la sintesi della vita di Gesù riportata dai suoi apostoli o discepoli con particolare attenzione agli aspetti salienti di quanto detto e fatto dal Maestro. Per questa loro natura i Vangeli non sono di grande estensione. Per converso gli scritti di Maria Valtorta, pur ricalcando i Vangeli, soprattutto quello di Giovanni, l’ultimo dei quattro in quanto a cronologia di stesura, offrono molti dettagli e molte precisazioni che Gesù stesso chiede alla cronista di inserire. Si tratta di un’opera straordinaria, sia per estensione che per precisione; un’opera che non ha mancato di essere considerata estranea alla verità ma che, per chi come me l’ha letta tutta, non manca di una fortissima coerenza con quanto affermano i Vangeli che però restano nella loro valenza di scritti sacri e dai quali attingere costantemente. Lo stesso Gesù afferma la genuinità dei Vangeli, e in special modo di quello di Giovanni, il suo primo e più luminoso apostolo.

Ma perché una persona dovrebbe affrontare questi temi? In particolare, un non credente può trovarli interessanti?
Faccio notare che la Crocifissione e la Resurrezione non è stata solo per noi credenti; Gesù si è sacrificato anche per chi ancora non crede. Dico a questi ultimi, almeno cercate di capirci di più, perché se tutto quello che si dice è vero, ne vale la pena. A chi si ostina a non credere dico questo, mi parrebbe veramente assai improbabile, per non dire impossibile, che un tizio abbia potuto prendere in giro miliardi di persone per più di duemila anni di seguito. Anche chi non crede ammetterà che molto di vero in tutta la vicenda di Gesù di Nazaret c’è.
Lei ha scritto un libro su un mistico di Monte Sant’Angelo, questo Peppino Sansone, e ha iniziato una serie di convegni su argomenti spirituali scommettendo che il tema di Gesù di Nazaret possa essere interessante. A questo convegno c’erano circa 150 persone. Cosa si aspetta che accada adesso, a valle del convegno?

Intanto che leggano il libro che ho scritto su questo mistico, che io ho conosciuto personalmente e del quale sono stato amico per diciassette anni. Poi che si ricordino che Gesù è il Cristo, cioè la seconda Persona della Trinità – e cioè Dio – e che saperne di più di Costui significa poter capire il motivo dell’Incarnazione e il senso del Sacrificio per merito del quale noi, se vogliamo, possiamo diventare, a nostra volta, creature del cielo. La vicenda terrena di Gesù di Nazaret non è stata il semplice sorvolo sulla superficie della Terra di una creatura del cielo che grida “pace a voi, uomini di buona volontà!”. È stato l’evento più formidabile – e traumatizzante – dopo la Creazione, vale quindi la pena di comprendere il perché di questo enorme sacrificio.

Per chi vuole saperne di più il testo di Giuseppe Del Nobile si può richiedere gratuitamente scrivendo a: ciak777@gmail.com. L’autore non mancherà di spedirvi il pdf del libro all’indirizzo prescelto.

A cura di Benedetto Monaco

 
 
 

Accoglienza, integrazione e arte: in arrivo a Siponto “ScalaMusic Contest”

Post n°19831 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

 

Accoglienza, integrazione e arte: in arrivo a Siponto “ScalaMusic Contest”

Di:

Manfredonia. Promuovere l’accoglienza, l’integrazione e la ricchezza delle diversità nella società italiana attraverso l’arte in un tempo di migrazioni ed epocali cambiamenti sociali. È questa la filosofia di “ScalaMusic LAB”, un progetto per il Sud nato da Scala Music, la realtà associativa nata nel 2003 a Bassano del Grappa (VI) e presente a Manfredonia presso la Casa dei Missionari Scalabriniani che coniuga l’arte e la formazione al valore dell’integrazione e della conoscenza dell’altro.

Il progetto, presente già da tempo nel territorio della diocesi di Manfredonia – Vieste e San Giovanni Rotondo, si aprirà al pubblico sipontino con la rassegna vocale per giovani talenti “ScalaMusic Contest”, in programma il 22 agosto a partire dalle ore 20.30 in Piazza Santa Maria Regina a Siponto. L’iniziativa, aperta a tutti i cantanti emergenti con età compresa fra i 14 e i 36 anni, è nata con l’intento di scoprire e promuovere voci e volti nuovi del panorama musicale italiano e di promuovere l’incontro positivo con il “diverso” da sé attraverso l’arte, un momento disteso e aperto che porta al riconoscimento della ricchezza dell’altro, una ricchezza che diventa subito arricchente se riconosciuta.

La finalissima di “ScalaMusic Contest”, organizzata con “Scala Music”, “Hope” e “Casa Scalabrini 16”, è il secondo momento del progetto targato “Scala Music”. Il progetto interculturale, infatti, durante l’intero anno svolge la sua attività principale offrendo ai giovani talenti italiani e stranieri la possibilità di seguire percorsi formativi di canto, recitazione e pianoforte in un laboratorio polivalente che perfeziona e accresce le doti artistiche e personali, attivando così un momento stimolante fra formazione e sperimentazione. I formatori, coordinati da Padre Gabriele Beltrami, presidente di ScalaMusic, sono alcuni giovani e talentuosissimi artisti del territorio, fra cui: Maria D’Oria e Daniele Guida (canto), Annarita Granatiero e Vincenzo D’Oria (recitazione) e Michele Trimigno (pianoforte).

Sul palco del talent “ScalaMusic Contest”, condotto dai docenti di recitazione Annarita Granatiero e Vincenzo D’Oria, si esibiranno sette giovani cantanti (Christopher Uhuwangho, Matthew Ojugbeli, Amajang Jallow, Cristina Perillo, Leo Guerra, Gianluca Granatiero e Giada Corona) di cui 3 provenienti dal laboratorio di canto, 2 dal centro accoglienza e 2 straordinari.

A decretare il vincitore, che avrà la possibilità di una registrazione professionale con la masterizzazione del brano premiato presso il PlayStopRecord Studio ed annesso Foto Book professionale della giornata di registrazione, una giuria tecnica presieduta dal pianista Nico Arcieri e composta dai musicisti Rosalia Granatiero, Nino Calabrese e Marco Fortunato e dal giornalista Felice Sblendorio.

L’ingresso è libero.

 
 
 

Palio delle Contrade delle Torri “Re Manfredi”

Post n°19830 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

 

Palio delle Contrade delle Torri “Re Manfredi”"Chiunque fosse in possesso dei biglietti vincenti, è pregato di contattare il numero 340.5447373"

Di:

Manfredonia. Il Comitato è lieto di comunicare che sono stati già ritirati i primi premi messi in palio dalla lotteria. Ricordiamo a tutti, che i numeri dei biglietti estratti sono pubblicati sul nostro sito ufficiale www.paliodimanfredonia.org, e sui siti di informazione manfredonianews e statoquotidiano.

Chiunque fosse in possesso dei biglietti vincenti, è pregato di contattare il numero 340.5447373.

Si ricorda, che il premio potrà essere ritirato solo in presenza del biglietto risultato vincente.

Il Comitato Palio di Manfredonia

 
 
 

Meteo: resiste il bel tempo su Puglia, Basilicata e Molise

Post n°19829 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

 

Meteo: resiste il bel tempo su Puglia, Basilicata e MoliseAncora bel tempo sul Sud-Est

Di:

Bari. METEO Puglia: prosegue la fase di bel tempo grazie alla protezione dell’alta pressione. Da segnalare solo qualche annuvolamento diurno sulla dorsale con al più isolati e breve fenomeni in Lucania. Temperature minime stabili, con estremi di 23°C; massime in aumento, con punte di 35°C. Venti moderati settentrionali. Zero termico nell’intorno di 3800 metri. Basso Adriatico e Canale d’Otranto mossi.

Venerdì 18 Agosto
Ancora bel tempo prevalente su Puglia, Basilicata e Molise
VENERDI’: bel tempo su Puglia, Basilicata e Molise con la persistenza di un campo anticiclonico. Cielo quindi sereno o poco nuvoloso non solo lungo le coste ma anche in prossimità della dorsale appenninica. Temperature in leggero aumento nei valori massimi con punte diurne fino a 32-34 gradi sulle pianure interne pugliesi e lucane, valori più bassi lungo i litorali grazie alle brezze. Ventilazione debole, solo a tratti moderata sul versante adriatico brindisino e leccese con mare mosso, poco mosso altrove.

Sabato 19 Agosto
Ancora bel tempo sul Sud-Est
SABATO: un campo di alte pressioni abbraccia la Regione garantendo tempo stabile ed assolato ovunque. Nello specifico su Daunia, murge, Tavoliere, litorale adriatico meridionale, litorale ionico e Salento cieli in prevalenza sereni o poco nuvolosi per l’intera giornata; sul litorale adriatico settentrionale cieli in prevalenza sereni o poco nuvolosi per l’intera giornata, salvo la presenza di qualche addensamento serale. Temperature minime in aumento, con estremi di 24°C; massime in forte calo, con punte di 28°C. Venti deboli settentrionali in rotazione ai quadranti nord-orientali; molto deboli settentrionali in attenuazione e in rotazione ai quadranti sud occidentali in quota. Zero termico nell’intorno di 3900 metri. Basso Adriatico e Canale d’Otranto poco mosso.

 
 
 

“La tenerezza” a Manfredonia Gli attori sono bravi

Post n°19828 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

 

“La tenerezza” a ManfredoniaGli attori sono bravi e donano alla pellicola l’effetto sperato, ossia una storia cinica raccontata con la tenerezza negli occhi

Di:

Manfredonia. “Cinema in riva al mare 2017” a Manfredonia. Domani sera, 21 e 30, la proiezione del film di Gianni Amelio, “La tenerezza”, con Elio Germano e Micaela Ramazzotti.

Una storia cinica raccontata, con sincera tenerezza, da Gianni Amelio.

Il titolo del film cattura l’attenzione per la sua semplicità. Promuove un qualcosa che è alla base della nostra esistenza. Solo che il mondo ottenebrato da persecuzioni egoistiche non se ne avvede, il più delle volte. La tenerezza, così come viene raccontata nel film si nasconde dietro nuvole oscure, personaggi ombrosi che fanno della scontrosità la loro arma principale. Eppure è presente ed emerge, come in questo caso, nei rapporti e nei dialoghi instaurati tra i personaggi.

Trama – Lorenzo (Renato Carpentieri) è un avvocato in pensione, vedovo e con due figli ormai adulti, Elena (Giovanna Mezzogiorno) e Saverio (Arturo Muselli), con i quali si è dimostrato sempre anaffettivo. Uscito dall’ospedale, rientra nella sua casa nel centro di Napoli e trova seduta sulla scalinata del suo stabile una donna, Michela (Micaela Ramazzotti), trasferitasi da poco con i suoi due figli ed il marito, Fabio (Elio Germano), un ingegnere navale. Lorenzo instaurerà in brevissimo tempo un rapporto intimo e profondo con l’intera famiglia, all’apparenza perfetta. Una tragedia, però, sconvolgerà tutto, generando, paradossalmente, la possibilità di recuperare un rapporto mai progredito.

Gianni Amelio dirige un film dalla caratura molto profonda ed universale. Scandaglia i sentimenti dei personaggi mettendoli inevitabilmente a nudo.

Affascinano i dialoghi avvolti da quell’aura di tenerezza paventata nel titolo del film.

Gli attori sono bravi e donano alla pellicola l’effetto sperato, ossia una storia cinica raccontata con la tenerezza negli occhi.

Donato Prencipe

http://iraccontidelcinema.it/2017/04/25/la-tenerezza-gianni-amelio/

 
 
 

A facce de Frecone

Post n°19827 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche


A facce de Frecone


Di:

S’aviss’a vedì a Frecone,
aggirete u ponde candone
e subbete cange stréde.

Ne llu guardanne mbacce,
a longa sije, ca ne nghéde…
ò pèrse ogne retègne.

D’a sèrjètà ò pèrse u sègne
ne nn’éje addu mètte lla facce.

Dice:” E che cose ji… Musè?
ca doppe avite lli tavele

a facce ce facètte lucènde
e a guardarle, nu svenemènde?”

No! Cche dice? A llu cundrarje…
Jisse ce sènde nu premarje…


A chépe a tene a feleture
e quala luce…quèdde fé schife,
nu mostre, ò pèrse ogne fejure,
ma cchjù, proprje chjù de tutte
a ffurje de fé quiddi cose
c’ji fatte zezzose e bbrutte.

Pascalonia

Il viso di Frecone

Se tu dovessi
vedere Frecone,/ gira l’angolo/ e subito cambia strada./Non lo guardare in
viso/ lontano sia, che non cada…/ ha perso ogni ritegno./ Della serietà ha
perso i segni (significati),/ non ha dove porre il viso./

Dici: “che cosa è,
Mosé?/ che dopo ricevute le tavole (10 comandamenti)/ il viso si fece lucente/
e a guardarlo si acciecava?”/ No, che dici, a contrario,/ lui si sente un
primario./La testa ce l’ha come un tappo (di sughero),/ e quale luce, quella fa
schifo,/ un mostro, ha perso ogni figura (umana),/ ma di più, proprio più di tutto,/ per la voglia di fare quelle
cose,/ si è fatto sporcaccione e brutto.

 
 
 

Federica Pellegrini in vacanza sul Gargano, soggiorno a Peschici con la sua famiglia

Post n°19826 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

Federica Pellegrini in vacanza sul Gargano, soggiorno a Peschici con la sua famiglia

 


La campionessa di nuoto Federica Pellegrini, reduce dall'impresa ai mondiali di Budapest dove ha conquistato l'ennesima medaglia d'oro nei 200 stile libero con un'incredibile rimonta, ha deciso di trascorrere le vacanze sul Gargano, nel mare di Cala del Turco a due passi da Peschici.

LE VACANZE. La ventinovenne nuotatrice ha scelto di godersi il meritato riposo ospite del Gusmay Resort dove è giunta, in compagnia di tutta la sua famiglia, solo due giorni fa dopo gli impegni di coppa del mondo in Germania. Federica Pellegrini non ha mancato di pubblicare sui suoi seguitissimi canali social alcuni scatti dalla spiaggia. Immancabile poi il giro nel caratteristico centro storico di Peschici dove tra un selfie e un altro è stata immortalata in compagnia di Elia Salcuni, titolare della bottega artigianale di liquori Mamma mamma, sosta fissa per i turisti in transito.

IL TURISMO. “Peschici parla mondiale” ha commentato Salcuni sul suo profilo facebook pubblicando la foto in compagnia di Federica Pellegrini. Di certo la presenza illustre conferma l'attrattività del promontorio del Gargano che si avvia, anche per la stagione estiva 2017, a confermare il trend positivo degli ultimi anni e a sbaragliare la concorrenza nel primato di presenze.
di Redazione 

 
 
 

La poesia e lo stupore che nulla si ripete uguale "Poesia del dolore? No. Intensa è la felicità provata nella scrittura

Post n°19825 pubblicato il 17 Agosto 2017 da forddisseche

La poesia e lo stupore che nulla si ripete uguale"Poesia del dolore? No. Intensa è la felicità provata nella scrittura, la salvezza ritrovata nel verso, la gioia quando riesce a dire l’indicibile, la cura delle parole..."mare manfredonia - ph benedetto monacoDi: Redazione 0 0 0 0 0Che cosa accadrebbe se qualcuno si definisse in pubblico “poeta”? Come minimo sarebbe guardato con incredulità, inquietudine… La poesia è circondata nella modernità da un alone di inutilità e di oscurità. Testardamente in Unione sovietica Iosif Brodskij (che poi fu premio Nobel) si definiva poeta e la polizia politica lo inviava nel gulag perché “parassita”. Non c’era un certificato che autorizzasse a servire il popolo come poeta. Anche oggi è più facile definirsi pittore, musicista, artista o, come è di moda, “creativo”. La poesia nasce da una esperienza solitaria e Il poeta si pone e scrive da un punto di vista imprevedibile, distante, estraneo.Maria Antonietta Cocco (il 17 agosto si presenta il suo ultimo libro di poesie) dice che quando usciva di casa, un foglio di carta e la penna erano le cose che portava sempre con se. E’ misteriosa la cosiddetta ispirazione. E’ stupore, candore, ingenuità. E’ vedere le cose come fossero la prima volta o come l’ultima. Non c’è nulla che accade due volte alla stessa maniera: non si bagna due volte nella stessa acqua, non si ripete la stessa carezza, non lo stesso bacio, né ci sono due notti uguali e con gli stessi sogni. Questo è ancor più vero per Maria Antonietta che avverte le mani che si tendono e non afferrano, gli occhi confusi, lo sguardo lontano, le parole inconcludenti… e deve imparare sempre e nuovamente il modo di stare nel mondo, apprendere quotidianamente i gesti e i movimenti. Dalla prigione del corpo non nasce il lamento o il grido. Le pareti che la circondano sono lo stimolo a porre domande, cercare il senso delle cose e i muri si aprono e diventano finestre, balconi, verande pieni di odori, suoni, colori. La sofferenza diviene un modo privilegiato e prezioso di guardare il mondo.E’consapevole e fiera di combattere una grande battaglia “per sopravvivere… per contrastare gli enigmi delle giornate…”. E’ consapevole che “il sipario scende… le soste sono molte/ e fallisce il piede che cerca la strada giusta”. Si affaccia lo sconforto, ma è di aiuto una mano stesa, un sorriso sincero, una parola buona. E il pensiero corre al cielo sconfinato, al mare, e l’anima, “migrante nell’Universo”, trova la forza per andare avanti “con ali di gabbiano”.Poesia del dolore? No. Intensa è la felicità provata nella scrittura, la salvezza ritrovata nel verso, la gioia quando riesce a dire l’indicibile, la cura delle parole… L’altalena non si muove, se lei non vuole, né i gabbiani volano, o le mani si stringono, né le campane suonano. La vita non è solo quella che si svolge dentro di sé e intorno a sé. C’è un ritmo profondo nell’universo, una vita misteriosa nella natura, una pietà per il tempo, i ricordi, le parole. La notte è un tempo propizio e mentre tutti dormono, “mirabili parole” si depositano sui fogli. Un canto alla quotidianità innocente, alle consuetudini rassicuranti. La sinfonia delle cose semplici: la colazione al mattino, il letto della sera, l’affacciarsi alla finestra, le voci, i profumi, la passeggiata nel bosco, la mano che accarezza, la preghiera, i sogni degli amanti, i gesti e le cure delle persone intorno.Una nuova grammatica dei sentimenti nati dall’esperienza di chi dai margini succhia il senso dell’esistenza, e continua a cercare ancora nuove dimensioni, insoliti tragitti di immaginazione, rinnovate idee di amicizia e di fratellanza. Da questa sua vulnerabilità nasce un invito sottovoce a contare i giorni e a farli contare e a mostrare attenzione, stupore e curiosità sul nuovo che può nascere, insieme.Un “cominciare-sempre-di-nuovo, conseguibile soltanto al prezzo del finire-sempre-di-nuovo, può raffigurare bene la speranza dell’umanità, la sua salvaguardia dall’affondare nella noia e nella routine, la sua chance di conservare la spontaneità della vita” (H. Jonas).(A cura di Paolo Cascavilla – Fonte www.futuriparalleli.it)

 
 
 
 
 

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