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Fletcher XXXII

Post n°31 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da marlow17

 





Navigano. Che già cominciano a scendere goccioline, il cielo si oscura e le parole di Peter cominciano a fluire come unguento sulle ferite: "Forse è solo una stupidaggine, non dovevamo lasciare le donne da sole." Le montagne, in fondo, appaiono avvolte da una cappa pesante. Nonostante sia primavera inoltrata si avvertono le scosse e i brividi di un temporale imminente, il cielo è superbo e inghirlandato da nuvole oscure che si spargono a doppia velocità nella volta smerigliata del cielo. "Non corrono nessun rischio, al massimo verranno prese sotto l'ala da Percace". "E Ti sembra poco, potrebbe farle il lavaggio del cervello." L'automobile scorre velocemente verso il nido tra le vette, trascorsa la pianura cominciano a inerpicarsi per tornanti e rette in salita. "Cosa vuoi da Me?". "Farti scrivere un memoriale che contempli anche i mezzi usati dal Dottore per risolvere i cosiddetti problemi dei suoi Pazienti." "Cosiddetti? In questo modo metti in discussione anni e anni di metodi d'Indagine sulla Società contemporanea...Pure Io c'arrivo a questo." I boschi si fanno più fitti e le ombre si allungano sulla strada mentre non incrociano nessuno che scenda in direzione opposta alla loro. "E qual'è il problema, hai confidato Tu stesso che non hai più nulla da perdere." Peter si gratta il collo con fare nervoso: non sa più nemmeno Lui se voglia spingersi fin dove quell'uomo bizzarro lo sta trascinando, una cupa commistione di terre selvagge e confessioni-fiume. Viaggiano per due ore e mezza inchiodati ai sedili e con i denti digrignati. Lungo la strada fanno provvista di cibo in uno spaccio spuntato quasi dal Nulla, in un paesino di cui Peter non ricorda nemmeno il nome. "Davvero avremo bisogno di tutta questa roba?". "Meglio esagerare che restare all'asciutto." Quando riprendono il tragitto una bufera si abbatte su di Loro, le ruote dell'automobile tracciano solchi come la prua di un piroscafo e si aprono strada mentre il parabrezza diventa irriconoscibile e Peter batte i denti dalla paura. "Non so davvero dove Tu mi stia portando." "Tranquillo, è un posto appeso tipo non so dove ma con una visuale magnifica su una valle interna e una foresta che tranquillizza alle spalle, è coperto su tutti i fronti". "Non siamo in guerra, Fletcher." "Ah sì, guerra psicologica." Il suo compagno di viaggio si rassegna e si butta indietro contro il poggiatesta, tentando di chiudere gli occhi ma le visioni di oscurità e imboscate gli attraversano la vista e gli affollano il retro del cervello. Quando ormai non se lo aspetta più l'auto si arresta e Lui apre bruscamente le palpebre: sono in uno spiazzo di terra battuta e ghiaia, molto grande e dominato in alto da un edificio grosso quanto un castello ma con macchie umide e edera lungo tutta la facciata. "Sarebbe questo il mammouth?". Sussurra Peter mentre sgranchisce le gambe fuori dalla portiera. "Precisamente, saranno sette anni che nessuno ci mette piede, venne costruito sessanta anni fa da mio nonno e da un'impresa di indigeni locali, doveva essere la chiave di volta per aprire al turismo tutta la zona. Invece fu un fallimento. è tutto in finto stile Tudor, se noti, i cornicioni sono spessi un braccio." Fletcher fissa quella pretenziosa costruzione con sguardo assente, come dominato da pensieri contrastanti. "Stai pensando alla tua famiglia?". "Anche, in un certo senso. Mi piacerebbe venire a risiedere da queste parti, magari con Christine, sai come, lasciarsi alle spalle tutta la merda che ci hanno spalato contro." "Sicuro che non ci verresti con Rihanna?". E Peter sorride debolmente mentre si stringe il vestito leggero che ha importato dalla Pianura. "Rihanna? Allora dai ragione a Percace. Vuoi vendermela? O quali diavolo di intenzioni hai con Lei?". "Ah, nessuna in specifico, è la mia ragazza, sai come va..." "Ok, va bene, se vogliamo avremo modo di riparlarne, adesso lasciami tirare fuori tutto il materiale." E va sul retro della macchina ad aprire il bagagliaio. Estrae tutte le borse della spesa e le mette al suolo, poi con noncuranza prende in mano un fucile a pompa, celato da chissà quanto tempo nei recessi della vettura. "Ehi, non scherziamo, cos'è quella roba?". "Nulla, difesa contro gli animali selvatici, girano orsi e lupi da queste parti." "Beh, non dirmi che spareresti a un orso?". "Oh no, quelli basta spaventarli. è che mi sento più sicuro con questo". E prende in mano un intero caricatore, poi mormora :"Portiamo dentro le borse." Così fanno la spola, mentre dalle vette soprastanti cala un'oscurità oleosa e viscida, che li impregna tutti prima che possano rifugiarsi nell'hotel.
"Beh, pensi sia stata davvero una buona idea?". "Non ne avevo altre. Comunque ho con Me una risma di carte e una penna per farti scrivere." "Mai pensato a un computer?". "é rintracciabile. Meglio tornare ai vecchi metodi." Peter si appoggia la testa fra le mani :"Non so di cosa siamo accusati e non so da cosa mi debbo difendere, sono confuso." Fletcher si accende una sigaretta e sparge il fumo in ogni direzione. "Di esistere, di essere vitali, di non lasciarci drogare dalla loro frenesia." "Loro...ma Chi?". "Tutta una civiltà, Peter, siamo sulle tracce di un intero Mondo." "Sicuro che non siamo Noi a sbagliare?". "Questo Te lo ha messo in testa Percace: che il diritto alla noia, al languore, al ...sesso sia deleterio per il tuo equilibrio psico-fisico." "é tutta teoria, Fletcher. Ti sei impegolato con discorsi astratti e astrusi. Percace direbbe che hai tempo da perdere. Se seguissi una dieta macrobiotica, un bel programma di docce fredde, sauna e lunga attività sportiva, dimenticheresti tutta questa decadenza e...." "Perversione? Hai visto dove Ti hanno portato le tue palle sull'infrollimento dei costumi? Che Percace Ti sta rubando la donna." Un fulmine passa attraverso gli occhi di Peter e uno sciabordìo dal profondo lambisce le sue reni e i suoi lombi, facendolo accendere e diventare rosso in viso. "Che vuoi dire? CHe mi sono lasciato menare per il naso?". Fletcher muta di tono :"Come milioni di altri, non sei nè migliore nè peggiore. Ma abbiamo una possibilità: scardinare il Sistema Percace dal basso. Il Dottore non è per nulla quell'anacoreta dedito al benessere dei suoi cari fratelli umani. Lui è, e di questo sono certo, un corrotto marpione...un deleterio millantatore." "Sembri un invasato. Ci sono momenti in cui non mi sembri diverso dal Dottore. Semplicemente propugnate due sistemi opposti." Fletcher sorride in modo appena percettibile :"E allora fammi sapere Tu quale Ti sembra la strada più opportuna da seguire. Da questo momento Me ne starò zitto. Non farò altro che seguire la Tua volontà. In fondo, forse, ho forzato un pò la partita portandoti in cima a questo cocuzzolo disperso nella nebbia."

 

 
 
 
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