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Fletcher XLVIII

Post n°47 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da marlow17

 







Quando Peter si riebbe risalirono tutti in macchina e ripresero la strada per la pianura. Fletcher si era relativamente calmato anche se gli scorrevano ancora dei brividi sottopelle, ma ora era la strada che gli riempiva gli occhi insieme al futuro e alle prospettive sgargianti di una fuga che potesse terminare in modo decente. Non si aspettava di pigliare una nave, un treno o un aereo, quello era ancora al di là della propria fervida immaginazione, ma riuscire a scomparire fra le budella della zona metropolitana.....ebbene, questo sì, in attesa di sviluppi migliori, una nuova identità e, infine, un passaggio a nord, oltre il confine. Osservò Christine che ora stava ben composta e gli ricambiò lo sguardo con passione e amore mentre Peter boccheggiava sul sedile posteriore dell'utilitaria. Alla fine sboccarono sulla Pianura e Fletcher rimase un attimo perplesso riguardo la strada da intraprendere. Infatti appena atterrati su terreno orizzontale, almeno quattro strade si diramavano senza indicazioni di sorta. "non conosco questa zona" Borbottò Fletcher "Ma non potevamo tornare dalla strada che abbiamo fatto all'andata, troppo rischioso." "Non preoccuparti tesoro, prendi a destra. è una scorciatoia nelle campagne per arrivare alla statale 17. sono informata abbastanza su tutto il circondario." "Mi fido" Rispose Lui e le strinse forte la mano, poi svoltò effettivamente a destra e mantenne l'automobile a velocità di crociera per quanto gli concedessero curve a gomito e strettoie improvvise. Dopo venti minuti di strada a gomitolo si incanalarono effettivamente sulla Statale 17. "Sicura fosse una scorciatoia?" Sorrise Lui. "Certo" Reagì Lei, un po' toccata sul vivo. "Avessi preso le altre vie saresti ancora imbottigliato nel Nulla." "Certo, certo. La mia era solo una battuta." Peter grugnì dal sedile posteriore :"Dove stiamo filando?". Mormorò. "Verso l'area metropolitana, a 100 chilometri da Percace, se ti interessa." "Io devo riprendermi Rihanna, Fletcher." "E speri di farlo in quelle condizioni? Quello che Ti occorre è una buona doccia gelata e una dose industriale di the freddo, e magari un buon letto. Dopo potrai pensarci. Peter annuì, poi scrollò il capo non del tutto convinto e infine tornò a piombare in un dormiveglia agitato e scomodo. Arrivarono ai bordi della Metropoli che era già notte fonda. "Ti ricordi Stefano Grassi?" Fece Christine come sovvenendosi improvvisamente di un pensiero gradevole. "Certo, difficile dimenticarlo". "Ebbene, ha un parente, un fratello che abita a MontFort, lungo la tredicesima, in una bella casetta circondata dal glicine e dall'edera. Mi deve qualcosa, potremmo finire là." "In che senso Ti deve qualcosa?". "Quando lavoravo per l'Amministrazione Pubblica gli ho fatto conoscere Serial T. Van Eppsom per un suo piccolo problema con la Giustizia, in quel senso ha un debito ancora da saldare." L'uomo approvò silenziosamente ma si capiva che non la beveva. "Che Ti piglia?" Fece Lei. "Ci sei andata a letto? Tempo fa, intendo." Lei rimase zitta mentre la macchina girava sulla quindicesima e Lei dava indicazioni solo con la mano tesa. "A Te importerebbe così tanto?". "Direi di no. è giusto per mettere insieme i pezzi del puzzle." "Ovvero?". "Nulla. Sai quelle cose, il passato che ritorna, fare i conti con la storia, conoscere tutto del tuo amore, aggiustare i mattoni rotti per una casa confortevole e accogliente. E in ogni caso mi hai già risposto." E Fletcher sorrise alla grande per nascondere il turbamento che gli si era insinuato nell'anima. "Tanto tempo fa. andavo ancora all'università. Lui studiava per diventare fisioterapista, dubito che ci sia mai riuscito. Quando ancora c'erano feste Lui ne aveva organizzata una. Allora si beveva in pubblico, forse Ti ricordi, e alla fine è successo nella sua stanza, nulla da restarne esaltati, comunque. Eravamo entrambi ubriachi e Io personalmente so solo che ho scopato con Lui, dei dettagli non rammento nulla. " dopo cinque minuti di silenzio entrarono sulla tredicesima e Lei disse il numero dell'abitazione di Henry, così si chiamava. Arrestarono il macinino proprio davanti al posto mentre Peter dal sonnecchiare era transitato all'incoscienza pesante. Russava. "Ci sarà da trascinarlo fuori, in qualche maniera". Fece Lui. "Oh nessun problema. Ho trasbordato mio padre dalla macchina al letto tante di quelle volte." Scesero e Fletcher suonò al campanello "Non si incazzerà? nemmeno lo abbiamo avvertito ed è mezzanotte passata." "Ah, per quanto lo conosco sarà ancora alzato a farsi cicchetti clandestini e a guardarsi la televisione come suo fratello Stefano." "Non avrà una donna?" Indagò L'Uomo sospettoso. "Perché no? Spero solo non sia come la moglie di suo fratello. Ma, in ogni caso, non preoccuparti. Saremo ben accolti." Passarono due minuti e Fletcher suonò di nuovo. questa volta dei passi felpati risuonarono sull'impiantito, seguiti da una sfilza di bestemmie. "Ben accolti" Rifletté l'Uomo. Ci fu un trapestare di chiavistelli e infine l'entrata si spalancò mostrando Stefano Grassi con una maglietta hawaiiana e un paio di mutande rosse e verdi. "Oh, Cristo" sibilò il visitatore "Dobbiamo avere sbagliato porta, o Città". "Per nulla, amore" Fece Christine "quello che vedi davanti a Te è Henry Grassi, il fratello gemello di Chi stai pensando Tu".

 
 
 
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