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Fletcher XLIV

Post n°43 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da marlow17







Salirono una breve rampa che si biforcava dalla strada principale, in silenzio e abbastanza ottusi. Ramelli si girò verso Fletcher :"E le automobili? Le lasci in mezzo alla strada?". Lui fece un gesto vago con la mano :"Faranno da imbuto, o da blocco. E comunque c'è abbastanza spazio per passare sull'erba, adesso non ho voglia di tornare indietro." Arrivarono alla facciata dell'hotel, greve, oscura e cadente. I due detective entrarono per primi e videro Peter impegnato in un solitario con delle carte ammuffite e la bottiglia di un quarto di whisky di fianco, sul tavolino. Era talmente assorto che appena sollevò la fronte e lanciò un'occhiata veloce." "Buongiorno, Peter." Fece Ramelli. L'interloquito rispose con un cenno del capo affermativo e poi mormorò squadrando i poliziotti "Ramelli, Quaid.....Ci siamo già incontrati quando un passeggero voleva tagliarmi la gola con un collo di bottiglia sul mio taxi.." "Precisamente, adesso siamo venuti a liberarti." "Liberarmi? Penso di essere abbastanza ubriaco e...." "Gli alcolici sono cattivi consiglieri" E Quaid pensò che anche Fletcher poteva essere brillo e quindi eccessivamente sentimentale e mutevole di umore. Un macigno in più sulla strada della persuasione. Il Padrone di Casa appoggiò il fucile a pompa sul banco della reception e si passò la mano sugli occhi: era immensamente stanco e non molto incline ai compromessi. La sensazione di essere arrivato alla fine della pista era presente ovunque. Si avvicinò al tavolino di Peter e prese una abbondante sorsata dalla bottiglia, poi fece il gesto di passarla ai detectives che alzarono la mano con un deciso No, grazie. Lui ripose il whisky e si accomodò in una poltrona giochicchiando con le Smith & Wesson dei poliziotti. Ramelli pensò, restando in piedi, che era arrivato il momento di essere molto chiari con Fletcher. Si grattò il sopracciglio e i radi baffetti e iniziò a parlare, modulando la voce su toni cavernosi, come si trovasse nel transetto di una Chiesa :"Non è il momento, Fletcher, di farla finita con questa inutile fuga? Seguendo Christine siamo arrivati abbastanza facilmente al tuo rifugio. Potevamo portarci dietro quattro-cinque armadi dal proiettile facilissimo e non l'abbiamo fatto. Percace ci ha anche piantato delle grane per questo. Era lievemente isterico. Avrebbe voluto che sguinzagliassimo le nostre squadre speciali per farla finita con Te in qualsiasi modo. E la cosa, devo ammettere, ci ha insospettito. Una ragione in più, abbiamo pensato, di muoverci con i piedi di piombo e i guanti di velluto. Avrai capito che non siamo come i passacarte del Reparto Delitti contro la Morale: quelli Ti pigliano e Ti passano agli strizzacervelli per una buona idratata di acqua fresca e pastiglie contro i comportamenti molesti. Noi siamo della Squadra Operativa e vogliamo capire prima di muoverci." Fletcher guardò fisso Ramelli, il suo ciuffo leggero di capelli biondi, gli occhiali rotondi cerchiati d'acciaio, la faccia magra e il mento a punta, gli occhi grigi dietro le lenti che non lo perdevano un attimo. Le braccia, esili, abbandonate lungo i fianchi, il maglione informe. Poi si spostò su Quaid, più florido e forzuto ma egualmente bonario: le guance cascanti come un carlino, la testa perfettamente lucida, le pupille nocciola dilatate, la bocca semiaperta, le mani incrociate una sopra l'altra in un gesto di attesa. Li squadrò bene tutti e due e decise che ci si poteva fidare. Ma ancora non capiva cosa avrebbe potuto raccontare...aveva distrutto la deposizione di Peter, forse ora toccava a Lui. Ma gli avrebbero creduto? Mollò la bottiglia sul pavimento e prese a mormorare senza troppa convinzione e grande sforzo :"Vabbè, possiamo anche discutere ma voi cosa mi garantite. Chi mi assicura che le mie chiacchiere non saranno considerate delle fole per vecchi dementi, una volta usciti da queste mura?". Ramelli decise di sedersi sulla poltrona accanto a Fletcher senza togliere per un attimo lo sguardo dalle Smith & Wesson con cui questi stava ancora, pericolosamente celiando. Quaid si accomodò su una sedia sbilenca e quasi marcita che imprecò sotto il suo peso. Christine si era appoggiata al muro quasi confondendosi con la tappezzeria discinta e le tende impolverate. Peter continuava il suo solitario prestando un orecchio distratto alla conversazione che stava decollando storta e confusa.

 
 
 
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